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Gli sposini

Un mio giovane collega, Luciano, si era sposato, ed aveva trovato un appartamento poco lontano dal nostro. L’aveva arredato prima del matrimonio, ma la sposa abitava in un paese lontano, ed aveva pensato lui all’essenziale, lasciando alla sposina, quando sarebbe arrivata, di completare l’arredamento. Dopo il matrimonio, al quale io, invitato seppure non fossimo amici intimi, non potei partecipare perché il paese era troppo lontano, vennero nella nuova casa.
Il giorno dopo il loro arrivo li invitammo a cena, per fare conoscenza; quando arrivarono io rimasi senza fiato: raramente avevo visto una simile bellezza. Angela, questo il suo nome, aveva appena diciotto anni; non alta ma perfettamente proporzionata; un viso dolcissimo, con grandi occhi azzurri ed una bocca carnosa e sensuale; una cascata di capelli biondi lisci che, a volte, si spostavano a coprire parte del volto; un seno stupendo che, si vedeva benissimo dai capezzoli che spingevano la camicetta di seta, non aveva bisogno del reggiseno; due gambe snelle e piene, con caviglie sottili. Ma la meraviglia delle meraviglie era il culo. Si, il suo non era un sedere, ma era un vero, stupendo, meraviglioso CULO: alto, tondo, sporgente e pieno; il solco fra i glutei era evidente attraverso la leggera e corta gonna estiva. Non riuscii a nascondere la mia ammirazione, e lei se n’accorse, come se n’accorse Adriana; Luciano era tanto orgoglioso della sua bella sposa, che fu felice di vederla ammirata. Quella sera corteggiai Angela molto discretamente, ma non potei evitare di far ingelosire Adriana. Quando i due sposi se n’andarono, ci fu una piccola discussione:
“Potevi evitare di fare il pappagallo con quella smorfiosetta” esclamò Adriana, con una punta di stizza;
“Vuoi dirmi che sei gelosa? ”
“Chi, io? Non essere sciocco, solo… che… insomma; beh si, sono un po’ gelosa, anche se, dopo ciò che abbiamo fatto con Sergio, capisco che possa sembrare un’assurdità; ma è talmente bella che non vorrei che te ne incapricciassi”
“Non temere, anche se succedesse, non sarebbe che, ecco, proprio un capriccio; il vero amore sei tu! In ogni caso credo che non ci sia niente da fare; penso che sia veramente innamorata di Luciano, e poi è così giovane e dolce, che non mi pare proprio il tipo di… ”
“Forse perché sei uomo e non noti certe cose, ma io ho visto, in quei begli occhi, dei lampi di malizia che mi fanno pensare che non sia così ingenua come sembra. ”
Non passò molto tempo prima che Adriana e Angela diventassero amiche, e cominciassero a scambiarsi confidenze sempre più intime, che Adriana mi raccontava regolarmente. Dapprima, queste confidenze, si riferivano semplicemente alla vita domestica di due giovani spose; poi, pian piano, passarono al piano personale ed anche ai rapporti sessuali. Adriana raccontava dei suoi rapporti con me, ed accennò anche a Sergio, pur senza rivelare tutto quello che era successo, ma lasciando intendere che c’era del tenero. Angela era molto incuriosita da queste confidenze, e tempestava Adriana di domande; voleva conoscere i particolari, ed Adriana soddisfece questa curiosità raccontandole dei suoi incontri con Sergio, senza menzionare i rapporti a tre. Naturalmente anche lei si lasciò andare a raccontare dei suoi rapporti con il marito, ed Adriana intuì che forse non era pienamente soddisfatta.
Un giorno, Angela riferì che il suo padrone di casa, il dottor Ambrosini, che abitava in una città vicina, ed era un bell’uomo di circa quarantacinque anni, veniva spesso a farle visita, con le più banali scuse, e le faceva una corte sempre più spinta. Quando Adriana mi riferì ciò, sentii una punta di gelosia.
Dopo qualche tempo mi occorse di tornare a casa una mattina, cosa assolutamente insolita, perché avevo dimenticato alcuni documenti. Adriana non c’era; presi i documenti ed uscii per tornare in ufficio, quando vidi la macchina di Ambrosini, che parcheggiò poco lontano dalla casa di Angela. Incuriosito, mi fermai ad osservare; l’uomo andò alla porta della villetta e suonò il campanello; Angela aprì e lo fece entrare. Aspettai quasi un’ora prima che uscisse. Ero roso dalla gelosia. La sera raccontai il fatto ad Adriana, e le chiesi di indagare discretamente. Non ci fu bisogno di indagini perché Angela, dopo che Adriana le aveva confessato dei suoi rapporti con Sergio, non aveva segreti per lei e le raccontò tutto. Il dottor Ambrosini era andato con la scusa di controllare il nuovo impianto di riscaldamento; lei gli aveva offerto un caffè; poi avevano chiacchierato un po’ e lui le faceva un mucchio di complimenti. Angela lo trovava affascinante e, quando lui le si avvicinò, sul divano su cui erano seduti, lei non si allontanò; lui cercò di baciarla e lei accettò il bacio. Lo respinse solo quando lui cominciò ad accarezzarla, ma continuò per un po’ con i baci sempre più audaci. Adriana, a questo punto, le chiese:
“Ti ha messo la lingua in bocca? ”
“Si, ” rispose lei.
