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Era Natale

Era Natale, e come tutti gli anni andai a passare la settimana delle vacanze in montagna, assieme alla mia famiglia e ai parenti. E quando parlo di tradizione intendo una tradizione di lunga data. Che io sappia, nei miei 21 anni di vita non abbiamo mai mancato un anno, e probabilmente i miei genitori si trovavano lì per festeggiare anche prima che io nascessi.
Due giorni prima di Natale, dunque, scendemmo dalla macchina e scaricammo i bagagli. Un sole splendido incorniciava con riflessi dorati la vegetazione sempreverde che circondava la casa di legno. I caldi raggi rimbalzavano sulle pietre e sulla neve delle montagne in lontananza, cercando subdolamente di colpire le pupille, generando meravigliosi giochi di luce e ombra tra gli aghi dei pini e i cespugli di rododendro.
Avevo appena smontato dalla bagagliera il mio paio di sci, quando la porta della baita si spalancò e la prima ondata di parenti venne a darci il benvenuto.
Ora, è necessaria una breve descrizione della mia famiglia. Io sono figlio unico, mia mamma ha una sola sorella, e mio padre due fratelli. Di questi, uno solo è sposato, Zio Gianni, e solo lui ha contribuito al proseguimento della dinastia generando Sally ed Allison, le mie due care cuginette, e Tommy, un bambino pestifero ed eternamente agitato che sembrava vivere al solo scopo di rompere le altrui scatole. La sorella di mia mamma, Zia Lella, era sposata ma senza figli, e credo non intendesse averne ancora per qualche anno.
Tra i primi zii che vennero a farci da comitato di benvenuto c’erano appunto zia Lella e suo marito, Sally ed Allison. Il rituale dei baci sulla guancia e dei “come stai? Tutto bene” si esaurì rapidamente.
Un manina grassoccia si aggrappò alla mia giacca, rischiando seriamente di farmi perdere l’equilibrio.
“Ciao puzzone! ” disse una vocina dal basso. Salutai Tommy, che corse via subito dopo scomparendo alla mia vista.
Mi caricai la valigia sulle spalle, presi gli sci sotto braccio, e affidai lo zainetto, più leggero, ad Allison che si era offerta di darmi una mano.
Salii la scala a chiocciola che portava nella mansardina e con l’aiuto di Allison e Sally disfai i bagagli.
Da parecchi mesi non vedevo le mie cugine. Allison era sempre stata una ragazza molto carina. Aveva la mia età. La osservai mentre mi parlava dell’ultimo esame che aveva dato con successo all’università. Capelli biondi e corti, occhi azzurro/verdi, un viso molto fine, un sorriso dolcissimo, e un corpo snello e modellato dalla ginnastica artistica: eh, sì… era davvero un bel pezzo di ragazza.
“Stasera andiamo a sciare, vieni con noi? “, chiese Sally spingendo la valigia vuota sotto il letto con un calcio.
“Beh… sono appena arrivato” dissi
“Ma per rimanere a casa ad ascoltare i discorsi di mia mamma e delle zie sulla cucina preferisco sicuramente venire con voi ” terminai con un sorriso.
“Fantastico, allora lo dico a mamma” disse Sally, scendendo le scale con un movimento veloce ed aggraziato. Di due anni più giovane della sorella, stava cominciando anche lei a diventare un piccolo splendore. Aveva i capelli biondi più fini che avessi mai visto, e due spettacolari occhi grossi e azzurri, se possibile ancora più belli di quelli di Allison. Anche lei praticava molto sport e nemmeno un filo di grasso intaccava il corpo magro e snello. E, avevo notato, sotto la felpa cominciavano a far capolino due tettine tonde e sode. Avevo due cugine davvero niente male.
Passai il resto del pomeriggio nel salotto, chiacchierando con Sally ed Allison.
Verso sera mangiammo un pasto frugale e veloce e corremmo fuori con gli sci verso la pista. Giocammo a palle di neve, come dei bambini, sciammo per tre ore rincorrendoci e ridendo, e alla fine crollammo esausti nella neve per riposarci. Sally continuava a ridere, e aveva il volto rosso per la fatica. Allison si sfilò gli sci e si gettò per terra a braccia larghe emettendo un sospiro:
“Non ce la faccio più” disse con un filo di voce.
