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Grazie Angelo

Dopo avermi dato ripetizione di latino, Angelo, che era più grande di me di un paio d’anni, mi chiese se restavo a casa sua a guardare la televisione, tanto quella sera i suoi genitori non c’erano.
Stavamo spaparanzati sul divano quando lui allungò una mano sulla patta dei miei pantaloni e cominciò a toccarmi.
Lo guardai sbalordito, ma lui mi fece:
– Ti dispiace se ti tocco un po’?
Io non sapevo proprio cosa dire e quasi automaticamente dissi:
– No… ma… ?
Lui, tranquillamente abbassò la cerniera, tirò fuori il mio uccello e prese a carezzarlo.
Rimasi immobile pensando fra me e me che non mi sarei mai aspettato che Angelo fosse frocio.
Ma rimasi davvero sbalordito e incazzato con me stesso quando vidi che il mio uccello nella sua mano aveva un’erezione: come se fossi frocio anch’io!
E quando Angelo abbassò la sua testa e cominciò a succhiarmelo non riuscii nemmeno a trattenere i miei gemiti di piacere.
– Ahh, Angelo… ma che fai! Io non sono… io non… io… mmm ma è bello!!!
Che fai?
– Ti faccio un pompino… non vuoi? Disse lui in una pausa prima di ingoiarmi di nuovo.
– Mi fai sborrare!!!! Ahhh! vengo!!!!! gli gridai io un attimo prima di schizzare.
E gli colai in bocca.
Come una furia Angelo si bevve tutto, poi mi abbassò freneticamente i calzoni e mi pose alla pecorina sul divano.
Io, come un pupazzo nelle sue mani, lo lasciavo fare balbettando in modo poco convincente:
– No… questo no… non farlo, ti prego…
– Ma se muori dalla voglia… disse lui sputandomi fra le chiappe un getto di saliva con cui mi inumidì il mio buchetto vergine.
– Non farmi male… ho paura, continuavo io lasciandolo fare.
– Lo senti? Eh? Lo senti? , fece lui poggiandomi la cappella sul culo
– Siiii… ti sento…
– Non ti piace? Dillo forza! , Aggiunse mentre con le mani, dopo avermi abbracciato, aveva afferrato ancora il mio sesso.
– Sììì! Mi piace! Ho paura ma è bello! Mmmm… piano… piano entra piano.
– Eccomi, disse lui dando un colpetto di reni
– Ahhh! Fermo…. mi fa male!!! Gridai contraendomi
– Non è vero, disse lui dando un secondo colpo più forte.
– Ahhh! Ahhhh! Noooo! è troppo grosso! Mugolai cercando di divincolarmi.
– Ora ti piacerà, disse lui dando un terzo colpo, più forte, con cui infilò l’intero cazzo nel mio culo
– Aggrrrr! rantolai piangendo.
Angelo prese poi a stantuffare con furia ansimando:
– Dì che ti piace! Dì che ti piace! Dì che ti piace!
– Nooo! Noooo!!! Ahhh! Che dolore!!! Esci! Mi sfondi!!!!
– Sei una troietta… sei solo una troia… si vede che ti piace!! , ghignava ondeggiando il bacino e sussultandomi dentro
– Ohhh, noo! no!!!
Mi afferrò allora con le mani i capezzoli e stringendoli forte mi si spalmò sulla schiena accelerando il ritmo dell’inculata.
– Ti stò fottendo… adesso ti riempio la pancia… Ti piace troia?
– Bastaaaa!!!! Non ce la faccio piùùù!
Ma mentre gridavo vidi ancora il mio cazzo che si alzava di nuovo e quando mi venne dentro mi lasciai andare anch’io a un orgasmo pieno di sussulti.
“Ma da quanto tempo è che tu…. sei così? ” gli domandai poi.
“Da un annetto… ” mi rispose lui
“E come hai cominciato? ”
“La prima volta è stato a casa di certi extracomunitari. Sai, gli portavo un po’ di viveri per conto della parrocchia. Una volta ci sono andato da solo e… se vuoi domani ti ci porto. ”
La mattina dopo siamo a casa dei tipi.
Bussiamo e ci apre un negrone in mutande.
Quando vede Angelo gli fa un bel sorriso e ci fa entrare.
Angelo mi presenta e il negrone si siede sul divanoletto del salotto.
Io non so cosa fare me angelo rompe gli indugi e mi aiuta a togliermi i calzoni e le mutande.
Resto in maglietta, col pisello di fuori, in piedi davanti al negro.
Che senza pensarci su due volte se lo lecca per benino mentre Angelo si siede su una sedia a guardare.
Il negrone mi fa poi mettere in ginocchio fra le sue cosce e mi punta in faccia un cazzo grosso come neanche pensavo che esistessero.
Contraccambio ingoiandomelo in bocca e spompinandolo senza esperienza ma con tanta buona volontà.
A Lui comunque piace perché lo sento che si indurisce fra le mie labbra e agita il bacino come per scoparmi la bocca.
è così grosso che lo contengo a fatica.
Con la coda dell’occhio vedo che dall’altra stanza è uscito un secondo negrone che dopo aver spogliato angelo lo ha fatto chinare sul tavolo e se lo sta inculando allegramente, mentre il mio amichetto rantola come una troia in calore.
Temo lo schizzo di sperma in gola, ma il mio negrone tira fuori il suo uccello dalla mia bocca e, tenendoselo con una mano, mi carezza sulla faccia e sulle labbra con la punta della cappella.
Lo lascio giocare restando fermo a bocca aperta.
Ma dalla stanza vicino ne esce un terzo di negrone (ma quanti sono? ) che dopo aver studiato la situazione viene dietro di me, mi solleva le chiappe e comincia a spalmarmici dentro una crema fredda.
Dal tavolo sento che intanto i mugolii di Angelo si sono trasformati in veri e propri urli.
A un certo punto, contemporaneamente mentre il negrone che mi sta seduto davanti mi reinfila il cazzo fra le mie labbra socchiuse e disponibili, quello dietro mi incula di colpo facendomi strabuzzare gli occhi per il male.
Vorrei gridare ma a bocca piena non ci riesco.
I due hanno un ritmo perfetto.
Quando quello dietro mi assesta il colpo io scivolo in avanti e mi risucchio in gola il cazzo del negro seduto; quando quello dietro si ritrae quasi uscendomi dal culo scorro con la bocca sul sesso di quello davanti spompinandolo con una certa classe.
Il negro che si inculava Angelo intanto ha lasciato il mio amichetto semitramortito sul tavolo e di è sdraiato sotto di me in modo da farsi penzolare il mio pistolino sulla bocca.
Un colpo nel culo, un’affondata nella bocca, una leccata sulle palle, veniamo quasi contemporaneamente, e mentre mi ingoio lo sperma del negro seduto sento la pancia che mi si riempie di calore.
Sborro anch’io in faccia a quello sdraiato.
Ce ne andiamo verso mezzogiorno.
“Grazie Angelo – dico – Mi hai fatto passare proprio una bella mattinata” FINE

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