In un certo senso era il giorno più importante della mia vita, avevo appena acquistato una casa, sottoscrivendo un mutuo non indifferente (200 milioni) , che avrei dovuto ripagare nei 15 anni successivi.
Io ho 33 anni sono biondo, maschile, giovanile, atletico 175cm per 70 kg e con pochi peli nella zona dei capezzoli soltanto.
Da un poco di tempo ormai il lavoro non mi lasciava più un attimo per la mia vita privata e così le entrate più o meno furtive in chat nei pomeriggi si succedevano sempre più frequenti.
La mia natura è per certi versi dolce per altri dura, amo le coccole ma quando sono molto eccitato amo anche comandare, così finii nella chat leader; dopo un po’ agganciai un ragazzo di 26 anni era simpatico e spigliato e diceva di essere un po’ ribelle e di non aver mai praticato SM. Dopo una ventina di minuti decidemmo di scambiarci le mail per poi scambiarci i telefoni.
Era pomeriggio inoltrato quando ricevetti la chiamata: Era Massimiliano, il ragazzo con cui avevo chattato qualche giorno prima mi chiedeva conferma per le 23: 00 di quella sera.
Quando arrivai a Milano sul luogo dell’appuntamento ero emozionato ed eccitato come non mi succedeva da tempo; lo vidi era appoggiato ad un palo che mi aspettava, era alto 1, 78cm circa magro capelli corti castani occhi grigio azzurri con un taglio molto vispo, l’accordo era se il cazzo tira sono tutto tuo e così dopo un sorriso e qualche secondo mi chiese cosa pensavo di fare, lo invitai a venire in macchina con me e lo portai a casa mia poco fuori Milano.
Appena arrivato lo feci accomodare in soggiorno sul divano, era veramente carino e visibilmente eccitato all’idea delle attenzioni particolari che avrei riservato al suo splendido corpo.
Mi avvicinai a lui lo fissai e lo baciai teneramente insinuando le mie mani nella sua camicia jeans aperta per metà.
Non stavo più nella pelle per l’eccitazione, Gli sbottonai la camicia e gliela sfilai poi gli dissi: “spogliati” lui si levo la maglietta mostrando un torace nudo e glabro come piace a me.
Lo fermai lo feci inginocchiare sul divano e presi le manette, lo ammanettai dietro la schiena ben stretto, volevo che soffrisse un po’. Lo studiai non era per niente spaventato anzi sembrava curiosissimo così mi avvicinai a lui lo feci cadere di schiena sul divano e cominciai a palparlo in tutto il corpo. Era nelle mie mani ma non volevo si sentisse spaventato, poteva ancora tirarsi indietro quindi era meglio tranquillizzarlo, gli sbottonai i jeans e li tolsi mettendo in mostra un cazzo favoloso, era veramente carino, gli portai il cazzo alla bocca ma lui si ritrasse allora gli chiesi perché e lui rispose che il cazzo non gli piaceva e che lo eccitava l’idea del trattamento che avrei fatto al suo corpo.
Decisi di assecondarlo anche se l’idea che non volesse prenderlo ne in bocca ne in culo non mi piaceva neanche un po’. Era ora di renderlo mio così dopo averlo baciato legai due calze lunghe tra loro e con dolcezza senza fargli vedere cosa facevo le avvicinai al suo viso; lo baciai teneramente poi gli dissi: “apri la bene la bocca” lui esegui senza timore e io ficcai dentro con decisione il nodo legando l’altra estremità dietro la sua testa molto stretta. Ora non poteva più parlare e quindi dirmi che ci aveva ripensato. Era ora di iniziare il trattamento: presi una corda e gli legai le gambe a caviglie incrociate poi accesi una candela e mi avvicinai ai suoi capezzoli cominciò a gemere e più gemeva più cera gli facevo cadere sul petto e sui capezzoli. Era mio tutto nelle mie mani ma volevo che soffrisse un po’ di più così presi un elastico e lo passai attorno alle sue palle lo strinsi un po’ e chiesi se gli faceva male, volevo che credesse che io avessi finito e così fu mi fece un cenno come dire che resisteva bene, io non aspettavo altro e tirai deciso dandogli un altro giro, gemette molto e capii che ora cominciava a rendersi conto di cosa voleva dire essere il mio oggetto. Tornai a dedicarmi ai suoi capezzoli ricoprendoli di cera fusa completamente. Presi poi una grossa candela e gliela ficcai senza tanti complimenti nel culo, entrò con qualche difficoltà ma il piccolo sicuramente non era vergine; comunque si lamentava ormai non poco e questo mi faceva eccitare sempre di più. Cominciai a strofinare il mio cazzo sul suo viso facendoglielo annusare tutto durissimo, mentre la mia mano masturbava il suo sempre turgido e gonfio. Lo volevo ancora più inerme così lo bendai e passai al divertimento clou: presi il refil di una biro e cominciai ad infilarlo nel buco del suo cazzo, da notare che aveva sempre la candela in culo e la fascetta sulle palle, iniziò a gemere come una cagna in calore ma io inesorabile continuai a spingere dolcemente ma a fondo, mi fermavo quando incontravo resistenza poi ripartivo e così fino a veder scomparire la cannuccia nel suo cazzo.
