Gli orecchini

Con il presente racconto prende inizio una saga comprendente vari racconti ognuno legato ad un particolare tipo di gioiello femminile. Il racconto di oggi è in realtà una trilogia, il cui personaggio femminile è mia moglie e il gioiello celebrato è l’orecchino. La trilogia comprende un prologo che è l’elogio vero e proprio del gioiello, cui seguono tre atti.

Prologo

Con il termine di orecchino si intende un gioiello che le donne portano al lobo dell’orecchio per ornamento, generalmente in numero pari, uno per lobo. Gli orecchini da sempre partecipano alla vita sessuale della donna, sia nella fase di seduzione sia nell’accoppiamento; in quest’ultimo caso entrano direttamente in gioco in varie situazioni: con il loro movimento di oscillazione ritmico durante il rapporto sessuale vaginale o anale accompagnano i movimenti di vai e vieni del corpo della donna soprattutto quando questa assume la posizione alla pecorina; nella foga dell’amplesso viene spesso leccato e succhiato insieme al lobo ed a volte introdotto tutto in bocca; viene spesso raggiunto da fiotti di sperma in caso di eiaculazione in faccia; può in fine essere causa di ferite durante lo stupro, specie se di massa. Ricordatevi sempre che una donna che usa orecchini è sempre un po’ più troia!

Atto I: gli orecchini di perle, brillanti ed oro bianco del matrimonio

Il racconto che segue è realmente accaduto, reale, sincero e credetemi mi costa moltissimo renderlo pubblico, dato che la protagonista è mia moglie. Avrei voluto inserire tutti i dati di mia moglie, il suo indirizzo, il numero di telefono per umiliarla agli occhio del mondo, ma mi è stato censurato. Comunque è tutto vero, vero, vero!
Mia moglie è una donna di trentatré anni bionda, occhi azzurri, non alta anzi, direi un po’ bassa, il suo nome è Chiara ed il cognome inizia con la lettera P. Dopo il diploma a diciannove anni, aveva lavorato per tredici anni in uno studio di consulenza che aveva poi lasciato per un posto sempre di consulenza, presso una concessionaria auto. Abbiamo un figlio di otto anni; prima del fidanzamento e del matrimonio aveva avuto varie storie sentimentali la più importante delle quali con il figlio del principale con il quale era stato insieme tre anni, ma era giunta vergine al matrimonio; eravamo stati tra alti e bassi relativamente felici quando un giorno…… Chiara tornò dal lavoro verso le venti come spesso accadeva; era stanca ma bellissima; la salutai con un lieve bacio sulle labbra e nell’atto di avvicinarmi a lei, notai che sul petto aveva come appiccicata una sostanza traslucida; facendo più attenzione notai che la stessa sostanza era presente sul collo sotto l’orecchio destro e sulla mammella sinistra. Facemmo l’amore come lepri. Appena si fu addormentata, approfittando del fatto che fosse nuda, raccolsi con una spatola metallica un po’ di quella sostanza e la misi in una provetta per analisi. Il giorno dopo in laboratorio la analizzai e con grande stupore vidi che si trattava di sperma! Inutile stare qui a descrivere le mie reazioni; mille pensieri mi balenarono nella mente! Mi servivano altre prove, certe ed inconfutabili. L’occasione si presentò la settimana dopo in occasione di una cena di lavoro alla quale Chiara era stata invitata a partecipare dal datore di lavoro; potei osservare personalmente con quanta cura mia moglie si volle preparare all’evento rendendosi particolarmente affascinante; se non avessi saputo, non mi sarei mai spiegato la cura con cui si stava preparando: reggiseno e mutandine di dimensioni estremamente ridotte e di colore nero, minigonna nera estremamente corta, calze a rete con reggicalze, scarpe con tacchi a spillo, camicetta di seta bianca e giacca nera, collier d’oro attorno al collo e vari bracciali ai polsi ed anelli alle dita; per l’occasione volle portare gli orecchini di perle e brillanti del matrimonio; era stupenda! Verso le venti passo il datore di lavoro con una Mercedes nera; Chiara salì e partirono; io li seguivo a distanza; stranamente si diressero all’ufficio e non al ristorante come previsto. Entrarono nello studio di lui ed io mi appostai dietro un armadio da dove potevo vedere e sentire tutto. Iniziò un dialogo snervante che vi descriverò; chiamerò il principale di mia moglie Ugo, un uomo sulla cinquantina, grasso e basso.

Ugo: finalmente soli Chiara, sei meravigliosa! e questi orecchini ti rendono ancora più luminosa!
Chiara: signor Ugo la prego, la scongiuro questa sera no, non mi sento.
Ugo: ci risiamo vero! venti milioni mi è costato il tuo errore, venti milioni, uno cerca di essere gentile, di non fartelo pesare, ma tu, niente, sei di coccio. Potevo rovinarti lo sai?
Chiara: questa sera no la prego e poi io non c’entro niente con quell’ammanco, è stato tutto combinato da voi!
Ugo: va bene, domani allora andremo alla polizia e per quanto mi riguarda, sei licenziata!
Chiara: signor Ugo, la prego, non lo faccia, abbia pietà di me; non so che fare, il posto mi serve! va bene, va bene non si arrabbi, farò quello che vuole!
Ugo: sapevo che eri una donna ragionevole dai da brava dimentichiamo tutto, vieni qui.

