Lavoravo proprio da poco in quell’azienda, ed ero fortemente attratta da Paolo, ma non osavo fare la prima mossa, in ogni caso nemmeno lui ci aveva provato; per un certo periodo ci siamo limitati ai convenevoli, tanto che mi passava per la testa di non piacergli.
Poi un bel giorno in mensa tra una parola futile e l’altra mi chiese se ero libera e se avessi voluto cenare con lui la sera stessa, dopo un attimo di sbalordimento accettai volentieri.
Devo dire che mi sentii al settimo cielo, non mi sarei aspettata di essere così contenta, è vero mi piaceva, ma non credevo così tanto da giustificare una reazione del genere.
Contavo le ore, come una ragazzina alla prima cotta e finalmente venne la sera ed arrivata a casa feci una doccia fredda, giusto per calmarmi un po’.
Poi cercai un vestito da indossare e la scelta cadde su di uno color carta da zucchero, che risaltava la mia abbronzatura integrale, non troppo corto, con ampie scollature, spalline sottili da portare senza reggiseno ed infine optai per la pelliccia di visone.
Arrivò puntuale ed andammo in un ristorante noto per la classe e la cucina.
Durante la cena Paolo mi lanciava occhiate profonde , indirizzate soprattutto alla scollatura, questo lasciava presagire un finale di serata piuttosto scottante.
All’uscita mentre andavamo a prendere un gelato(nonostante non fosse estate) mi chiese di andare da lui a bere qualcosa, io lusingata accettai di buon grado.
Quando fummo sotto casa sua e Paolo parcheggiava l’auto avvenne un imprevisto, mi disse che ci avrebbe raggiunto una sua amica, io a quel punto non potendo tirarmi indietro andai da lui un po’ delusa.
Quando entrai a casa sua ebbi la conferma che Paolo aveva gusto per le cose, ha una bella casa arredata in stile moderno, ma con molta eleganza; mi accomodai sul divano e mi servì uno scotch, non ero abituata a bere superalcolici, ma per cacciare la delusione poteva andare.
Dopo pochi minuti arrivò la sua amica, una bella donna alta, bionda con due occhi castano chiare incastonati in un viso ben fatto, su cui risaltava una bocca carnosa, ma non volgare, anzi tutt’altro.
Indossava anche lei una pelliccia, ma era di volpe argentata e lunga fino ai piedi; la giudicai una donna di classe, anche per come si muoveva.
Ci presentò così seppi che si chiama Julie ed è inglese, in Italia da qualche anno ed è responsabile estero di una grossa azienda d’import export.
Quando si tolse la pelliccia rimasi un attimo basita, perché indossava una camicetta bianca, talmente trasparente da essere quasi invisibile, lasciando vedere due piccoli seni dai turgidi capezzoli rosa, ed una gonna molto mini, che lascia scoperte le gambe, molto belle che indossavano due autoreggenti bianche.
La cosa che mi lasciò attonita non era tanto l’abbigliamento, ma il fatto che non riuscissi a togliere lo sguardo da quei due capezzoli lunghi e duri; non ho mai provato attrazione per una donna e non avevo mai preso in considerazione la cosa, ma ora, forse per colpa del whisky, mi sentivo calamitata e, la cosa che mi sconvolgeva di più, è che mi ero bagnata.
Quando poi si sedette scoprii che non portava le mutandine ed era completamente rasata.
Paolo le disse di sedersi di fianco a me sul divano, intanto lui mise della musica, e fu un’altra sorpresa, perché un giorno parlando in ufficio gli dissi che mi piaceva la fusion ed in particolare gli Spyro Gyra, ed ora aveva messo illoro cd Carnaval. Julie avendo capito il mio stato d’animo e la mia attrazione per lei, si avvicinò e cominciò a baciarmi sul collo, mentre con una mano fece scivolare una spallina del vestito ed iniziò ad accarezzare il mio seno; a questo punto capii che qualsiasi cosa fosse successa quella sera non mi sarei tirata indietro. Julie intanto mi stava passando la punta della lingua dietro l’orecchio ed il suo alito caldo mi faceva impazzire, mentre la sua mano ora giocava con il mio capezzolo, dapprima strofinandolo con il palmo, poi lo strizzò leggermente con l’indice ed il pollice.
Io emisi un gridolino, a metà tre il dolore ed il piacere e feci scivolare la mia mano sulla sua coscia, arrivando fino infondo dove scoprii che anche lei era bagnata, ma scoprii anche un clitoride enorme con cui cominciai a giocare. Con un movimento dolce, ma deciso mi fece voltare la faccia e ci baciammo appassionatamente.
