Lunedì mattina ore 08, 40, all’ingresso della banca, c’ero io ed altre due persone, il tempo passava , dovevo andare a lavorare e avevo paura di fare tardi, in un attimo la porta si aprì, lasciai il telefonino ed il marsupio nell’apposito vano ed entrai nella porta girevole. In banca non c’era nessuno a parte quelle due persone che erano entrate con me. La prima era una signora di mezza età fascinosa e serena sul viso, la seconda un ragazzo che come me aveva fretta e doveva recarsi al lavoro. Tutto sembrava svolgersi per il meglio io stavo aspettando il mio turno, quando ad un tratto suonò l’allarme, così forte che le orecchie mi scoppiavano, ma non si vedeva nessuno, gli impiegati continuavano il loro lavoro, forse pensavano ad un contatto, quei pestiferi aggeggi elettronici, suonano sempre quando non ce n’è bisogno.
Da una porta, presumibilmente interna alla banca sbucò un uomo con una maschera da arlecchino, che bello scherzo era proprio una rapina. In un momento altri due energumeni fecero irruzione nella sala dove c’erano gli impiegati e noi clienti. Cominciarono ad urlare “su le mani bastardi o vi ammazziamo” questa è una rapina, spostatevi verso di noi forza ci dissero concitati. Impauriti ci muovemmo tutti insieme verso uno dei banditi, che con degli spintoni ci diresse verso il bagno. Sicuramente la loro intenzione era quella di chiuderci dentro e poi scappare con la refurtiva.
Ad un tratto quello più grosso mi mise a pisciare nel water situato nel cesso, con voce arrogante disse adesso chi me lo asciuga? L’altro rapinatore spinse la signora di mezza età verso il compagno e prendendole la testa gliela avvicinò al mazzo ancora bagnato di piscia. Apri la bocca troia o ti sparo in testa, la signora intimorita si beccò tutto il cazzone dell’uomo e cominciò a leccare la verga pompando con la mano, rimanemmo tutti ammutoliti, inoltre l’omone si voltò verso di me e disse” vieni divertiti pure tu, pisciale addosso e poi falle il culo è un ordine”.
Non sapevo più cosa fare, ma un colpo in testa con il calcio della pistola mi fece capire e qui rischiavo di morire. Mi feci coraggio tirai fuori il mazzo e cominciai ad urinare sul vestito della signora e appena finito la signora stessa costretta con la mano libera cominciò a farmi una sega. Quando l’uccello fu diventato duro, mi misi dietro la signora le strappai le mutande e bagnando la verga con il sapone la penetrai tra le urla degli altri e della signora che svenne all’istante.
Fu la volta della cassiera, giovane ma non tanto bella, l’unica cosa che le dava splendore erano le tette enormi che sormontavano il suo petto. Il rapinatore le ordinò di toccarsi la fica e di menarsela ben bene, mentre uno dei due le ficcava la canna della pistola in bocca in segno di sfida, secondi che non passavano mai, quando la ragazza fu pronta mi dissero di prenderla e di scoparla sennò l’avrebbero uccisa. Impaurito più che mai, ubbidii presi la ragazza la appoggiai al muro della toilette, le tirai su una gamba e la penetrai, con gli urli ed i pianti della stessa, io pompavo il mio mazzo dentro e lei piangeva sempre più, ad un tratto un fiotto di sangue, non volevo crederci, l’avevo sverginata. Mi spostai di colpo ero spaventato, allibito non capivo più niente, ad un tratto entrò nella stanzetta il terzo complice che aveva un sacchetto di soldi in mano e disse
“teste di cazzo cosa state facendo qui rischiamo che ci prendano”, uscirono subito dalla stanza e in meno di un secondo erano già fuori dalla Banca dopo aver sparato in aria, come per avvisarci di stare fermi, parecchi colpi di pistola. Tutto era finito, non ne potevo più, ancora oggi mi capita di svegliarmi di notte di colpo e di sentire le urla della ragazza. Credetemi è stata una cosa terribile…… FINE