“Torniamo a casa? ” proposi.
“Ci prendiamo una bella tisana calda e poi andiamo a dormire. Che ne dite? ”
“Perfetto” disse Sally rialzandosi. Aiutai Allison a tirarsi su, e barcollando tornammo felici alla baita.
Sul tavolo un biglietto con la grafia di mia mamma ci informò che i nostri genitori erano andati a fare un giro in paese con il piccolo Tommy.
Misi la teiera sul fuoco e preparai una tisana per tutti e tre.
La bevemmo avidamente, bisognosi di energie dopo la faticosa serata.
“E adesso una doccia e poi a nanna” disse Allison con uno sbadiglio.
“La faccio prima io ” urlò Sally correndo su per le scale.
Allison allargò le braccia e disse :
“è ancora come una bambina… mah”
Sentii la porta del bagno al piano superiore sbattere e l’acqua scrosciare.
“Basta che non ci freghi tutta l’acqua calda” dissi allungandomi sulla poltrona per rilassare le giunture affaticate.
“Cosa facciamo domani” chiesi.
Allison rispose:
“Beh, domani mattina voglio dormire fino a tardi, poi possiamo fare un salto giù in paese alla pista di pattinaggio… ”
Mi rilassai sulla poltrona e mi stavo quasi addormentando quando Sally scese le scale avvolta in un accappatoio bianco di spugna, a piedi nudi. Diede il cambio a Allisone che andò al piano di sopra.
Sally era meravigliosa. I capelli umidi le si appiccicavano a ciocche sulle guance, e il volto era arrossato per il calore dell’acqua. Minuscole goccioline le imperlavano il viso mentre si sedeva sulla poltrona davanti a me.
Sentii con imbarazzo che mi stavo eccitando. Avevo ancora indosso la tuta da sci, e un’erezione si sarebbe vista in modo palese, così cambiai posizione e mi chinai in avanti, appoggiando i gomiti ale ginocchia.
Sally allungò le gambe e appoggiò i piedi nudi sul bracciolo di fianco a me.
“Non ti spiace vero? ” mi chiese.
“Ma ho le gambe così stanche… ”
“NO… no… figurati”
Altro che! Al mio sesso non spiaceva di sicuro dato che la vista delle cosce che si erano scoperte parzialmente e dei piedini della cuginetta di fianco a me gli avevano provocato un’ulteriore dolorosa ingrossatura.
Passarono pochi minuti, ed ecco arrivare Allison, anche lei avvolta in un ampio accappatoio di spugna. Quando mi passò davanti potei scorgere per una frazione di secondo parte del suo seno nell’apertura dell’indumento. E il mio membro apprezzò lo spettacolo alzando ancora di più la testa.
“Vai pure tranquillo” mi disse
“L’acqua è ancora calda”
Io diedi uno sguardo veloce al cavallo dei pantaloni e capii che alzarmi in piedi sarebbe stato equivalente a rivelare al mondo intero il mio stato.
“N-No… non importa… posso anche farne a meno” cercai di balbettare con tono poco convinto.
Allison mi guardò in modo strano:
“Cosa dici? Sei tutto rosso e sudato… su, va a farti sta doccia, che ti fa bene… ”
E mi afferrò per un braccio tentando di alzarmi.
Feci un po’ resistenza, ma capii che era del tutto inutile. Così mi alzai svogliatamente in piedi, e senza guardarle negli occhi mi diressi verso la scala a passo svelto, rimanendo chinato in avanti.
Ed Allison mi chiamò.
Mi bloccai sul posto e mi voltai lentamente. Entrambe avevano gli occhi puntati tra le mie gambe. L’ombra di un sorriso aleggiava sulle labbra di Allison. Quelle di Sally formavano una O perfetta.
“Siamo… siamo state noi a farti questo? ” disse Allison mentre il suo sorriso si allargava di qualche millimetro.
La mia spina dorsale si frantumò in mille frammenti ghiacciati mentre i peli sulla nuca si rizzavano come aculei. Una vampa di calore mi avvertì che il mio volto aveva assunto un bel colorito tendente al porpora.