A quel punto Ugo si mise alle spalle di mia moglie ed iniziò ad accarezzarle i capelli;

Ugo: emani un profumo irresistibile; sei bellissima!

detto questo tentò di baciarla in bocca ma lei si ritrasse una prima volta, poi una seconda, poi ancora! Ugo le baciò il collo e poi lo leccò avidamente; passò quindi a leccarle l’orecchio prima il padiglione e poi sempre più in fondo il condotto uditivo, quindi iniziò a succhiarle il lobo; Chiara lo lasciò fare; quindi Ugo le tolse un orecchino ed infilò il passante dopo averlo inumidito con la saliva, dentro il buco nel lobo e con movimenti ritmici di avanti ed indietro iniziò a mimare l’atto sessuale; Chiara naturalmente intuì perfettamente il significato simbolico di quel gesto: il passante dell’orecchino che entrava ed usciva dal buco del lobo equivaleva ad un irreale membro sbattuto avanti e indietro dentro il suo ventre; dopo un po’, riagganciato l’orecchino, passo dall’altro lato ed incominciò a leccarle avidamente il padiglione senza questa volta toglierle l’orecchino, che fu abbondantemente leccato e succhiato insieme al lobo quindi la prese per la nuca e con notevole tenacia, ma senza alcuna vera costrizione, le girò la testa e le poggiò le labbra contro le sue iniziandole a leccarle con delicatezza; Chiara era visibilmente contrariata e dibattuta: da una parte vi era il preciso intento di sfuggire a quella situazione, ma dall’altro c’era la consapevolezza dell’assoluta necessità di un posto.

Ugo: dai bella dammi la lingua.
Chiara: no dai, andiamo, ci aspettano al ristorante, faremo tardi.
Ugo: ti voglio, tu non puoi sottrarti, dai amore, dimmi che sei la mia serva.
Chiara: signor Ugo la prego, non questa sera, sto male.
Ugo. sta zitta! Un’altra sola parola e sei licenziata! mi sono spiegata? devi stare zitta ed immobile! rispondi, mi sono spiegato?

Chiara: si certo.

Detto questo si portò davanti a lei ed iniziò a palparle le mammelle; mia moglie tacque e rimase immobile mentre lui continuava a palparle sempre più a fondo;

Ugo: hai delle belle tette Chiara; dimmi ti prego, quanti uomini prima di me te le hanno palpate?
Chiara: la smetta la prego, non lo so!

Ugo rise di gusto e continuò a palparle le tette causando l’inevitabile erezione dei suoi capezzoli, ora ben evidenti attraverso la seta della camicetta; quindi Ugo non trovando praticamente alcuna resistenza, si avventurò a sbottonarle la camicetta; Chiara allora nervosamente, ma pienamente consenziente, accennò ad una smorfia;

Chiara: lasci, faccio io!

e continuò lei a sbottonarsi completamente la camicetta, quindi se la tolse; l’uomo impaziente le accarezzò con entrambe le mani il reggiseno nero facendosi strada tra le collane; non glielo tolse ma si limitò ad abbassarlo da entrambi i lati; due tette piccole ma sode, centrate da ampissime e rugose areole, nerissime, dalle quali si ergevano due grossi e lunghi capezzoli tesi come chiodi; l’uomo allora iniziò ad accarezzare ed a palpare a fondo le mammelle, strizzando a tratti i capezzoli fino a farla sobbalzare dal dolore.

Ugo: dimmi che sei la mia troia e che sei una grande puttana; quanti uomini hai soddisfatto fino ad oggi?
Chiara: si, è vero, lo sono, non lo vede, sono una gran troia, una pulla da quattro soldi.

Ugo si avvicinò al petto di Chiara ed iniziò a leccarle prima ed a succhiarle poi le bellissime tette con avidità indescrivibile.

Ugo: sono dolcissime! raccontami di quella volta a sedici anni! Dai!
Chiara: non parli la prego! faccia quello che deve fare ma non mi tormenti più con queste frasi!

I loro sguardi si incrociarono: l’uomo la prese per la nuca tentò ancora di baciarla spingendo la sua lingua tra le labbra di Chiara la quale questa volta allargò le labbra; subito da lingua dell’uomo si infilò nella sua bocca. Una scena eccitantissima e nello stesso tempo terribile; ora Ugo la stava abbracciando e baciando in bocca in modo voluttuoso; Chiara rilassata aveva gli occhi chiusi e le guance di un colore rosso fiamma che contrastava meravigliosamente con il colore bianco lucido delle perle degli orecchini; ora le loro bocche erano al massimo dell’apertura e le labbra erano perfettamente adese le une alle altre; subito dopo le loro lingue grondanti di saliva e completamente fuori dalle bocche lottavano in modo irrefrenabile, attorcigliandosi vicendevolmente; ora Chiara allargate le calde labbra rivestite da rossetto rosso fiamma, riceveva la lingua dell’uomo dentro la propria bocca, lasciando che le pennellasse con cura tutta la superficie umida del suo cavo orale e del palato, i denti e in fine, sempre più in fondo, l’ugola e le tonsille; l’uomo leccava e succhiava con avidità e decisione e ritmicamente immetteva abbondante saliva calda e vischiosa dentro la bocca di mia moglie, la quale la assaporava e poi la ingoiava.

