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Non era un giorno nato in maniera diversa

Non era un giorno nato in maniera diversa dagli altri.
Tutto era come sempre: Il lavoro, la pausa pranzo, la telefonata con mia moglie Moana, il ritorno in auto verso casa.
Tutto come sempre.
Auto in garage.
Ascensore.
Ultima rampa di scale per arrivare al nostro superattico sui tetti di Roma.
– Moana. Sono io, dove sei? –
– In bagno caro, come è andata? –
– Bene. Abbiamo chiuso l’affare con Hassan. Partirò per Riad a fine mese.
– Ne ero sicura, dobbiamo festeggiare. –
Già, festeggiare, la solita palla di cena al ristorante sotto casa, sai che festa.
– E come vuoi festeggiare? –
– Non pensare al solito ristorante, ho voglia di qualcosa di diverso. – Di diverso? E cosa potrà mai volere di diverso. Non ha mai avuto una idea che non fossa quella del giorno prima, mai un sussulto che sapesse di nuovo.
– E cosa avresti in mente? –
– Oggi mi è venuta a trovare Fausta, la rammenti? –
– E come potrei non ricordarla, è l’unica tua amica che non sa di antico-
– E cosa ricordi di lei? –
– Il suo aspetto, il suo sguardo, i suoi modi di fare, di parlare, di muoversi. –
– Perchè non ci aggiungi anche il resto? –
– OK. Anche le sue tette e la sua gonna corta con lo spacco che faceva vedere le autoreggenti-
– Sei un porco-
– Io o la tua amica?
– Tu, lei e …… io-
E mentre sentivo quel suo “io” apparve.
Non poteva essere lei.
Non era mai stata così.
Era stupenda, finalmente femmina, femmina dopo 3 anni di matrimonio.
– Non mi dici nulla? –
– Ma sei tu? O sto sognando? –
– Perchè non inizi col chiudere la bocca, ammeno che tu non voglia metterla tra le mie cosce-
Ma era mia moglie quella? Sinceramente non me ne fregava niente, finalmente avevo davanti una femmina che esplodeva sesso, era stupenda, capelli morbidi, rosso rame, ondulati e mollemente scesi sulle spalle, una camicetta di seta, molto ampia e morbida, semi trasparente dalla quale si intravedevano le tette, gonna a piegoline a metà coscia, ampia, frusciante, leggerissima, che arrivava appena a coprire il merletto delle calze nere velate. E che passo su quelle scarpe con un
tacco altissimo di un metallo lucido come la lama di una spada.
– Ma che ti ha fatto Fausta? Ti ha trasformata. –
– Mi ha baciata sulla fronte e ha trasformato il vecchio rospo in una bella principessa. –
– Ha fatto molto di più-
– Hai ragione, ha trasformato la strega in una vogliosissima puttana. Ho voglia, ho tanta voglia, ma non di cose tradizionali. Voglio trasgredire.
Voglio essere come lei. Voglio vivere quello che mi ha raccontato. Quello che il suo uomo le ha fatto vivere. Pensa che mentre me lo raccontava mi ha fatto raggiungere un orgasmo. –
– E cosa ti ha raccontato? –
– Ti va di fare un gioco? –
– Con te così faccio tutto quello che vuoi-
– Attento a quello che dici, ti prendo in parola-
– Ho detto tutto quello che vuoi. –
– Allora non ti racconto quello che lei ha raccontato a me, ma lo facciamo rivivere, lo rifacciamo tutto, riviviamo la sua avventura, faremo finta che io sia lei e tu il suo uomo. Ti và? –
– Certo-
– Allora usciamo. –
L’aiutai a indossare il soprabito, io rimisi il mio e scendemmo in garage. In auto non riuscivo a togliere gli occhi dalle sue gambe, dalle sue cosce, la gonna era al limite dei suoi slip e quel filo di carne candida che veniva fuori tra la gonna e il merletto delle calze mi faceva sudare.
Eravamo fermi al semaforo.
Si avvicinò il solito lavavetri.
– No, dai non serve che li lavi. –
– Ma dai caro lasciaglielo fare, anche lui dovrà pur guadagnare qualche lira-
E così dicendo aprì le cosce e le mostrò spalancate al ragazzo.
– Ok, dai lava il vetro-
Altro che vetro, quello non toglieva gli occhi dalle mutandine di Moana.
Il cazzo mi si induriva.
