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La cagna

Tutto cominciò quell’estate del 1997.
Era un’estate come tante, la solita vacanza con i genitori, la solita chiacchierata con le amiche, le solite cose, insomma, che oramai facevo da 17 anni.
Quel giorno mi ero stufata di prendere il sole con i miei cuginetti, che mi gironzolavano intorno per convincermi a giocare con loro.
Cominciai a camminare lungo la spiaggia, sperando che succedesse qualcosa di emozionante, che potesse trasformare la mia solita vacanza in qualcosa di stupendo.
Era già più di un’ora che camminavo, ma le uniche emozioni erano state quelle di vedere due ragazzi mentre si cambiavano il costume.
Mi ero quasi decisa a tornare indietro quando improvvisamente vidi, in lontananza, due signori con una ragazza entrare in una zona nascosta da alcune piante, posta dietro delle cabine.
Non so perché, molto probabilmente era una semplice famiglia che tornava a casa, ma mi passarono mille pensieri per la testa e, presa dall’eccitazione, corsi verso di loro per poter spiare il loro segreto.
A fatica mi introdussi nel piccolo spazio che separa la cabina dalla sabbia e, sempre a fatica, mi avvicinai in modo da poter osservare ogni loro più piccolo movimento.
Ormai ero vicinissima, li vedevo davanti a me chiarissimamente, anche il più piccolo starnuto mi avrebbe fatto scoprire.
Rimasi li circa 10 minuti, durante i quali non successe nulla, la ragazza si era accucciata da una parte, sembrava dormisse; gli uomini, invece avevano messo una coperta sulla sabbia, sulla quale avevano riposto un borsone, e parlavano tra loro guardando di tanto in tanto la ragazza.
Improvvisamente uno dei due disse:
– Vieni qui cagna, dai tuoi padroni! Quasi non credevo alle mie orecchie e ancora meno credevo a miei occhi nel momento in cui vidi la ragazza muoversi e, a quattro zampe, andare verso di loro.
Una volta arrivata ai loro piedi la ragazza si riaccucciò e l’altro disse:
– Lo sai che sei una cagna veramente cattiva ? La ragazza rispose: – Si, mio padrone, sono una cagna veramente cattiva ! L’uomo continuò, rivolgendosi all’amico: – Marcus credo proprio che la nostra cagna vada punita severamente, non possiamo permettere che si accoppi con il primo ragazzo che passa sulla spiaggia ! Marcus senza scomporsi disse:
– Hai ragione, stavo pensando la stessa cosa.
Cagna levati quel costume e poi vai dal mio amico Andrea e fammi vedere come sai usare la tua lingua.
La ragazza non ci pensò neanche un secondo, subito si tolse gli slip e il reggiseno, e andò, come gli era stato ordinato, da Andrea; senza dire una parola gli tira fuori un pisello enorme e lo comincia a leccare.
La situazione stava diventando eccitantissima, mai mi sarei sognata che una persona si potesse ridurre ad essere trattata come una cagna, e solo in quel momento mi accorsi che la mia mano era scesa dentro gli slip fino a sfiorare la clitoride orami in piena erezione; ero completamente bagnata.
Mentre la ragazza continuava a leccare il cazzo di Andrea, l’uomo stacco un ramoscello da una pianta vicina e dopo averne provato la robustezza, lo spoglio di tutte le foglie; non immaginavo a cosa gli potesse servire un ramoscello, ma subito ebbi la risposta.
Con grande freddezza Marcus disse:
– Bene, bene, vedo che la mia cagna si sta eccitando nel leccare il cazzo del mio amico.
Non mi sembra una giusta punizione, vediamo di adeguarla ad una cagna come te.
Apri le cosce e con le dita apriti bene la vulva, ti darò tante di quelle frustate che te le ricorderai a vita.
La ragazza, senza smettere di leccare il cazzo di Andrea, che ormai cominciava a contrarsi, allargò la gambe e con le dita della mano si apri il più possibile le labbra della fica, che, me ne resi conto solo adesso, era completamente bagnata.
Senza aspettare un solo secondo Marcus scaglio la prima frustata, che gli cinse tutto il culetto, ma che non sembro scuotere più di tanto la ragazza; così avvenne per altre sei o sette volte, cominciavo a distinguere il segno dei colpi.
Improvvisamente partì il colpo più violento, che prese la ragazza proprio sulla vulva rubandogli un lamento; seguirono altri colpi sempre indirizzati sulla fica, che come se non temesse i colpi infertigli, si stava bagnando sempre di più.
Il dolore però era lancinante, lo vedevo disegnarsi sulla faccia della ragazza, che quasi volendosi estraniare, continuava a succhiare il cazzo di Andrea, il quale giunto al limite scarico tutta il suo caldo sperma nella sua bocca.
Lei non ne fece cadere neanche un goccia, anzi sembrava quasi che questa razione di sperma le avesse ridato nuovo vigore.
Però il suo tormento non era finito li…
… Marcus non la fece finire neanche di pulire il cazzo di Andrea che subito gli si mise di dietro e con un sol colpo gli trafisse la fica, che tutta bollente per i colpi ricevuti fece trasalire la ragazza.
Io non ci capivo più niente ormai ero preda del mio terzo o quarto orgasmo, in quel momento avrei voluto soltanto essere al posto di quella povera cagna… FINE

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