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Noi tre

Tutto cominciò quando mia moglie dovette partire urgentemente per Milano ad assistere ad una conferenza lasciando me e la mia bellissima figlia diciottenne a casa.

Dovendo essere a Milano in prima mattinata partì veramente molto presto e per non svegliare nessuno partì senza nemmeno salutarci.

Come d’abitudine Simona (mia figlia) entrò in camera per salutarci, si stese sul letto e cominciò a lamentarsi dicendo di avere male allo stomaco.
Non essendo pratico di medicina cominciai a massaggiarle leggermente la pancia .
Senza volerlo, le punte delle dita sfiorarono il fondo delle sue mammelle.
Comprendendo quello che avevo fatto, abbassai rapidamente la mia mano in giù, ma fu la mano di mia figlia a riportarla nello stesso punto anzi più su ! .
Lei piegò la mia mano a coppa e la riempi subito con le sue giovani e sode mammelle da adolescente, e potei sentire il capezzolo che induriva.
Sapevo che dovevo fermarmi ma non lo feci !

La mia mano cercò il capezzolo piccolo e duro, lo strofinai e lo pizzicai e come non lo sò diventò ancora più sodo.
I suoi occhi si chiusero e lei bisbigliò, “comincio a stare meglio, Papà , per favore non fermarti”.

Impazzito dall’eccitazione allora feci scivolare la mia mano verso il basso raggiungendo lelastico delle mutandine e sempre più giù.
Mi aspettai che reagisse spingendo via la mia mano.
Invece, lei mugulò e si spinse su contro la mia mano. Introdussi allora la mia mano dentro le mutandine e le mie dita pettinarono i peli pubici di seta che coprono il suo tumulo.
Pensai di essere andato troppo lontano quando con un dito allargai la fenditura piccola e stretta, infatti lei saltò fuori dal letto e corse alla porta.
Poi però si girò, tornò indietro, si inclinò in giù e mi baciò sulle labbra. Si rigirò senza una parola, e lasciò la stanza.

Il giorno dopo, ritornato a casa dall’ufficio, mi cambiai rapidamente infilandomi un paio di pantaloncini e una maglia e la raggiunsi, scorgendola in cortile che prendeva il sole.
Facemmo due chiacchiere circa la scuola, il lavoro, ma nulla fu detto circa quello che era accaduto tra noi due il giorno prima.
Dopo alcuni minuti, mi chiese di spalmarle della lozione sulla sua schiena, prima che si scottasse.
Raccolsi la bottiglia, e lei ruotò sullo stomaco.

Sparsi la lozione sulla sua schiena prima di spostarmi in giù alle sue gambe.
Mentre la cospargevo di crema sulla schiena e sulle cosce, decisi di vedere se volesse continuare quello che avevo cominciato ieri.
Portai la mia mano sulla gamba fino a che le mie dita sfiorarono la sua fighetta.
Come una molla alzò il sedere offrendomi piena libertà d’azione.
Spostai la lingua di tessuto del bikini di lato e feci correre il mio dito sulla sua fessura.
Lei alzò di nuovo le sue anche e permettendomi di inserire un dito in quel buchetto piccolo e stretto.

Mia figlia bisbigliò,
“Aspetta un minuto, Papà”.
Si alzò, slegò la cima del bikini e lasciò che esso cadesse terra e si tolse anche la mutandina.
Lei stette in piedi là guardare in giù ed io impalato a guardare i suoi peli pubici biondi e radi.

Mi mossi tra le sue gambe aprendo le grandi labbra , guardai fisso per un momento quel garofano bagnato dalla rugiada.
Abbassai la mia testa e la mia bocca fu rapita dalla carne calda della sua parte più intima .
Feci correre la mia lingua sulla fenditura prima di trovare la protuberanza dura del suo clitoride.