Era bellissimo, non avrei mai pensato che potesse essere così piacevole, ormai ero in orbita; a quel punto Julie mi prese la meno e ci alzammo, fece scivolare per terra il mio vestito, poi s’inginocchiò e mi tolse la calze e le mutandine.
Io feci altrettanto, rimanendo poi a guardare la sua bellezza statuaria.
Lei si sdraiò aprendo completamente le gambe e m’invitò a farle sentire la mia lingua sul suo clitoride, mentre al mio ci avrebbe pensato lei.
Mi sistemai sopra nella classica posizione di 69 ed assaporai per la prima volta l’umore di una donna, era buono, mi piaceva, ma soprattutto mi piaceva leccargliela. Julie mi stava leccando il mio buchino posteriore, bagnandolo con la sua saliva, poi lentamente scese fino ad infilarmi la lingua nella mia topina e contemporaneamente m’infilò un dito nel mio sederino ancora vergine.
Continuammo a leccarcela ed io raggiunsi un orgasmo violento, non avevo mai provato niente del genere; ero talmente presa che mi dimenticai di Paolo, tant’è che ad un certo punto alzai lo sguardo e me lo trovai davanti nudo, ma con una bellissima erezione, un gran bell’arnese, non lunghissimo, ma bello largo.
Con una mano lo presi e lo portai alla bocca, cominciando a succhiare il glande con le labbra per poi ingoiarlo fino in fondo.
Mi sentivo un po’ puttana, ma mi piaceva troppo.
Continuai a succhiarlo, mentre con la mano giocavo con i suoi testicoli, finché anche lui venne riempiendomi la bocca con il suo violento fiotto caldo. Io e Julie ci alzammo dal divano e ci si sedette Paolo, lei a questo punto gli montò in groppa facendosi penetrare, mentre io mi facevo leccare da lui.
Fu una cavalcata furibonda, ci saltava sopra senza posa, finché non raggiunse l’orgasmo, allora si alzò ed entrambe inginocchiandoci cominciammo a lecccarglielo fino a quando non ci esplose sui nostri visi; bevemmo tutto quello che era possibile, poi ci leccammo a vicenda lo sperma che ci era rimasto in faccia, per poi baciarci e scambiandocelo con le lingue.
Ora venne il mio turno, mi fece mettere a carponi e mi prese da dietro, mentre io la leccavo a Julie, Paolo sembrava un robot, non smetteva mai, Julie venne prima di me e si alzò a prendere uno strano tubetto, mentre tornava ebbi l’ennesimo orgasmo.
Paolo mi disse di rimanere in quella posizione ed entrambi si misero a leccarmi il buchino posteriore.
A quel punto capii, ma li lasciai fare volentieri, ormai avevo fatto 30 potevo fare 31.
Julie mi spalmò quello che avevo capito essere lubrificante e poi prese il pene di Paolo e lo appoggiò al buco, che con un paio di spinte mi perforò, ma devo dire che gemetti per il dolore.
Infine cominciò la cavalcata, prima lentamente, poi sempre più veloce, mentre Julie non si stancava mai di leccarmela infilandomi anche due dita; stavolta io e Paolo venimmo insieme, però lui mi venne dentro, devo dire che fu molto bello.
Per fortuna era venerdì, così l’indomani avremmo potuto dormire, dato che ormai era notte tarda.
Stravolti andammo in bagno, essendoci la vasca chiusa dal cristallo facemmo la doccia insieme, un po’ stretti, ma andava benone, però ci limitammo ad insaponarci e ad accarezzarci a vicenda.
Tornata a casa mi sdraiai sul letto ripensando alla serata, all’inizio mi vergognai un po’, però ripensando a quanto sia stato eccitante e piacevole mi dissi che tutto sommato non me ne fregava niente.
Sono passate due settimane da quel venerdì, i miei rapporti con Paolo al lavoro sono ormai più che confidenziali ed anche con Julie siamo diventate molto amiche e mi trovo per andare insieme a fare compere, anzi con lei abbiamo organizzato una cena per questo venerdì a casa mia, ovviamente ci sarà anche Paolo, a tale proposito, Julie mi ha detto che ha una sorpresa per noi due; non vedo l’ora che sia venerdì per sapere di che sorpresa si tratti, di una cosa sono sicura, sarà molto eccitante. FINE