Ad un certo punto l’uomo fece inginocchiare Chiara davanti a se, si sbottonò i pantaloni ed abbassate le mutande estrasse un enorme pene in erezione: Una verga lunga circa venticinque centimetri dura e venosa, sormontata da un grosso glande lucido e violaceo;

Ugo: dai cagna fammi il servizietto che sai!
Chiara: non può sforzarsi di essere gentile!
Ugo: va bene, va bene; ma ora taci e succhialo!
Chiara: con la bocca no, la prego, glielo faccio con la mano e lei mi asperge tutto di sopra come l’altra volta!
Ugo: no, voglio mettertelo in bocca e venire dentro! avanti!

Detto ciò la prese per la nuca e l’avvicinò al suo bacino; Chiara si trovò così a tu per tu con quell’enorme cazzo in erezione incredibilmente turgido e paonazzo; prima cominciò ad accarezzarlo: teneva quel bastone tra le mani ammirando quel grosso glande lucido e violaceo, caldo e pulsante, rigonfio di sangue; ne sentì il calore e l’odore intenso ed aromatico; se lo passo sul viso, lo odorò ripetutamente quindi lo avvicinò alla bocca vogliosa e lo coprì con piccoli e teneri baci; subito dopo uscita la sua calda lingua, cominciò a fare il suo dovere: iniziò a leccargli il glande ripulendolo dal sottile strato di grasso che lo ricopriva e dal secreto prodotto a causa dell’eccitamento che gli fuoriusciva copioso dal meato uretrale, quindi passava la lingua ripetutamente e velocemente sul frenulo, poi lungo il solco balano-prepuziale e sul meato uretrale; poi leccava con la lingua tutta in fuori l’asta per tutta la lunghezza dal basso all’alto e poi di nuovo in basso lungo tutta la superficie e poi ancora più in giù fino a succhiargli i testicoli; sembrava una vera professionista del sesso orale! Ad un tratto l’uomo il cui respiro era ormai un ansimare inquietante, prese nuovamente Chiara per la nuca e le poggio praticamente il membro sulla bocca e lei, allargate le labbra, lo prese dentro; l’uomo allora iniziò a muoverle la testa avanti e dietro in modo ritmico, prima lentamente e poi sempre più velocemente, stantuffandola a dovere; vedevo quell’enorme mazza scomparire nella bocca di Chiara e ricomparire immediatamente dopo, secondo un ritmo frenetico; sentivo il rumore della suzione che diventava un frastuono simile al rumore provocato dallo sturamento di un lavandino quando il glande le passava tra le tonsille schiacciandole l’ugola contro il velopendulo; anche gli orecchini seguivano quel ritmo! Chiara lo sbocchinò a dovere ma ad un tratto Ugo estrasse il pene e….

Ugo: dai spogliati!
Chiara: no, non voglio; va bene ok!

Obbedì! era meravigliosa, completamente nuda davanti ad un uomo! nuda, ricoperta solo da gioielli, che ne esaltavano ancora di più la bellezza! La fece distendere sulla scrivania e le divaricò le cosce mettendo allo scoperto lo sticchio peloso; l’uomo iniziò quindi ad accarezzare la peluria quindi divaricate le grandi labbra iniziò a gingillarle la clitoride che, inizialmente delle dimensioni di un piccolo cece, rapidamente diventò turgida e grossa come un gamberetto sgusciato. Avvicinò allora la sua bocca e tenendo ben divaricate le grandi labbra, iniziò a leccarle ed a succhiarle le piccole labbra, che in Chiara sono alquanto ipertrofiche; quindi passò a leccarle abilmente e velocemente la clitoride che diventò ancora più turgida e grossa; Chiara intanto socchiusi gli occhi cominciò ad ansimare prima timidamente e poi come una cagna in calore! L’uomo continuò ancora per qualche minuto a leccarle avidamente la clitoride.

Ugo: ti piace?
Chiara: stia zitto la prego, la prego!!
Ugo: ti piace?
Chiara: ma si, ma si! sono una donna che crede! Ahhh che bello! Si, mi piace, ancora ancora!