“Oh Papà scopami…… Mangiami la passera …….. Sì …. è così buona! aahhh di più, di più, Fottimi Oooohh, ‘oooohhh. fallo…. scopami! ”

Lei aveva non stava più nella pelle godeva come una matta poi, come la sera prima , saltò su e corse a casa.
Aspettai alcuni minuti ….

Tornai su alla mia stanza. Dopo la doccia mi sentivo stanco, teso assorto a pensieri strani tanto che dovetti rimanere alcuni minuti sul letto, sdraiato prima di poter avere un aspetto decente.
La cena passò senza acuti e soprattutto come se non fosse successo niente, il che mi diede un po’ di serenità.
Mi addormentai presto e velocemente.
Dormii per un paio poi bruscamente fui svegliato da un sogno beffardo.
Potei sentire un corpo a fianco del mio, e anche nell’oscurità seppi che era mia figlia.
Lei stava dormendo così profondamente che decisi di non svegliarla, chiusi di nuovo i miei occhi e caddi indietro addormentato.

Arrivò ilmattino, ma non fui svegliato dalla sveglia ma da una sensazione calda, bagnata sul mio Uccello.
Focalizzai i miei occhi e potrei vedere mia figlia inginocchiata tra le mie gambe e la sua testa che si muoveva su e giù sul mio membro.
Lei aveva inghiottito metà dei miei 27 cm nella sua bocca calda. Il momento era meraviglioso e finsi di ancora essere addormentato.
Lei continuò a succhiare per alcuni minuti prima di tirarsi su.
Cambiò posizioni tentando di cavalcarmi quando mi girai per evitare l’inevitabile.

“Noi non possiamo farlo. Non è giusto. ” , dissi

“Perchè no Papà”? , chiese.
“Per favore, ho bisogno del tuo cazzo in me. Non sono vergine, se questo è il problema. Per favore! ”

Senza dire altre parole mi girai per favorire la penetrazione e una volta che il mio membro entro nella tenera passerina, lei cominciò a muoversi lentamente in sù e in giù.
Effettivamente non era vergine ma maledizione il suo buco era veramente stretto!

Cambiammo posizione… la feci girare di schiena ed afferrate le caviglie cominciai a stantuffare con il mio arnese quella povera fighetta.. il buco era effettivamente troppo stretto e dopo un paio di colpi Simona comincio a provare dolore…
mi supplicò di smettere almeno per un attimo ma preso dalla foga non sentti nemmeno… passato il dolore anche mia figlia cominciò a godere e dopo alcuni minuti non potei più trattenermi esplodendole tutto il mio piacere in corpo…….

“B A S T A R D O” sentii urlare……

Mia moglie era ritornata presto a casa!!!!

Mia figlia ed io saltammo giù dal letto.
Mia moglie scappo via e noi senza neanche guardarci cominciammo a rivestirci.

Preoccupato più per mia figlia che per me andai in ufficio decidendo di fare qualche ora di straordinario, per dare tempo a madre e figlia di chiarirsi senza dover avere l’imbarazzo della mia figura.

A sera tardi rientrai a casa aspettandomi una battaglia.
Tutto, comunque, era quieto.
Camminai per la sala e guardai nella stanza di mia figlia.
Era vuota.
Aprii la porta della mia camera da letto e la vidi di fronte a me, sdraiata sul letto addormentata vicino a mia moglie entrambe nude!!
Le svegliai entrambe.
Mia moglie sorrise, si mosse allontanandosi da nostra figlia, poi accarezzò lo spazio tra loro.
“Vieni Papà”, disse accarezzando di nuovo lo spazio vuoto tra loro.
Non avevo nessuna idea di quello che stava accadendo ma mi venne un pensiero ,
“Perchè no? ! ? ! ”
Gettando via i miei vestiti via sopra il pavimento, mi arrampicai sul letto tra loro.
Nostra figlia cominciò a spiegare quello che era successo mentre ero fuori.

