Questa sera non ho nessuna voglia di uscire, ne di vedere nessuno.
Appena arrivato a casa e gettato il pesante giubbotto di pelle sul divano ho messo sul fuoco l’acqua per farmi i soliti”due fili di pasta”.
Mi sono trascinato stancamente in camera da letto e mi sono tolto le scarpe , i pantaloni, il maglione e la camicia per sostituirli con il più comodo camicione da camera.
Ogni volta che torno a casa in questo stato, mi sento opprimere dal silenzio, così accendo immediatamente lo stereo.
“Yanni, live at the acropolis” è quello che ci vuole per riempire l’aria con un po’ di frizzante musica.
Mentre aspetto che l’acqua bolla accendo il computer e giochicchio stancamente a Tomb rider II.
È una serataccia e neanche l’acqua nella pentola vuol saperne di bollire.
Comincio un nuovo Sidney Sheldon tanto per passare il tempo, visto che ho già abbandonato Lara Croft alle sue disavventure.
Due etti di spaghetti, passata di pomodoro, parmigiano, basilico surgelato e olio a crudo; ecco la mia cena.
Appena finito di lavare il piatto mi sdaio sul letto ed accendo la televisione; è già tardi e non c’è più nulla di guardabile, che palle, poi senza antenna non vedrei nulla comunque.
Gioco con il telecomando dedicandomi al più nevrotico degli “Zapping”, certo che queste pubblicità delle linee erotiche sono proprio eccitanti; ragazze nude ed ammiccanti, voci suadenti che dicono”chiamami”come se dicessero”chiavami”, musichette straconosciute e strainvitanti, certo che…
Stasera sento che potrei fare qualcosa di strano, qualcosa che non dovrei fare, qualcosa della quale potrei pentirmi solo… dopo averla fatta.
Una strana idea già mi frulla nella testa provocandomi una strana eccitazione; eppure ci deve essere da qualche parte, anche vecchio, vecchissimo, ma ci deve essere, dove cazz… eccolo sapevo di non averlo buttato caro buon Messaggero.
Dunque, la pagina degli annunci dovrebbe essere verso la fine, trovata !
A. A. A. Messaggi e relazioni sociali.
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Questi sono gli annunci normali e detto fra noi sarei proprio curioso di vederle in faccia queste “primizie” e “disponibili venticinquenni”.
Devo cercare gli annunci con scritto “Altrui… “, eccone qui uno:
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Devo ammettere che mancano un po’ di originalità, ma sono divertenti, dunque, prendo carta e penna per un approccio sistematico, se voglio fare questa cosa la devo fare, o meglio, la devo cercare come dico Io, O no ?
Mi scrivo i numeri di telefono sul foglio lasciando lo spazio per gli appunti durante la telefonata, ecco, questo è l’ultimo numero, sono pronto per i contatti telefonici di richiesta informazioni.
033866……. Compongo il numero di questo cellulare, “… telecom italia mobile, informazione gratuita, il cliente da lei chiamato potrebbe avere il terminale spento , la preghiamo di riprovare più tardi, grazie . ”
Che palle, cominciamo bene.
Passiamo al secondo numero, un altro cellulare, ma stavolta è libero…
“Ciao tesoro… ” risponde una voce strana e un po’ roca
“Ciao”rispondo Io
“Dimmi tutto, guarda che è solo altrui, vuoi che venga subito da te ? ”
“Un attimo, potresti darmi qualche informazione… !
“Certo, sono giovane e molto bella, dai dammi il tuo indirizzo che ti faccio divertire”
“Senti, per me è la prima volta e cerco qualcosa in particolare… ”
“Dimmi”
“Beh, a me piacciono con il seno molto grande… ”
“Mi dispiace, non posso accontentarti, ho solo la terza di seno, ciao… ”
“Va bene ma almeno… “, troppo tardi ha già riagganciato.
Guardo l’orologio, è già mezzanotte e quaranta, molte di queste signorine saranno già andate a dormire, ma proseguo la mia ricerca.
034734…… squilla libero ma non risponde nessuno, ritenterò più tardi.
033851…… anche questo squilla, e risponde una graziosa voce con evidente accento sudamericano.
“Ciao”le dico, “è troppo tardi per te ? ”
“No caro, dimmi”
“Ti secca se ti chiedo qualcosa di te ? ”
“Guarda, sono una bella brasiliana, con gli occhi azzurri, i capelli lunghi e neri, il resto lo vedrai quando vengo a trovarti, va bene ?
