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L’appetito vien mangiando… Donato e Irene

Ammiro, beato, le ultime immagini del video… tre corpi nudi abbandonati, stremati e felici per il piacere che si sono regalati.
Enrica ha ormai finito di trascrivere i dialoghi che poi trascriveremo in questo racconto, Sara continua a penetrarsi, lentamente, con un dildo di gomma, gli occhi incollati alla TV, mentre con l’altra mano mi massaggia, piano, il cazzo. Tra un po’ faremo l’amore per scaricare l’eccitazione che il filmato ci ha trasmesso. Prima però dobbiamo decidere se distruggere subito la videocassetta, come facciamo sempre dopo qualche giorno, o aspettare ancora per farla vedere a colei che ne è stata splendida protagonista.
Ma intanto non posso fare a meno di ripensare a quella nuova avventura di sesso di tre giorni fa.
Le tre del pomeriggio. Nonostante sia in compagnia delle mie due splendide amiche, Enrica e Sara, che mi svolazzano intorno eccitatissime perché già pregustano lo spettacolo hard che dovrei offrirgli, mi sento piuttosto nervoso. Non sono sicuro, al contrario delle mie due amiche, che Irene venga all’appuntamento che gli ho dato e la cosa mi seccherebbe molto poiché ormai desidero farmela a tutti i costi.

Dopo il caldo incontro di Sara con Andrea toccava a me portare Irene a casa di Enrica dove avrei fatto l’amore con lei mentre Enrica e Sara si sarebbero goduto lo spettacolo, nell’altra stanza, grazie alle telecamere che avevamo accuratamente nascosto.
Da quel giorno avevo incontrato Irene praticamente tutte le sere e le mie amiche avevano fatto in modo di lasciarmi per molto tempo solo con lei. Irene aveva continuato, come sempre, a provocarmi, a eccitarmi, per poi, alla fine, tirarsi indietro quando le proponevo di appartarci in un luogo sicuro.
Avevo ormai accarezzato le sue cosce fino a sfiorarle la fica e lei le aveva allargate per darmi campo libero; le avevo appoggiato il cazzo sul sedere tondo (la sua parte migliore) e lei me lo aveva strusciato contro per sentirlo meglio; le avevo raccontato minuziosamente di come l’avrei presa se solo avesse voluto e lei aveva tranquillamente tenuto la conversazione suggerendomi anche ciò che più le sarebbe piaciuto fare con me.
Nonostante tutto questo ogni volta che le spiegavo che avevo un posto sicuro dove avremmo potuto fare tutto quello che volevamo lei rispondeva che non vedeva l’ora, ma in quel momento non poteva e mi piantava in asso.
Sara ed Enrica sostenevano che si comportasse così per farsi desiderare, ma a me francamente la cosa cominciava a scocciarmi per cui decisi di farla finita e una sera, dopo le sue solite provocazioni, i miei soliti toccamenti e il diniego finale, le dissi che l’indomani Enrica sarebbe partita e sarebbe stata fuori per due giorni, io mi sarei fatto dare le chiavi con una scusa (lei sapeva bene quanto fossimo amici e che già altre volte ero rimasto a dormire da lei per cui la cosa non gli destò il minimo sospetto) e l’avrei aspettata lì, per fare l’amore, alle 15. Naturalmente aggiunsi che se non fosse venuta non avrei più avuto alcun interesse per lei.

Enrica e Sara erano sicurissime che sarebbe venuta per cui si chiusero nella stanza-regia in attesa di ammirare sul monitor le nostre evoluzioni, a me non restava altro che aspettare e sperare…
Alle 15 e 45 trilla il campanello. Apro la porta. È lei.
Indossa una maglietta corta con delle bretelline che gli lascia scoperta buona parte della pancia ed una gonna di jeans lunga fino ai polpacci con un altrettanto lungo spacco sul davanti.
Mi sorprende essere emozionato, mentre la invito ad entrare.
“Ciao, era ora che arrivassi! ”
“Bè, lo sai che le donne amano farsi attendere”
“Così però abbiamo perso tempo prezioso… ”
“Perché, cosa abbiamo da fare? ”
“Esattamente ciò per cui ti ho invitata qui, tesoro: scopare! ”

“Accomodati… intanto ti prendo una bibita fresca… ”
“… E se io non volessi… voglio dire… scopare? Cosa ti fa pensare che sia pronta ad aprirti le cosce? ”
“… E perché saresti venuta allora? ”
“… Curiosità, semplice curiosità femminile… sono curiosa di vedere fino a che punto ti spingerai”
“Vuoi dire che mi hai provocato ed hai accettato le mie avances in tutto questo tempo solo per curiosità? Ed hai accettato il mio esplicito invito a venire qui, oggi, a fare l’amore solo per lo sfizio di vedere se ho il coraggio di saltarti addosso? … caschi male! … se davvero non vuoi fare l’amore finisci la tua bibita e vattene… se resti un secondo di più quella porta non si aprirà per te finché non ti avrò avuta come piace a me, e se non mi aprirai le cosce vedrai che te le aprirò io… e non solo quelle… ”

Irene si sedette sul divano accavallando più volte, nervosamente, le gambe mettendone in mostra una buona parte. Prese il bicchiere che gli porsi cominciando a sorseggiare lentamente, quasi volesse prolungare quel momento, guardandomi negli occhi.
Quando ebbe finito posò il bicchiere sul tavolino e rimase seduta a guardarmi.
“Non hai scampo”, pensai. Mi sedetti al suo fianco e portai subito la mia mano all’inizio dello spacco intrufolandola tra le sue cosce.
“Cosa fai? ”
“Voglio vedere se hai le mutandine”
“Ti sembro una che va in giro senza? … e poi non mi hai detto che ti piace sfilarle? ”
“Vieni, andiamo di la, staremo più comodi… ”
“Dove? ”
“Sul letto naturalmente, ma se preferisci possiamo iniziare qui… ”