“Vieni qui vicino” disse Allison tendendomi la mano.
“Non… non capisco di cosa parli” tentai.
“Non fare il bambino” continuò lei.
“Su, avvicinati”
Con una mano tremante a coprire le pudenda mi votai e tornai dalla poltrona.
Mi sedetti. Anzi no. Mi lasciai cadere come un peso morto, tanto che le molle sotto il cuscino protestarono con un acuto scricchiolio.
“Non ti devi vergognare” mi disse.
“Dopotutto siamo cugini, no? Ci siamo sempre detti tutto… ”
Io continuavo a fare scena muta e a controllare che nessuno portasse via le piastrelle del pavimento.
Sally si ricordò di avere il dono della parola e disse:
“Ma… Allison… cosa… ? ”
Non era un granchè come sintassi ma la voce incerta e tremante aveva espresso benissimo il suo stato d’animo. Molto simile al mio, direi.
Allison si sedette sul bracciolo della poltrona alla mia destra.
“Sally” disse senza guardarla
“Ti ricordi il discorso dell’altra sera, dopo la discoteca? ”
Non attese la risposta e le rammentò, a mio beneficio più che altro, di cosa avevano parlato.
“Mi hai detto che non avevi mai visto un ragazzo nudo, e che ti sarebbe piaciuto fare la prima esperienza con qualcuno a cui volevi bene e di cui ti fidavi. ” Disse con voce calma giocherellando con il colletto dell’accappatoio.
“Però nessuno dei ragazzi che conosci ti ispira fiducia e così non hai ancora mai combinato nulla…. ”
“Ma Allison! ” protestò Sally, la faccia di un bel rosso violento, gli occhi azzurri stupendamente spalancati.
Sapevo dove voleva andare a parare ma non volevo crederci.
“… e di notte ti masturbi. Non negarlo, me ne accorgo sempre, anche se fai piano. ”
Sally soffocò un gemito, sgranando gli occhi. Non riuscì a dire nulla.
“Non ti piacerebbe fare qualche esperimento con il nostro bel cuginetto? ”
Ecco, l’aveva detto. Un brivido mi scosse tutte le terminazione nervose.
“A lui sicuramente piacerebbe… ” concluse Allison accennando con il pollice al mio membro traditore.
“No… Allison, che dici? “. Capii che era stata la mia voce a parlare, ma ero in uno stato confusionale troppo avanzato per connettere anche il cervello alla bocca prima di parlare.
Lei mi sorrise e si scostò una ciocca bionda dal labbro.
“Non ti piacciamo? ” disse con voce sensuale.
“No.. si… no… voglio dire, certo… siete due belle ragazze… ma”
Allison si alzò in piedi e si voltò verso di me. Il sonno mi era passato completamente.
Con un movimento aggraziato mia cugina si slacciò la cintura dell’acappatoio. E se lo lasciò cadere ai piedi.
Spalancai gli occhi e la bocca in un’espressione che sapevo essere comica.
Avevo davanti a me Allison, nuda. Ed era bellissima.
I miei occhi corsero sui suoi seni sodi, saltellarono da un capezzolo all’altro memorizzandone il colore rosso chiaro, poi scesero sul ventre piatto e ammirarono la vellutata peluria bionda che a malapena nascondeva un paio di grandi labbra rosa e sporgenti.
“Forza Sally, alzati” disse alla sorella.
Sally la guardò come se fosse una sconosciuta.
“Lezione numero 1” le disse Allison
“Forza, fai vedere a Jack il tuo bel corpicino”
“Ma Ally… ” mormorò lei
“è.. è nostro cugino!! Mi vergogno! ”
“Sally… fallo… non ti capiterà un’altra occasione così… fidati di me” disse Allison con un sorriso dolce.
Sally chinò la testa e si stropicciò le mani. Vidi che accavallava i piedi in continuazione. Segno di nervosismo. Poi sembrò prendere una decisione e si alzò in piedi.
Mi guardò titubante poi scostò i lembi dell’accappatoio, e se lo sfilò. Lo gettò a terra e con una mano si coprì il pube. Sentivo il suo imbarazzo che arrivava a ondate.
“Togli le mani e avvicinati… ” le disse Allison incrociando le braccia.
