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Bere in Discoteca (racconto lesbo)

Con il terzo bicchiere di cointreau in mano mi diressi verso la pista da ballo. Iniziai a ballare lasciandomi cullare dal leggero stato di ebbrezza e dalla musica coinvolgente del Cocorico’. Sentivo il mio corpo muoversi sensualmente ma vivevo tutti i movimenti come se mi stessi guardando con gli occhi di un’altra persona, forse avevo bevuto un po’ troppo ma non me ne fregava niente. Avevo voglia di emozioni forti quella sera e nessuno mi avrebbe fermato. All’ennesimo cambio di musica, aprii gli occhi per guardarmi in giro, di solito ballo ad occhi chiusi per assaporare di più la musica ma in quel momento sentii il bisogno di aprili. Di fronte a me trovai due meravigliosi occhi verdi, mi stavano guardano eccitati. Ricambiai lo sguardo, avvicinandomi lentamente, finchè i nostri corpi cominciarono a comunicare senza l’utilizzo delle mani, gamba contro gamba, seno contro seno, bocca su bocca.
Fu un bacio intenso, pro fondo, sentivo la sua lingua dentro di me, irruente ed invitante, resistere era impossibile. Mi prese per mano, guidandomi verso i bagni, mi spinse contro la parete del primo disponibile cominciando a sbottarmi la camicia, in pochi secondi i miei capezzoli duri erano tra le sue mani, li strizzava quasi a volerli strappare via ma non sentivo dolore. Si spostò a leccarli per poter armeggiare liberamente con la cerniera dei pantaloni, ovviamente ero già completamente bagnata ed entrare dentro di me fu semplicissimo, un gioco da ragazzi, mi fece venire toccandomi il clitoride duro come il marmo in modo magistrale. Ancora eccitata, con il fiato scosso dall’orgasmo, mi sedetti sul water invitandola a mettersi a cavalcioni sopra di me. I suoi capezzoli già duri mi invitavano a giocare, li presi tra i denti succhiandoli avidamente. Fortunatamente indossava solo una corta minigonna e trovare la strada per il paradiso fu anche per me molto semplice. La penetrai con due dita, aiutandomi nelle spinte con il movimento del bacino, la sentivo muoversi sopra di me, tutto il suo corpo agganciato al mio per aiutarsi nel movimento e seguire il mio ritmo sempre più incessante.
Raggiunse l’orgasmo mordendomi un orecchio, mi fece anche male ma non mi venne voglia di dirglielo. Restai dentro di lei qualche secondo a godermi le contrazioni provocate dal piacere, finchè lei non si rivestì per scappare via. La bloccai sulla porta ma lei candidamente mi disse
“C’è il mio ragazzo di la’, devo andare” mi baciò sulla bocca, mi staccai dovevo assolutamente sapere il suo nome
“Io mi chiamo Barbara e tu?”
“Rebecca” mi rispose e se ne andò ballando.

FINE

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