“Sei… sei sicuro che Enrica… non torni? ”
“Sta tranquilla, avremo tutto il tempo che vogliamo… ”
“Ecco io… insomma… ”
“Mi spiace, il tempo per ripensarci è scaduto… ora sei mia… so che tu ne hai voglia almeno quanto me, se non di più, ed io ti accontenterò… ti scoperò come più mi piace e tu farai altrettanto… hai già fatto l’amore? ”
“… Io… no… cioè… Oh, ma sono domande da fare ad una ragazza? ”
“Tanto lo scoprirò tra poco… quando penetrerò nella tua fica… anzi posso verificarlo anche ora, con le dita… Uhmmm hai già le mutande bagnate, porcellina! ”
“NO! , aspetta… lasciami… mi farai male… d’accordo, te lo dico… io… l’ho fatto… si, l’ho fatto qualche mese fa… a casa non c’era nessuno e… un mio amico… mi piaceva… quando ha visto che non c’erano i miei mi ha fatta sdraiare e… mi ha fatto un male boia… poi mi ha chiesto se mi era piaciuto… gli ho detto di si ma non era vero… volevo solo che andasse via”
“Il solito ragazzino inesperto… , d’altra parte lo siamo stati tutti, vedrai che con me sarà diverso… molto diverso… col tempo si imparano tante cose… ”
“… Senti… lo so che ti ho eccitato… vorrei farlo, davvero… ma possiamo anche farlo senza che… ti farò godere lo stesso… vedrai… così… ti accarezzo… Uhmmm com’è duro! … te lo tiro fuori… ecco… è caldo e… lungo… vedrai che ti accontenterò… te lo prendo anche in bocca se vuoi… ”
“Questa è una buona idea, tanto per cominciare, ma non credere di cavartela così. Dai, inginocchiati e prendilo in bocca… così… attenta ai denti… dovrò insegnarti… tira giù la pelle con la mano… ecco lo hai scappellato… leccalo sulla punta ora… brava… ora lungo tutta l’asta mentre lo meni con la mano… continua… ora torna su…. Prendilo dentro… quanto più puoi… pompalo ora… brava, impari presto… si vede che sei portata… Uhmmm! Bravissima… mi piace quanto mi fanno i pompini con tanta passione… sei sicura che non l’avevi mai fatto? ”

Irene stava davvero facendomi un ottimo pompino. Sapevo che sperava di farmi venire per evitare di essere scopata, ma sapevo anche che era la sua precedente esperienza negativa a spingerla a rifiutare di essere penetrata.
Lasciai che continuasse a baciarmi e succhiarmi il cazzo mentre mi toglievo la camicia rimanendo a torso nudo. La interruppi solo per un attimo per potermi togliere pantaloni e slip; poi, nudo, mi distesi sul letto invitandola a sdraiarsi e a continuare la sua opera (naturalmente feci in modo che fosse a favore di telecamera). Irene restò per qualche attimo interdetta a guardarmi; ne approfittai per farle i complimenti e per chiederle se avrebbe continuato a succhiarmi fino a farmi godere e a ingoiare il mio sperma. Continuò a guardarmi, indecisa sul da farsi.
Mi alzai dal letto attirandola a me. Cercai la sua bocca che subito si schiuse a ricevere il mio bacio e la mia lingua poté insinuarsi e muoversi a suo piacimento. Misi una mano sotto la sua maglietta fino a raggiungere i piccoli seni stringendoli e vellicandone i capezzoli ritti. Cominciò a sospirare piano mentre continuavo a baciarla sulla bocca, sul collo e sulle spalle. Quando raggiunsi, con la mano aperta, la fica, tremò tutta e dovetti sostenerla perché le gambe non ressero al piacere che sentiva. Era bagnatissima e mentre mi insinuavo con le dita dentro di lei le sussurrai che di lì a poco sarebbe stata lei stessa a chiedermi di scoparla e non ci sarebbe stato bisogno di un mio intervento perché tornasse a succhiarmi il cazzo fino a ingoiare tutta la mia sborra.
Le sfilai la maglietta e, subito dopo, il reggiseno. Accarezzai dolcemente le sue tette piccole ma veramente graziose continuando a baciarla soprattutto sul collo, dove mi ero accorto le piaceva in modo particolare.
Quando abbassai la lampo della gonna si irrigidì e cercò di fermarmi con le mani, ma la strinsi forte non dandole la possibilità di muoversi. La gonna scivolò a terra da sola; la sollevai prendendola in braccio e la distesi sul letto dove si accovacciò con le ginocchia piegate fino a toccare il mento per proteggersi dal mio sguardo. La carezzai lentamente e poi la feci gentilmente stendere a pancia sotto; cominciai a baciare la sua schiena e poi, con la lingua, la leccai partendo dal collo fino all’inizio del bacino. Lei rabbrividiva ad ogni passaggio della mia lingua e cominciava a gemere. Quando le mie mani afferrarono i suoi glutei, stringendoli, la sentii rilassarsi ed allora cominciai a sfilarle le mutandine, lentamente, continuando a leccarle la schiena e l’incavo tra i glutei che piano piano scoprivo. Dire che la sua fica era umida sarebbe eufemistico: la sentivo assolutamente fradicia e le mie dita le scivolavano dentro facilmente.
Sentivo che era ormai completamente abbandonata al piacere ma, a scanso di problemi e soprattutto per aggiungere un tocco diverso, la lasciai per qualche attimo per tirare fuori dal comodino un paio di collant di Enrica. la girai mettendomi su di lei in modo da impedirle di muoversi, le presi i polsi e li legai tra di loro fissandoli poi alla spalliera del letto. Irene tentò di resistere, all’inizio, ma si accorse presto che ero troppo forte per lei e resistere avrebbe significato soltanto farsi male.
Terminata l’operazione rimasi seduto sul suo torace. Le passai il cazzo su tutto il viso e poi lo appuntai sulle sue labbra che, dopo un attimo di esitazione, si schiusero permettendomi di infilarglielo. L’aiutai a succhiarmi prendendo la sua testa e muovendola avanti e indietro mentre le spiegavo che tra un poco quel cazzo duro sarebbe entrato tutto nella sua bella fica facendola godere e poi avrebbe goduto a sua volta nella sua bocca inondandola di sborra.
Notai che più il tempo passava più Irene si rilassava e partecipava, così la scopai a lungo in bocca godendomi anche la sua lingua che velocemente passava sulla cappella ogni volta che poteva.
Quando l’eccitazione cominciava a crescere troppo mi staccai per dedicarmi a leccarle i capezzoli mentre con una mano tornavo a titillarle la clitoride o infilarle un dito nella fica.
Le baciai e leccai praticamente tutto il corpo concentrandomi, alla fine, sulla zona del pube e all’attaccatura delle cosce.
Prima di affondare con la bocca sulla sua fica, guardai verso la telecamera facendo l’occhiolino alle mie due amiche che, nell’altra stanza, guardavano tutto quello che facevo ad Irene. Era impossibile che potessero vedere da vicino la mia lingua che penetrava nel buchino o che stimolava la clitoride di Irene, ma lo spettacolo era sicuramente eccitante: Irene, le mani legate alla spalliera, le cosce larghe, sobbalzò, appena la mia lingua tocco le grandi labbra, gridando forte e sollevando il bacino verso le mie labbra a implorarmi di continuare. Naturalmente non avevo bisogno di incoraggiamenti: la mia lingua si insinuò quanto più poteva tra le labbra della sua fica, tormentai la sua clitoride a lungo alternando leccate frenetiche a lunghe succhiate, con un dito, umettato dai suoi stessi umori, cominciai a vellicare il buco del culo fino a penetrarvi leggermente.
Irene non smetteva di gemere forte mentre mi invitava con ripetuti “si… si…. si… ” a continuare la mia azione.
Intanto io pensavo a Enrica e Sara; immaginavo come si stessero toccando mentre ci guardavano… forse avevano già afferrato i loro cazzi di gomma e si stavano fottendo a vicenda…. O, forse, stavano facendo uno dei loro meravigliosi 69.
I miei pensieri furono interrotti dalle grida e dai fremiti del corpo di Irene che stava godendo. Le tappai la bocca col palmo della mano per evitare che si facesse sentire da tutto il palazzo mentre cercavo di controllare i movimenti frenetici delle sue anche per poter continuare a leccarla e farla impazzire di piacere.

