Come ogni fine settimana d’estate, io e Marina ci muovevamo dalla città resa invivibile dal caldo opprimente e ci recavamo presso il vicino lago, luogo non meno frequentato, ma sicuramente più arieggiato e ristoratore.
Così quel sabato d’agosto, giungemmo di primo pomeriggio presso la nostra amata spiaggettina, raggiungibile solamente a piedi scendendo da un viottolo abbastanza scosceso ed impervio; ma, appena sbucati dalla vegetazione, avemmo la sorpresa di non essere i soli (come solitamente) frequentatori, ma di avere invece una gradita compagnia… una coppia di mezza età, già stesa al sole.
A malincuore ci sistemammo nello spazio rimanente (non così tanto! ) e ci stendemmo al sole caldo delle due pomeridiane…
Parlando con Marina, le feci notare quanto la compagna dell’uomo che ci stava a fianco, fosse alquanto disinibita: sfoggiava in effetti un topless quasi perfetto. Il fisico era asciutto e curato e, data l’età, anche il seno non era male: il perizoma che indossava, poi, lasciava appena uscire il pelo pubico, biondo e liscio come i capelli. Doveva sicuramente essere una coppia del nord Europa, infatti la pelle ancora chiara, risultava completamente arrossata nei punti più delicati; la zona attorno ai capezzoli e sotto la mammella, era abbondantemente ricoperta da uno strato di crema protettiva…
Marina non diede molto peso al mio ragionamento alquanto articolato, ma rispose semplicemente: “Senti, non vedo perchè farmi dei problemi oggi per quei due… io mi sistemo come al solito… “. Detto questo, si tolse immediatamente il reggiseno e si arrotolò all’inverosimile lo slip. Risultato: due tette di mezza età scoperte ed un culo ancora tondeggiante in bella mostra, con le differenze che Marina mostrava un seno leggermente più cadente rispetto alla “rivale”, ed un pelo nero non ancora rasato che le fuoriusciva abbondantemente dagli slip.
Per nulla imbarazzati, i due nostri vicini ci squadrarono tranquillamente, parlottando poi fra di loro; la ragazza si alzò e, senza tradire alcun falso pudore (ce ne fossero! … ), si mosse verso di noi con una sigaretta in mano: “Avete da accendere, per favore? “.
“Si, prego… ” risposi, prendendo in mano l’accendino. Negli attimi che trascorsero per eseguire tale operazione, le diedi una veloce occhiata “mascolina”, soffermandomi sui punti di maggior interesse. Il perizoma le apriva la fica esattamente a metà, lasciando ben intravedere due labbra di abbondanti dimensioni, ricoperte da una leggerissima peluria chiara; il seno era però cadente, ed il capezzolo introflesso non era poi il massimo… la pelle, poi, aveva ceduto l’elasticità a tempi migliori…
“Grazie molte… ” disse, “voi siete per caso di queste parti? Noi siamo in vacanza, appena arrivati da Monaco, e stiamo cercando sistemazione… sapreste indicarci qualcosa in merito? “. Mi stupì il fatto che durante le mie continue “occhiate”, la bellona non avesse fatto una piega… nessuna reazione visibile…
Marina si levò e rispose: “Si, siamo di queste parti… Complimenti per il suo italiano… se siete di Monaco, come fa a parlarlo così bene? ”
“Beh, vedete, io sono insegnante e mi occupo di storia dell’arte… sono innamorata dell’Italia e ogni anno scendo a visitarne una parte… a proposito, vi dispiace se prendiamo il sole così disinibiti? ”
Non ottenendo immediata risposta, disse: “Grazie per la cortesia… Ah… mi chiamo Barbara, e mio marito Stefan… ” disse, e tornò a stendersi.
Marina, alla quale nulla era sfuggito, disse: “Tu non cambierai mai… quella è venuta semplicemente a chiederti di accendere e tu l’hai subito fottuta con lo sguardo… ” e, osservando in direzione dei miei slip, “… e non solo con quello, eh? … ”
“Ti confesso… il suo sguardo non era così innocente, secondo me non cercava affatto di accendere la sigaretta, ma qualcos’altro! “, risposi.
