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L’inizio del baratro

Stefania restò ferma ad osservare gli ultimi esercizi di quei baldi giovanotti.
Finite le serie di esercizi, gli passarono davanti di corsa, per dirigersi alle docce.
Tutti la osservarono. Era davvero sexy, e le gambe, ben tornite, fasciate da quelle calze marrone scuro, finissime, erano l’obiettivo principale dei commenti.
Jury si accorse per ultimo di Stefania.
La osservò un attimo, poi le si avvicinò con il solito fare deciso; :
“Ehi Stefy, come mai da queste parti? Il maritino ti lascia andare in giro da sola? ”
Stefania avrebbe voluto rispondergli per le rime, ma rimase stranamente in silenzio.
Jury l’accarezzò e proseguì con il solito metodo strafottente:
“Cosa vuoi carina? Un’altra ripassata alla carrozzeria? ”
Che ci faceva lì? Cosa realmente voleva fare?
Jury la prese per mano, e la portò nel suo studio.
Era tutto sudato, il risultato di una sera di duro lavoro.
Il suo odore di sudore era quasi insopportabile.
La canottiera rossa, era tutta macchiata di sudore, ma a Stefania quest’odore riempiva le narici, portandola ad eccitarsi.
Lei lo seguì docilmente; forse era questo che cercava.
Una volta giunto nell’ufficio, Jury l’abbracciò violentemente, e la baciò.
Stefania lasciò fare, come un automa.
Jury la prese saldamente per le natiche, e la strinse forte a se, accorgendosi subito che era senza mutandine:
“Sei già arrivata pronta all’uso? ” e dicendolo le infilò un dito nella vagina, estraendolo bagnato “Sei una gran cagna Stefy… ”
Avrebbe voluto dirgli “stronzo”, ma Stefania sapeva assai bene che era pericoloso ogni offesa. Jury non le tollerava.
“Dimmi Stefy, cosa vuoi? Scopare? A notare da come sei combinata, e dagli umori che fuoriescono dalla figa, si direbbe di si. Vero? ”
Stefania, in preda ad uno stato di semi incoscienza, rispose:
“Soldi. Ho bisogno di soldi”.
Jury restò come folgorato.
La bella Stefania, vestita sempre con griffe firmate, ora pretendeva di vendere il suo bellissimo corpo per soldi.
La guardò, in principio incuriosito, poi divertito.
“Stefy, hai trovato proprio l’uomo che fa per te. Questa sera ti faccio guadagnare bene! ” e detto questo la prese di peso, e trascinandola per un braccio la portò negli spogliatoi degli uomini.
Lo spogliatoio era invaso dal vapore dell’acqua calda, e dentro si trovavano i 15 ragazzi della palestra, alcuni completamente nudi, altri stavano ancora svestendosi.
Jury piombò dentro come una furia, trascinandosi dietro Stefania:
“Ragazzi! Ho una proposta da farvi! ”
I ragazzi imbarazzati da quell’intrusione, si nascosero le parti intime e si bloccarono.
“Questa è Stefania. Guardate che bellezza! ” e così facendo la fece roteare velocemente su sé stessa, facendo in modo che la corta gonna si sollevasse, e mostrasse il nudo culo e la peluria.
I ragazzi restarono in silenzio, ad osservare quella bionda sorridente che aveva appena mostrato le sue grazie più nascoste.
“Che ne dite? Bella vero?
Bene, questa bella ragazza ha dei problemi finanziari.
Credo che potremmo aiutarla vero? ”
Non ebbe bisogno di dire altro, la situazione era già chiarissima, ed ogni allusione era sprecata.
I ragazzi si alzarono e si avvicinarono.
Stefania, sebbene sorridente, ebbe un momento di timore. Erano una quindicina, e tutti messi bene. Potevano rovinarla, e disse timidamente:
“Andiamoci piano, siete in troppi… ”
“Non ti preoccupare Stefy. ” la rassicurò Jury, “vedrai che ce la farai a sistemarli tutti. Poi abbiamo tutto il tempo che vogliamo… ”
Le mani cominciavano a toccarla dappertutto, ed inutilmente lei cercava di ripararsi qualche parte del corpo.
I ragazzi la presero, e la portarono in palestra.
Sistemarono dei tappeti, usati per gli esercizi al cavallo, e la adagiarono sopra.
Lei cercava di contenere la loro furia, ma non ci riusciva.
Sentiva le loro mani dappertutto, ed in breve fu bloccata.
Un giovane aveva già estratto il suo cazzo, le si stava avvicinando alla sua bocca.
Lei istintivamente l’aperse, e si trovò con un cazzo di un perfetto sconosciuto in bocca.