Chiara completamente in estasi si contorceva dalla voglia; vedevo la sua vulva pulsare, le grandi labbra completamente dilatate facevano vedere l’ostio vaginale che si apriva e si chiudeva ritmicamente grondando di secrezioni mielose e la grossa clitoride che si contraeva e si rilasciava come un verme attaccato all’amo da pesca; aveva la faccia congesta e sudata e gli occhi simili a quelli di una tossica;

Ugo: continuo solo se mi dici a che età hai succhiato il primo cazzo.
Chiara: a diciotto anni, l’ho succhiato. Aaaaaahhh si dai uhhh che bello!
Ugo: ah si e chi era, il tuo ragazzo?
Chiara: ah ancora si, si; no, era l’autista di un pullman durante una gita scolastica; la sera esagerammo un po’ con la birra, lui mi aspettò davanti l’entrata dell’Hotel, in un boschetto, mi convinse ad appartarci con la scusa di una sigaretta e lì mi costrinse a succhiarglielo fino alla venuta e naturalmente relativo ingoio!
Ma, perchè si è fermato?

Ugo: adesso voglio chiavarti!

Mia moglie questa volta non reagì: Ugo la posizionò alla pecorina sulla scrivania e messosi dietro di lei le allargò lo sticchio peloso, le infilò il cazzo dentro la vagina fradicia di colata e incominciò a fotterla da tergo; mia moglie completamente sconvolta e fuori di se, iniziò ad ansimare: dopo qualche minuto aveva la faccia congesta e sudata e gli occhi che tendevano a rimanere chiusi; a tratti si mordeva le labbra coperte da rossetto rosso per trattenere i lamenti, a tratti posseduta dal desiderio usciva la sua lingua succosa e grondante di saliva e si leccava le labbra simulando alla perfezione un’attrice hard all’azione; a tratti inarcava il collo all’indietro ed aperta completamente la bocca emanava caldi e ovattati sospiri di piacere! Ad ogni colpo di reni, il cazzo dell’uomo le penetrava a fondo dentro la vagina dilatata, fino a sbattere contro l’utero e la forza trasmessa da ogni colpo di reni si trasmetteva al corpo di mia moglie che sobbalzava in avanti secondo un ritmo sicuramente non lento, neanche veloce, ma certamente armonico e costante; ogni colpo di reni mia moglie sobbalzava in avanti, le sue mammelle sobbalzavano in avanti e anche la collana di perle che portava al collo e gli orecchini del matrimonio sobbalzavano in avanti, in un gioco ritmico e simmetrico! Con le mani l’uomo le accarezzava tutto il corpo soffermandosi a palparle le tette; un paio di volte insalivate le mani con la propria saliva, le passava sulle tette di mia moglie spalmandole di calda saliva! Di tanto in tanto mia moglie ormai completamente fuori di se girava la testa verso l’uomo ed uscita la lingua dalla bocca, si leccava le labbra trasmettendogli il desiderio di avere la sua lingua;

Chiara: mi baci! dai, uh come godo; mi dia la lingua, la supplico!

e lui gliela concedeva ben volentieri, limonandola a dovere. Dopo qualche minuto mia moglie inarcò al massimo delle possibilità la schiena all’indietro ed aperta la bocca vogliosa assunse l’espressione da orgasmo e venne, emettendo un urlo lunghissimo ed indescrivibile contraendo tutti i muscoli fino quasi a svenire.
Chiara: vengo vengo Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhh sisisisisisiiiiiiiiiiiii!!! Ah è stato meraviglioso, ma lei è venuto?

Ugo: No.

Detto questo estrasse il membro dalla vagina di Chiara; mia moglie stava per scendere dalla scrivania quando il signor Ugo la bloccò…

Ugo: aspetta non abbiamo finito bella, ancora non ho goduto! dai rimani cosi!

Chiara: che vuole fare ancora; non è soddisfatto; basta, non ce la faccio più.

Ugo: aspetta amore, voglio leccarti l’ano.

Chiara: lasci perdere! sono andata di corpo prima di scendere e non ho potuto fare il bidet perchè era tardi! lasci stare, è sporco e mi sento molto a disagio!

Ugo: non preoccuparti sarà più gustoso ed ora rilassati!

Chiara: va bene, come vuole! Ma faccia presto, la prego, sono esausta!

Detto questo Ugo iniziò a leccarle avidamente il buco del culo che, in un primo tempo, si presentava completamente contratto, ma pian piano cominciò a rilassarsi, consentendo alla punta della lingua di entrare per un centimetro circa; quindi puntò il dito indice dopo averlo lubrificato con la saliva e glielo cacciò nel canale anale, iniziandolo a muovere avanti e dietro; continuò l’operazione con il dito medio, poi col medio e l’indice insieme;

Ugo: guarda guarda pensavo fossi vergine almeno di culo, invece; guarda che c’è qui. un culetto rotto a dovere!

Detto questo medio e indice di entrambe le mani scivolarono fino al buco del culo e, divaricatolo, lo tennero spalancato; Chiara a quel punto si ritrasse e…

Chiara: no, non voglio nel culo no.

Ugo: voglio il tuo culo. Si, questo culo da puledra!

Chiara: nooo! mi lasci, basta!!

Il signor Ugo la bloccò con tutta la forza sulla scrivania usando il braccio sinistro;

Ugo: stai ferma sgualdrina. E poi cazzo più, cazzo meno; quanti ne hai preso dentro, dimmi? !