Lentamente, mentre si calmava, risalii con la lingua lungo il suo corpo fino ad arrivare alle sue labbra che bacia teneramente. Appoggiai il cazzo sul suo pube e lentamente mi mossi in modo da strusciarlo sulla clitoride provocando ancora i suoi lamenti.

“… Non pensavo potesse essere così… così meraviglioso”
“Vedrai che il meglio deve ancora arrivare… ”
“Slegami, ti prego… e poi… ”
“E poi? ”
“… Ooooh! … e poi scopami, chiavami, fottimi… fammi tutto quello che vuoi… ”
“Proprio tutto? … sei sicura? ”
“… Se è vero che può essere ancora più bello… si, tutto… sono tua, e… se ti dirò di no in qualcosa… legami di nuovo e poi… serviti! ”

“… Ecco… vieni qui adesso… lavoralo con la bocca… fallo tornare bello duro… brava… lo senti come diventa duro nella tua bocca? … Uhmmmm! Pompalo, si… fammi vedere quanto riesci a prenderne… bravissima… lo sapevo che eri una porcellina… ti piace, vero? … si capisce dalla passione che ci metti… cazzo lo hai ingoiato quasi tutto! … meriti un premio… vieni, dammi la tua fica da leccare… facciamolo insieme… così ti bagnerai ancora ed entrerò più facilmente … ”

Irene apprezzò molto il mio lavoro di lingua ripagandomi con un rinnovato impegno nel suo pompino tanto che feci molta fatica a farla smettere, ma era arrivato il momento di prenderla, di farle sentire quanto poteva essere bello avere un cazzo nella fica.
La feci sdraiare e tornai a posizionarmi sul suo torace, col cazzo di fronte al suo viso, perché fosse lei stessa a infilarmi il preservativo. Terminata l’operazione mi sdraiai su di lei facendole scorrere il cazzo sul pube.
Proprio mentre avvicinavo la punta al suo buchino udimmo chiaramente un gemito. Riconobbi la voce di Enrica e sorrisi tra me immaginando che Sara la stesse leccando o addirittura scopando con il fallo di gomma, ma Irene si bloccò, preoccupata.
La tranquillizzai inventando che nell’appartamento a fianco vi era una coppia di giovani sposi. È possibile che abbiano sentito i tuoi lamenti, le dissi, e si saranno eccitati, ed ora scopano come noi.
Il mio lento ingresso nella sua fica contribuì a farle dimenticare l’accaduto. Ora si godeva il mio cazzo duro dentro di lei. Dopo qualche attimo in cui rimase senza fiato cominciò di nuovo a gemere: “Uhmmm! Pensavo mi avrebbe squartata ed invece… al diavolo! Mi sento libera adesso… mi piace… mi piace il tuo bastone duro dentro… fammi! … fammi! … come vuoi”.
Iniziai a muovermi lentamente avanti e indietro mentre le mordicchiavo i capezzoli. L’avrei portata all’orgasmo piano piano, facendole gustare a lungo la presenza del mio cazzo che la penetrava sempre più a fondo mano a mano che il suo fiore si schiudeva.
Non avevo mai fatto l’amore con una ragazza che si bagnasse tanto; la sua fica era letteralmente fradicia di umori e questo facilitava la mia resistenza così che ebbi modo di farmi la scopata più lunga della mia vita.
Continuai infatti a rimestare dentro di lei lentamente ma con movimenti decisi e costanti beandomi delle parole di apprezzamento di Irene, ormai completamente mia, fino a che non venne in un modo incredibile. Per la prima volta nella mia vita ebbi la soddisfazione di far provare un orgasmo multiplo ad una ragazza: Irene non finiva più di tremare e gridare il suo piacere mentre io continuavo a penetrarla dandole tutto il mio cazzo con la bocca incollata alla sua per attutire le sue grida.
Finalmente si calmò abbandonandosi sul letto e stringendomi forte a sé per farmi rimanere su di lei e dentro di lei.

