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Prima volta speciale

Mi chiamo Alessia, e sono una ragazza di 18 anni di Milano. Mi ritengo una bella ragazza, sono alta un metro e sessantotto, bionda con i capelli che mi arrivano alle spalle, una terza soda di seno, slanciata e con un bel sedere (cinque anni di frequentazioni di palestre per aerobica e simili non sono state certo inutili! ) e un viso molto dolce, con due grandi occhi blu ed un’aria da classica ragazzina casa e chiesa. In effetti, non è che fino a molto tempo fa nella vita reale andassi molto lontano da questa immagine: frequento la quinta classe di un noto liceo scientifico di Milano e a scuola vado decisamente bene, studio quello che c’è da studiare e non faccio mai assenze da scuola. Inoltre, non ho certo la fama di mangiauomini, le mie esperienze, ridotte solo a causa della mia timidezza (tanti bei ragazzi mi hanno sempre cercato, ma con intenzioni tutt’altro che serie! ), sono state veramente poche, ed il massimo della trasgressione era stato, fino a qualche tempo fa, solo qualche casto bacio al ritorno da qualche classica seratapizza-cinema. Questa situazione purtroppo cominciava ad andarmi piuttosto stretta, i miei desideri più nascosti cominciavano a farsi sentire insistentemente, tanto che sono addirittura arrivata al punto da masturbarmi per la prima volta poco tempo fa. Vita poco eccitante la mia dunque! Senonché, durante una delle mie numerosissime serate passate in casa tra televisione e computer, sono arrivata su un sito di annunci, che potevano essere amorosi, per amicizia o addirittura per fare sesso direttamente, senza implicazioni sentimentali. La curiosità è stata ovviamente fortissima, soprattutto vista anche la situazione ben meno casta delle mie compagne di classe. Ho allora messo un annuncio nella sezione dedicata esclusivamente ai messaggi d’amore, mi sarebbe piaciuto tanto conoscere una ragazzo dolce e romantico per una bella storia da fotoromanzo. Con ansia, sono andata il giorno dopo a controllare se qualcuno aveva risposto al mio annuncio, aspettandomi comunque (sono abbastanza pessimista di natura) ben pochi risultati. Inaspettatamente, ben trenta persone avevano risposto alla mia inserzione. Purtroppo, ben pochi avevano le caratteristiche che speravo: la maggior parte erano quarantenni delusi dalle mogli e che cercavano solo un’avventura, altri proponevano cose fin troppo oscene anche per una scafata prostituta! Solo uno colpì la mia attenzione in modo particolare. Si chiamava Michele, ed era una ragazzo di 21 anni di Pavia, vicino a Milano. La sua risposta era molto pacata e dolce, da bravo ragazzo insomma, così iniziammo una fitta corrispondenza per conoscerci meglio e ci scambiammo anche le foto, e devo ammettere che era veramente un bel ragazzo. Finalmente decidemmo, dopo tre settimane di e-mails, di conoscerci di persona. Più di una volta pensai di rinunciare, poi presi coraggio dicendomi: ora o mai più! Passò così a prendermi direttamente a casa mia un sabato sera. Arrivò puntualissimo alle nove, ed io mi feci trovare già pronta. Indossavo un’elegante gonna che mi arrivava fino alle caviglie ed un delicato maglioncino rosa che avevo comprato per l’occasione. Nel complesso avevo un’apparenza fine e decisamente sexy, anche se assolutamente lontana dalla volgarità. Lui fu molto gentile, andammo al ristorante e mi ritrovai a parlare con un cavaliere divertente e romantico. La cena passò così molto piacevolmente. Successivamente, decidemmo per una romantica passeggiata mano nella mano. Fu qui che ci scambiammo il primo bacio, tenerissimo. La cosa che mi stupì fu che, dopo poco che ci stavamo baciando, lui cominciò a premere la sua lingua con insistenza, sembrava volesse farmela arrivare direttamente in fondo alla stomaco, e questo contrastava decisamente con quello che era avvenuto prima, comunque non ci feci caso più di tanto. Inoltre, fece di tutto per sfregarsi contro di me e farmi sentire quello che doveva essere un attrezzo decisamente niente male! Infine, mi chiese se volevo andare con lui in un posto lì vicino a rimirare le stelle insieme. L’idea mi piacque tantissimo e non rifiutai certamente. Arrivammo così alla periferia di Milano in un grande prato dove pareva non esserci nessuno. Era agosto, quindi estrasse dalla sua macchina un plaid e ci stendemmo all’aperto incantati di fronte al meravigliso spettacolo offerto dal firmamento. Cominciammo così a baciarci, e pian piano lui con una mano arrivò a tastarmi una tetta. Lo lasciai fare, anche se era la prima volta che qualcuno mi toccava così audacemente. Purtroppo (o per fortuna? ), non si fermò lì e la mano scese sempre di più. A quel punto mi