Dopo la festa di compleanno di mio cugino Simone, durante la quale mi ero goduto lo spettacolo della madre che, nuda sul letto della stanza degli ospiti, si faceva chiavare dal giovane dj amico del figlio, non avevo più avuto l’occasione di rivedere gli zii, del resto abitavamo piuttosto lontani e le nostre famiglie non si frequentavano granché.
Arrivarono le feste natalizie e, volendo raggranellare un po’ di soldini, chiesi ai miei se a scuole chiuse potevo lavorare in qualche negozio di giocattoli o articoli da regalo.
Mio padre chiamò lo zio Aldo, il “commerciante” di famiglia in quanto gestiva una piccola attività di commercio ambulante che gli fruttava piuttosto bene: lo zio non aveva bisogno di un aiutante avendo già mio cugino Simone e un altro ragazzo, in compenso mi indirizzò al negozio di giocattoli di proprietà dei suoi vicini di casa al mare, che effettivamente cercavano uno stagionale.
Il negozio era anche vicino casa nostra, così mi presentai il giorno stesso insieme allo zio, che era passato a prendermi.
Era molto grande, su due piani più un ampio magazzino sotterraneo, e già in piena attività. Lo zio mi presentò al proprietario, il signor Franco, che avevo intravisto l’estate precedente quando ero ospite al mare dagli zii.
Mentre chiacchierava con lo zio Aldo, scambiandosi notizie sulle rispettive famiglie, il signor Franco mi dirottò verso il capo dei commessi: con grande stupore mi trovai di fronte suo figlio Carlo, ora diciottenne, che proprio quell’estate avevo sorpreso a fottersi con gusto mia zia nel giardinetto sul retro di casa!
Naturalmente Carlo non poteva sapere che l’avevo spiato, non capiva perciò perché lo fissassi a bocca aperta, con faccia da ebete…
“Beh, cos’hai da guardare? Sarai mica frocio, eh? ! ? ” sghignazzò con aria strafottente: riccioli bruni, muscoloso e palestrato, viso sfrontato, Carlo era il classico stallone capace di soddisfare le voglie di troie esigenti ed esperte come mia zia.
Mentre Carlo mi istruiva sul lavoro che avrei dovuto fare, zio Aldo ci raggiunse per salutarci.
“Signor Aldo, che piacere vederla! Come stanno i ragazzi? Mi saluti la sua signora, mi raccomando… “.
Ingenuo e gioviale, il povero zio Aldo non immaginava lontanamente che quel ragazzino educato, figlio dei suoi amici, gli si era fottuto la moglie e ora la mandava pure a salutare! I giorni successivi furono a dir poco infernali:
Carlo mi aveva relegato ai lavori più umili di facchinaggio, inoltre nei rari intervalli di chiusura mi faceva lavare per terra e lucidare gli scaffali, mentre lui – da buon capo-commesso – evitava accuratamente ogni lavoro, accollando tutto sulle nostre spalle.
Anche gli altri commessi lo detestavano ma, essendo il figlio del padrone, nessuno si azzardava a protestare.
Pochi giorni prima di Natale, di primo pomeriggio, stavo sballando una scatola di carta per pacchi regalo quando vidi entrare nel negozio già affollato zia Grazia e il mio cugino più piccolo, Francesco.
Vedere zia Grazia mi emozionò al punto che rischiai di far cadere tutta la carta che avevo in mano: indossava una pelliccia di visone con sotto un vestito corto e generosamente scollato sul davanti, che ne modellava il corpo magro dal seno pesante e dal bel culo pieno.
I folti capelli mesciati le cadevano sulle spalle, incorniciando il viso cosparso di piccole lentiggini: sfoggiava ancora un’invidiabile abbronzatura, mantenuta con le lampade.
Carlo la individuò subito e le fu immediatamente addosso come un uccello da preda.
Subito pensai che quell’incontro non era casuale, dovetti però ammettere che, apparentemente, non c’era nulla di strano: zia Grazia doveva pur comprare dei regali per i figli ed era logico che si recasse ad acquistarli da amici presso cui avrebbe ottenuto sconti sostanziosi.
Avevo però l’impressione che da Carlo avrebbe ottenuto qualcosa di più di un semplice sconto…
Inginocchiato dietro il bancone, continuai il mio lavoro senza perdere d’occhio il gruppetto, cui nel frattempo si era aggiunto un amico di Carlo, Andrea, che spesso passava a trovarlo in negozio.
Carlo aveva presentato Andrea a mia zia e, dal modo in cui questo la guardava, capii che l’amico doveva avergli raccontato tutto sulle sue avventure estive…
I tre continuavano a chiacchierare mentre mio cugino si era piazzato nell’angolo dei videogiochi (allora ancora agli albori ma già numerosi e affascinanti per noi adolescenti), impegnato in accaniti “games” sotto l’occhio distratto di una commessa.
Convinto che, vista la folla, non sarebbe successo nulla, scesi in magazzino per riordinare lo sgabuzzino della “ramazza”, come chiamavamo il servizio di pulizia a me assegnato.
Stavo verificando la scorta di detersivi quando sentii qualcuno scendere le scale: mi affacciai dallo sgabuzzino ma subito richiusi la porta, accostandola senza far rumore.
Erano Carlo e zia Grazia!
Apparentemente sembrava che Carlo stesse mostrando il magazzino a mia zia, i due chiacchieravano disinvoltamente e tutto sembrava normale, però…
Col cuore che batteva forte restai immobile dietro la porta dello sgabuzzino, sperando che a Carlo non venisse in mente di mostrare pure quello alla zia, sennò ci avrei fatto davvero la figura dello scemo!
