L’aria nell’ufficio sapeva di pino, era un’aria viziata dal fumo e da un deodorante forte ma gradevole all’olfatto, che Maria sentiva quasi scricchiolare sotto l’invisibile coltre di tensione che pesava sui presenti.
Quello che le era stato presentato come Mr. Kempes e l’atro, Mr. Haal, stavano confabulando a bassa voce seduti alla scrivania, mentre lei era seduta su un divano, dall’altro lato della stanza, in attesa.
Poi, Mr Kempes aveva rotto la quiete, borbottando qualcosa, e i due, dopo essersi scambiati un ultimo sguardo, si erano alzati, dirigendosi verso di lei.
Ma era stata una matta! Come aveva potuto cedere alle provocazioni dei suoi compagni di classe? !
Erano in Olanda da quattro giorni, per il viaggio di fine anno prima degli esami di maturità, e si erano ritrovati a passare dinanzi gli uffici di una nota rivista pornografica. Le battute si erano succedute velocemente, poi l’attenzione era caduta su un avviso “Saturday 18th May Hardcore session in Sudio. Test soft”; proprio quel giorno.
“Maria, perchè non entri? Tu, con la tua bocca li stupiresti! ”
“Ma siete scemi! ”
Avevano continuato così per un bel po’. Alla fine, provocata, si era fatta coraggio ed era entrata, varcando un cancelletto che dava ad un lungo viale alberato, per andare a chiedere informazioni sul test soft. In fondo al viale, era una palazzina di due piani. Entrata nell’atrio era stata accolta da una signora di mezza età, anche se dall’aspetto giovanile. Di parlare in italiano non se ne discuteva, così pure per l’olandese e l’unica era stata aiutarsi con quel poco di inglese che conosceva. In ogni caso, la signora le aveva chiesto di esibire un documento e, accertata l’età, l’aveva accompagnata nella stanza dove si trovava adesso, consegnando la carta d’identità ai due uomini già presenti. Per fortuna, Mr. Kempes, un uomo sui trenta/trentadue anni, conosceva qualche parola di italiano. L’aveva fatta accomodare nel divano e si era seduto, a sua volta, alla scrivania, rimanendo a discutere con l’altro uomo. L’unica cosa che era riuscita ad afferrare era che stavano ribadendo che fosse italiana. Poi, si erano avvicinati.
“Maria, come mai hai scelto di vestirti così? ” Anche se con un accento grottesco, Mr Kempes le si era rivolto in perfetto italiano. Perchè quella domanda? Cos’è che non andava nei suoi vestiti? Giubbotto, maglietta sotto, e jeans. Si era ritrovata a spiegare che era lì in gita, che non era uscita con l’intenzione di andarli a trovare e, passo passo, aveva raccontato loro come e perchè era lì con loro. Alla fine i due si erano scambiati un sorriso.
“Bene, Maria, per il test abbiamo bisogno di alcune autorizzazioni. La prassi. Vuoi firmare o preferisci andare via? ”
Erano stati molto gentili. Ad ogni sua domanda, avevano risposto in modo chiaro e schietto. E poi, in ogni momento sarebbe stata libera di smettere e andare via. Si trattava di spogliarsi lentamente mentre l’avrebbero fotografata. Perchè no?
Una volta firmati i moduli, tutti nella loro lingua madre e in inglese, si era tolta il giubotto, mentre Mr. Hall aveva inforcato una macchina fotografica professionale iniziando con i primi scatti.
“Sorridi” era l’unica parola che si sentiva dire. Per il resto le facevano capire cosa fare con i loro gesti. E così, si era spostata al centro della stanza, prendendo la maglietta per i bordi e iniziando a sfilarsela dal collo. Sotto indossava un reggiseno normalissimo, grazioso, nero. L’avevano bloccata, chiedendole di rimanere per un attimo ferma con le braccia alzate, in modo da fotografarla ancora con la maglietta dietro le spalle.