“E il seno, che misura porti ? ”
“La quarta abbondante”
Non so, non mi convince, sono sicuro che avrà due tette anche belle ma sicuramente finte, e, come scocciato dalla sua esuberanza brasileira la saluto con un formalissimo
“Grazie, se mi decido ti richiamo”.
È passata da poco l’ una ed è giuto l’ ora di farsi un bel “Prince of Wales” il mio Twinings preferito.
Teiera, mezzo limone spremuto, quattro cucchiai di zucchero, ed ecco pronte due mega tazze di tè caldo.
Imperterrito continuo la ricerca non senza curiosità e divertimento; curiosità perché non so ancora se realmente riuscirò a scegliere una fantomatica squillo da far venire a casa mia, divertimento perché se riesco a farlo sarà da ridere con la mia timidezza!
Chiamo questo numero urbano e non cellulare vediamo che succede.
Dopo pochi squilli risponde una voce molto gentile:
“Ciao, cercavi una ragazza ? ”
“Beh, si”rispondo non senza un certo imbarazzo a questa domanda così diretta.
“Dovresti lasciarmi il tuo nome e numero di telefono così ti richiamo e parliamo meglio”
“Va bene, il mio nome è ————- ed il telefono 33…….. ”
“Ti richiamo subito”
Riattacco ed attendo fiducioso. Qualche secondo e squilla .
“Sei ————– ? ”
“Si”
“Dunque la ragazza è molto giovane, carina, mora, capelli lunghi neri, simpatica e molto disponibile e il regalino è trecento, ti va bene ? ”
“Posso parlarle sinceramente? ” le chiedo titubante aspettando che mi riattacchi in faccia
“Certo, per te è troppo trecento? Se vuoi posso venirti incontro”
“Si, grazie, ma non è questo, è che è la prima volta che faccio una cosa di questo genere e cercavo qualcosa in particolare, mi puoi capire ? ”
“Certo dimmi cosa cerchi e vedo se posso accontentarti”
“Vedi, a me piace il seno grande e poi vorrei provare dietro… ”
“Per quanto riguarda il dietro, nessuna delle nostre ragazze lo fa, non sai mai con chi ti ritrovi ad avere a che fare e poi è doloroso. Per quello che riguarda il seno ho un’altra ragazza; rossa con gli occhi verdi che porta una quarta, ti assicuro che è stupenda. ”
“Va bene, e possiamo fare duecento ? ”
“Si, allora mi dai l’ indirizzo ? ”
A questo punto mi si bloccano i movimenti, sale l’adrenalina, sale il testosterone e sale anche…
Sento il cuore battere all’impazzata, ho un interminabile attimo di indecisione.
Cosa sto facendo, mi chiedo, sto ordinando una donna in camera come si fa con le colazioni in albergo, vorrei un tè anziché un cappuccino e poi, per favore gradirei una bottiglia di acqua fresca, andiamo lo voglio fare sul serio?
Risponde la mia curiosità, che è riuscita ad annientare tutte le remore morali:
“Via —————- numero 82 , tra quanto pensi che può essere qui, e a proposito come si chiama ? ”
“La ragazza si chiama Elena e sarà da te tra una mezz’oretta”
“Un’ altra cosa e, diciamo, se non mi piacesse ? ”
“Gli dai i soldi del taxi e toglie il disturbo senza nessun problema, ma ti assicuro che ti piacerà, non l’ha mai rimandata indietro nessuno”
Ha usato proprio quest’espressione, “non l’ha mai rimandata indietro nessuno”, come fosse un pacco, una merce da visionare, provare e se non soddisfatti restituire al mittente con esercizio del diritto di recesso.
“Grazie”
“Grazie a te, ciao”
Ora non rimane altro che aspettare.
Questa attesa è snervante, sono roso dalla curiosità e confesso anche dall’eccitazione, se la tipa corrisponde alla descrizione fatta dovrebbe essere niente male.
Cerco di rilassarmi un po’ leggendo, ma non riesco a concentrarmi, sono troppo nervoso.
Bevo un’altra tazza di tè diventato ormai tiepido.
Perché, mi chiedo, dopotutto ho solo invitato a casa una ragazza… si certo, magari quando arriva le offro un bicchiere d’acqua o succo di pompelmo, le dico di accomodarsi, parliamo un po’ del più e del meno…
Drrr, cazzo il citofono, sono passati solo venti minuti !
“Chi è ? ” mi informo cauto
“Sono Elena, a che piano stai ? ” la voce e il tono sembrano simpatici
“Terzo, puoi prendere l’ ascensore”
Mi autoimpongo di stare calmo, respiro profondamente per rallentare i battiti cardiaci.
Guardo dallo spioncino, ecco ha aperto la porta dell’ascensore; oh cazzo !