Lei mi mise una mano sul cazzo e lo sentì duro.
– Ti piace che mi guarda, vero? Chissà se è diventato duro pure a lui? –
E mentre mi diceva questo si mise una mano sotto le mutandine e iniziò a toccarsela.
– Si mi eccita molto vederti così. –
– Così come? Dimmi così come-
– Con le cosce aperte davanti ai suoi occhi. –
– Sfilami le mutandine! –
Non risposi e le tolsi le mutandine.
Il cazzo mi arrivò al cervello.
Io stavo facendo vedere la fica di mia moglie ad uno sconosciuto.
– Sei proprio un porco, adesso metti la prima e andiamocene. –
Ripartii.
Avevo il cuore in gola.
Ero eccitatissimo.
Lei mi si adagiò addosso.
Mi aprì i pantaloni e mi tirò fuori il cazzo.
Prese a masturbarmi lentamente, molto lentamente.
– Vuoi che te lo ciuccio? –
– Se lo prendi in bocca ora ti riempio la gola di sperma. –
– Lo sai che l’idea non è male? Fermati la dietro, Fausta mi ha detto che
succedono cose molto carine qui. –
– Cosa succede qui? –
– Dai fermati che vediamo se è vero-
Accostai l’auto dove lei mi aveva indicato.
– Che bel cazzo che hai. –
– Me lo stai facendo esplodere, se ripenso a quel che hai fatto vedere a quel lavavetri godo subito. –
– Per così poco? –
– Poco? Gli hai fatto vedere la fica puttana. –
– Puttana io? Forse. Ma sei tu che glie l’hai fatta vedere. –
– E mi è piaciuto da morire. –
– E allora speriamo che sia vero quello che mi ha detto Fausta. –
– Cosa ti ha detto? –
– Ora non posso raccontartelo, ho voglia del tuo cazzo in bocca. –
Quella non era mia moglie.
Forse sognavo.
Ma non volevo svegliarmi, non me ne fregava niente, era troppo bello.
Cominciò a ciucciarmi il cazzo con una voglia e una foga che non conoscevo in lei.
Sembrava che senza quel cazzo in bocca non potesse vivere. Poi come se non bastasse l’eccitazione che mi procurava con quel bocchino si mise in ginocchio sul sedile, lo sapeva che in quella posizione la forma che assumeva il suo culo mi faceva morire, non ci si voleva mai mettere perchè
diceva sempre che era volgare, e ora invece…
– Mi toccheresti il culo mentre lo succhio? –
Alzai la gonna e la luna rischiarò il suo culo magnifico.
Mi bagnai un dito e lo avvicinai al buco del culo.
– Si dai infilacelo. –
Non me lo feci ripetere due volte, lei che non aveva mai voluto e che ogni volta che l’avevo inculata era stata una guerra.
Proprio in quel momento vidi due fari avvicinarsi.
– Mary, abbassati, si sta avvicinando un’auto. –
– Davvero? un’auto? E che auto è? –
– Come che auto è, non lo so, ma se non ti abbassi ti vedono. –
– Ma come, prima ti è diventato duro perchè quello mi guardava la fica e ora ti preoccupi se mi vedono il culo? –
Sentendole dire quella frase non riuscii a trattenermi e le sborrai in bocca.
Come sentì lo sperma iniziò a pompare ancora più forte, non ne lasciò neanche una goccia.
Avevo gli occhi stretti per godermi l’orgasmo fino alla fine.
Quando li riaprii lei mi guardava, era ancora in ginocchio sul sedile, con un dito raccoglieva due gocce di sperma dalla guancia per riportarsele in bocca.
Fuori incollati al finestrino c’erano tre uomini, tutti e tre intenti a masturbarsi.
– Sono quelli della macchina che mi dicevi tu. –
Li aveva visti e non si copriva.
Il cazzo in un attimo mi ridiventò duro come il marmo.
– Non sei mai stato così sollecito nel farlo risalire, cosa c’è che ti eccita più del solito? –
– Quelli lì fuori che ti guardano il culo. –
– Sei un porco. –
– Si, e tu una puttana. –
– Allora inculami, se sono una puttana mettimelo in culo. –
Le andai dietro e lo appoggiai sul suo buco di culo.