Un altro, mentre altri due la tenevano bloccata, si era infilato tra le gambe, e la stava leccando, incitato dagli altri compagni.
Il vestitino grigio, era ora arrotolato sui suoi fianchi, mentre altri ragazzi la leccavano sui piccoli seni, sulla pancia, sul collo.
Dei ragazzi guardavano lo spettacolo, tutti con il cazzo in mano, in attesa del loro turno.
Stefania cominciava ad essere preoccupata.
Non aveva mai fatto l’amore con più di una persona.
Ora, doveva far fronte a 15 ragazzi che non conosceva, ma oramai non poteva tornare indietro…
Il ragazzo che la stava leccando ora, stava infilandosi un preservativo, e poco dopo la penetrò.
Intanto il suo ritmo con la bocca aveva cominciato ad aumentare, finché non sentì la calda sborra entrarle in bocca.
Estrasse subito il cazzo, e la sborra cominciò a scenderle dalle labbra, e subito un altro cazzo si presentò davanti al suo naso.
Si sentiva sbattuta in tutti i sensi.
Vedeva cazzi protesi tutt’intorno a lei.
Pensò per un attimo a Luca ed alla sua fedeltà durata due anni, poi Jury, Rachid, ed adesso tutti quei ragazzi.
La presero, e la misero alla pecorina, riuscendo così a toglierle anche il piccolo vestito grigio.
Cominciarono a penetrarla con violenza, spingendosi, offendendosi, litigando su chi toccava scoparla.
Lei, continuava a succhiare, ed a toccare cazzi e palle.
Sembrava che non finissero mai.
La figa era diventata caldissima e larghissima. Lo stato d’eccitazione stava pian piano prendendo il posto di tutte le paure.
Ora non aveva più altri pensieri, se non quello di godere.
Sentì che stavano anche per incularla, e si piegò maggiormente per agevolare l’introduzione, continuando a succhiare il cazzo di un altro ragazzo.
Sentiva la sborra scendergli dai capelli. Qualche porco si era masturbato, e gli aveva scaricato la sua roba sui capelli.
La rigirarono, ed un ragazzo s’infilò di sotto, inculandola.
Altri ragazzi erano pronti a prenderla davanti.
Lei aprì oscenamente le cosce.
Si fermarono a vedere quella chiara peluria.
La accarezzarono leggermente, poi un ragazzo si buttò sopra di lei, e sai sentì come una fetta di salame in mezzo a due pezzi di pane.
Si sentì sbattuta come non mai, mentre un altro le stava sborrando sul viso.
Era tutta impiastricciata, ma non ci pensava.
Quando sentiva una goccia che stava per cadere, istintivamente cercava di catturarla con la lingua.
I due ragazzi furono sostituiti da altri due, e così via.
Cominciava ad avere orgasmi a ripetizione. Era entrata perfettamente nella parte, ed ora non aveva altro nella testa che portare felicemente, e neanche tanto velocemente, al godimento tutti e 15 i ragazzi.
Aveva comunque fatto i conti senza l’oste.
Infatti, quasi tutti vollero il bis, e si ritrovò in bocca od in figa, ancora gli stessi cazzi.
Non ci fece caso, e continuò a succhiare ed a sobbalzare seguendo il ritmo che le imponevano.
Le calze erano scese fino alle calcagna, e sentiva distintamente i baci e le carezza che arrivavano in continuazione sulla nuda pelle.
I ragazzi ridevano, e si lasciavano andare in sconce considerazioni.
Era proprio una troia. Come definire una ragazza, sposata, che si faceva sbattere per più di due ore da 15 sconosciuti?
Era entrata alle 22, 00, ed all’1, 00 circa, Stefania si ritrovò libera.
I ragazzi erano tutti in piedi, che osservavano il suo corpo disteso ancora sul grosso materasso della palestra.
Jury fece un segno, ed ecco che tutti si avvicinarono, esibendo i preservativi che avevano usato.
Chi non le aveva sborrato in faccia, aveva mantenuto la sua sborra dentro il preservativo, ed ora, quel porco di Jury li stava invitando a ricoprire il corpo di Stefania con quel contenuto.
Non ne fu scandalizzata, anzi, incredibilmente si portò la mano sulla figa, oramai martoriata, e cominciò a masturbarsi davanti a tutti, mentre a turno le svuotavano i serbatoi dei preservativi su tutto il corpo.
Finito quel lavoretto, la salutarono, e si diressero nuovamente verso gli spogliatoi.
Stefania, tutta imbrattata di sborra, fece in tempo ad avere un altro, ulteriore orgasmo, e si lasciò andare completamente, chiudendo gli occhi.