“… è stato… è stato… Oh! , non ci sono parole per dirti quanto mi sia piaciuto… ho goduto tanto… Oh! Lo farai ancora… vero? … mi farai godere ancora? ”
Non le risposi ma la feci girare mettendola alla pecorina tornando a penetrarla e piegandomi su di lei per poterle carezzare i seni. In quella posizione la sua fica fasciava di più il mio cazzo duro ed anche lei si sentiva più piena soprattutto quando rialzandomi presi a fotterla con decisione strappandole ancora rinnovati incitamenti a prenderla sempre più forte, più a fondo e a fargli tutto quello che volevo.
Approfittai del suo entusiasmo per stuzzicarle con un dito l’ano. Lei inarcò la schiena quando cominciai lentamente a farmi strada in quel buchino.
Continuando a penetrarla le chiesi se le piacesse. Dopo qualche attimo rispose, confusa, che le faceva un po’ male ma non tanto. Le piaceva. Infatti non smise un attimo si spingere il bacino indietro per venire incontro al mio cazzo ma anche al mio dito che ora, per metà, era dentro al suo culetto.
“… Non vorrai… non vorrai farmi lì… ”
“Si… voglio anche il tuo culetto… è con questo bel culetto tondo che mi hai fatto impazzire! ”
“… Ma mi farai male! ”
“Sarò dolce, vedrai… te lo preparerò per bene lubrificandolo… e poi proverai solo piacere”
“Non so… certo è stato tutto bellissimo… Ohhh! Come adesso… ti sento sai? … ti sento tutto dentro… fammi girare… prendimi come prima… davanti… voglio godere ancora… dai, spingi… arrivami in gola… non ti fermare mai… dai… vengo, si… vengo… Uhmmm! … meraviglia delle meraviglie… sei… sei terribile, sai? … resta dentro me… baciami… Quello stronzo che ha avuto la fortuna di sverginarmi mi ha fatto solo male… tu mi hai fatto impazzire di piacere… vorrei averla data a te, la prima volta… perdonami se ti ho fatto tribolare prima di… dartela… ne avevo tanta voglia.. ma avevo anche paura perché la prima volta ho davvero sentito solo male… ma mi farò perdonare… lascia che mi riprenda e poi… te lo prenderò in bocca… si, ti farò il pompino più bello della tua vita… ti succhierò il cazzo e… ti berrò… tutta la tua sborra.. ”

Infatti, dopo un po’, buttato via il preservativo, Irene cominciò a giocare con la lingua sul mio glande menandolo piano con una mano, e poi appoggiò le labbra, chiuse, sulla punta e spinse in basso ingoiando buona parte del mio cazzo. Guardandomi negli occhi cominciò ad andare su e giù con un movimento lento ma costante. Cero non era brava come Enrica o come Sara, ma all’inesperienza sopperiva con una grande passione e ben presto poté ingoiare, per la prima volta, una gran quantità di sperma.
Mi ripulì con attenzione il glande e poi si sdraiò su di me, abbracciandomi, nascondendo il viso sulle mie spalle.

“… Sono stata brava? ”
“Sei stata bravissima, mi hai fatto godere davvero molto… ”
“Me ne sono accorta… ne avrò bevuto un litro… però mi è piaciuto… mi è piaciuto sentirti godere nella mia bocca… ”
“Si, sei stata molto brava… pensavo ti saresti bloccata ai primi schizzi limitandoti a raccoglierli in bocca, invece hai ingoiato tutto continuando ad andare su e giù bevendo tutto… è stato molto bello… come premio ti farò godere ancora”
“Come… dimmi come… dimmi cosa mi farai! ”
“Me lo dirai tu stessa… ti farò godere come vorrai tu, dopo che ci saremo eccitati di nuovo… ”
“…. Uhmmm! , toccami… si… ancora… prendila tutta… fottimi con le dita… com’è piccolo il tuo cazzo adesso! … ma ci penso io… con le mani e… “hummm, la mia bocca a farlo tornare duro… così potrà riempirmi ancora la fica e… leccami anche tu, dai facciamo 69… Ohhhh! , così… sei terribile… ”
“E tu sei una gran porcellina… ce ne hai messo di tempo, ma adesso ti sei scatenata! ”
“È vero… ho perso un sacco di tempo… se sapevo che avrei goduto tanto ti avrei aperto le cosce già da tanto! “… ma adesso recupereremo, vedrai… ci rifaremo delle occasioni perse… mi farò prendere in tutti i modi… ”
“E io ti farò godere tanto”
“Ma tu mi hai già fatto godere sai? … e anche diverse volte… ”
“Non capisco.. ? ”
“Bè, ora mi vergogno un po’… insomma, ricordi la prima sera in discoteca? … abbiamo ballato, e tu mi hai strusciato… con questo coso duro sulla fica… ”
“Mi permetto di dissentire… eri tu che ti strusciavi sul mio cazzo”
“Va bè.. eravamo tutti e due”
“E poi te ne sei scappata! ”
“Si, come una scema… però poi… a casa… insomma, ero tutta eccitata… mi sono infilata nel letto e… mi sono toccata… si, mi sono masturbata pensando a te… immaginavo che mi prendessi, che mi scopassi… sapessi quanto ho goduto! … e poi è successo altre volte perché dopo essere stata con te tornavo a casa sempre eccitata… sentivo ancora le tue mani su di me… ”
“Fammi vedere”
“Cosa? ”
“Fammi vedere come ti tocchi”
“Oh no, ti prego… mi vergogno! ”
“Dai… mi farà eccitare molto guardarti mentre ti masturbi… e ciò andrà tutto a tuo vantaggio… e comunque hai detto che avresti fatto tutto quello che volevo… ”
“… Si, l’ho detto… ma… insomma… e va bene… lo faccio… mi tocco… la fica… ecco, infilo un dito dentro, mi fotto… sul bottoncino ora, qui dove più mi piace… Oh, cavoli, mi piace anche questo! … mi piace toccarmi davanti a te… sono un lago… guardami, si, guardami mentre faccio la porca per te! … vedi come mi penetro? … ti piace? … dimmelo! , dimmi che ti piaccio! … ”
“Si… sei bellissima… una meravigliosa porcellina che si sta infilando due dita nella fica e si strofina la clitoride… mi stai offrendo uno spettacolo meraviglioso… continua, ti voglio porca… voglio che ti scateni… voglio che ti senta libera di fare qualsiasi cosa ti piaccia”.
“Uhmmmm! … è ancora più bello di quando lo faccio da sola! … non ci posso credere! Mi sto sditalinando davanti ad un uomo… e… mi piace da impazzire… guarda! … guarda la mia fica… la sto preparando per te! … per il tuo cazzo duro… Ohhh… fallo anche tu, dai… voglio guardarti mentre te lo meni… siiiiii! … è bellissimo! … sono io che te lo faccio diventare duro, vero? … Dammelo! … dammelo in bocca… fottimi in gola mentre mi masturbo per te… Uhmmmm!
…..
“… È più duro di prima! … stenditi, ti prego… non voglio venire così… voglio che sia il tuo cazzo a farmi impazzire… presto… lascia fottere il preservativo… ti voglio subito… stai attento a non venire… ecco, adesso te lo mangio con la fica… sta fermo… ti voglio scopare io! … voglio impalarmi sul tuo palo duro! … siiiii! Ti sentooooo! … mi riempi tutta col tuo cazzo! … guardami.. guarda come ti scopoooo! … Uhmmm! che fai? … Ohh, ancora quel dito nel… ma siiii, dai… spingilo… ancora, di più… muovilo… così! … Donato… Donato… Donato… sto venendo ancora! … sborrooooooo! ”
……..
“Fammelo! … ora! … sono pronta… dai, prima che mi riprenda… ”
“Aspettami… torno subito…. Ecco, ora te lo preparo con la vasellina, te lo renderò morbido morbido, così non ti farò troppo male… ”
“Mi piace… mi piace il tuo dito dentro… continua! … Ohhhh! Mi fai anche la fica! … amoreeeee! … non ti fermare… dai, fammelo… e… anche se ti dovessi chiedere di smettere… non badarci… so che mi farai godere tanto anche lì… Ahhhh! , Cazzo che male! … piano… ti sento, sai? Sei già parecchio dentro… Mi fa un male boia! … fermo, ti prego… fammi abituare… Ohhh, ce l’hai troppo grosso… noooooooooo! Mi squarti così! … fermati, ti prego! ”
“Ora devo fermarmi per forza… ce l’hai tutto dentro! ”
“… E me lo sento… Cazzo che male! … sta fermo, ti prego… Ahhh! Ma sei sicuro che mi piacerà? ”
“rilassati, vedrai che tra poco non sentirai più dolore… ti farò godere come non mai… respira a fondo… ecco, così… dobbiamo solo abituarlo alla presenza del mio cazzo… vieni, rialzati un po’… così posso toccarti il seno… e la fica… brava, ti sento già più aperta… ti stai già bagnando di nuovo… ”
“… È vero comincio a sentire… si, mi piace… fa ancora male ma… Ohhhhhh! Sono le tue dita o il tuo cazzo che… Uhmmmm! Non capisco più niente! … fammi! … fammi, dai! Cosi, si… ti sento muoverti… Cazzo! È bello anche nel culoooooo! … Ohhhhh! Ora puoi sfondarmi, dai! Sfondami il culo… amore, che cazzo duro hai! , dammelo tutto… cosììììììììì! … ti piace il mio culo, vero? Uhmmmm! Si che ti piace, hai una sbarra d’acciaio al posto del cazzo… Ohhhh, siiiiii! Sbattimi le palle sulle chiappe! … Ahi! … no, troppo forte… affonda più piano… ecco… così mi piace… dentro e fuori…. dentro e fuori… Ohhh… amoreeee! Mi hai rotto il culo e mi piace da morireeeeee! … mi sto toccando, sai? … mi sto sditalinando la fica mentre mi inculi! … continua… continua… dai, più forte ora… Ohhhhh! Stai venendo! … mi stai sborrando nel culo! … è bellissimo! … sento la tua sborra calda dentro! … Uhmmm! non fermarti, ti prego…. Ci sono anch’io… fottimi! … fottimi! … siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! ”