Ugo fece partire un tremendo schiaffo che colpì la guancia destra di Chiara e la schiacciò in posizione prona sulla scrivania. Colla mano destra intanto posizionò il cazzo sul buco del culo di mia moglie e spinse.

Ugo: stai ferma cazzo! ecco fatto! aspetta un momento e stai ferma; ecco si, si prendilo dentro!

Chiara: aaaaaiiiiiiiiiii, piano piano ohhh. piano la supplico!! mi fa male!! Aaaaiiiiiiiiiiiiiii!!!!

Ugo: fatto, è tutto dentro. Si, così, così! Vedi che è bello!

Ugo cominciò a sbatterla avanti ed indietro; passarono alcuni minuti. Mia moglie restò imperturbata e visibilmente sofferente.

Chiara: basta adesso! ha fatto quello che voleva; adesso basta! Basta! Basta! Basta! Basta! Basta!

Ugo: dai cerca di godere o se non ci riesci fingi almeno; hai un cazzo nel retto! Dai ansima come sai fare, come una cagna! Su, dai, dai, su dai!

Ugo allora le tirò la testa su prendendola per i capelli ed iniziò a baciarla ardentemente; poco dopo venne ed eiaculo nel culo di mia moglie riempiendole il retto di caldo sperma.

Ugo: vengo vengo aaahhhhhhhhhhh!! ti riempio ti riempio, lurida troia!!! ah ah dai dammi la lingua, alzati fatti palpare le tette!! ahh scusa ma era la foga del momento. Sei stata perfetta come sempre.

Ugo: vedo che il tuo maritino è viziosetto! Gli piace il tuo culo! Me ne sono accorto, era ben dilatato!

Chiara: mio marito non c’entra niente.

Ugo: ah no? E allora chi te lo ha rotto il culo;

Chiara: lei è solo un maleducato!

Ugo scoppiò a ridere.

Ugo: lo so, lo so, sono un maleducato! volevo solo sapere come era successo; è stato pure l’autista?

Chiara: no. è stato il ragazzo con cui stavo prima di mio marito; fu in campagna da lui, davanti al camino e proprio l’ultimo giorno in cui stavamo insieme! Mi disse che non avrei sentito nulla, che sarebbe stato bello! Mi distese a terra, davanti al camino! Mi fece un male cane! passarono diversi minuti prima che mi venisse dentro! mi uscì del sangue, fu doloroso! Ecco ora è contento?

Calò il silenzio; si rivestirono ed uscirono! Allora tornai a casa e mi misi a letto a riflettere. Mi alzai verso le tre di notte; Chiara era nella vasca da bagno; non ci scambiammo una parola: evidentemente aveva terribili sensi di colpa: gliela misi in bocca ed iniziai a muoverle la testa avanti ed indietro; venni poco dopo riempiendole la bocca di sperma; ingoiò tutto; tornai a letto. L’indomani mi alzai verso le sei; lei dormiva ancora; sul comodino i gioielli e tra questi, gli orecchini di perle e brillanti del matrimonio.

Atto II: gli orecchini di pietre dure azzurre e oro giallo del compleanno

Passarono alcuni giorni, furono giorni insopportabili, snervanti, di profondo imbarazzo. Cosa dovevo fare? Come comportarsi? Queste e simili domande tormentavano la mia mente. Una sera verso le venti
Chiara mi disse che doveva uscire per fare visita ad una sua amica alla quale era venuta a mancare da poco il padre. Mi resi subito conto che c’eravamo di nuovo. Indosso una gonna nera lunga, un corpetto bianco che lasciava la pancia scoperta e dietro si legava attraverso tre lacci. Si ingioiello e questa volta mise gli orecchini di pietre dure azzurre e oro giallo che le avevo regalato per il trentesimo compleanno.
Dopo mezz’ora di macchina ci ritrovammo nuovamente nello studio di Ugo e anche questa volta riuscii ad introfularmi senza essere visto. Questa volta con loro c’era una terza persona, un uomo sulla quarantina, alto, muscoloso, ben vestito. Ascoltai senza fare il minimo rumore.

Ugo: Sei splendida. Vieni voglio presentarti un amico.

Chiara: buonasera.
L’uomo resto in piedi ma non rispose!

Ugo: Chiara ti voglio proporre un affare; sono disposto a dimenticare lo spiacevole episodio che tu conosci se tu mi fai un piccolo favore.

Chiara: ma signoor Ugo, qui, insomma non ne possiamo parlare dopo? Rischieremmo di annoiare il suo amico!

Ugo: no, non hai capito! il mio amico sa tutto! avvicinati, voglio che tu gli succhi il cazzo!

Mia moglie resto senza parole; non sapeva che dire, era imbarazzatissima e visibilmente rossa.

Chiara: ma signor Ugo, ma le sembra il modo, ma per chi mi prende! io me ne vado!

Ugo: aspetta Chiara, vieni qui. Che c’è di stano, a me lo fai, pensa che lo stai facendo a me, dai.

Detto questo la prese per mano e la avvicinò all’uomo che rimaneva intanto in piedi ed immobile; poi prese la mano di mia moglie e delicatamente la pose sul davanti dei pantaloni dell’uomo.