Sally si avvicinò a me di un passo e allargò le braccia.
“Sei… siete bellissime” mormorrai.
Il complimento fece sorridere Sally, e forse la rese un tantino più audace. Fece un lento giro su se stessa, mostrandomi il suo sedere rotondo e sporgente.
Poi si voltò di nuovo verso di me e io lasciai vagare lo sguardo sul suo giovane corpo. Aveva già 18 anni, come ho già detto, quindi mi consolai pensando che non correvo il rischio di finire in galera con l’accusa di pedofilia. Era incesto tra cugini? . Mah, che razza di pensieri in una situazione simile,
Respirai a lungo per rilassarmi.
Sally aveva un paio di seni piccoli, appena sporgenti. I capezzoli rosa erano tondi e diritti, e un piccolo neo decorava la tetta sinistra, proprio vicino al roseo bottoncino.
Ovviamente il mio cervello pilotò i miei occhi tra le sue gambe. Solo un rado ciuffetto di peli biondi le decorava il pube, e sapevo che non era lei a radersi. Semplicemente non le erano ancora cresciuti.
“Adesso dovresti spogliarti anche tu… ” mi disse Allison con un sorriso.
Mi alzai faticosamente in piedi, come se le mia gambe pesassero una tonnellata.
Le mani di Allison scivolarono sulla giacca della mia tuta e abbassarono la cerniera. Sotto portavo la maglietta e una canottiera. Me le sfilai da solo, cosciente che in quella posizione una mostruosa protuberanza più in basso mi stava rendendo ridicolo davanti alle mie due cuginette.
Sally era rimasta un attimo in disparte a guardare, il braccio sinistro rilassato lungo il fianco, e la mano destra aggrappata al gomito sinistro. Osservava il tutto con l’aria di una scienziata che si appresta a compiere un esperimento importantissimo.
“Sfilati le scarpe” mi disse Allison con un sussurro. Con un calcio mi liberai delle scarpe.
Allison si chinò e mi sollevò un piede. Mi sfilò il cazino, e fece lo stesso con l’altro.
“I pantaloni” disse guarrdandomi negli occhi.
Respirai a fondo, e mi calai i pantaloni. Li scavalcai e con un calcio li gettai sotto il tavolo.
Mi vergognavo come un bambino scoperto a rubare le caramelle. I boxer erano deformati dalla sporgenza del mio pene, che puntava duro e diritto contro la stoffa chiedendo di essere liberato. Sembrava che mi fossi infilato una piramide nelle mutande.
“Sally… tocca a te adesso” disse Allison facendosi da parte.
Sally esitò un attimo, poi mi si mise davanti. Mi regalò un sorriso timido, poi si inginocchiò davanti a me. Rimase ferma per qualche secondo a contemplare da vicino lo spettacolo dato dai miei boxer, poi allungò una mano e afferrò l’elastico. Lentamente cominciò a calarli.
Il pene, euforico per essere stato finalmente liberato, guizzò fuori come una molla a compressione davanti al naso della ragazza facendola sussultare. Senza togliere lo sguardo dal mio turgido membro, terminò di sfilarmi i pantaloni.
Allison si sporse per vedermi meglio il sesso.
“Però… che ne pensi, Sally? ” disse.
La ragazza, titubante, rispose:
“è… grosso! ”
“Si. ” Convenne Allison
“Davvero niente male. Complimenti cugino” E mi scoccò un’occhiata languida.
“Puoi anche toccarlo” disse rivolta a Sally.
“Sempre che jack non abbia nulla in contrario… ”
Il respiro di Sally mi accarezzava il glande turgido. Una sensazione paradisiaca.
“N-No.. no… io” balbettai
“Preferisci sederti? ” mi chiese dolcemente.
Forse era meglio. Non credevo che le gambe mi avrebbero funzionato correttamente ancora per molto.
Mi adagiai sulla poltrona, e Sally mi si piazzò tra le gambe.
Mi sorrise e disse:
“è… è la prima volta che io faccio… questo. ”
Le sorrisi anch’io.
Un attimo dopo la sua piccola mano era chiusa attorno alla mia asta. Non riuscii a trattenere un gemito sommesso. Aveva una pelle calda e morbida, e il solo contatto mia aveva dato un brivido di piacere.