Irene restò a lungo sdraiata, con me sopra, con una espressione beata che la rendeva ancora più carina. Mi ringraziò con parole dolcissime per averle fatto scoprire le gioie del sesso rammaricandosi ancora una volta per non essersi concessa prima.
Non finiva più di raccontarmi di come si sentisse felice e appagata tanto che cominciai a pensare seriamente che in futuro quella ragazza avrebbe sicuramente continuato a darmi piacere visto il grande entusiasmo che dimostrava.
Dopo una rapida doccia cercai il modo migliore per mandarla a casa, ma Irene mi supplicò di farla restare; addirittura cominciò a fare progetti per la notte: “ora che ho provato quanto può essere meraviglioso far l’amore”, disse, “non ti lascio scappare così… voglio che tu mi prenda ancora… ti prego, non voglio essere un problema per te, ma… almeno questa notte… fammi stare ancora con te… ti prego! … mi hai presa in un modo meraviglioso.. dai, ti prego… farò tutto quello che vuoi, per te sono disposta a tutto… non ti negherò niente! ”

La cosa cominciò a preoccuparmi, sia perché Enrica e Sara non potevano certo restare nell’altra stanza per tanto tempo e sia perché temevo in qualche complicazione sentimentale da parte di Irene. Nonostante fosse ormai per me una cara ragazza, non potevo certo permettermi un’altra amante e soprattutto non potevo permettere che lei si perdesse dietro a me.
Trovai una soluzione invitandola a fare una passeggiata. In questo modo avrei permesso alle mie amiche di organizzarsi nel caso non fossi riuscito a sganciarmi, e comunque avrei trovato il modo di chiamarle per metterci d’accordo sul da farsi.
Per strada feci una lunghissima chiacchierata con Irene ed ebbi modo di scoprire una ragazza sensibile, intelligente, sicura di sé e molto matura.
Aveva vissuto una vita serena ed equilibrata attenta alle cose importanti della vita ma non disdegnando mai il divertimento e la cura dei rapporti umani. Certo gli era mancato un amico o un’amica vera, di quelli con cui puoi parlare come a te stesso, ma tutto sommato questo non gli era mai pesato molto perché di problemi veramente seri non ne aveva mai avuti, tranne: “il sesso. Il sesso stava diventando un’ossessione per me. Da qualche mese non pensavo ad altro. Tutte le mie amiche dicevano di averlo fatto già da tempo e ne parlavano entusiaste e praticamente mi derisero quando dissi che ero vergine e non avevo nemmeno mai visto il coso di un ragazzo. Loro invece dicevano di essere espertissime ormai e che godevano come pazze. Quella stronza di Giusi non perdeva occasione di raccontarmi le sue prodezze di letto, di come ce l’avesse lungo il suo ragazzo, dei pompini che gli faceva. Insomma a 25 anni ero vergine e quelle stronze hanno contribuito moltissimo a farmi pesare la cosa: volevo provare anch’io sensazioni paradisiache, volevo avere anch’io questo benedetto orgasmo, insomma volevo a tutti i costi scopare. Purtroppo il primo con il quale mi sono lasciata andare si è dimostrato un fallimento; quello stronzo ha pensato solo a se stesso. Tu, invece… bè, certo non sono una esperta, ma… mi hai trattata come una dea; si, mi sono sentita adorata. Io non sono certo una gran fica, ma tu mi hai fatto sentire bella perché ho capito che mi desideravi da come mi accarezzavi, dai tuoi baci su tutto il corpo. Cavoli, non ci posso ancora credere… mi hai scaldata così tanto che sono stata proprio io a chiederti di scoparmi. Ero così arrapata! … e hai visto come mi sono fiondata a succhiarti? … mi è piaciuto, sai? … pensavo mi avrebbe fatto schifo, invece più affondavo il tuo bel cazzo duro in bocca più mi piaceva e quando sei venuto non ho avuto alcuna difficoltà a ingoiare tutto”.
Mentre diceva tutte queste cose si stringeva sempre di più a me. Intuì il mio disagio e ancora una volta mi sorprese la sicurezza che dimostrava, la piena consapevolezza di ciò che voleva.
“Non devi preoccuparti, non voglio essere un problema per te… voglio solo che questa giornata così bella, questo sogno, continui ancora un po’… e poi vorrei che tu fossi per me una persona speciale, uno con cui posso aprirmi senza paura di essere fraintesa o presa in giro… so che tu lo puoi essere… se poi ci scappa una bella scopata come oggi… bè, sarò ancora più felice… ma stanotte tienimi con te, ti prego… anche se non facciamo niente… voglio dormire stretta a te”.