Ugo: Guarda Chiara che bel pezzo di bastone che ha! Forza datti da fare!

Chiara continuò a palparlo nonostante Ugo le avesse lasciato la mano;

Chiara: no, non ci riesco, neanche lo conosco! se lo faccio, sarà veramente l’ultima volta?

Non aspettò la risposta; si tolse il corsetto restando col torace nudo davanti a quello sconosciuto; si inginocchiò al suo cospetto; gli abbasso la cerniera e poi le mutande; un cazzo dalle dimensioni indescrivibili! Era un fottuto super super superdotato; non ci furono preliminari; Chiara lo afferrò con tutta la mano che poi chiuse a pugno come se impugnasse un microfono e se lo cacciò in bocca. Iniziò a muovere la testa avanti e dietro, mentre con l’altra mano teneva i capelli alzati dal lato sinistro mettendo in risalto l’orecchino che cominciò naturalmente ad oscillare! Chiara succhiava il cazzo dell’uomo in modo intenso e ritmico! Era madida di sudore e umiliata fino nell’anima, ma succhiava con tutta l’anima, succhiava a fondo, succhiava senza alcun ritegno! dopo circa dieci minuti sentendo quell’enorme proboscide pulsare, fece il gesto di ritrarsi ma, anticipata nell’intenzione, si sentì afferrare con violenza i capelli della nuca dall’uomo che fino a quel momento era rimasto immobile e si ritrovò costretta a muovere la testa molto più velocemente di prima: qualche istante dopo l’uomo esplose con un grugnito di piacere e tenendola stretta a se per evitare che potesse allontanarsi all’ultimo momento, le eiaculò in bocca: una enorme quantità di sperma denso e caldo si riversò copiosamente dentro la bocca di mia moglie sotto forma di fiotti abbondanti ad elevata pressione, che si susseguirono in rapida successione, uno dopo l’altro, per un tempo che sembrò interminabile; l’uomo allora le disse: “Inghiotti, inghiotti, sino all’ultima goccia”; Chiara allora nonostante il profondo ribrezzo ubbidì prontamente e bevve il suo sperma; ad ogni fase esplosiva, la sua bocca veniva allagata da una quantità enorme di bianco seme che usciva dal cazzo dell’uomo e con eguale rapidità lo ingoiava, non prima naturalmente e con suo grande disgusto, di averlo assaporato per bene, percependone a pieno oltre al sapore, anche la densità, il calore e l’odore intenso; con quel mostruoso membro in bocca e nonostante il notevole impegno, non riuscì però ad inghiottire tutto; appena ingoiava lo sperma appena eiaculato, la bocca si riempiva di altro sperma dell’ondata successiva, con il risultato che lei cominciò a tossire ed il liquido cominciò a fuoriuscirle dalle labbra. A quel punto l’uomo estrasse il suo membro dalla bocca e continuò ad eiacularle addosso in modo copioso: si sentì investita da un liquido abbondante e caldissimo e in pochi secondi si ritrovò tutta insozzata; lo sperma le aveva inondato le mammelle, il collo, la faccia, i capelli e la gonna; persino gli orecchini si ritrovarono immersi in quel liquido bianco ed appiccicoso.

L’uomo non perse tempo; afferrò mia moglie e la sbatte sulla scrivania; tento di divincolarsi ma Ugo dall’altro lato la bloccò.

Ugo: Ferma Chiara, farà in un attimo!

Chiara: no, no nel culo no, non lo sopporto, la prego no, no.

Ma fu tutto inutile! l’uomo la inculò senza pietà! Chiara continuò a dibattersi per qualche secondo, poi si abbandonò ai due uomini subendo in silenzio! Dopo che l’uomo eiaculò nel retto di mia moglie anche Ugo la sodomizzò! Quando estrasse il cazzo, il culo di chiara era terribilmente dilatato e rossissimo, quasi fumante! dal buco svasato uscì un rivolo di sperma! Si rivestirono. Tornai a casa e poco dopo anche Chiara rincasò. Feci finta di dormire, poi mi addormentai e sognai gli orecchini di pietre dure azzurre e oro giallo !

Atto III: gli orecchini di corallo e oro giallo dell’anniversario

Passarono due settimane. una sera rincasai inaspettatamente quando mia moglie sapeva che sarei tornato in giorno dopo; purtroppo ero rientrato prima del tempo in quanto avevo appreso che la mia collega e amica prediletta la sera prima era stata stuprata da un gruppo di negri! Entrando in casa notai qualcosa di strano e facendo attenzione sentii rumori che venivano dalla camera da letto; mi avvicinai e qui mi si presentò la scena che sto per illustrarvi: mia moglie era al centro della stanza e Ugo le stava baciando e leccando tutto il collo; con loro c’erano altri sei uomini, ad un tratto Ugo ordino a mia moglie di togliersi i vestiti tranne le mutande!