Max fremeva e vibrava, mugolava di dolore ma la sua eccitazione era ben visibile tra le sue gambe.
Mi divertii a masturbarlo tenendogli tappata la cappella per non far uscire il refil. Il suo dolore aumentava ed inoltre dava segni di insofferenza alle mani. Lo portai al massimo della rigidità e tolsi il dito la cannuccia fu letteralmente spinta fuori e Max diede un sospiro liberatorio.
Lo afferrai per le ascelle e gli intimai” ora troia ti metti in ginocchio con la faccia allo schienale del divano e le gambe in fuori” era esausto e si lasciò andare nella posizione che volevo senza opporre resistenza.
“Allora” gli dissi “e così non ti piace il cazzo eh? ” Lui fece senso di no con la testa.
“Bene cagnetta ora vedremo” così detto presi una cinghia ed iniziai a colpirlo sulle natiche gradualmente sempre più forte.
“Sei ancora convinta troietta? ” e giù cinghiate, resisteva bene ma gemeva forte, sapevo che non sarebbe andato avanti molto; gli assestai almeno una cinquantina di cinghiate, il suo bel sedere piccolo sodo e glabro era rossissimo con i segni visibili delle cinghiate più forti, Max ansimava sempre eccitato col suo cazzone in tiro. Non resistetti e cominciai a succhiarglielo, era eccitatissimo ed in dieci minuti di succhiate lo portai gradualmente al limite dell’eiaculazione poi mi fermai.
“Lo vuoi? ” gli chiesi, ma lui fece cenno ancora di no, presi una cordina e la legai al cazzotirandolo poi verso il basso e fissandolo alle caviglie legate. Così facendo Msssimiliano aveva il cazzo in basso e le palle sporgenti all’indietro sotto il culetto, ripresi a cinghiarlo andando a colpire anche le palle, i suoi vagiti erano acuti e lasciavano intuire il dolore lancinante.
“Ti decidi troia? ” e giù cinghiate, “te lo fai mettere in culo” e giù cinghiate, alla fine non disse più di no, era cosciente ed eccitato ma alle mie domande non rispondeva più facendo di no con la testa.
Allora senza perdere tempo gli lubrificai il buco, appoggiai il mio cazzo e lo penetrai. Scivolò dentro senza problemi Max ebbe un sussulto avvicinò le mani cercando di convincermi a levare il mio cazzo, “ma smettila che ti piace cagnetta” gli presi le mani e gli fissai una corda al collo in modo che gli tenesse le manette in modo che le mani restassero a metà schiena. Cominciai a penetrarlo con dolcezza poi con foga via via crescente. Lo sentivo ansimare e lo masturbavo, volevo che la sua eccitazione lo accompagnasse in tutto il rapporto ma stavo attento a non farlo venire, era facile perché la situazione evidentemente lo attraeva e lo eccitava più di quanto avesse previsto. Ormai spingevo come un forsennato lo sbalzavo letteralmente avanti e indietro ad ogni stantuffata, ero al limite “vengoo” lo riempii completamente, ebbe un fremito ed inarcò la schiena ma ormai era fatto, gli feci il pieno completamente, poi rimasi alcuni istanti ansimante sul suo corpo ormai completamente senza volontà. Sfilai il cazzo e lo ripulii sul suo stupendo viso da ragazzino: “ecco a cosa servono le tue guance troia” non si tirava indietro aveva un po’ paura e molta eccitazione strofinava il suo viso dolce sul mio cazzo asportandone lo sperma residuo.
Lo rigirai di schiena e mi insinuai tra le sue gambe, ora toccava a me farlo godere, gli tolsi la fascetta dalle palle ma era così stretta che per levarla dovetti tagliarla, poi cominciai a succhiargli il bellissimo cazzone massaggiandogli i capezzoli e stuzzicandoli con le mani.
Era arrapatissimo e in cinque minuti proruppe in una abbondantissima sborrata che riversai sul suo torace.
Quando lo slegai e lo ripulii rimasi ad osservarlo, era tranquillo sudatissimo ma rilassatissimo, mi disse che gli era piaciuto e che non aveva mai fatto nulla di quello che gli avevo fatto io; rimase stupito ed incredulo quando gli dissi che gli avevo inserito tutta l’anima della biro nel cazzo.
Lo riaccompagnai a casa tenendogli la mano, mi sentivo al settimo cielo chissà se lo avrei rivisto, certo che era stata una delle più intriganti esperienze sessuali da un casino di tempo. FINE
