Questa storia mi è stata raccontata da quella troia di mia sorella, che si diverte a farmi eccitare senza però esaudire mai i miei desideri. Lei si chiama Sara ha 27 anni ed è una bella troia in carriera!!
Ore 9, 30: sono in ritardo! Salgo le scale dell’ufficio sudata e con il fiato rotto. Entro nella mia stanza. Meno male che nessuno si è accorto del mio arrivo trafelato. Prendo il blocco per gli appunti, alle 9, 45 c’è l’incontro con i clienti spagnoli. In sala riunioni ci sono già tutti e io sono ancora sudata per la corsa. Ci sediamo. Lui, davanti a me, mi guarda di soppiatto. Impercettibili brividi si accendono sul mio corpo. Ma forse è solo una mia impressione i piedi sotto il tavolo si scontrano casualmente, ma poi mi accorgo che un piede, il suo piede, scontra con il mio troppo spesso. I suoi occhi si posano sulla mia bocca e poi scendono sul collo e poi sull’apertura profonda della camicetta. Un bottone malizioso – chissà come mai – si è aperto e fa intravedere la piega dei miei seni generosi.
La riunione finisce con mio sommo rammarico. Vado nella toilette, mi accorgo che sono eccitata: i capezzoli turgidi e la mia vulva calda e bagnata… sono bastati i suoi occhi che in riunione mi hanno “leccato” così viziosamente. C’è poca luce e sento che la porta dell’antibagno si apre. Passi di uomo, spero che sia lui.
Lascio socchiusa la porta dietro la quale ci sono io ansimante. Lui se ne accorge, la spinge. Entra e la richiude dietro di se. Non una parola solo sguardi che trasudano di un desiderio bestiale. Mi fa girare verso il muro e le sue mani cominciano a salire dai tacchi, su su fino a sotto la gonna, dove la calza s’interrompe sorretta dall’elastico del reggicalze. Infila la testa sotto la gonna che si solleva. Mi scosta il tanga bagnato e la sua lingua mi fa vibrare di piacere. è talmente dura che sembra un piccolo cazzo voglioso di penetrarmi. Non posso muovermi: vorrei sentirlo in bocca e dentro la fica e anche dritto in culo. Continua a leccare ingordo dei miei umori: d’improvviso sento la cerniera che scivola lungo la sua asta, liberandola dagli intralci delle vesti. Entra dentro con la punta, solo un attimo, solo per bagnare la cappella che poi mi preme dentro la bocca. Me lo spinge fino in fondo quasi soffoco, ma mi piace da impazzire tanto da ingoiarlo. E mentre lo succhio avida della sua durezza e del suo calore, non me lo spiego, ma piacevolmente mi sento penetrare da un altro cazzo sconosciuto: non m’interessa chi è e da dove è spuntato fuori. L’essenziale è che adesso sto godendo: mi sento una cagna in calore e questo moltiplica il mio piacere.
Intanto il cazzo nella mia bocca esplode: m’inonda la gola, scivola tra le mie labbra, sul mento, fino al seno.
Ora il cazzo che mi ha impalata esce dalla fica: una mano sulla mia nuca mi segnala di prenderlo in bocca…. ancora ancora…. mentre l’altro madido del suo piacere si siede sulla tazza. Mi allarga le gambe e comincia a leccarmi e poi toccarmi: cerca il mio clitoride gonfio che urla: “fammi godere! “. Un fremito… e poi mentre affogo nello sperma…. esplodo… le gambe non mi sorreggono più e scivolo fino a terra per il piacere folle che pervade le mie membra. Silenzio. Lascio gli occhi chiusi. Un rumore di cerniere che richiudono la loro lussuria, passi che si allontanano. Resto un attimo lì ferma… seduta a terra…. sembro una tossica… anzi una troia… non me ne frega niente… sto da dio. Poi mi rialzo, mi sistemo velocemente. Esco dalla toilette e la giornata di lavoro procede come tutte le altre. I clienti spagnoli sono appena andati via per riprendere l’aereo, ma prima hanno firmato un contratto favoloso. FINE