– Spingi porco, fammelo sentire, fammi sentire che ti piace mostrarmi a questi guardoni. Fammi sentire che hai voglia di me, che sei eccitato, che la situazione ti eccita. Dimmi tutto quello che ti fa salire il sangue al cervello, ora sono io che faccio tutto quello che vuoi, chiedimi qualunque cosa e io la faccio, sono la tua puttana, puoi fare di me quello che vuoi.
Si mettimelo in culo, fammelo sentire tutto. Sempre di più-
– Si voglio romperti il culo, –
– E cos’altro, dillo, lo so che vuoi altro. –
Era vero, ma avevo anche paura che la cosa la bloccasse e finisse
l’incantesimo.
– O mi dici quello che vuoi o ti faccio smettere di pompare il mio culo. –
– Voglio vederti fare la troia con quelli la fuori, Voglio guardarti mentre
ti sbattono, t’inculano, mentre li ciucci. –
– Ce l’hai fatta a dirlo. non farmi godere, non azzardarti a farmi venire che ti uccido. –
– Troia io faccio di te quello che mi pare. –
– Si così. –
– Dai troia apri il finestrino. –
– E poi cos’altro devo fare. –
Mentre la inculavo come un pazzo lei spinse il pulsante per far scendere il vetro del suo finestrino. Le mani di quei tre entrarono in auto e s’impadronirono del suo corpo, presero a toccarla dappertutto.
– Toccatela, vi piace mia moglie? –
– Oh si, è bellissima, ha una pelle stupenda, morbidissima. –
– Dovreste sentire come è morbido il suo culo. –
– Porco se gli dici così questi me lo mettono in culo. –
– Brava, mi hai tolto le parole di bocca, li avete i preservativi? –
– Certo. –
– Vi andrebbe di incularla? –
– Magari. –
– Ma vuoi farmi inculare da tutti e tre? Ma sei pazzo. –
Mentre lo diceva, io uscivo dal suo culo e lei si sistemava per offrirsi a loro.
– Dai, che se la incula per primo? –
Uno alla volta entrarono in auto e la incularono in un modo meraviglioso.
Lei a pecorina, loro dietro con le mani sui suoi fianchi che le spingevano il cazzo in fondo al culo, sempre più forte fino a godere, poi lei si sfilava, si girava e gli toglieva il preservativo.
Quando anche il terzo venne nel suo culo lei li richiamò e….. :
– Posso chiedervi un favore ragazzi. –
Lei disse a loro mentre gli ridava i preservativi pieni della sborra che era stata capace di tirare fuori dalle loro palle.
– Svuotate i vostri preservativi sul mio corpo? –
Si sdraiò sul sedile dell’auto a pancia in giù e loro fecero colare su di lei tutto lo sperma che c’era nei tre preservativi, fino all’ultima goccia.
– Dai caro ora montami sopra e inculami anche tu, voglio sentire che mi riempi il culo di sborra calda mentre con il tuo torace schiacci quella loro sulla mia schiena. – Le montai sopra e le sprofondai il cazzo nel culo che era spalancato, sembrava una fica per quanto era aperto. Mi schiacciai su di lei e sentii sul mio petto tutta la sborra di quei tre che lei aveva fatto godere con il
culo che ora stava facendo godere anche me.
– Quanto mi piaci così troia, mi fai venire, ora puoi godere, godi puttana,
godi. –
– Me ne sono già fatte quattro di godute, dai che mi faccio la quinta. –
– Si, porca, godi, godi e raccontami di Fausta. –
– Quello che abbiamo fatto è la prima pare del suo racconto, poi … –
– Zitta e godi. Domani facciamo il seguito, ora godi e fammi godere. –
– Si, ti prego, fammi godere mentre mi schizzi la sborra in culo, schizzami che sto venendo, godo amore, godo. –
Le riempii il culo di una quantità esagerata di sperma godendo come un folle.
Quei tre uomini ci salutarono, ci ringraziarono e mi chiesero di poter nuovamente godere del culo della mia signora.
– Che ne dici cara, ti và? . –
– Preferisco l’avventura agli appuntamenti e alle cose prestabilite. Voglio che il mio unico punto (cazzo) fisso sia tu, poi tutto il resto deve essere casuale e non ripetitivo. Se ci dovessimo incontrare casualmente sarete tutti i benvenuti dentro di me, ma niente appuntamenti ragazzi. –
Ci rivestimmo e ce ne andammo.
Benedetta Fausta e ….. mia moglie che l’ha ascoltata. FINE

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