Dopo tutte le cose carine che mi aveva detto non potevo rifiutare, per cui accettai la proposta. Irene si fece portare a casa per prendere un minimo di biancheria pulita, approfittando del fatto che a quell’ora le sue colleghe di appartamento erano tutte fuori. Io intanto chiamai Enrica e Sara per avvisarle che sarei tornato con lei.
Enrica mi fece una strana impressione, la sentivo tesa; comunque mi disse che Sara sarebbe purtroppo dovuta andare via per un impegno importante; mi fece i complimenti per la mia performance del pomeriggio e mi incoraggiò a fare altrettanto nella notte; lei mi avrebbe ammirato con piacere e … “vedrai che ti faccio una bella sorpresa”.
Quest’ultima frase mi lasciò interdetto: non riuscivo a immaginare cosa avesse in mente. In ogni caso le mie due amiche in fatto di sesso mi avevano abituato in passato a sorprese piuttosto fantasiose ed eccitanti, così quando Irene tornò in macchina non pensai più alle parole di Enrica: ero sicuro che comunque sarebbe stata una notte eccitante.
In macchina ci stuzzicammo reciprocamente toccandoci e raccontandoci ciò che avremmo fatto di lì a poco.
Arrivati a casa, però, ci trovammo di fronte Enrica. Il volto di Irene praticamente divenne di tutti i colori, io stesso ero piuttosto sorpreso e per qualche attimo rimasi senza parole.
Enrica invece fu piuttosto cordiale; ci disse di accomodarci mentre raccontava che l’indomani ci sarebbe stato uno sciopero dei controllori di volo e quindi era stata costretta a tornare precipitosamente a casa.
“Ma voi… come mai siete qui… non mi avevi detto che saresti restato anche stasera, e… Oh! ho capito… accidenti, ho interrotto un têt a têt, vero porcellini? … mi spiace… Irene, non essere imbarazzata dai, sono una donna anch’io e… bè, Donato… insomma, vale la pena lasciarsi andare con lui… bè, non dite niente? … avanti non è mica la fine del mondo… guarda Irene che io non mi scandalizzo mica e comunque Donato per me è una persona speciale e sa che a casa mia può fare qualunque cosa… anche portarsi una ragazza per fare l’amore… Oh, dai, devo cambiarmi, vieni di là che dobbiamo parlare da donna a donna”.
Mi lasciarono solo in salotto. Avevo già capito dove voleva arrivare Enrica: rimasta sola non aveva voglia di guardarci soltanto fare l’amore, voleva partecipare. La cosa mi preoccupava parecchio perché non ero sicuro delle reazioni di Irene. Avevo comunque fiducia in Enrica che è una donna molto equilibrata e che conosceva ormai benissimo Irene; da psicologa qual’era aveva parlato a lungo con lei prima di decidere che avrei potuto portarmela a letto senza provocarle traumi.
Così attesi fiducioso il ritorno delle due ragazze. Irene venne a sedersi vicino a me sul divano mentre Enrica disse che avrebbe preparato qualcosa per cena. Irene sembrava tranquilla. Mi sorrise e poi a bruciapelo: “… e così tu ed Enrica siete anche amanti… ”
“Cosa? ! ”
“Dai, so tutto… me l’ha detto chiaramente… ho capito che lei è per te quello che vorrei essere anch’io, un’amica specialissima ma anche un’amante appassionata quando abbiamo voglia di sesso… ricordi? Te ne parlavo poco fa… ”
“Guarda che io ti considero già una persona speciale… ti da fastidio che ci sia gia Enrica nella mia vita? ”
“No… in fondo lei è arrivata prima di me… l’intrusa in questo caso sarei io… ”
“Vuoi andartene? ”
“… Non so… devo decidere… certo, nonostante tutto, stasera mi darebbe fastidio che tu resti con lei… ”
“Per noi è una cosa abbastanza normale… ”
“Lo so, ma… insomma mi è rimasta una tale voglia di te… mi ero fatta un certo programmino per stanotte… no, non posso arrendermi così… se tu resti qui resto anch’io… a qualunque costo! ”
“Ma… cosa vuoi dire? ”
“Enrica è stata chiara: se voglio te… devo prima… devo essere anche sua! ”
“Me l’aspettavo… non devi giudicarla male, sai… lei ogni tanto è attratta anche dalle donne… è fatta così… ma ti prego, resta solo se sei completamente convinta di quello che stai facendo… non voglio che tu stia male per una scopata in più”
“… Oggi stato meraviglioso! … Ti voglio ancora! … anche se devo dividerti con lei… ”

La voce di Enrica che ci annunciava la cena pronta interruppe i nostri ragionamenti. La raggiungemmo in cucina e iniziammo, tutti un po’ imbarazzati, a mangiare. Nonostante tutto man mano che passava il tempo l’atmosfera si fece più rilassata, grazie soprattutto ad Enrica che fece di tutto per metterci a nostro agio.
Quando Enrica introdusse l’argomento sesso, capii che anche quella notte sarebbe stata da ricordare perché Irene si dimostrò immediatamente molto spigliata nella conversazione e per nulla intimorita dalla presenza di un’altra donna, anzi, alla fine le due sembravano vecchie amiche molto intime che si confidavano esperienze e sensazioni.