“Beh, allora rendiamo pan per focaccia”, aggiunse Marina, ed entrò in acqua, subito seguita dalla bionda.
Dopo poco, le due risalirono e, tornando a stendersi, Marina si tolse anche l’ultima parte del suo succinto abbigliamento, mostrando bene agli altri due il pelo…
“Sai, la tua amichetta mi ha confessato che normalmente praticano il nudismo, ma, non conoscendo i luoghi, non volevano rischiare una multa; così ho risposto che su questa spiaggetta non c’è motivo di preoccuparsi, tanto loro due sono i nostri primi vicini d’asciugamano… ”
“Le ho anche proposto che, per stanotte, se non sanno dove andare, potrebbero approfittare della nostra ospitalità, che ne dici? ”
Colsi nello sguardo di Marina quella “fame” di promiscuità che solamente in alcuni casi, le faceva completamente perdere ogni freno inibitore…
“Raccontami cosa è successo in acqua… ” le chiesi.
“Semplicemente ci siamo sditalinate… sai, ci sa fare la tua nuova amichetta… ”
In quel mentre, mi accorsi che la coppietta nostra vicina stava meglio orientando gli asciugamani, e, guarda caso, li stesero proprio in modo che a non più di tre metri da noi in linea retta, facessero capolino due coglioni pelosi ed un cazzetto abbastanza minuscolo, ed una fica sempre più in tiro senza più perizoma…
Il messaggio era chiaro, quindi anch’io tolsi il mio indumento, scoprendo però un cazzo già turgido di dimensioni molto maggiori rispetto al mio “concorrente”.
Il pomeriggio trascorse piacevole e veloce fra tuffi, sigarette fumate, offerte, e prime confidenze fra coppie; il “lui” dell’altra coppia non capiva nulla di italiano, ed a tutto pensava la biondina, sempre più visibilmente eccitata (uno dei due capezzoli aveva fatto capolino, e, insospettabilmente, aveva un’estensione ragguardevole… ).
Col trascorrere dei discorsi ci spiegò che suo marito, sessantenne (non li dimostrava!! ), da qualche anno aveva accondisceso ad accompagnarla in situazioni simili a questa, per vederla corteggiare da altri maschietti o da altre coppie… Il “problema”, per lei, era che il suo uomo non provava molto piacere in ciò ed era sempre abbastanza imbarazzato, così la conduzione di tutto spettava sempre a lei.
All’imbrunire ci apprestammo a partire verso casa nostra e, verso le 20, vi giungemmo; destinammo la camera degli ospiti ai nostri nuovi amici ed ogni coppia trascorse il tempo ante-cena preparandosi.
Marina e Barbara si impegnarono in cucina per noi due maschietti, sfornando una cenettina degna di un ristorantino italo-tedesco; una ottima zuppa speziata piccante, dello spezzatino in varie salsine ed una scelta di vini curata personalmente da Marina… ottima!
Noi tre parlavamo in italiano, mentre al povero Stefan spettava la traduzione offerta dalla moglie, che per la cena aveva addosso solamente un abito lungo in lino, molto leggero e soprattutto completamente trasparente; nessun profumo addosso…
Marina ed io invece eravamo vestiti “da casa”; bermuda e t-shirt io, gonnellina jeans e canotta Marina (naturalmente senza nulla sotto… )
A fine cena, allegri tutti quanti, ci sdraiammo sull’ampia terrazza scoperta a goderci una ottima musica rilassante ed a goderci il panorama notturno.
Barbara si alzò, venne verso di me e si sedette al mio fianco, imitata da mia moglie nei confronti di Stefan.
Avevo ancora il mio bicchiere di brandy in mano, che Barbara mi slacciò i pantaloni, mi aprì il boxer e si mise a succhiare il mio cazzo con passione; la testa seguiva la mano, o viceversa. Fatto stà che scappellandolo lentamente con la mano, lo inseriva completamente in bocca, accarezzandomelo con la lingua che frullava attorno alla cappella; a me non rimase altro che lasciarmi stendere, appoggiare il bicchiere a terra e cominciare a dare il mio meglio sulla sua fica, già gonfia ma non ancora schiusa.