“E ti piaceva? ”
“Molto, ero eccitatissima”.
Infine, giudicando che il gioco fosse andato troppo oltre, lo invitò ad andarsene. Lui non fece obbiezioni, ma le chiese se si sarebbero potuti rivedere. Angela rispose:
“Forse, vedremo, ma mi deve promettere di essere bravo”;
“Prometto. Quando? ”
“Dopodomani mattina, alle dieci”.
Questo racconto mi fece soffrire. Quella ragazza mi piaceva moltissimo, e non riuscivo ad accettare che potesse tradire il marito con qualcuno che non fossi io.
Naturalmente, nascosi ad Adriana questi miei sentimenti; era la prima volta che non ero totalmente sincero con lei; ma lei era troppo intelligente per non intuire che mi ero incapricciato di quella deliziosa fanciulla, e me lo disse:
“Ti sei innamorato di lei? ”
“Innamorato! Che esagerazione; sai benissimo che sono innamorato di te; però confesso che mi piace e che farei volentieri l’amore con lei”.
La discussione finì lì; in fondo, dopo quello che era successo con Sergio, che continuava a frequentare la nostra casa, non era il caso di fare un dramma per un capriccio. Eppure, per la prima volta, Adriana sentiva una punta di gelosia.
Venne il giorno dell’incontro ed io fremevo. Volevo tornare a casa presto per sapere; ero certo che Angela avrebbe raccontato tutto a mia moglie.
Infatti, così era stato. Angela aveva raccontato che, appena uscito il marito, aveva riordinato la stanza da letto, poi aveva fatto il bagno ed indossato la biancheria più sexy che aveva. Era decisa a cedere; lo voleva. Alle nove era pronta, ed il tempo sembrava non volesse passare. Appena arrivato, Ambrosini l’aveva abbracciata e baciata, ai baci erano subito seguite le carezze che, questa volta, lei non respinse. Andarono in camera; senza parlare lui la spogliò, e lei lo lasciò fare. Quando fu nuda, lui la coprì di baci; dal viso scese al seno; mentre succhiava un capezzolo, le accarezzava l’altro. Angela, eccitatissima, si sentiva bagnata fra le cosce: voleva essere violata. Lo invitò a spogliarsi, cosa che lui fece con furia, buttando gli indumenti per terra; quindi si getto di nuovo su di lei e, senza ulteriori preliminari, la penetrò. Lei ebbe subito un orgasmo; anche lui eiaculò immediatamente. Subito dopo si rivestì e, dopo un rapido bacio, se n’andò, senza nemmeno attendere che anche lei si rivestisse. Angela rimase tanto delusa che ad un tratto, mentre raccontava, scoppiò in lacrime. Adriana la consolò; l’abbracciò stretta, la baciò e le asciugò le lacrime. Nemmeno Adriana aveva tanta esperienza di uomini, ma capì subito di che razza dovesse essere quell’Ambrosini, e consigliò Angela di cercare di dimenticarlo. Intanto continuava a darle dei baci e ad accarezzarle il capo. Quasi per caso le diede un bacio sulle labbra, ed Angela non la respinse; anzi l’abbracciò stretta, e le diede un bacio a sua volta: questa volta fu un bacio profondo.
Quando Adriana ebbe terminato di raccontare, io pensai immediatamente che… forse… l’avventura con Ambrosini poteva avere qualche risultato piacevole per me. Accennai alla possibilità di una … cosa in tre. In un primo momento Adriana fu contraria, ma io insistetti:
“Vuoi forse tenertela tutta per te? ”
“No, ma non vorrei che, per volere troppo, lei si allarmasse, e tutto finisse. è cominciato così bene che non vorrei perderla. ”
“Allora piace anche a te la piccola. ”
“Si, mi piace, molto. ”
“Non mi starai per caso diventando lesbica”
“Senti chi parla; proprio tu, dopo quello che hai fatto con Sergio”
“Hai ragione, comunque scherzavo, mi piacerebbe proprio vederti alle prese con quell’adorabile bambina. Ma vorrei esserci anch’io. ”
“Vedremo. Intanto non forziamo gli eventi. Io ti prometto che non ti nasconderò niente”.
