Era già un po’ di tempo che stavamo insieme, per entrambi alla prima esperienza, ma nonostante i miei reiterati tentativi proprio non ne voleva sapere di un vero rapporto.
Io non avevo il coraggio di parlarne apertamente, ed i miei tentativi erano basati solo sui fatti.
Mentre ci baciavamo, provavo a spingermi verso di lei, a fargli sentire quanto grande e duro fosse diventato il mio pene.
Ma niente, mi veniva quasi il dubbio che fossi un maniaco, alla ricerca della prima esperienza sessuale completa.
Una sera, appartati in una delle tante strade deserte della periferia, provai a toccarle il seno ma lei ancora una volta mi respinse, delicatamente ma mi respinse.
Dopo qualche bacio riprendemmo la nostra passeggiata.
Io piuttosto taciturno pensavo al modo di parlare della cosa e di affrontarla.
Non potevo essere l’unico coglione a restare sistematicamente a bocca asciutta per poi sfogarmi con al solita sega.
Camminando, camminando giungemmo alle soglie di un deposito ferroviario, c’erano solo binari morti, e vi entrammo superando la semplice sbarra.
Lo avevamo già fatto altre volte.
Ci ritrovammo al buio lungo un muro cui si addossava una fila di alberi che si distinguevano per contrasto con il cielo rischiarato dalla luna.
Ero deciso, la fermai contro il muro e cominciai a baciarla mentre il mio cazzo cercava eccitato di sfondare i pantaloni… quando sentimmo dei rumori.
Un’altra coppia vicino a noi, forse silenziosa fino a quel momento per assicurarsi che non fossimo guardiani od altro, riprese tranquillamente a pomiciare.
Noi rimanemmo impietriti… i nostri occhi ormai abituati all’oscurità riuscivano a distinguerli… , stupiti dalla loro tranquillità cominciammo ad osservarli.
Avvinghiati e stretti giocavano con le loro lingue come noi non avevamo mai fatto, uno spettacolo messo in rilievo dai loro visi luminosi al contrario dei loro corpi vestiti di nero.
Ogni tanto lui ci guardava, mentre noi eravamo bloccati, fermi, … bisbiglia qualcosa all’orecchio della ragazza e si appoggiò al muro.
Lei si tolse il suo bomber e tolse il giubbotto di pelle al suo uomo, in modo lento, sensuale… poi lui si sbottonò il collo della nera camicia e lei proseguì con le labbra.. dall’alto verso il basso mentre lui mostrava con i movimenti del suo corpo la sua eccitazione.
Tolta la camicia, la sua T-shirt bianca metteva in evidenza un corpo da culturista… anche il mio cazzo riprese a farsi duro, quasi a farmi male, risvegliandomi dal torpore e facendomi capire che quella poteva essere l’occasione buona visto che anche alla mia donna lo spettacolo non dispiaceva.
Elena però quasi non reagì ad un mio primo approccio, decisi di aspettare ancora un po’ visto che la cosa si faceva promettente e che secondo me non avrebbe tardato a procurare effetti.
Si vedevano le mani della donna carezzare il corpo statuario del maschio sotto la maglietta, con sempre maggiore passione, ma il massimo fu quando finalmente portò le mani sulla patta dei pantaloni e dall’esterno cominciò a massaggiarlo, seguiva la sua verga dalla punta alla base e viceversa.
Poi si inginocchio davanti e, bottone dopo bottone, gli calò i pantaloni facendoci vedere – sembrava volontariamente – le sue mutande bianche, gonfie, incredibili, frutto del suo intenso lavoro… in quel momento mi bagnai senza nemmeno toccarmi.
Nonostante tutto eravamo ancora fermi, bloccati, tanto da irritare la coppia che ad un certo punto rivolta a noi ci disse
“ragazzi qui si viene per fare… non per guardare, altrimenti andate via” .. mentre io cominciavo a balbettare per giustificarci lui ci disse imperioso
“Abbiamo capito verginelli… venite qua che avete molto da imparare”.
Stavo ancora pensando a cosa fare, se accettare la proposta, che giratomi per guardare negli occhi Elena… non la trovai… era già sullo stallone, la santarellina si era precipitata.
La donna allora si avvicinò verso di me… dicendomi all’orecchio …
“ti è piaciuto quello che hai visto? “.. non gli risposi e puntai subito alle sue labbra, ma lei mi bloccò con una mano mentre l’altra già scendeva in una profonda esplorazione così capii cosa mi stava succedendo, il mio cazzo per la terza volta si mise in tiro ma i miei occhi guardavano quella troia di Elena che spompinava da maestra lo stallone.
Ad un certo punto, quando già la mia cappella era nella bocca della donna, mi sentii prendere per le nude chiappe e spostare in modo da non vedere più Elena, potevo solo ascoltarli.
“Ti distrai facilmente bello… l’amore è fatica, sudore, .. anche da parte tua” mi disse la donna mentre lo riprendeva in bocca per succhiarlo sempre più forte fino a farmi venire in un modo che nessuna sega, nessuna fantasia, nessun film hard, era fino ad allora riuscito.
Mentre udivo gli incredibili gemiti di Elena la gentile istruttrice mi stava portando verso un’orgasmo fino ad allora solo sognato, agognato, la sua fica umida si stringeva e rilassava con grande maestria intorno al mio uccello.
Ogni tanto mi sussurrava parole che spingevano ancora più in su la mia eccitazione…
“ce l’hai più grosso del mio uomo… hummm come è lungo… dai spingi, di più, più giù… ” allora venni con un fiume di sborra inimmaginabile fino a qualche minuto prima.
Si riposizionò sul mio cazzo e cominciò a pulirlo, a leccarlo, salendo e scendendo, senza dimenticare le palle… io godevo ancora ad occhi chiusi, quando sentii un gemito più forte degli altri era Elena.
Non potei trattenermi, istintivamente mi girai, la vidi prona mentre lui gli era appena venuto di dietro in maniera bestiale.
Ci rivestimmo, ci ricomponemmo, non sapemmo mai i loro nomi ma ricordo che andando via lui mi disse..
“non ti preoccupare… gli ho fatto un culo così!!! … ma la fica è ancora vergine, tutta per te… e fatti coraggio ha imparato molto stasera”.
Non ci rivedemmo più FINE