Bussa discretamente alla porta, io apro altrettanto discretamente.
“Ciao”mi dice”mi fai entrare ? ”
“Certo, certo avanti”rispondo completamente inebetito.
“Ti dispiacerebbe offrirmi un bicchiere d’acqua, sono assetata”mi domanda con l’aria più innocente del mondo.
“Vieni”apro il frigorifero mentre la guardo.
È bella, non esageratamente alta, i capelli rossi lisci e sciolti le arrivano alla base del collo.
Si toglie il cappotto blu rimanendo con un vestito fatto a maglia a coste di lana blu che le delinea le forme.
Si siede sul divano accavallando le gambe, fasciate da calze nere.
Ondeggia lentamente con il piede, sorseggia il bicchiere d’acqua che le ho dato e mi chiede con estrema dolcezza :
“È la prima volta, vero ? ”
“Si vede così tanto ? ”
“No, ma ti capisco”
“Che cosa capisci, scusa? ”
“Beh, capisco che ti senti strano, non sai come comportarti, cosa dire,
cosa fare… ”
“In effetti”
“Come ti chiami ? ”
“——————–”
“Ce l’hai la ragazza ? ”
“No, posso chiederti una cosa ? ”
“Dimmi”
“Lo so che è una domanda che non va fatta alle donne, ma, quanti anni hai? ”
“Ne ho ventisette, e tu ? ”
“Io ne ho ventinove, e da quanto tempo fai questo lavoro ? ”
“Sono solo due anni, a maggio, perché? ”
“Così , semplice e banale curiosità”
“A questo punto dovresti chiedermi anche perché lo faccio, o perché ho cominciato a farlo, di solito la sequenza è questa ”
“Sono stato davvero così banale e scontato eh ? ”
“È la domanda che vi incuriosisce di più, e ogni volta rispondo diversamente a seconda di chi ho davanti”
Quel “vi”mi scoccia da matti, non mi piace essere categorizzato, così, le dico scocciato:
“Allora per favore puoi risparmiarti la cazzata per la prossima volta”
“Va bene, ma avevo intenzione di dirti la verità”
“È quello che dici a tutti no ? ”
“Pare a me o sei sulla difensiva ? ”
“È una situazione che non avevo mai vissuto finora, e mi sento un po’ a disagio”
“Carino il camicione che indossi, deve essere anche molto comodo”
Detto questo si alza e mi si avvicina.
Mi rendo conto di avere quella che io chiamo :
“prepotente erezione”, mi tocca proprio lì e mi dice :
“La vogliamo finire di parlare soltanto ? ”
“Secondo la prassi prima ti dovrei dare il regalino vero ? ”
“Secondo la prassi si”
Apro il portafoglio che ho preso dalla tasca interna del giubbotto, prendo due fogli da centomila e glieli porgo.
“Beh, veramente ci sarebbe anche il taxi… ”
“E quanto ci sarebbe di taxi? ”
“Cinquantamila”
“Bene ! ”
Ripone anche le cinquantamila nel piccolo zainetto nero, mi prende per mano e mi porta in camera da letto, la mia camera da letto.
“Spogliati”mi dice mentre si toglie il vestito di lana facendolo passare dalla testa.
Mi siedo sul bordo del letto e mi tolgo il camicione, mi sdraio sul letto con lo sguardo che passa dalla mia erezione a lei che armeggia con una mano nello zainetto.
Devo dire che è molto bella, il reggiseno, le calze e il reggicalze la rendono ancora più eccitante.
Viene verso di me, la squadro dai piedi alla testa.
“Vuoi che mi tenga il reggiseno? ”
“Il seno è la parte che preferisco”
Ora è in ginocchio sul letto, proprio davanti a me, se lo slaccia
lentamente e lo appoggia sul comodino, prende le mie mani e se al petto, sento il calore di quel seno morbido e liscio e non riesco a fare a meno di avventarmi con la bocca a cercare i capezzoli; li trovo li lecco e li addento delicatamente.
Lei con una mano mi preme la testa, con l’altra cerca il mio cazzo.
Mi sdraio mentre comincia a masturbarmi con tutte e due le mani.
“Hai un bel cazzo, bello e proporzionato”mi dice alzando improvvisamente lo sguardo su di me.
“Se è un complimento sincero, grazie”
“Vaffanculo, avrei potuto starmene zitta non ti pare ? ”
“Non lo so”
Non faccio in tempo a finire di parlare che lentamente abbassa la testa cominciando a leccarlo.
La guardo stupito senza riuscire a dire o a fare nulla se non guardarla .