La sera successiva ero impaziente di tornare a casa per conoscere gli sviluppi della vicenda.
Adriana era allegra come sempre, ma notai nel suo sguardo qualche cosa di nuovo, come se fosse particolarmente felice. Immaginai che fosse successo qualche cosa di piacevole e subito la interrogai:
“Hai visto Angela? ”
“Si, è venuta qui questa mattina; aveva voglia di confidarsi; ”
“Dimmi, non farmi stare in ansia; ”
“Ha detto che non aveva chiuso occhio, pensando ai baci di ieri; io le ho chiesto se le fosse dispiaciuto, ma lei mi ha assicurato che le era piaciuto moltissimo. A queste parole l’ho abbracciata e baciata, accarezzandole il capo. Poi sono scesa con la mano ad accarezzarle i fianchi, quindi il sedere. Lei fremeva; le sollevai la gonna ed insinuai la mano sotto le mutandine; le toccai la fichetta: era fradicia; allora cominciai a spogliarla, lentamente, intanto continuavamo a baciarci sempre più appassionatamente. Quando fu nuda, mi spogliai anch’io ed andammo in camera. Ci sdraiammo sul letto, e lei cominciò a baciare me su tutto il corpo. Mi mise una mano fra le gambe e prese ad accarezzarmi la micina, mettendomi dentro un dito, poi due. Io le ricambiai il favore. Ci stringevamo appassionatamente, ci coprivamo di baci. Io le succhiai i capezzoli; ha un seno stupendo, piccolo ma perfetto, soprattutto sensibilissimo: come iniziai a baciarglielo lei fremette di piacere. Dopo quasi mezz’ora di baci e carezze ebbe un primo orgasmo; era talmente bella, mentre godeva, che godetti anch’io. Non ci fermammo ma, anzi, aumentammo il ritmo. Io mi abbassai a leccarla fra le gambe, facendola gemere, e lei si mise su di me, in posizione di sessantanove e mi leccò, facendomi urlare. Ha una fichetta deliziosa, le grandi labbra turgide e morbide come quelle di una bambina, un piccolo clitoride che sporge appena, ma quando glielo prendevo fra le labbra urlava e godeva. Fu una cosa meravigliosa.
Dopo più di un’ora d’amore frenetico, l’invitai a mangiare qualche cosa con me. Avevo già tutto pronto e lei mi aiutò a preparare la tavola, mentre io, in cucina, riscaldavo il cibo.
A tavola parlammo molto; mi raccontò della prima volta che aveva fatto l’amore con una sua amichetta; mi parlò di suo marito e, a questo proposito, disse apertamente che lui era, sessualmente, una nullità. Io le chiesi se preferiva fare l’amore con me, lei rispose che era bellissimo ma, quando era vicina all’orgasmo, avrebbe voluto avere un membro dentro di sé. A questo punto accennai alla possibilità di avere un uomo con noi. Lei ne fu entusiasta; rispose che sarebbe stato bellissimo, ed aggiunse: – ma chi potrebbe essere? – io risposi subito: – che ne diresti di Filippo? – -Sei pazza? – -Perché? Forse non ti piace? -; – Non è per questo, anzi, ma tu non sei gelosa? – A questo punto le ho confessato dei nostri rapporti con Sergio; lei non parve per niente scandalizzata, ma un po’ stupita; allora aggiunsi che tu sei molto attratto da lei e che mi hai confessato che la desideri. Per un po’ non disse niente, ma poi confessò: – Filippo mi piace molto, ma non avrei mai pensato alla possibilità di avervi tutti e due insieme. Il fatto è che mi sento un po’ intimidita, devo abituarmi all’idea che tu sei d’accordo-. Ci lasciammo così. ”
Dopo questo resoconto cominciai a pensare al modo di realizzare l’incontro a tre. Purtroppo Luciano lavorava con me e non vedevo come avrei potuto fare. Lasciai ad Adriana il compito di escogitare una soluzione. Intanto loro due continuavano a vedersi e parlarono del loro desiderio. Adriana mi riferiva che la santarellina era una vera furia sessuale: non ne aveva mai abbastanza e godeva come una pazza. Evidentemente le due ragazze erano fatte per intendersi.