“Sorpreso, Papà”? , lei chiese con una risata molle.
“Ma non sai perchè la mamma non è arrabbiata !!!!!! ”

Effettivamente non riuscivo a capire come mai mia moglie non avesse ancora preparato le scartoffie per il divorzio ma la spiegazione arrivò rapida da Simona

“L’altro giorno rincasando presto da scuola ho sentito dei rumori strani venire dalla cucina. Ho aperto un po’ la porta vedendo la mamma sponpinare un uomo… Allora ho aperto ancora un po’ la porta e l’uomo sai chi era ? ? ? ”

“no…. chi era ? ”

“zio Bob” (il fratello di mia moglie)

Guardai mia moglie, ma lei abbassò gli occhi e bisbigliò,
“Sì è vero”.
Nostra figlia continuò a parlare aggiungendo molti particolari.

Il racconto sortì un effetto strano. Invece di farmi incazzare come avrebbe dovuto inizio a stimolare i miei sensi facendomi indurire il membro.
Notai che lo stesso effetto aveva sortito su mia moglie, anzi maggiore.
Seppi quello che voleva fare e, sebbene lei non avesse detto niente, presi la mano di mia moglie e l’appoggiai sul mio cazzo durissimo.

La mano di Elena stava muovendosi lentamente su e giù su tutta la lunghezza del mio membro; Simona si gustava la scena per poi attaccarsi alle mammelle della mamma e succhiarle come ha l’istinto un neonato.
Nessuna parola era necessaria.
Avevamo preso la nostra decisione!

Libere da ogni inibizione le due donne si prodigarono in un 69 dove le due fichette scomparivano nelle bocche vogliose.
Io preso coraggio inculai la mogliettina e ordinai a Simona di leccarmi le palle la quale ubbidiente prese ad alternare vogliose leccate alla passera della madre ad altrettante leccate ai miei coglioni.
Più guardavo la scena più il mio membro diventava duro ed arrivato al punto di rottura feci girare le due donne le quali, come se nella vita lo avessero sempre fatto cominciarono a succhiarlo e ad ingoiarlo a turno.
La sensazione provata al passaggio di bocca è indescrivibile.
Avevano diversi stili di lavoro e l’alternarsi diventava immenso.
Simona amava igoiarlo e succhiare succhiare fino a che tutto il cazzo non la riempiva, sembrava voler risucchiare l’anima dal pisello….. a differenza della madre che in bocca infilava l’indispensabile ma con veloci giochi di lingua riusciva a portarti all’estasi dell’estasi che ti obbligava ad urlare e a divincolarti.

Quando sentii sopraggiungere l’orgasmo e quindi ad aver perso qualsiasi freno inibitore fermai le loro teste e feci mettere mia figlia Simona nella classica posizione a pecorina.
Le avvicinai la testa del mio membro bagnato dalla loro saliva all’apertura piccina, marrone del suo sedere.
Mi mossi con prudenza ma inesorabile in avanti finchè sentii la testa scoccare attraverso il muscolo dello sfintere di Simona.
La mia cappella era, senza dubbio, più grande del suo buco.
Lei si lamentò e mia moglie per alleviarle un po’ il dolore cominciò a leccare versando maggiore saliva il cerchio che si stava formando.
Non tentai neanche di agevolare la penetrazione, anzi, sbattei la cosa maledetta profondamente nell’ano di mia figlia, lo tirai indietro e lo feci di nuovo sprofondare, sempre più in profondità.
Il suo buco si abituò alla larghezza del mio pene e i lamenti di dolore si trasformarono a breve in mugolii di piacere. afferrai le anche di mia figlia e per un sistema di leve e cominciai a scoparla profondamente nel suo culo. mentre la inculavo, lei cominciò a leccare la figa della madre che prontamente si era girata per accogliere la lingua della figlia.
Tutti e tre stavamo gridando il nostro piacere e stavamo dando e stavamo ricevendo. I lamenti, le parole e i suoni si mescolarono in ina sola voce:
“SSSSIIIIIIIII GGOOODDDOOO” FINE

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