Ugo: dai denudati e non deludermi davanti a questi clienti!

mia moglie obbedì: rimase in mutandine al centro della stanza a completa disposizione di quel branco di depravati; uno degli altri uomini si mise allora alla sua destra, la prese per la nuca e le chiese di baciarlo Mia moglie a sua volta sorrise e si avvicinò alla sua bocca, l’uomo allora iniziò a baciarla in bocca in modo voluttuoso; Ugo allora rivolto agli altri…

Ugo. ragazzi fatevi avanti! è pure vostra”!

Un secondo uomo da dietro iniziò a palparle le tette causando l’improvviso corrugamento delle larghe areole e l’indurimento dei grossi capezzoli che a tratti peraltro strizzava; poi le infilò la mano dentro le mutandine iniziando a sgrillettarla a dovere, quindi passo davanti a lei e non ancora contento avvicinò la sua bocca al suo torace e uscita la lingua vogliosa iniziò a leccare ed a succhiare quelle bellissime tette con avidità indescrivibile: l’altro uomo continuava imperterrito a limonarla.
Un altro intanto si posizionò davanti a lei, si sbottonò i pantaloni e, abbassate le mutande estrasse un enorme pene in erezione: mai visto nulla di simile! Un cazzo a dir poco enorme, duro e venoso sormontato da un grosso glande violaceo; l’uomo allora la prese per la nuca e l’avvicinò al suo bacino;

Uomo: bella signora, vedi questo bastone? ora lo prendi tutto in bocca e lo succhi a dovere e poi bevi tutto lo sperma che ti esploderò dentro! hai capito?

Chiara: è stato chiarissimo!

Era gonfissimo. Scottava ed era umidiccio; dalla faccia che fece Chiara doveva puzzare terribilmente. Mia moglie senza indugi aprì la bocca e lo introdusse tutto. La cappella le toccava le tonsille. Mia moglie iniziò a succhiare con ardore quel cilindro pulsante, che reagiva come un essere pensante ai suoi stimoli linguali. Facendo piccoli schiocchi con le labbra lo bagnava tutto di saliva appiccicosa, inzuppando bene la cappella e ogni tanto stimolandola con voluttuose raschiate in punta di lingua. Il cazzo tremava nella sua bocca. l’uomo ansimava. Sentiva di essere prossimo a venire, ma voleva contenersi per prolungare al massimo il piacere di entrambi.

Uomo: mamma mia ragazzi questa troia succhia che è una bellezza!

Ciucciava senza ritegno, abbandonandosi completamente al suo istinto animale. A volte per l’indicibile eccitazione mordeva la cappella, facendolo sobbalzare. Con uno scatto l’uomo gridò e venne; in un secondo la bocca di mia moglie si riempì di un liquido bianco e bollente Il liquido usciva con forza, come il getto d’acqua di una fontana. Lei mantenne ben serrate le labbra attorno al cazzo ma la quantità di sperma era tale che una certa quantità uscì fuori. Non voleva inghiottirlo, perchè il sapore non le piaceva molto, ma ne aveva la cavità orale piena e non le andava di sputarlo. Lo mandò giù, un po’ a fatica, tutto quanto. Lasciando il cazzo, fece un schiocco assordante con le labbra. Subito dopo altri due uomini si posizionarono davanti a mia moglie e le affondarono a turno i cazzi nel cavo orale, movendole ritmicamente la testa; vennero uno dopo l’altro: il primo le sborrò in bocca e pretese che mia moglie ingoiasse fino all’ultima goccia di sperma, mentre il secondo le inondò la faccia e le mammelle. A quel punto uno degli altri amici che fino a quel momento era stato a guardare mise mia moglie a novanta gradi con le mani che si tenevano alla spalliera del letto e posizionato dietro di lei le infilò il cazzo dentro la vagina e incominciò a fotterla da tergo; mia moglie completamente sconvolta e fuori di se, aveva la faccia congesta e sudata e gli occhi che tendevano a rimanere chiusi;

Uomo: dai, dai troiona, fammi godere!

Chiara: la prego non mi venga dentro, ieri ho dimenticato di prendere la pillola!

Uomo: ma certo, non c’è problema!

Ma naturalmente aveva mentito! Poco dopo l’uomo raggiunse l’orgasmo allagandole la vagina.

Chiara: nooooo, che fa? Così rimango incinta?

Uomo: stai zitta, non capisci che per oggi sei solo la nostra troia e che quindi devi solo subire?

A quel punto fu messa distesa e fu chiavata ripetutamente da tutti; mentre uno la chiavava, un secondo uomo le introduceva il cazzo in bocca ed iniziava a muoverle la testa avanti e dietro; vennero tutti ripetutamente dentro la vagina e la bocca di mia moglie.
Subito dopo, senza un attimo di sosta, mia moglie, esausta, venne fatta posizionare alla pecorina con la testa sulle gambe di Ugo e sopra ad uno dei maschi steso a terra che delicatamente, ma con decisione, le infilò il cazzo nello sticchio ormai fradicio e ridotto ad un porto di mare; mentre il maschio sotto di lei inizio a fotterla e contemporaneamente a palparle ed a succhiarle energicamente le tette, un altro ospite si mise in piedi dietro di lei, piegò le gambe ed afferrò con forza i glutei di mia moglie, divaricandoglieli; iniziò quindi a leccarle ed a succhiarle l’orifizio anale; mia moglie capiva chiaramente che stava per essere sodomizzata; poco dopo infatti sentì l’enorme e dura cappella appoggiarsi allo sfintere; colta dal terrore tentò di divincolarsi, ma fu inutile! Un cazzo che le parve grosso all’inverosimile e duro come un pezzo di legno, le sfondò impietosamente il culo penetrando rapidamente dentro il retto;

Chiara: nooooooooooo, aioooooooooooooooo, bruciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!