Erano seguite altre foto in jeans e reggiseno; poi le avevano chiesto di sfibbiarsi i pantaloni. A quel punto gli scatti si erano intesificati, immortalando ogni momento della discesa verso terra, sino a che non era rimasta con la sola biancheria intima.
“Bellissima. ” Mr Hall continuava a fotografarla, gesticolando in modo da farle capire dove mettersi, mentre l’altro aveva cominciato a parlarle.
“Maria, hai il compagno? “, “Hai rapporti sessuali? “, “ti piace il rapporto anale? “, “quello orale? “, “ti secca se ti faccio queste domande? ”
Certo! Un po’ la imbarazzavano, ma quel Mr. Kempes aveva un modo così naturale di parlarle che le era stato semplice dire di no, che poteva chiederle pure queste cose.
No! Non aveva un fidanzato, ma aveva avuto alcuni rapporti sessuali con dei suoi compagni. Per lo più rapporti orali. Ancora non aveva avuto un rapporto completo e quello anale la impauriva. Del resto, diciott’anni li aveva compiuti da poco.
Intanto era rimasta con le mutandine, mentre il reggiseno era ancora tenuto su dalle bretelline ma, oramai sfibbiato, non copriva più nulla.
Lei era seduta, quasi sdraiata, nel divano. Mr Kempes le era a pochi metri di distanza, mentre l’altro si manteneva alla sua sinistra e continuava a scattare.
“Maria, e se provassimo qualcosa di diverso? Puoi sempre dire di no quando vuoi! ”
Lo aveva davanti, con le punte delle scarpe che toccavano i suoi calzettoni. L’anomalia era che si era abbassato la cerniera dei jeans, sfoderando un pene di dimensioni rilevanti che masturbava come se stesse fumando una sigaretta. L’atro, intanto, scattava.
“Ma che fa? ” Non riusciva a staccare gli occhi da quel coso. L’idea di alzarsi e andare via non l’aveva nemmeno sfiorata.
Come risposta, l’uomo si era leggermente chinato in avanti sino a afferrarle con dolcezza la nuca e spingerla in avanti. Le intenzioni erano chiarissime. Anche perchè, a quel punto, il viso di Maria si era ritrovato a dieci centimetri da quel palo di carne. Era scoppiata in una risata fragorosa. “Ma no! Scherza? ”
No che non scherzava, e lei, senza lacuna forzatura da parte dell’uomo, aveva chinato leggermente il capo verso destra e, uscita la lingua, era andata a provare il sapore del liquido che, ormai, fuoriusciva copioso dalla punta del membro eccitato.
Poco dopo, le labbra si erano sostituite alla lingua, percorrendo la lunghezza del pene, dall’apice alla radice, tornando subito a ritroso per la stessa strada. A quel punto, si erano schiuse per far sì che il cazzo facesse il suo ingresso tra le guance. Mr Kempes le aveva poggiato le mani sul capo, con la stessa grazia di prima, e la guidava dolcemente nella pompa. Se la stava godendo da matti. Chi l’avrebbe mai detto che doveva finire in un test di una rivista porno. Ma come avrebbe fatto perchè non pubblicassero quelle foto. Boh! Ci avrebbe pensato dopo.
Erano sul finire, peccato! Mr kempes aveva sfilato il pene dalla bocca, invitandola a prenderlo in mano, continuando a leccarlo mentre lo smanettava.
Un minuto dopo gli schizzi di sperma le avevano investito occhi, collo, orecchie e capelli.
“OK, Maria se non firmi questa liberatoria noi non possiamo pubblicare le foto. Te le faremo avere appena saranno sviluppate. ”
“No! Tenetele voi per ricordo. ”
“Però, Maria, possiamo chiederti un ultimo favore? ”
“Certo. Quale? ”
Mr Hall si era abbassato i pantaloni, mostrandole un cazzo voglioso di conoscere le sue capacità orali e, dopo avere sorriso ai due, si era inginocchiata per approfondire la conoscenza. FINE