“Lezione numero 2” disse Allison con un tono divertito.
“Comincia a massaggiarlo su e giù… ma non stringere troppo… ecco così… no, più veloce”
Sally obbediva ai consigli della sorella con impegno. Aveva le labbra leggermente socchiuse, un’espressione concentrata, e gli occhi fissi sulla punta della mia asta.
“No, aspetta” disse Allison.
“Ti faccio vedere io. ”
Scostò Sally e mi afferrò il pene. Con movimenti esperti cominciò a masturbarmi. Stringeva e allargava le dita aumentando e diminuendo la velocità. Mi stava facendo una sega paradisiaca.
“Ecco.. hai capito? Prova tu adesso”
Sally riprese il suo posto, e di nuovo fu la sua mano ad accarezzarmi.
Adesso anche lei, da brava alunna, mi masturbava alternando le velocità.
“Senti com’è caldo? ” disse Allison con il tono di una maestrina elementare “Soffiagli sopra, così lo rinfreschi un po’”
Sally modellò le labbra e mi alitò dolcemente sulla punta.
“Ora Sally” disse Allison
“Continua a fare così, stai andando benone. Intanto però dovresti provare a dargli una leccatina. Assaggia il sapore che ha. ”
Sally arrossì violentemente, e sentii che stringeva di più il membro.
Guardò Allison:
“Ma… no, dai… non posso”
“Si che puoi… e ti piacerà anche, vedrai… fidati di me”
Sally tornò a fissarmi il glande. Sembrava ipnotizzata dal movimento della sua stessa mano. Riflettè a lungo, poi vidi la punta della lingua fare capolino tra le sue labbra.
Si chinò di più e mi lambì la punta del pene. Fu una sensazione paradisiaca. Gemetti sommessamente, chiudendo gli occhi.
“Vedi che gli piace? ” disse Allison.
“Su, continua”
Sally continuò a titillarmi il glande con dei colpetti veloci.
“Brava…. sei bravissima… leccalo di più però… fai come se fosse un gelato”
La linguetta di mia cugina si fece più audace e mi esplorò tutto il glande, si soffermò sul buchino, e scese per tutta l’asta prima ti ritrarsi. Sally assaporò il nuovo gusto passandosi la lingua sulle labbra.
“Come ti sembra? ” le chiese Allison
“è… salato” disse Sally timidamente, mentre l’ombra di un sorriso le incurvava leggermente gli angoli delle labbra.
“è il sapore dei ragazzi. ” Spiegò dolcemente la sorella
“Credi di farcela a prenderlo in bocca? ” Sally esitò, ma meno di prima, e socchiuse la boccuccia vergine.
Si fermò a pochi millimetri dall’asta e mi guardò incerta. La mia espressione doveva essere di piacere e goduria completi.
Sally diede un’occhiatina ad Allison, come per chiedere conferma.
“Così, sì. Ma attenta ai denti, mi raccomando. Apri un po’ di più la bocca e poi posalo sulla lingua” la ammonì Allison
Lei spalancò la bocca e un attimo dopo il mio glande era circondato dalle sue labbra vellutate.
Allison le spinse dolcemente la testa in avanti, e Sally se lo infilò in bocca per metà.
Era una sensazione paradisiaca.
La sua lingua danzava attorno al corpo estraneo che le aveva invaso il territorio, forse per cercare di ributtarlo fuori. Sally respirava velocemente con il naso, poiché aveva la gola intasata.
Sentti la lingua ritrarsi all’indietro e poi avvolgermi la punta del pene. Con un guizzo mi colpì il buchino, poi si rilassò e ridiscese in fondo.
Ora, non che io soffra di eiaculazione precoce, ma la situazione era quella che era, e non riuscii più a trattenermi.
Riuscii solo a mormorare un “Attenta”.
E venni.
Sally non fece in tempo a scostarsi, e il primo potente zampillo di sperma le si riversò in gola. Con una smorfia si sfilò il pene dalla bocca, ma Allison da dietro le bloccò la testa.