Uomo: stai zitta arrusa! dacci, dacci, si, si, ancora, dai, dai!!!

detto questo la colpi con un violento schiaffo che colpì l’orecchino destro e le lacerò il lobo dell’orecchio! iniziò a muoversi dentro il suo intestino!

L’uomo che la scopava da sotto intanto emise un gemito e venne, allagandole la vagina di caldo e denso sperma; anche gli altri iniziarono uno ad uno a venire nella bocca di Rita che rapidamente degustava ed ingoiava quantità indescrivibili di sperma caldo e filante; altri le sborravano sulle tette. Gli uomini a turno si alternarono, venendo varie volte ciascuno nella vagina ed in bocca. Mentre la usavano davanti ad una così bella ragazza nuda, che si agitava ansimando dal piacere, non disdegnavano di infilarle, senza alcun ritegno, la lingua in bocca, ma dopo i primi pompini la bocca di mia moglie incominciò ad emanare un odore nauseabondo di sperma e di cazzi che raggiunse l’indecenza nelle fasi finali ; così nessuno osò più neppure avvicinarsi col naso alla sua bocca, per non vomitare dalla puzzura!

Tre uomini comunque costantemente si muovevano contemporaneamente e Chiara travolta dalla loro foga e dai loro colpi frenetici, non capiva più nulla. Il tempo scorreva veloce, ma i maschi parevano instancabili e continuavano a scoparla con vigore in una meravigliosa triplice effusione. Intanto il maschio sotto di lei allentò la presa e l’uomo che la stava inculando a ritmo crescente, le fece alzare il busto iniziando a palparle le grosse tette ormai tumefatte per i palpeggiamenti e le suzioni a cui erano state sottoposte; il dolore al culo era sempre fortissimo, ma gradatamente si riduceva, trasformandosi in godimento crescente, sempre più crescente; ad un tratto mia moglie raggiunse l’orgasmo emettendo un gemito da vera cagna; poco dopo anche i tre raggiunsero a loro volta contemporaneamente l’orgasmo, eiaculando copiosamente dentro i tre orifizi di mia cognata; nonostante ciò i tre non si fermarono anzi incredibilmente continuarono a chiavarla, senza mai toglierle le verghe dalla bocca, dalla vagina e dal retto; incredibile soprattutto il numero di volte che eiacularono dentro di lei: orgasmo dopo orgasmo, i fiotti caldi di sperma la stavano riempiendo. è giusto sottolineare per dovere di cronaca, che anche il suo retto venne visitato da tutti gli uomini presenti, che la incularono ripetutamente senza pietà; la utilizzarono praticamente per tutta la notte. Alle prime luci dell’alba Chiara giaceva a terra inerme, terribilmente tumefatta e dolorante; la sua vulva infuocata e sanguinante lasciava uscire rivoli di sperma che le colavano lungo le cosce ed il buco del culo, dal quale usciva pure sperma misto a sangue, praticamente aperto, era simile ad una buca da golf.

Uomo: ragazzi, guardate questa troia, è tutta sporca di sperma, datemi una mano a pulirla!

Chiara venne circondata dai maschi, ed all’improvviso, si sentì investita su tutto il corpo da plurimi getti di liquido copioso e caldissimo e si accorse che tutti le stavano orinando addosso, indirizzandole i getti principalmente sul volto e sul petto. Uno di loro, forse esagerando, si mise sopra di lei e le defecò addosso insozzandole le mammelle con una quantità incredibile di merda semiliquida e maleodorante.

Ugo: allora Chiara, ti sei divertita? Da domani lavorerai per loro! Come ti avevo promesso la questione tra noi si conclude oggi

Chiara non rispose; la lasciarono sola, nuda, in lacrime, esausta ed umiliata; ma, soprattutto la lasciarono con la fica ed il culo abbondantemente dilatati.
Oggi a distanza di un anno molte cose sono cambiate nella nostra vita! : si, mia moglie ora fa la puttana di lusso presso un importante albergo della città, anzi è molto apprezzata perché si presta a fare sesso di gruppo, non pretende l’uso del preservativo e non rifiuta di bere lo sperma.
Naturalmente ci siamo separati, ma questa è tutta un’altra storia! Vi chiederete che fine hanno fatto gli orecchini di corallo e oro giallo dell’anniversario; quelli me li ha restituiti prima della separazione e li conservo ancora come ricordo! FINE

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