La risvegliò Jury, con un poco gentile: “Cazzo Stefy, muoviti che mia moglie si starà chiedendo dove sono andato a finire! ”
Stefania si alzò con difficoltà. Ora gran parte del corpo, oltre che essere appiccicoso, era tutto indolenzito.
Era stata una dura battaglia, ed ora il corpo cominciava a mostrarne gli evidenti segni.
“Ma devo lavarmi… ”
“Datti una risciacquata alla svelta. Muoviti cazzo! ”
Stefania raccolse il vestito, tentò di riassestarsi le calze, che erano tutte uno strappo, e si avviò velocemente a darsi una risciacquata al viso ed al corpo.
Jury la sollecitava, e dovette uscire con la maggior parte del corpo tutto sporco.
Usciti Jury gli diede una busta dicendole:
“Ecco quanto ho raccolto. I ragazzi sarebbero interessati ad altri incontri ravvicinati… Sei proprio una troia Stefy… ” e se ne andò velocemente a casa.
Stefania, con la busta tra le mani, si diresse a casa.
Erano quasi le due, ed in giro in periferia non c’era anima viva.
Chissà se Luca era tornato?
Come poteva giustificare a Luca la sua assenza?
Eppoi, era ancora piena di sborra. Camminando sentiva il vestito che ancora gli si appiccicava addosso, mentre le calze, tutte smagliate, cadevano in continuazione lungo le sue belle gambe.
Al solo vederla Luca avrebbe intuito…
Intuito cosa? Certamente non poteva intuire che lei si era fatta sbattere da 15 baldi giovanotti! Ma certamente avrebbe capito che qualcosa di estremamente grave era accaduto.
Il suo aspetto non poteva lasciare dubbi.
Entrò in casa piano, e fu felicemente sorpresa di non trovare Luca.
Forse era andato a cercarla?
Comunque ora doveva fare in fretta, e si gettò sotto la doccia.
Mai doccia fu così goduta… Si lavò via ogni segno di quella pazza notte.
Uscì in fretta, e si diresse a letto.
Sopra il letto la busta che le aveva consegnato Jury. Stefania la prese in mano, la osservò attentamente, poi l’aprì. Uscirono 15 banconote da 100. 000 lire.
Il lavoro era stato duro, piacevole e remunerativo…

Luca aveva già finito la sua sigaretta, quando, alle 22, 00 precise, Tatiana gli ordinò di seguirla.
Lui in silenzio, attraversò il buoi parcheggio, ed entrarono assieme nell’Hotel.
Senza dire una parola, raggiunsero le camere.
Tatiana fece appoggiare Luca al muro, e bussò.
La porta si aprì, e furtivamente Tatiana entrò.
Luca cominciava a sentirsi a disagio, ma non ebbe il tempo di maturare alcun altro pensiero, perché Tatiana riaprì la porta, e gli fece segno di entrare.
“Io vado. Ora tocca a te… Se qualcosa non funziona, io sono di sotto fino alle 22, 15. ” e lo guardò con commiserazione.
Luca si sentì morire dalla vergogna.
La porta si richiuse, e Luca si trovò all’interno di una camera d’hotel, con le luci talmente basse, che dovette aspettare alcuni secondi, prima di riuscire a mettere a fuoco l’interno.
Avanzò timidamente, e si arrestò all’inizio della camera da letto.
Seduta, con le gambe accavallate, sigaretta in mano, una donna, con il viso nell’ombra.
Ci fu un attimo di silenzio glaciale, in cui Luca provò un profondo senso di disagio, finche la donna, con una robusta voce gli ordinò di avanzare:
“Vieni avanti, fatti vedere”.
Una mercanzia. Si sentì trattato come una melanzana davanti al consumatore.
Vide la donna dare aspirare dalla sigaretta e rilasciare un’enorme quantità di fumo.
Si sentiva osservato, scrutato in ogni particolare.
La donna si alzò e gli si avvicinò.
Era oltre la quarantina.
Bionda, con una permanente “pesante”, con tanti “boccoli” di capelli artificiali.
Era abbastanza robusta, con un sedere ben visibile e due grossi seni.
Indossava una gheppierre nera, ma non portava calze, ed era scalza.
Non era una vera e propria bellezza, ed il modo di fare era grossolano.
“Carino” disse, facendo arrossire Luca, che continuava a sentire sempre più la situazione di disagio.
“Mi chiamo Angela, e tu? ”
“Luca”
“Bene, che ne dici farmi vedere la mercanzia? ”
Luca ebbe un sussulto. Avrebbe voluto aprire la porta e scappare, ma invece, armeggiò con i jeans e si trovò in mutande.