“Ferma così” le ordinò
Sally non oppose resistenza, e tutto il mio incredibile orgasmo si riverso sul suo viso. Lei teneva stretti gli occhi e la bocca era storta in una smorfia di stupore. E, forse, disgusto. Per la prima volta aveva a che fare con quella sostanza appiccicaticcia che adesso le colava ovunque.
Non avevo mai avuto un orgasmo simile. Non credevo di avere tutto quello sperma dentro di me, e solo dopo una quantità interminabile di schizzi mi rilassai.
Il volto di Sally era ricoperto dalla sostanza bianca e lattiginosa. Uno spruzzo le aveva anche imbrattato i capelli. Si passò il dorso della mano sugli occhi per pulirsi, e a stento riuscì ad aprirli.
Un rivolo di sperma le colava all’angolo della bocca.
“Io… scusami Sally… scusami davvero, ma… ” mormorai
Allison mi fece tacere: “Brava Sally… sei stata stupenda. Se vuoi vai pure a lavarti. Poi torna qua”
Sally le fece un cenno d’assenso e si guardò curiosa e stupita la mano sporca.
Mi guardò:
“Ti è piaciuto? ” mi domandò con un tono di voce talmente basso che a stento riuscii ad udirla.
“Tantissimo. Sei stupenda” le dissi accarezzandole la guancia.
“Anche tu” mormorò.
Mi rivolse un sorriso dolcissimo, poi si alzò e, nuda, corse in bagno.
Allison mi si piazzò davanti, con le mani sui fianchi, come un generale.
“Bene bene… E adesso tocca a me” disse con un sorriso.
Si chinò tra le mie gambe, e mi afferrò il pene ormai floscio.
Aprì la bocca e lo inghiottì, ripulendolo velocemente dalle ultime goccioline di sperma.
Io ansimavo e sudavo affannosamente. Le presi tra le mani i seni morbidi e le stuzzicai i capezzoli turgidi. Allison fece mulinare la lingua sul mio pene in maniera superba, facendolo ritornare a poco a poco lungo e duro come prima.
Quindi si sollevò, e con un solo movimento delle anche si impalò sulla mia verga. Era completamente fradicia, e non fece alcuna resistenza all’intrusione. Mi baciò sulla bocca, la sua lingua come un serpente si avvinghiò alla mia, e cominciò a cavalcarmi con un movimento lento e sensuale.
Le pizzicai i capezzoli e lei si strinse di più a me. Aumentò la velocità e inarcò la schiena all’indietro, con le mani sulle mie spalle. Gemeva sommessamente, e dopo pochi minuti venne artigliandomi furiosamente le braccia.
Anch’io ero vicino all’orgasmo.
“Fermati o ti verrò tutto dentro” le dissi con un sospiro.
Lei si sollevò e mi strinse la base del pene, facendomi male: “Aspetta! ” mi ammonì.
Si girò verso le scale e chiamò a gran voce Sally. “Scendi… quanto ci metti a lavarti la faccia? ”
Sally scese la scale di corsa, con la faccia ancora umida.
“Vieni… ecco, chinati in avanti. Così. ” Allison fece mettere Sally a pecorina sulla poltrona davanti a me.
Si passò le dita tra le gambe, raccogliendo succhi in abbondanza, e passò la mano sul buchino del culetto di Sally.
Sally voltò la testa e le disse:
“Cosa… cosa vuoi fare? ”
“Sta buona” disse sbrigativamente Allison.
Mi fece alzare tirandomi per il pene e mi portò davanti alla sorella.
Il buco del sedere di Sally era lì, piccolo, roseo e terribilmente eccitante. Allison le fece sollevare di più i fianchi e le disse di rilassarsi.
Le passai le dita sulla vulva. Era calda e morbida. Infilai un dito dentro, lentamente, e la sentii stretta e bagnata.
Ritrassi il dito, per paura di lacerarle l’imene involontariamente, e appoggiai la punta del pene allo sfintere.
Con un sussulto Sally protestò:
“No… ti prego… mi farà male! ”
Ma Allison non volle sentire ragioni e mentre si masturbava con una mano mi spinse il pene contro il buco di Sally.
“Allison… forse non è il caso” le dissi.