Lo lecca dalla punta del prepuzio, rotea con la lingua sul glande e prosegue per tutta la lunghezza, fino ai testicoli con sapienti movimenti, poi lo prende tutto in bocca, ingoiandolo completamente.
Sono esterrefatto, prosegue così per qualche minuto, poi mi guarda :
“Allora, era sincero il complimento ? “dice rimarcando l’ultima parola
“Si, si, si, ti credo”
“Non faccio così con tutti”
Detto questo, si alza in piedi sul letto e, mentre io seguo ogni suo movimento, si sfila le mutandine, poi allunga la mano sul comodino, prende l’involucro del preservativo e lo strappa estraendone delicatamente il contenuto.
Con sapiente maestria me lo appoggia sulla punta del cazzo e comincia a srotolarlo lentamente, e quando l’ operazione è a metà, lo prende in bocca succhiando rumorosamente.
Io continuo a guardarla come ipnotizzato, le guardo i capelli, vorrei accarezzarle la testa ma non lo faccio.
Si solleva quanto basta per inginocchiarmisi a cavalcioni e mentre con una mano si appoggia alla mia spalla, con l’altra guida la punta del mio uccello nella sua vagina, in un attimo mi sento avvolgere dal suo calore.
Mi sollevo, allungo le mani sino a raggiungere le sue natiche, ne esploro la superficie e la consistenza, scivolo nel solco mentre il suo lento andirivieni mi fa sospirare.
Le mie dita non si fermano, la penetrano nel recesso proibito, la guardo così, e, con il mio dito nel culo lei solleva il viso e mi guarda.
Si alza, e prendendomi una mano si sdraia.
La seguo, mi metto tra le sue gambe e la penetro.
Godo nel vedere il suo seno che sobbalza alle mie spinte, lo tocco, e ancora una volta non riesco a fare a meno di avventarmi sui suoi capezzoli.
Mi rialzo e cerco i suoi occhi, ma li trovo chiusi, rallento i movimenti e sento un flebile gemito soffocato.
Mi fermo ed esco dalle sue carni, Elena riapre gli occhi con aria interrogativa.
“Che succede ? “chiede sorpresa,
“perchè ti sei fermato ? ”
“Perchè mi sono fermato eh ? ”
“Si, che è successo ? ”
“Niente, mi sono solo fermato per guardarti meglio, sei molto bella”
“grazie … anche tu non sei male ! ”
Così dicendo mi riprende in mano il cazzo infilandoselo dentro.
“Voglio prenderti da dietro”le dico sottovoce
Senza dire nulla in risposta si solleva guardandomi negli occhi, la osservo mettersi carponi, la sua pelle è liscia.
Mi inginocchio dietro di lei e mi scopro ad accarezzarle la schiena e i capelli, oltrepasso il reggicalze e passo un dito tra le natiche.
Lei si volta e mi guarda, allunga la mano da sotto e se lo guida nella fica.
Le scivolo dentro e comincia a muoversi con il bacino, io sono fermo, e con le mani sul suo culo ne accompagno i movimenti.
Mi allungo fino a toccarle le tette che prendo a piene mani e le dico
“Posso venirti sul seno ? ”
Elena lascia passare qualche secondo prima di rispondermi
“Va bene … ”
Mentre continuo a spingerle il mio cazzo dentro, la sento gemere, molto sommessamente, come se non volesse farsi sentire.
Rallento il mio movimento accarezzandole le natiche, lei ondeggia con il bacino e spinge contro il mio pube, ora sono fermo ed è lei che si muove convulsamente penetrandosi da sola.
I suoi gemiti ora sono meno sommessi, la sento contrarre i muscoli della vagina stringendomelo dentro di se, vedo il suo culo sbattere velocemente contro di me, e, forse è solo una mia fantasia ma la sento godere.
Sento l’orgasmo crescermi dentro sempre più velocemente, ho voglia di venire, di schizzarle il mio sperma sul seno.
Mi sfilo dal suo corpo arretrando, Elena si sdraia sulla schiena invitandomi a salirle sopra, a metterle il cazzo tra le tette.
“Vieni, bagnami il seno”
Lo appoggio nell’incavo che sembra fatto apposta per farmi masturbare dalle
sue soffici mammelle.
Dolcemente, con entrambe le mani mi sfila il preservativo cominciando ad accarezzarsi i capezzoli con la punta del glande.
La guardo mentre passa da un seno all’altro, poi solleva la testa e me lo prende in bocca, lo lecca, lo insaliva ed infine lo mette tra i suoi seni.
Mentre con le mani stringe le tette intorno al mio cazzo, comincio a muovermi avanti e indietro.