Angela, stando seduta sul letto, allungò la mano e tastò:
“Qualcosa c’è, ma credo che dovrò lavorarci su per ottenere un risultato degno di nota… Che ne dici di una lavatina prima? ”
Era capitato bene. Era un’igienista.
Fece segno di sì con la testa, e si portò in bagno.
Appena dentro si guardò nello specchio, e si fece parecchio schifo.
Come mai era lì, cosa ci faceva?
Maledetta Stefania, e la sua voglia di apparire quella che non è.
Maledetti soldi, e maledetto questo mondo di merda!!!
Si calò i pantaloni, si tolse le mutande e cominciò a lavarsi.
Si sentiva un oggetto, e la cosa lo stava preoccupando.
Ritornò in camera.
La donna era già a letto, stesa sopra le coperte, su un fianco, che aspettava la sua uscita:
“Bello il mio Luca… Vieni qui, che diamo un assaggio. ”
Luca si portò vicino ad Angela, e questa prese in mano il cazzo, completamente moscio di Luca:
“Vediamo se siamo capaci di farlo resuscitare… ” e cominciò a dargli dei piccoli baci sulla cappella. , dopodiché se lo infilò in bocca.
Lentamente Luca sentì il sangue riscaldarsi, ed arrivare l’eccitazione.
Angela ora era seduta ai margini del letto, e lo stava spompinando, tenendolo per le nude natiche.
Aveva una grande bocca calda Angela.
Luca le toccò gli enormi seni, che erano ancora stretti nella gheppierre, e lei aumentando il ritmo, gli fece capire che apprezzava il gesto.
Infilò una mano nella gheppierre, ed andò a strizzare un capezzolo.
Angela cominciò a succhiare avidamente il cazzo, che intanto cominciava ad avere una certa consistenza.
Angela si staccò dal cazzo, e si distese sul letto:
“Tocca a te, bel morettino. Ora leccamela… ”
Luca guardò quell’enorme figa pelosa che aveva di fronte, situata in mezzo a due cosce grosse e un po’ flaccide.
Si inginocchiò, fece un sospiro e si butto in apnea.
Appena affondò la lingua nella figa, l’odore lo investì completamente. Com’era diverso quell’odore da quello di Stefania!
Amava leccare Stefania al naturale. Non voleva che andasse a farsi un bidè. Voleva leccarla così, con il suo vero odore. Quella donna, che aveva preteso la perfetta pulizia intima di Luca, non aveva usato la stessa premura, ed ora Luca sentiva l’odore acre di umore misto urina, che cominciavano a farsi largo nel suo naso.
Affrettò l’andatura per finire prima.
Cominciò a morderla delicatamente, e il gesto fu accolto con una stretta di cosce che lo costrinse a fermare il lavoro, ed aprire completamente la bocca per riuscire a respirare.
Oramai l’odore non gli dava più fastidio, tanto ne era pieno, per cui, cominciò a lavorare con calma, mentre Angela cominciava a gemere ed ad accarezzargli i capelli.
“Fottimi ora, fottimi bastardo! ” gridò Angela.
Luca non chiedeva di meglio. Estrasse la sua faccia da quella morsa, ed aiutò Angela a piazzarsi in mezzo al letto.
Si avvicinò, ma Angela lo bloccò:
“Mettiti il preservativo. Non vorrei beccarmi qualche brutta malattia. Va bene che mi hanno garantito che è la prima volta per te, ma non si sa mai… ”
Questa richiesta ebbe il risultato di riportare alla cruda realtà Luca.
Prese la scatola dei preservativi dalla tasca dei jeans che aveva lasciato in bagno, e cominciò ad infilarselo, mentre Angela si dimenava, cominciando a toccarsi.
L’operazione durò troppo per Angela, che protestò:
“Ti muovi, o sei imbranato? ”
“Mi scusi” mormorò Luca “ma non sono molto pratico con questi aggeggi. Ho sempre scopato senza… ”
Angela si rimise a sedere, e lo tirò a sé. Con poche abili mosse gli mise il preservativo, poi, visto che l’operazione aveva causato un notevole danno all’erezione di Luca, si rimise al lavoro con la bocca.
In poco tempo, il cazzo di Luca era ritornato in tiro, ed Angela lo osservò soddisfatta:
“Ora fammi vedere cosa sai fare con quest’arnese”.
Non gli piaceva come Angela parlava.
Troppo sboccata, troppo “grezza” e volgare.
Anche i modi con cui si muoveva.
Si buttò sul letto, aprì le cosce, e con le dita si allargò la vagina.