“Forza… sverginale il culo… non hai voglia di sentire quei muscoletti vergini avvolgerti il cazzo? ”
E con un sussurro che Sally non udì mi disse all’orecchio:
“E poi anche lei lo vuole, anche se adesso è un po’ imbarazzata… mi ha confessato che la eccita l’idea del sesso anale, anche se la trova una cosa sporca e contro natura… cerca di farle male all’inizio… poi falla godere… fidati di me, è questo che vuole”
Non me lo feci ripetere due volte. Afferrai Sally per i fianchi e spinsi con forza.
Con uno sforzo il glande penetrò nella cavità. Sally lanciò un gemito che soffocò spingendo la faccia nel coscino. Stringeva i lembi del cuscino con le dita, talmente forte che potevo vedere le nocche bianche.
Il pensiero di quella ragazza sottomessa e innocente mi fece arrapare in modo incredibile, e con un poderoso colpo di reni infilai in una volta sola il mio grosso pene nell’intestino di Sally.
Sentii i muscoli dello sfintere dilatarsi allo spasimo, e il mio pene fu imprigionato in una morsa calda, umida e strettissima.
La ragazza inarcò la schiena e urlò, la faccia stravolta dal dolore. Cominciai a stantuffarla, prima lentamente poi sempre più veloce. I muscoli attorno al buchino erano violacei per la tensione a cui erano sottoposti.
Notai che Sally stringeva i lembi del cuscino, talmente forte che le nocche erano bianche.
Si dimenò per qualche secondo, implorandomi di smettere. Allison le si portò accanto e le asciugò le lacrime, mormorandole:
“Non preoccuparti… adesso ti piacerà, vedrai”
E difatti poco dopo sentii che la ragazza accompagnava le mie spinte avvicinando il sedere a me, e dalla sua gola sfuggirono dei gridolini di piacere. La mano di Allison corse a stuzzicare il clitoride della ragazza. Le sue dita esperte corsero ad accarezzare i punti giusti e qualche secondo dopo Allison ritirò le dita ricoperte di succhi vaginali. Sally le era venuta sulla mano, in preda ad un orgasmo dirompente. Mia cugina mi offrì le dita da succhiare, e io bevvi avidamente il dolce succo di Sally.
Di nuovo stavo per raggiungere l’orgasmo. Ancora due colpi, più forti degli altri, e mi bloccai, il membro durissimo completamente immerso in lei, e i fianchi compressi contro le sue natiche.
Le afferrai i piccoli seni da detro, li strizzai e con un urlo liberatorio le riversai nell’intestino un litro di sperma caldo.
Un fremito mi avvertì che Sally aveva raggiunto un altro orgasmo sentendosi invadere da quel liquido caldo.
Passato l’orgasmo rimasi dentro di lei alcuni secondi, poi mi lasciai uscire.
L’estrazione del pene le fece male quasi quanto la prima violenta penetrazione, e vidi una smorfia di dolore incurvarle le labbra.
Si accasciò sulla poltrona, esausta, e lo stesso feci io. Allison, evidentemente non ancora sazia, mi volle dare un’ulteriore pulita al pene con una rapida leccata.
“A…. accidenti… ragazze” mormorai.
“Ti è piaciuto? ” chiese Allison a Sally, ignorandomi.
Io guardai la mia cugina più giovane, un po’ preoccupato per quello che le avevo fatto.
Sally, coricata di traverso sulla poltrona, mi guardò e mi sorrise.
Si passò le dita tra le cosce e le ritirò imbrattate dello sperma che le colava fuori dal sedere.
Aveva ancora gli occhi lucidi per le lacrime versate prima. Se li pulì con il dorso della mano, poi infilò la stessa mano tra le gambe per massaggiare il culetto martoriato e ripulirsi dal mio seme.
“Scusami se ti ho fatto male” mormorai arrossendo.
“No… non scusarti… mi è piaciuto. Davvero. Non avevo mai provato una sensazione simile. è stato… bellissimo. Grazie. ”
E di nuovo mi rivolse il suo sorriso radioso.
Mi persi nei suoi occhi azzurri, stupito e confuso, e quando mi voltai, Allison si era rimessa l’accappatoio e stava porgendo a Sally il suo.