“… Allora, vi siete dati da fare sul mio letto oggi, è completamente sfatto… immagino che ti abbia fatto impazzire, vero Irene? ”
“Cavoli! … ho visto le stelle, non ricordo nemmeno quanti orgasmi ho avuto… ”
“Posso immaginarlo, lui è così attento al piacere della donna… sa dove toccarci, cosa ci piace di più… ricordo la prima volta che abbiamo fatto l’amore, nella sua macchina.. io non prendevo la pillola e non avevamo preservativi… bè, mi eccitò tanto con le sue carezze che fui io stessa a supplicarlo di scoparmi… e non me ne pentii, un orgasmo travolgente! ”
“Già… mi è successa la stessa cosa oggi… ad un certo punto prenderlo dentro era la cosa più importante al mondo e lui è stato grande, magnifico… tutto il palazzo avrà sentito le mie urla mentre godevo! … è per questo che lo voglio ancora”.
“A qualunque costo? ”
“A qualunque costo! ”

Enrica prese per mano Irene conducendola al centro della stanza, le afferrò la nuca con le mani attirandola a sé per poterla baciare in bocca. Irene strabuzzò gli occhi rimanendo rigida. Mi fissò con uno sguardo smarrito mentre Enrica continuava a mordicchiarle le labbra cercando di penetrarle con la lingua. Intanto percorreva il corpo di Irene con le mani soffermandosi in modo particolare sui glutei che strinse e palpò a lungo. Quando la sua mano si infilò in mezzo alle cosce per afferrarle la fica, Irene sospirò e le sue labbra si schiusero accogliendo la lingua di Enrica che così poté finalmente baciarla a bocca piena e con grande piacere a giudicare dai suoi mugolii.
Ben presto Irene si lasciò andare, vinta dalle sapienti carezze di Enrica ormai era pienamente coinvolta in quel gioco tra donne per lei del tutto nuovo. Le lingue saettarono l’una contro l’altra a lungo e poi si tuffarono l’una nella bocca dell’altra; le mani di entrambe frugavano in mezzo alle cosce dell’altra, alla ricerca del sesso, a dare e ricevere piacere.
Enrica era raggiante per essere riuscita a conquistare Irene: “lasciati spogliare… voglio carezzare e leccare la tua pelle nuda… vedrai che io e Donato ti faremo impazzire di piacere… ma prima ti voglio tutta per me… voglio il tuo corpo da succhiare… voglio la tua lingua nella mia fica! … Uhmmm! Che bel culo che hai! … si sente ancora l’odore che vi ha lasciato il mio cazzo preferito… te lo lecco… Uhmmm! … ”
“Ohhhh! Io… io… Oh, al diavolo… è meraviglioso… leccalo, si… sei più brava di Donato… Uhmmmm! , anche sulla fica… siiiiiii… ancora…. Fammi godere, dai… voglio sborrarti in faccia… ”

Irene non ci mise molto ad arrivare all’apice del piacere che raggiunse con la testa sulle mie gambe poiché nel frattempo mi ero avvicinato alle due ragazze e, inginocchiatomi, avevo carezzato il viso e la fronte di Irene per tutto il tempo che Enrica l’aveva succhiata.
Mi chinai a baciarle lievemente le labbra rimarcando la mia felicità per la sua decisione di fare l’amore con noi e lei mi rispose che per avermi ancora avrebbe fatto qualsiasi cosa confessandomi, peraltro, che Enrica era stata meravigliosa e che era sicura che anche quelle esperienza sarebbe stata per lei un ricordo bellissimo visto come era cominciata.
Enrica intanto venne a sedersi sul petto di Irene offrendo la fica alle sue labbra e le sue alle mie. Mentre mi baciava appassionatamente ed Irene leccava per la prima volta una donna, liberò il mio cazzo dai pantaloni cominciando a menarlo proprio davanti agli occhi della nostra amica.
Irene era ormai completamente partita sui sentieri del piacere. Mentre leccava Enrica, infatti, aveva allargato le cosce e si sditalinava con un ritmo frenetico.
Enrica mugolava sempre più forte e si agitava sempre di più sulla bocca di Irene. Mi strinse forte il cazzo, gorgogliando nella mia bocca, quando l’orgasmo la prese facendola fremere di piacere.
Ancora vogliosa si distese sul corpo di Irene baciandola e sfregando i seni e il pube su di lei alla ricerca ancora del piacere. Era uno spettacolo magnifico: le due ragazze si rotolavano in modo da essere a turno sull’altra a dettare il ritmo delle carezze; le mani percorrevano i corpi tremanti dal piacere; le dita si insinuavano in ogni orifizio; le bocche leccavano ogni centimetro di pelle.
Lasciai che continuassero a giocare tra di loro ammirando i loro movimenti e le posizioni che assumevano. Dopo essersi agitate freneticamente a lungo le due ragazze si allacciarono in un focoso 69. era stupendo ascoltare i loro gemiti ed i piccoli rumori provocati dalle lingue profondamente infilate nei loro sessi madidi di umori.
I gemiti a poco a poco aumentarono di intensità, come un suono prolungato che all’inizio senti appena e poi, poco a poco, si fa più forte fino a diventare quasi insopportabile.
Venne prima Irene, sopraffatta dalla bravura di Enrica, con lunghi, deliziosi gemiti. Quando si fu ripresa dall’orgasmo si dedicò con passione a rendere il piacere ad Enrica mangiandogli letteralmente la fica, cosa che Enrica gradì moltissimo a giudicare dai suoi lamenti quando ebbe a sua volta l’orgasmo.
Naturalmente io ero ormai eccitatissimo e sarei volentieri saltato addosso ad una delle due ragazze per sfogare la mia voglia, ma sapevo che il gioco dovevano condurlo le due ragazze visto che loro, ed in particolare Enrica, l’avevano iniziato. Sapevo che comunque non me ne sarei affatto pentito.
Difatti non appena i loro respiri tornarono alla normalità Enrica si rivolse a Irene:
“Sei stata bravissima… magnifica… meriti un premio… dimmi, che cosa vuoi? ”
“… Voglio… voglio Donato! … voglio il suo cazzo… voglio menarlo… succhiarlo… voglio fotterlo… e poi farlo sborrare nella mia bocca… ma voglio anche te… lui mi ha fatto godere tanto oggi e tu ora mi hai fatta impazzire… voglio che mi prendiate insieme… voglio che lui mi fotta e tu mi accarezzi mentre mi godo il suo cazzo… Ohhh! , fatelo, vi prego… prendetemi come volete… dove volete! ”
“È tuo, vieni… lo spoglio io per te… guarda che cazzo duro che ha! … vieni a leccarlo… così, sulla punta… scendi ora… anche le palle, si… brava… sei una gran porca… scommetto che non vedi l’ora di ingoiarlo tutto, vero? … dai… spompinalo… a lui piace da matti la bocca… attenta però a non farlo venire… oggi lo hai fatto stancare di sicuro e dobbiamo tenerlo buono se vogliamo gustarcelo a lungo… non andare troppo veloce, altrimenti si eccita troppo… dammelo un po’ a me… ti faccio vedere… Uhmmm! … ecco, lentamente… senza… stringere troppo con le labbra… fermati poi, ogni tanto, a leccarlo… sulla punta o lungo l’asta… e poi riprendi ad andare giù… e su… dai… fammi vedere… brava! … impari presto… diventerai una bravissima pompinara… Donato te lo darà sempre volentieri… ma ricorda che lui è il mio uomo, quando farai l’amore con lui voglio esserci anch’io… ora impalati su di lui… rivolta verso di me, così potrò leccarvi… lentamente… brava… guidalo con le mani… ”