scostai, ma lui insistette. Gli dissi di essere vergine e di volerlo restare ancora, ma a quel punto si infuriò e disse che oramai l’avevo eccitato troppoperché desistesse. Così, mi strappò letteralmente di dosso i vestiti e mi colpì con un sonoro ceffone in faccia. Io ero incapace di reagire, data la sorpresa e lo spavento. Ormai ero rimasta solo con le mutandine, ma mi strappò ben presto via anche quelle. Poi, si denudò anche lui, mettendo in mostra un cazzo che mi parve davvero mostruoso, anche se comunque non ne avevo mai visti prima dal vero. Senza perdere tempo, si stese sopra di me e me lo mise dentro di colpo. Il dolore fu lancinante, non ero preparata ed ero ancora del tutto asciutta, l’eccitazione aveva lasciato subito il posto allo spavento. Mi sentii spaccare in due e cominciai ad urlare, vanamente. Lui, insensibile al mio dolore, o forse proprio per quello, cominciò a pompare furiosamente ed andò avanti per un tempo che non saprei definire. Poi lo sentii grugnire, stava venendo finalmente. Purtroppo, mi venne dentro senza preoccuparsi che potessi rimanere incinta. Alla fine lo estrasse e me lo diede in bocca da pulire. Fu davvero disgustoso, ma, sotto la minaccia delle botte, non potevo fare altro. Mi ritrovai a dover leccare via un misto di sperma e sangue, e questo mi impressionò tanto che, complice anche il dolore alla mia passerina, svenni. Quando mi svegliai, mi trovavo nuda in un garage, circondata da quattro ragazzi nudi, compreso il mio violentatore, che si stavano masturbando guardandomi. Mi osservai e notai subito che la mia vagina sembrava completamente disfatta. Michele rise, e mi disse che il mio culetto avrebbe presto subito una sorte ben peggiore. Inorridita al pensiero gridai, ma qualche pugno e schiaffo ben dato mi fecero smettere ben presto. Due di loro mi vennero vicino e mi obbligarono a prendeglielo in bocca. Io non l’avevo mai fatto, ma, seppur con scarsi risultati ci provai. I due sembravano prenderci gusto comunque, a giudicare dai loro disgustosi grugniti ed ai commenti che mi rivolgevano (“dai troia, lecca, vedi che ti piace? Adesso la nostra verginella assaggierà un po’ della nostra sborra, eh? “). Intanto gli altri cominciarono ad armeggiare intorno alla mia figa, e sentii che cominciarono ad introdurre delle dita, anche se in modo da farmi male. Poi sentii un dolore bruciante tutto in un momento ed urlai. Quei due bastardi mi avevano infilato un tubo di plastica nella figa senza preavvertimento. Cominciai anche a sanguinare e provavo un male incredibile. Quei due a cui stavano facendo un bocchino però dovettero gradire molto, visto che mi scaricarono una gran mole di sperma in faccia e sui capelli. Ero tutta ricoperta di sborra, dovevo essere davvero orrenda, ma quelli più che disgustarsi sembrava ci provassero gusto. Qualcuno tolse poi il tubo dalla figa, ma durò poco, e subito mi infilarono un cazzo. Cominciarono così ad alternarsi, ormai non sentivo neanche più male. Poi mi misero a pecorina e uno me lo mise tutto nel culo, senza preoccuparsi di niente, semplicemente lo appoggiò e spinse con forza. Urlai come una matta, il dolore era incredibile, non pensavo si potesse provare tanto male. Più urlavo e più mi sbattevano con violenza, mi sentivo letteralmente aperta in due. A turno provarono il mio sederino, che oramai non doveva più essere tanto stretto, e mi sborrarono dentro. Col passare del tempo tuttavia la cosa cominciò a piacermi. Di questo si accorsero i miei aguzzini, che, sempre coprendomi di insulti, quali “cagna, vacca, ti piace farti inculare”, mi fecero provare anche qualche doppia penetrazione. Alla fine, per l’ennesima volta, vennero, e mi sbrodolarono in faccia tutta la loro sborra, tanto che ormai ero ricoperta da capo a piedi. Soddisfatti, si aprirono in un sorriso e mi indicarono dov’era la doccia (eravamo in una villetta, e la doccia era in casa, sopra al garage). Poi, tutti insieme, dopo aver preso i miei vestiti di ricambio ed essermi lavata, mi riaccompagnarono a casa, con la promessa di rivederci.
Eh sì, forse non lo avevo detto all’inizio: dopo qualche e-mail carina, Michele si dimostrò alquanto perverso e mi tentò con l’idea di provare una “prima volta” unica ed elettrizzante. Io accettai e lui mi descrisse il programma della serata, senza entrare nei particolari per non rovinarmi la sorpresa. Ora si tratterà solo di convincere la mia mammina ed il mio paparino che questi lividi me li sono procurati cadendo dalle scale.
Eh sì, davvero unica questa mia prima volta, ma vorrei che anche la mia “seconda volta” fosse speciale. Chissà cosa inventeranno i ragazzi per sabato prossimo? FINE

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