C’era poco di sensuale e di sexy in quei movimenti. Una donna volgare, scialba, poco attraente, ma lui era lì, e doveva scoparla.
Si mise sopra di lei, ed affondò il suo cazzo dentro quella larghissima figa.
Cominciò a scoparla, dapprima con un ritmo lento, avendo cura di “ruotare” per far sentire maggiormente il suo cazzo all’interno della figa, e poi, aumentando il ritmo.
Lei cominciò a respirare sempre più affannosamente, e a baciarlo con una foga particolarmente selvaggia.
Da quanto tempo non scopava?
Dalla foga e dall’agitazione, sembrava che non vedesse un cazzo da parecchio tempo.
Gridò il suo orgasmo, sempre però ordinando a Luca di continuare più forte il suo ritmo.
Luca spingeva sempre più forte e sempre più velocemente.
Era oramai coperto di sudore, ma non rallentava il ritmo. Voleva farla godere fino a sfinirla e meritarsi la giusta paga.
Lei lo tratteneva per i fianchi, e non mollava la presa.
Alzava le gambe, e seguiva il suo ritmo, mugugnando e proferendo imprecazioni e volgarità:
“Scopami bastardo… Scopami più forte… Guadagnati la marchetta…. Dai, marchettaro…. Fottimi che ti pago… Pago io, brutto bastardo… Ti pago perché tu mi scopi… Più forte!!! ”
Luca eseguiva con sempre più veemenza gli ordini, fin quando fu prossimo a godere.
Pensando di fare cosa gradita, estrasse il cazzo, lo liberò dal preservativo, e si mise a masturbarsi davanti al viso di Angela.
Il getto colpì il viso grassoccio di Angela, che chiuse gli occhi e la bocca schifata.
“Ma che… Sei impazzito? ” gridò, sputando in giro, e pulendosi la bocca con il braccio.
Luca restò immobile.
“Chi credi che io sia? Una semplice baldracca? Ora puliscimi idiota! Ti ho pagato perché mi scopassi e mi dessi un po’ di piacere con quel tuo piccolo cazzo, e non perché potessi imbrattarmi la faccia! ”
Lo prese per i capelli, e lo costrinse a leccarle il viso ed i seni sporchi di sborra.
Luca non l’aveva mai fatto, ma intimorito dalla donna, e la paura di aver sbagliato, con il pericolo di un danno al pagamento, cominciò a pulirla per bene.
Che sapore strano aveva la sborra!
Ne aveva fatta ingurgitare a chili a Stefania, eppure lui non l’aveva mai assaggiata.
Leccò tutto, compreso il braccio che era servito come “salvietta”, dopodiché si fermò a guardare Angela.
Angela si aveva già accesa un’altra sigaretta, ed ora fumava tranquillamente.
Era sdraiata, con i seni cadenti fuori dalle gheppierre.
Luca si sedette su un angolo della stanza, con il cazzo moscio tra le gambe, in attesa di un ordine.
Angela fumò la sua sigaretta, poi lo guardò e lo chiamò con un gesto vicino a sé:
“Che dici mio bel bambino… Ce la fai a farne un’altra? ”
Luca si alzò, e come un automa si accomodò sul letto sfatto.
Quando uscì dalla stanza dell’Hotel, era quasi l’una.
Non aveva voglia di andare a casa, e si sedette al bar a bere un caffè.
In tasca aveva 500. 000 lire, ed ora il problema della rata della macchina era praticamente risolto.
Restava il problema che a casa Stefania reclamava soldi.
Era immerso nei suoi pensieri, quando vide Angela passargli vicino.
Non lo degnò di uno sguardo, e proseguì dritto.
Luca si sentì ancora una volta umiliato.
Era stato pagato per scopare con quella donna ormai sfatta.
La guardò salire sulla Mercedes luccicante, elegantissima, truccatissima, e velocemente uscire dal parcheggio.
Finì il caffè, ed uscì a sua volta.
Doveva ritornare a casa.
Quando entrò e trovò la cucina ancora sporca e piena di spaghetti, non si fece domande.
Finì sotto la doccia, a pulirsi da tutta la saliva che quella schifosa gli aveva riversato addosso.
Voleva solo dormire e prepararsi per un’altra giornata di lavoro.
“Domani” pensò coricandosi accanto a Stefania “è un altro giorno… ” FINE

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Luce bassa, notte fonda, qualche rumore in strada, sono davanti al pc pronto a scrivere il mio racconto erotico. L'immaginazione parte e così anche le dita sulla tastiera. Digita, digita e così viene fuori il racconto, erotico, sexy e colorato dalla tua mente.

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