“Adesso dovremmo andare a dormire… tra poco potrebbero tornare i nostri genitori. Su, mettiti questo”
Sally si alzò e si infilò l’accappatoio.
Io presi la tuta sotto braccio, raccolsi le scarpe e aspettai che le due ragazze salissero al piano di sopra. Dovemmo aiutare Sally perchè il sedere le bruciava parecchio, e le faceva male salire le scale.
Mormorai di nuovo qualche parola di scusa, vergognandomi di avere fatto così del male alla mia giovane cugina, ma lei mi zittì con un bacio sulle labbra.
La lasciammo nel letto, e le diedi la buonanotte.
Allison mi accompagnò in camera mia.
Mentre mi infilavo il pigiama, le chiesi:
“Perchè? Perchè l’hai fatto? ”
Lei disse con calma:
“Erano almeno 5 anni che volevo farlo, e non ho mai trovato il coraggio di dirtelo. E volevo che Sally smettesse di essere così santerellina e scoprisse qualche emozione nuova. Prima di stasera non aveva mai visto un cazzo dal vero… adesso ha il culo sfondato e ha ingoiato un buon quantitativo di sborra. E le è pure piaciuto, forse non te ne sei accorto ma mentre ti succhiava ha avuto un orgasmo, e mentre la sfondavi ne ha avuti altri tre. ”
Ero allibito dalle parole di mia cugina. Non l’avevo mai sentita parlare così volgarmente. Anche se dopo i fatti di quella sera non avrei dovuto stupirmi più che tanto. Avevo constatato che era un bel po’ troietta.
“Un bel risultato non credi? … e oltretutto è ancora vergine… chissà se ti piacerebbe infilare il tuo bel manganello tra le sue innocenti cosce” concluse sottovoce, con tono suadente.
Le sue parole me l’avevano fatto tornare duro. Tre erezioni in una sola serata. Un record, per me.
Allison ovviamente se ne accorse.
“Ancora? Ma non ne hai mai basta? Vieni va, ti do una mano, ma poi andiamo a dormire ok? ”
Si inginocchiò e mi abbassò i pantaloni. Prese in bocca il pene e iniziò un pompino favoloso. Aveva delle labbra morbide, vellutate, e una lingua che riusciva incredibilmente a trovare i punti più sensibili del mio corpo. Questa volta resistetti di più, anche perchè ero reduce da due eiaculazioni incredibili, e così il pompino durò per più di dieci minuti.
Quando stavo per venire Allison se ne accorse e, smanettandomelo con la mano mi chiese: “Dove preferisci sborrarmi? In bocca? Sulla faccia? Sulle tette? ”
“In… in bocca ” dissi.
Lei obbediente spalancò la bocca e lasciò che le schizzassi dentro tutto il mio sperma. Bevve avidamente tutto quello che riusciva, ma qualche rivolo bianco le sfuggì dagli angoli delle labbra. Alla fine ingoiò tutto il caldo sperma che aveva in bocca, si passò le dita sul mento, e ingoiò anche quello.
“Buonanotte” mi sussurrò.
Uscì dalla camera.
Uno svolazzo dell’accappatoio ed era sparita.
Mi infilai sotto le coperte e caddi quasi subito in un sonno profondo pochi minuti dopo, stordito e confuso oltre che sfinito fisicamente, con una mano appoggiata sul mio membro umido della saliva di mia cugina.
Il mattino dopo scoprii che i miei erano arrivati poco dopo e mi avevano trovato profondamente addormentato.
Allison si comportò in maniera naturale per tutta la mattina.
Sally invece parlò poco, e le poche volte che incontrava il mio sguardo la vedevo arrossire e sorridere di nascosto.
Ed era solo il secondo giorno di vacanza.
Me ne aspettavano altri 15, giorno più giorno meno.
Sospettai, con enorme sforzo deduttivo, che non sarebbe stata una vacanza di Natale come tutte le altre.
E in seguito scoprii con piacere che le mie previsioni erano state esatte. FINE

About Erzulia

Colleziono racconti erotici perché sono sempre stati la mia passione. Il fatto è che non mi basta mai. Non mi bastano le mie esperienze, voglio anche quelle degli altri. Aiuta il sito chattando con le ragazze cliccando QUI. Iscrizione gratuita!

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