Era la prima volta che mi recavo negli States, e non avrei mai sognato di trovarvi un’accoglienza tanto calorosa ed amichevole!
La prima tappa era Denver: dovevo iniziare dei contatti di affari fra una ditta locale e la ditta che rappresentavo. Avevo in programma di visitare un paio di altre città, ma soltanto per mia conoscenza e non per necessità di lavoro. Andò a finire, però, che i giorni che mi ero preso per visitare le altre città li trascorsi molto piacevolmente a Denver. E debbo dire: per fortuna che quando conobbi quelle due deliziose creature io i miei affari li avevo portati a termine! Altrimenti, è molto probabile che li avrei trascurati un po’ per dedicarmi a tempo pieno a Lucy e Marianne.
Lucy la conobbi per prima: era la giovane e carina conducente di una berlina che mi riportò in albergo dopo aver firmato quel famoso documento per cui mi ero recato a Denver. Dal mio accento capì che ero italiano, me lo chiese e quando glielo confermai sembrò esplodere di felicità: sembrava quasi che attendesse di conoscere il suo primo italiano!
Con molta naturalezza, aggiunse che un’altra sua amica aveva manifestato il desiderio di conoscere un italiano e mi invitò nel pomeriggio a casa sua: sarebbe prima passata dall’abitazione di Marianne. Costei era una biondina delicata e deliziosa, dal visetto di donna innocente, ma nel corso della chiacchierata che ne era seguita, mi ero reso conto che le due ragazze non erano poi tanto ingenue ed innocenti, anzi sembrava che tra loro ci fosse un’intesa quasi morbosa.
Mi ritrovavo seduto su un divano di velluto scuro in mezzo a due bellissime ragazze stupende, Marianne era vestita con un lungo vestito color ocra con uno spacco laterale molto ampio che mi dette l’opportunità di notare che indossava un paio di calze color carne rette da un reggicalze bianco. Lucy invece era vestita con un vestitino di raso celeste che le arrivava a malapena a coprire il culo, lei indossava un paio di calze bianche che in un primo tempo mi sembrarono collant ma che dopo ebbi modo di verificare che erano calze con il reggicalze incorporato. Mi chiesero un sacco di notizie sull’Italia e manifestavano spesso il loro desiderio di venire in Italia per le vacanze. Lucy continuava a versarci nei bicchieri un cocktail fatto con succo di pesca ed un altro liquore che non sono stato in grado di riconoscere. Sarà stato per il caldo o per la dolcezza di quel cocktail che non sembrava molto alcolico ma in breve tempo eravamo tutti e tre leggermente brilli per cui l’atmosfera si iniziò a riscaldare per cui i nostri discorsi iniziarono a farsi più audaci.
Lucy, a tutta prima, mi diede l’impressione di essere più scafata, disinvolta e spudorata dell’altra. Sarebbe stata lei, di lì a poco, a pormi le domande più imbarazzanti. Cominciammo col raccontarci la nostra vita, in modo sommario: le due ragazze continuavano a studiare, pur lavorando; vivevano per conto loro, trascorrevano i loro week-end insieme e Lucy aggiunse, maliziosamente, che nel corso del tempo avevano sviluppato un’affinità sessuale al limite del lesbismo.
Mi chiesero se ero sposato, se ero felice con mia moglie e Marianne mi chiese con curiosità quante volte si usa in Italia avere contatti sessuali con la propria moglie. Lucy ricarò subito la dose, chiedendomi se era vero che nessun italiano comincia mai il coito se non prima avere leccato le parti intime della donna e che la stragrande maggioranza di essi ha una predilezione particolare per lo sfintere anale femminile.
