Tutti sanno che i viaggi al mare sono un vero toccasana per uccello e palle, in quanto le belle turiste che popolano le spiagge, sono in genere vogliose e piene di libidine per i loro contemporanei, indigeni delle spiagge.
In inverno, mi annoio molto in genere, ma d’estate, appena esco di casa mi ritrovo il mare di fronte, in tutto il suo splendore azzurro; ma se abbasso lo sguardo, vedo anche una lunga distesa di patacca e patacchini che cercano di agganciarla.
Allora in questi casi comincia il mio lavoro e mi lancio in spiaggia con furore!
Quello che mi successe quell’anno, fu qualcosa di straordinario anche per uno che come me abita in riviera ed è abituato a quasi ogni genere di incontro sessuale; più strano di quella volta che mi sono portato a letto una ragazza albina e con il mio sperma ho aggiunto bianco al bianco.
Fu così che un lunedì di luglio, come era mia consuetudine ogni pomeriggio prestissimo raggiunsi la spiaggia; era piena di ragazze, ragazzine e anche un po’ mignotte, mi si presentava quindi un panorama spettacolare.
Conobbi una ragazza diciottenne di nome Pamela e la sua espressione tradiva una lieve ma tutt’altro che celata, voglia di scopare.
Lei era alta all’incirca sul metro e settanta, aveva i capelli nerissimi, gli occhi che con il loro colore azzurro si mimetizzavano con il mare; portava un costume due pezzi bianco, con un perizoma che lasciava vedere le sue natiche abbronzatissime.
Pensai:
– Pamela, Pamelina…, ti darei tanto nella vagina…! -.
Lei rideva con la sua bocca stupenda mentre io pensavo già di infilarvi dentro la mia cappella salata per colpa dell’acqua del mare.
Quando decidemmo di andare a fare un giro in barca, pensai che il gioco era oramai fatto e che la scopata era ormai prossima e, tra una risata e l’altra raggiungemmo la scogliera che si trova a circa un miglio da riva.
La scogliera era composta (ed è composta tutt’ora), da una larga schiera di scogli che affioravano per più di un metro e mezzo dall’acqua, ed era quindi il posto ideale per una scopata coi fiocchi e ciliegine; quindi fermata la barca dietro ai fedeli massi attaccai discorso:
– Cosa facciamo ora? Il mare può essere a volte noioso, ma so io come renderlo interessante! –
– Anch’io! –
Rispose entusiasta Pamela,
– Ho portato con me due bombole, pinne e maschere per andare a vedere i pesci sotto gli scogli-.
– Poffarbacco! –
Pensai con le palle che mi scoppiavano dalla voglia!
– Ormai è andata; la ragazza è lesbica o sfigata! –
Tuffandomi nel mare, così conciato com’ero tra bombole d’ossigeno e attrezzature varie, lasciai alla lontana immaginazione il pensiero di avere quella splendida ragazza e mi sollazzai guardando i pesci degli scogli.
Mentre ero in immersione, a qualche decina di metri di distanza da Pamela, scorsi con la coda dell’occhio una grossa coda di pesce che mi passava vicino.
Ero terrorizzato e i miei muscoli si erano bloccati per il terrore a otto metri di profondità; mi guardai intorno e………
Con mio grandissimo stupore vidi una cosa da panico…
– UNA SIRENA!!! –
Cercai di gridare sott’acqua!!
La cosa che mi stava succedendo era incredibile; era una ragazza bellissima, con due grandi e bellissime tette, i capelli biondo platino ed una bocca con due rosse labbra carnose.
Mi avvicinai con il cuore in gola e cercai di toccarle i capelli che sott’acqua fluivano con un effetto spaziale.
Quando mi avvicinai e le toccai i capelli, lei sorrise e contraccambiò toccando i miei, ma dopo pochissimo mi tolse le mani dai suoi capelli e me le mise sul suo seno durissimo e stupendo.
Il mio uccello già si era drizzato con una rapidità degna di un serpente ed ora il mio vecchio capitone se ne stava duro nell’acqua.
A questo punto lo shock della sorpresa era stato sostituito da una lauta voglia di fottere.
Le massaggiai i seni, mentre lei cominciava ad eccitarsi terriblimente e cominciò a rendermi il favore massaggiando anch’ella il mio corpo concentrandosi soprattutto sul mio uccello.
La presi per mano e la condussi sulla mia barca.
Una volta usciti dall’acqua mi accorsi con stupore che parlava la mia lingua:
– Ciao, mi chiamo Shally, qual è il tuo nome? –
– Il mio è Orlando –
Detto questo cominciammo a baciarci lentamente, mentre lei mi sfilava i pantaloni.
Una volta nudo, mi salì sopra continuando a baciarmi ed ebbi l’occasione di constatare quanto era bella e pesante anche la sua coda di pesce.
Mi spiegò che a loro sirene bastava massaggiarle i seni per portarle all’orgasmo, in quanto non erano dotate di fica.
Allora presi il mio pistolino e lo misi tra le sue tette; e , mentre mi sdraiavo lei cominciò a farmi un pompino pazzesco e, data la lunghezza, non esagerata, ma giusta dell’uccello, riusciva a tenerlo tra le tette e succiarlo contemporaneamente.
– Dai, sii, mettimelo tra le tette, godooo-
Diceva la mia bella sirena mentre con le sue bellissime labbra masturbava la mia cappella diventata rosso fuoco.
– E la prima volta che lo faccio, sto godendo!! –
Disse Shally.
Non tardai ad approssimarmi all’orgasmo, un po’ per il suo fantastico e unico pompino, un po’ per l’eccitazione al pensiero che Pamela emergendo vedesse quello spettacolo, ma la cosa che mi eccitava di più era che io ed una SIRENA stavamo godendo di frutti sessuali di madre natura.
– Dai, sborrami in bocca!!! Vengoo! –
La mia eccitazione a quelle parole fu tanta che la inondai di sperma, che avidamente lei ingeriva e si spalmava sul seno.
– Ma come fai a sapere che gli umani sborrano? –
Le chiesi sorpreso.
– Me lo hanno raccontato quando ero bambina le mie amiche che lo avevano letto nei libri delle leggende del mare. Promettimi che mi verrai a trovare nel mio mondo sottomarino; te lo mostrerò domani, qui alla stessa ora, voglio farti tanti bocchini e voglio stare con te, TI AMO-.
Detto questo si tuffò e si allontanò immergendosi.
Inredibile, avevo appena ricevuto un appuntamento da una sirena.
Pamela riemerse poco dopo e mentre la accompagnavo a riva pensai che era la prima volta che facevo un giro in barca con una ragazza senza chiavarci, ma avevo avuto il privilegio dell’opportunità di fidanzarsi con una sirena!!!!!! FINE