Irene si impalò completamente sul mio cazzo mugolando forte per il piacere che provava. Le afferrai le natiche per aiutarla ad andare su e giù sul mio palo mentre Enrica cominciò a lavorare di lingua leccando dalle mie palle alla sua clitoride. Dopo qualche minuto le parti si invertirono e mi ritrovai Enrica a spegnimoccolo mentre Irene ci leccava i sessi con grande passione.
I giochi si susseguirono a lungo conditi dalle oscene frasi di incoraggiamento che ciascuno dava agli altri e dagli orgasmi delle due ragazze che, aiutandosi tra di loro, riuscirono a godere più volte senza fare arrivare anche me al limite dell’orgasmo.
Accoccolate con le bocche vicino al mio cazzo, che slinguazzavano ancora, sembravano, ora, paghe degli orgasmi avuti. Ma il gioco non era ancora terminato.
Di li a poco, infatti, Enrica tirò fuori il suo fallo di gomma con le cordine. Se lo legò in vita e cominciò a stuzzicare Irene prima strusciandoglielo sulle labbra e poi nell’incavo e sui capezzoli dei seni; lentamente, cominciò a scendere sul suo corpo. Irene, fissandola vogliosamente, allargò le cosce e lasciò che Enrica affondasse la verga nella sua fica accogliendola con un lungo sospiro.
La chiavò a lungo, lentamente, strappandole gemiti e frasi che Irene stessa mai avrebbe immaginato di poter dire ad una donna. Inchiodata sotto i colpi di Enrica, chiedeva di essere presa più in fondo, più forte, fino a farsi spaccare la fica.
Ad un tratto Enrica si girò in modo da farsi cavalcare da Irene. Ammirò per un po’ i movimenti della ragazza che si agitava scompostamente sul dildo e poi l’attirò a se per farsi baciare.
L’invito era esplicito: avevo a disposizione, di nuovo, il bel culetto di Irene. Corsi a recuperare la vasellina e cominciai subito a lubrificarle l’ano provocandole un improvviso irrigidimento.
“Cosa c’è? ” chiese Enrica facendo finta di non capire.
“Mi… mi sta penetrando con le dita… nel cuuuuloooo… ”
“E ti piace, vero porcona? ”
“cazzo… se mi piace! … dai… dai, don… voglio il tuo cazzo… fottimi il culo come oggi… Ohhhh! Fatemi sentire tutta piena… Uhmmm! … eccolo! … sta entrando… cazzo, fa male! … fermati Enrica, ti prego… aspetta che lo prenda tutto dentro… ahia! … che male… no, non ti fermare… mi piace… Aaaaaaahhhhhhh! … cazzo, mi ha sfondata di nuovo… lo sento tutto dentrooooo! … chiavatemi ora… fottetemi senza pietà… voglio godere ancora… ! ”

Irene continuò ad incitarmi a lungo. Nonostante il dolore che provava la voglia di sperimentare la sensazione unica di sentirsi riempita completamente in tutti e due i buchi la rendeva estremamente vogliosa, porca fino all’estremo, come lei stessa affermava.
Da parte mia nonostante non fossi proprio in gran forma, data la giornata faticosa, tuttavia traevo estremo piacere dalle espressioni sensuali e scurrili delle mie due amanti.
Coordinati i movimenti Enrica ed io ci dedicammo completamente al piacere di Irene scopandola con ritmo regolare, assecondandone i desideri che non smetteva di esternare. La sua fica e il suo bel culetto erano intrisi di umori e provocavano piccoli suoni di risucchio ogni volta che venivano penetrati a fondo. Le nostre mani vagavano su quel corpo voglioso di carezze. Le nostre lingue si intrecciavano vorticosamente a sottolineare baci sempre più lascivi. Le nostre parole incitavano ad abbandonarsi completamente al piacere.
Fu un amplesso meraviglioso, interamente partecipato da ciascuno di noi.
Irene venne mugolando sulla bocca di Enrica e, subito dopo, si abbandonò, esausta, sul suo corpo. Rimasi ad ammirare per un po’ le mie splendide amanti che si baciavano teneramente sulle labbra, poi, fatte sdraiare l’una di fianco all’altra, mi inginocchiai tra le loro gambe, guidai la mano di Irene sul mio cazzo duro, bagnai con gli ultimi, tenui, spruzzi di sperma i loro corpi ancora ansanti.

Dopo una doccia ristoratrice tornammo a letto dove chiacchierammo a lungo raccontandoci le nostre impressioni e le nostre emozioni e ripromettendoci di ripetere ancora quella meravigliosa esperienza.
Ero completamente esausto, ma le ragazze non erano ancora paghe. L’ultima immagine dal vivo di quella notte fu per me la visione di Enrica che penetrava ancora Irene… mi addormentai cullato dai loro sospiri. FINE

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