A un tratto, mi accorsi che era tornato il silenzio: eppure non avevo visto i due risalire…
Senza far rumore, uscii tremando dallo sgabuzzino e sbirciai da dietro uno scaffale verso il centro del locale:
Carlo era in piedi, i calzoni calati in terra, mentre in ginocchio zia Grazia gli ciucciava il grosso cazzo pompandolo avanti e indietro, guidata dalla mano di lui dietro la testa.
Con la gola secca e tremendamente eccitato, mi tirai fuori il pisello per masturbarmi ma la mia sega fu interrotta sul nascere da un rumore: qualcuno scendeva le scale!
Anche i due sporcaccioni dovevano aver sentito, difatti zia Grazia accennò a rialzarsi ma Carlo, brutalmente, la spinse di nuovo giù.
“Ciuccia, mignotta, non è niente… continua a succhiare, è tutto ok! “. Intanto, era apparso Andrea: si era aperto la patta e si masturbava il cazzo già bello duro, non grosso come quello di Carlo ma ugualmente ben proporzionato.
Mia zia se n’era accorta e sbarrava gli occhi, mugolando e cercando di divincolarsi dalla stretta di Carlo che, duro, non mollava:
“Stà buona ti ho detto, Andrea è un amico! Vedrai che ti piace, due bei cazzi insieme mi sa che sono il massimo per una zoccola come te!! “.
Arrapatissimo, Andrea si piazzò accanto all’amico e cominciò a strofinare il cazzo sulla faccia di mia zia, che continuava a pompare Carlo.
Questi la “passò” ad Andrea che, con un sospiro di piacere, glielo ficcò a sua volta tutto in bocca, pompandoglielo dentro a colpi di reni mentre Carlo, ridendo, accompagnava avanti e indietro la testa di mia zia facendosi nel frattempo masturbare da lei.
Stavo impazzendo per quel che vedevo, seguivo la scena con gli occhi di fuori sparandomi una sega dopo l’altra!
Da grande sporcacciona qual’era, superato l’iniziale imbarazzo la zietta ci aveva preso gusto: passava da un cazzo all’altro, ciucciandolo dopo averlo preso per le palle mentre con la mano libera tirava una sega all’amico in attesa.
Nel silenzio del magazzino risuonavano i suoi
“Mmmmhh…. mmmmhhh… ” soffocati e i commenti scurrili dei due fortunati amici:
“Dài che ci sborriamo in faccia a questa troia! Senti come succhia, la mignotta!! “. Carlo le sborrò in bocca, tenendoglielo dentro a lungo per fargliela ingoiare tutta:
Andrea, che non si era ancora goduto mia zia come il suo amico aveva invece fatto l’estate prima, voleva qualcosa di più e zia Grazia, infoiatissima per il doppio pompino, non si fece pregare.
Mentre Carlo controllava che nessuno scendesse dalle scale, zia Grazia si sfilò il vestito: sotto era arrapantissima, con le calze nere autoreggenti, un minuscolo perizoma brasiliano leopardato e un reggiseno a balconcino dello stesso tessuto da cui sembrava che le sue belle tettone dovessero schizzar fuori da un momento all’altro!
Appollaiata sui suoi tacchi a spillo, snella e abbronzata con solo qualche smagliatura ricordo della doppia gravidanza, zia Grazia era una quarantenne da sballo!
Arrapatissimo, Andrea le si gettò addosso, leccandola e palpandola ovunque mentre le si strofinava addosso col cazzo in piena erezione.
Slinguando e ansimando dalla voglia, zia Grazia si inginocchiò su un grosso e morbido “puff” ordinatoci da una austera nonnina per la camera dei suoi nipotini: nella mia eccitazione (non avevo mai smesso di masturbarmi! ) non potei fare a meno di sorridere pensando alla faccia della nonnetta se avesse visto come veniva sfruttato il suo regalo…
Inginocchiata a pecorella, la zietta discinta veniva sfondata a gran colpi da cazzo dal suo giovane stallone: scostatole il sottile “filo dentale” del perizoma, Andrea la inculava con gusto aggrappandosi con le mani alle tettone ballonzolanti, sgusciate fuori dal piccolo reggiseno arrotolato sotto il petto.
Viso stravolto e lingua di fuori, mia zia godeva come una pazza, incitando Andrea a spaccarla e a farglielo uscire dalla bocca!
Era una scena bestiale, che divenne se possibile ancora più incredibilmente eccitante quando Carlo, non resistendo più, abbandonò il suo posto da sentinella per farsi fare un pompino da zia Grazia e sborrarle nuovamente in bocca, mentre Andrea le godeva in culo e la porca si abbandonava sul morbido puff scossa dall’orgasmo.
Profittando del momento, riuscii a sgattaiolare su per le scale senza farmi vedere: il negozio affollato e l’aria piena di canzoncine natalizie sembravano proprio un altro mondo!
Mio cugino Francesco giocava ancora coi videogames, ignaro di quello che stava combinando la mammina nel sottoscala: ormai soddisfatto e completamente svuotato dentro, pensai per un istante al povero zio Aldo, pacioccone e cornuto, ingenuo marito di una grandissima troia.
Avrei dovuto avvertirlo, fargli capire qualcosa, che so… ?
Ma poi pensai che, così facendo, mi sarei privato del piacere di godere spiando mia zia (non sarebbero mancate altre occasioni, lo sentivo), e poi… “occhio non vede, cuor non duole”.
Merry Christmas, zia Grazia… FINE