Fu durante l’inverno che Luciano dovette assentarsi, perché sua madre era ammalata e desiderava vederlo; avrebbe voluto che Angela andasse con lui, ma lei accampò un inesistente indisposizione e lui, a malincuore, decise di andare da solo. Adriana convinse Angela a trasferirsi da noi: che faceva a casa sola? Non ci fu bisogno di insistere troppo: Angela era d’accordo, e non vedeva l’ora di trovarsi sola con noi. Lo stesso Luciano fu d’accordo; anzi, prima di partire, raccomandò ad Adriana di curare la sua mogliettina. Partì un Sabato mattina; sarebbe tornato di lì a tre giorni, se sua madre non fosse stata grave. Lo accompagnai alla stazione con la macchina, mentre le due donne erano a casa a preparare il pranzo. Quando tornai, la tavola era apparecchiata, ed erano pronti anche gli aperitivi. Le ragazze erano allegre e ridevano per un nonnulla; forse avevano già bevuto qualche aperitivo. Avevano indossato degli abitini estivi, molto provocanti. Adriana aveva alzato la temperatura dell’appartamento e si stava benissimo. A tavola non facemmo che ridere e parlare di sesso; Angela non sembrava per niente intimidita dalla mia presenza, e si esprimeva molto liberamente. Quando Adriana accennò ai giochini erotici che aveva fatto con Angela, io intervenni:
“Perché non li ripetiamo insieme? Non vorrete lasciarmi fuori! ” Angela mi sorprese con la sua risposta:
“Perché credi che ci siamo vestite così provocanti? ”
Il tavolo era piccolo, e mi bastò allungare una mano per posarla sulla sua coscia, lei aveva le gambe allargate ed io avanzai furtivamente fino a raggiungere l’incrocio delle cosce, lì trovai la sorpresa della mano di Adriana che mi aveva preceduto. Scoppiammo a ridere.
Non terminammo nemmeno di mangiare il dolce; ci trasferimmo subito in camera. Durante il tragitto io avevo cominciato a spogliarmi; rimasi subito con i soli boxer; poi cominciai a spogliare Angela, che mi lasciava fare; Adriana si spogliò da sola. Appena Angela fu nuda, mi allontanai un po’ per guardarla meglio; era una meraviglia; i miei occhi erano fissati soprattutto sul pube coperto di una peluria soffice e folta; la fessura era chiusa da due labbra carnose e gonfie che non vedevo l’ora di penetrare con la lingua. Adriana mi precedette; la spinse sul letto, le allargò le gambe e si avventò vorace su quel frutto succulento; io mi sdraiai accanto ad Angela e la baciai sulla bocca, mentre le accarezzavo il seno da adolescente. Lei era evidentemente in estasi; Adriana si sollevò e mi disse:
“Ora credo che sia pronta” A queste parole Angela si volse verso di me e, quasi implorando, sussurrò:
“Si, vieni, vienimi dentro, fammi impazzire”
Non me lo feci ripetere; mi posi su di lei e penetrai quelle carni tenere con un sospiro: finalmente! Rimasi dentro di lei per un po’, senza quasi muovermi. Intanto Adriana ci teneva abbracciati e ci baciava andando dall’uno all’altra. Pian piano cominciai a muovermi ed Angela cominciò a godere e si scatenò: urlava, si agitava facendo uscire il membro; lo riprendeva con la mano e se lo metteva dentro con furia; gridò ad Adriana che voleva leccarla, ed Adriana l’accontentò venendo a mettere la sua fichetta sulla bocca di Angela, costringendomi ad inarcarmi per farle posto. Fu una cosa memorabile: godemmo tutti più volte. Quando io ero stanco e mi riposavo, loro si abbracciavano e si leccavano tutto il corpo, infaticabili. Infine Adriana volle che Angela provasse la sodomizzazione; io protestavo che ero stanco e che non mi veniva più duro, ma Angela, al colmo della libidine, mi prese il membro in bocca fino a farmelo tornare duro; Adriana la fece mettere in ginocchio e le fece abbassare il capo sul letto, in modo che quel meraviglioso culo si offrisse in tutta la sua opulenza; il buchino roseo era stretto e credevo che sarebbe stato impossibile penetrarlo; ma Adriana le si avvicinò con il viso e prese a leccarla dolcemente, poi cosparse la rosellina di crema, che aveva preparato sul comodino, e le infilò un dito, poi due, poi tre; infine si alzò, mi prese il membro, ormai durissimo, di fronte a quello spettacolo, e lo avvicinò al foro già un po’ dilatato. Angela emise un gemito di dolore appena cercai di entrare, ma poi si acquietò; ripresi a spingere e riuscii ad entrare un bel po’; Adriana, per precauzione mi fece uscire, mi spalmò ancora di crema e ne spalmò anche sull’ano; ora potevo entrare comodamente. Appena fui dentro non riuscii a trattenermi e sborrai. Ora ero proprio sfinito. Angela confessò che la sodomizzazione era stata una delusione, ma avrebbe voluto riprovare:
“La prossima volta lo faremo meglio, con più calma, e vedrai che sarà bellissimo” disse Adriana.
Quei tre giorni furono giorni di sogno: provammo tutte le combinazioni possibili ed Angela dimostrò di essere una bomba sessuale, quanto Adriana; non rifiutava niente, e tutto le piaceva. Povero Luciano. FINE

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