Dall’altra parte della terrazza, Marina lavorava con maestria sull’asta stranamente molle di Stefan, che dal canto suo stava scaldando mia moglie con la mano sotto la gonna…
“Sai… ” disse Barbara, “a mio marito ogni tanto non gli viene duro… ma tua moglie forse stavolta ce la farà… mi sembra di vedere… ”
Io sprofondavo sempre più nell’oblio del godimento fisico, quella bocca così calda era onestamente migliore della migliore Marina che conoscevo…
A portata di mano, estrassi un preservativo dalla custodia e lo porsi a Barbara, la quale lo inserì completamente sul mio cazzo ormai gonfio a dovere. La girai leggermente, ci spogliammo silenziosamente e… sentii il mio corpo entrare nella sua cavità così avvolgente, morbida, calda e bagnata… Barbara mi strinse le gambe attorno alla vita e assecondò magnificamente le mie spinte ritmiche… mi succhiava il collo, i capezzoli, e mi stringeva le natiche con le mani, graffiandomi dolcemente la schiena con le unghie. Ci sapeva proprio fare, la tedesca!
Marina intanto era ancora intenta a sbocchinare Stefan, il quale, povero uomo inserito in un gioco che evidentemente non era il suo, cercava di dare il meglio di sè, ma obiettivamente con scarsi risultati… il suo pene era leggermente vigoroso, non ancora indurito… Marina provò allora ad infilargli a fatica un preservativo, ponendogli alla base del cazzetto il suo elastico per capelli, in maniera da sfruttare la poca erezione che era riuscita a provocargli. Lui, dal canto suo, sembrava prendere sempre più gusto nel leccare la fica odorosa di Marina, capace di risvegliare anche gli ormoni più assopiti… Prese improvvisamente il comando dell’azione e, ponendosi dietro mia moglie, inserì con forza il cazzetto nella vagina di mia moglie; Marina non parve accusare il colpo…
Intanto, cambiando posizione, mi portai anch’io dietro Barbara e, lentamente, entrai a mia volta con tutto il mio “arnese”; Barbara, diversamente da Marina, accusò il colpo e cominciò ad emettere una serie di versi gutturali, a tempo con i miei inserimenti vigorosi. Mi afferrai al suo seno, scoprendo con piacere che i suoi due capezzoli non avevano più alcun tabù, essendo usciti completamente allo scoperto; Barbara gradiva molto il massaggio ai capezzoli, raggiungendo così il suo primo orgasmo. Avvertii così il suo corpo vibrare in un crescendo che ultimò in un bagno vaginale per il mio cazzo… mi fece uscire, si girò e mi fece sdraiare… si sedette così completamente sul mio uccello e ricominciò a cavalcarmi con un ritmo che non lasciava nulla da invidiare ad una trentenne nel pieno della sessualità…
Marina era sottoposta ad una pecorina che pareva cominciare a dare i primi frutti… Stefan pompava da dietro, e mia moglie, dalla testa abbassata e dondolante, pareva cominciare ad entrare nel suo climax… anche il tedesco pareva gradire le mammelle pendenti di Marina ed a sua volta le tormentava i capezzoli fra pollice ed indice…
Stefan diede fondo alla sua potenza e, con una decina di colpi a fondo e la testa reclinata all’indietro, venne così nella fica di mia moglie.
Io, a mia volta, sottoposto da quella cavalcata ad una sollecitazione incredibile alla cappella, stringendo le mani sulle tette di Barbara, venni a mia volta, seguito a breve anche da lei, che cadde esausta sul mio petto…
Stefan aveva estratto il suo uccello da mia moglie, si era sfilato il preservativo e l’elastico; presentava un uccello estremamente gonfio, violaceo, ma molle… Marina, guardando me e Barbara, si stava sditalinando velocemente con tre dita inserite e, poco dopo, fermando il movimento, venne a sua volta. FINE