Vedo la cappella rossa uscire ed entrare da quei morbidi cuscini di carne, la sua lingua ne lambisce la punta.
“Dai, vieni, schizza”mi dice con la voce roca guardandomi fissa negli occhi.
“Si, sto per venire”
Elena muove su e giù il seno, sento i muscoli contrarsi, lo stimolo dell’eiaculazione è giunto al culmine, ho superato il punto del non ritorno.
“Vengo ! “le dico a voce bassa.
“Si”
Il primo schizzo di sperma le tocca la parte interna della lingua finendo in bocca, gli altri, meno potenti la colpiscono sul mento, finendo poi sulla gola, bagnandole il collo.
Elena solleva appena la testa ed inghiotte il cazzo continuando a masturbarmi nella sua bocca.
Sento la lingua il calore della saliva, mentre mi guarda le spalmo lo sperma sulle tette, sui capezzoli, sulla faccia.
“Ora dovrai farti una doccia”
“Non è detto… “.
Le guardo il viso rimanendo nella mia posizione, lei allunga una mano e mi tocca la pancia.
“Si, lo so devo mettermi a dieta… ”
“Hai una pancetta molto carina”
“Non sapevo che anche le pancette potessero essere carine”
Scivolo di lato sdraiandomi, il pene afflosciato pende inerte tra le gambe.
“Posso usare il bagno ? ”
“Nel senso di locale o di vasca ? ”
“Vorrei avere il tempo per farmi un bel bagno caldo, ma devo andare”
“Pensi di lavorare ancora molto questa notte ? ”
“Beh, vista l’ora potrei anche smettere”
“Di solito a che ora te ne torni a casa ? ”
“Di solito verso le tre e mezza, quattro al massimo”
Se ne va in bagno, le guardo il culo mentre cammina.
Mi infilo i miei boxer , sento scorrere l’acqua del bidè .
Quando esce dal gabinetto si è quasi completamente riordinata, messe la mutandine e il reggiseno, pettinati i capelli ed ora si sta rimettendo il vestitino di lana fatto a mano.
“Posso chiederti una cosa ? ”
“Dimmi… ”
“È così con tutte, cioè, tutte le prostitute sono come te, intendo dire come comportamento, comprensione eccetera ? ”
“Sai, io non ne conosco molte ma sono certa di no, io sono la migliore. Scherzo, sinceramente non so cosa dirti. ”
“Fa lo stesso, tanto credo che non ripeterò più questa esperienza”
“Vuoi dire che non mi richiamerai ? ”
“Beh, attraverso quella simpatica signora che ti ha dato il mio indirizzo sicuramente no, ma se vuoi … ”
“Se voglio, cosa ? ”
“Se vuoi darmi il tuo numero”
“Solo se anche tu mi dai il tuo”
Cosi, come se fossimo due normali persone alla prima frequentazione, ci scambiamo i numeri di telefono.
Ci salutiamo con il rituale dei baci sulle guance , un attimo dopo chiudo la porta di casa.
Mi ritrovo di nuovo solo, nel buio e nel silenzio.
Cosa ho fatto; ho chiamato una puttana, ci ho scopato e le ho dato anche il mio numero di telefono, devo essermi rincoglionito più di quanto pensassi.
Penso ai miei problemi irrisolti, alle domande alle quali non sono ancora riuscito a rispondere mentre si fa sempre più tardi.
Come sono arrivato fin qui. Fino a dovermi ridurre ad avere sesso da una puttana, fino ad avere la consapevolezza di non essere in grado di avere una
relazione seria, costante e duratura ?
Ricordo perfettamente quali erano i miei ideali; una moglie da amare, dei bambini, insomma una bella famiglia. Ma ho dovuto scontrarmi con la mia incostanza e la mia naturale propensione all’insofferenza.
Il fatto è che forse sono talmente immaturo da essere ancora schiavo dei miei sogni, della ricerca di tutte quelle emozioni che riesce a darti solo la conoscenza di nuove persone, la scoperta di nuovi mondi da esplorare.
Così, dopo sfolgoranti preludi e passionali ouvertures, quando dovrebbe iniziare la sinfonia vera e propria con un bel tappeto di archi, ecco sfumare tutto in un assordante silenzio.
Un silenzio da dopo battaglia, con i gemiti dei feriti rappresentati dalle mie delusioni, dalle aspettative infrante e dalle crisi post-rappporto.
Tutto sfuma in quella razionale consapevolezza di non poter trovare la”donna giusta”, finché non diverrò Io stesso un “uomo giusto”, un uomo cioè che ha capito ciò che vuole dalla propria vita ed ha finalmente intrapreso la strada giusta per riuscire ad ottenerlo. FINE
