Rimini, estate del 94. Mi trovavo al mare con Giulia, la mia ragazza e i suoi genitori quando, una sera, mentre lei ed io ci trovavamo in un bar per bere qualcosa, istintivamente, mi voltai per guardare una bionda da sballo che sembrava mi stesse guardando.
Non lo avessi mai fatto!
Giulia si incazzò come pochi, prese le chiavi della macchina e si allontanò velocemente.
Feci appena in tempo a posare sul tavolino i soldi del conto e le corsi dietro.
Non appena salii in macchina partì velocemente e si diresse verso il nostro hotel.
Durante il tragitto mi scusai più volte anche se non mi sembrava di aver fatto niente di così particolare.
Per tutto il tempo del tragitto stette in silenzio facendomi sentire sempre più in colpa e, arrivati, uscì dalla macchina sbattendo la portiera, si girò verso di me e mi disse:
“Scusa non è una parola accettabile ! “.
Poi corse verso l’albergo e salì in camera.
Io mi sentivo molto giù e, allora, decisi di fermarmi al bar dell’hotel per bere qualcosa.
Con mia grande sorpresa, qui vi trovai Luigi, suo padre, che, dopo una bella partita poker nella quale aveva perso diversi soldi, non se la sentiva di tornare in camera e, così, decise di bere qualcosa con me!
Restammo a parlare per un paio d’ore durante le quali bevemmo diversi scotch.
Alla fine eravamo entrambi sbronzi e, così, decidemmo di andare a dormire.
Arrivati al nostro piano, ci fermammo uno di fronte all’altro, ci salutammo, ed ognuno entrò nella propria camera.
Per farmi perdonare non utilizzai il consiglio di Gigi, essere molto tenero con lei, ma, invece, fui molto “duro”.
Mi avvicinai e, dopo aver tirato fuori il mio arnese, glie lo appoggiai sul collo.
Lei, destandosi leggermente, prima farfugliò qualcosa e, dopo un massaggio delle mie “tre” mani, accettò e, senza girarsi, si tolse gli slip e il reggiseno, io indietreggiai e gli infilai la mia spranga da 21 cm in un solo colpo e lei lanciò un urlo di goduria da farmi impazzire.
Iniziai a spingere a più non posso stringendole le tette, poi iniziai a pizzicarle i capezzoli e a leccargli il collo.
Stavo per venire e, allora, uscii, lei si girò e, dopo averglielo messo in bocca, iniziai a spingerle la testa fino a quando la innondai di calda sborra che lei bevve come una troia.
Poi si alzò, mi avvicinò la bocca e, sorpresa, non era Giulia ma Samantha, sua madre.
Spaventato cercai di coprirmi con le mani e lei, invece, si mise a ridere.
Dopo iniziai anch’io fino a quando mi ricordai che, allora, Gigi si trovava, ubriaco, a letto con Giulia.
Nudo e con il pene semi eretto e con residui di sborro corsi subito nell’altra camera ed entrai proprio mentre lui, dopo un urlo di piacere, sborrò nel culo della figlia tutto il suo carico di sperma.
Mi misi a urlare, mentre intanto Samantha, anche lei nuda, era entrata in camera.
Giulia mi guardò e, allungando la mano, mi prese per i coglioni e mi tirò a sé.
Quando le fui vicino iniziò a succhiarmi le palle e, per la goduria tornai al massimo del mio splendore anche perché, senza quasi accorgermene, Samantha si era unita alla figlia e adesso mi stava leccando tutto il palo.
Giulia lasciò stare le palle e iniziò a leccarmi, molto accuratamente la cappella.
Gigi, intanto, aveva ricominciato a spingere e, il fatto che lui mi trombasse la ragazza di dava un senso di “usurpazione di territorio” e, così, tolsi il giocattolo alle due bambine e, messa a pecora Samantha, la inculai.
Gigi ed io stavamo per venire e, allora, uscimmo e, iniziammo a farci leccare (ovviamente ognuno dalla partner opposta! ).
Venimmo insieme mentre le due troie bevevano come assetate tutto quel latte.
Continuammo per tutta la notte e per i 20 giorni successivi… FINE