Stavo facendo la figura del pivello ignaro ed innocente! Tentai di rimontare lo svantaggio e chiesi loro se era vero che le ragazze americane sono restie nella maggioranza ad eseguire la fellatio. Glielo dissi col termine latino, per non essere troppo brutale, ma le ragazze si guardarono interrogativamente e quindi guardarono me. Lucy mi chiese stupita: “Che cosa è questa fellatio? “. Ed io non trovai di meglio che spingere in alto il dito medio, con le altre dita rattrappite e cominciare a succhiarlo e leccarlo. Naturalmente, non avevo mai sentito questa favola, ma mi parve l’argomento adatto per cominciare un certo tipo di discorso.
Le due ragazze sbottarono in una sonora risata: “No! Ti hanno informato male! Noi ragazze americane amiamo molto prendere in bocca il sesso del maschio… forse non ci troverai all’altezza delle vostre donne, non saremo così brave, ma lo facciamo volentieri! ”
E così dicendo Lucy mi sfibbiò velocemente la patta e ne tirò fuori l’uccello.
“Oh! Finalmente un cazzo italiano! ” mormorò, stringendolo e menandolo lentamente. Quindi vi calò su la bocca, lo strinse tra le labbra e cominciò direttamente il pompaggio. Le staccai immediatamente la bocca dall’uccello e la pregai di incominciare con il lecco della cappella e delle palle, per evitarmi un’eiaculazione troppo rapida. Lucy eseguì con molta buona volontà: dava dei colpetti di lingua qui e là, staccava la bocca e chiedeva: “Così va bene? ” Marianne, dal canto suo, abbassò le mutandine dell’amica e comincio a leccare la passera senza disdegnare di tanto in tanto di succhiarmi le palle mentre Lucy era intenta a succhiarmi la cappella.
Quel doppio trattamento e la bocca di Lucy erano troppo invitanti perché il gioco potesse andare avanti a lungo. Considerai che sarebbe stato sconveniente sborrarle in bocca e quindi attendere almeno un’altra mezz’ora per riprendere le forze e soddisfare le bramosie delle loro vagine, e decisi che come pompino iniziale poteva bastare e che sarei passato subito a chiavarle. Pregai la mia buona stella di aiutarmi a resistere alla prima scopata, per poter di seguito chiavare anche Marianne.
Ci spogliammo rapidamente e, dopo una rapida lappata al clitoride molto sviluppato di Lucy, le montai su e la infornai lo sfilatino caldo e duro. Si aggrappò a me con le braccia e le gambe ed io la sostenni a mezz’aria, ma anch’essa spingeva in su il pube, aiutandomi a chiavarla. Data la posizione non del tutto comoda, l’inchiavardata durò a lungo e Marianne fece del suo meglio per rendersi utile: si mise in ginocchio alle nostre spalle e cominciò a leccare vigorosamente cazzo e fica. Lucy, per mia fortuna, non resistette per molto tempo a quel duplice stimolo: si abbandonò di colpo sul divano ed io le fornii le ultime tre spinte poderose che la condussero ad un orgasmo tempestoso ed animalesco. Mi godetti le deliziose strizzate che la sua vagina imprimeva al mio cazzo e quindi mi occupai di Marianne che attendeva il proprio turno pazientemente. Lei si distese a 69 sul corpo dell’amica per leccarle la fica e io la infilai alla pecorina, facendo pendere le palle sulla bocca di Lucy che immediatamente prese a succhiarle leccando di tanto in tanto anche la fica piena dell’amica. Mentre stantuffavo Marianne le infilai un dito nel suo morbido culetto, lei inizialmente lanciò un gridolino di dolore ma subito dopo iniziò ad apprezzare il mio trattamento ed anzi dopo un po’ mi implorò di farglielo provare nel culetto.
Ovviamente non mi feci pregare più di tanto, dissi la Lucy di leccarle un po’ il buchetto e subito vi appoggiai la cappella ed iniziai a spingere piano fino a quando tutto il mio bastone non le fu dentro. Stavolta me la presi comoda: volevo anch’io la mia parte di piacere.
La chiavai a lungo, strizzandole i capezzoli e quando lei cominciò a invocare: “Mamma… Mamma…” le sborrai nel più profondo del culo! FINE
