Ai tempi dell’università avevo un amico turco Omer, un bravo ragazzo che studiava in Italia per imparare la lingua e per laurearsi in medicina. Un ragazzo molto educato, serio e simpatico. Era bello parlare con lui, ed imparare cose nuove del suo paese, della sua cultura così diversa dalla nostra.
Omer aveva una stanza in affitto nella mia città, e comunque tutti i fine settimana li trascorreva con me e la mia famiglia. Così durante quegli incontri
ci parlava un po’ del suo paese, di suo padre ed altro.
Era veramente molto ben educato, ed i miei genitori gli volevano bene quasi come un secondo figlio.
Omer trascorreva con i suoi genitori solo le vacanze di Natale e di Pasqua a
parte le vacanze estive.
Una volta mi chiese di poter trascorrere le vacanze pasquali con lui in Turchia ad Istanbul così avrei potuto conoscere i suoi genitori e capire un po’ di più la sua cultura, la sua gente ed assaporare la primavera turca a suo dire molto bella. Eccitato al pensiero di una siffatta vacanza, e con le fantasie che sempre avevo avuto suoi maschi turchi ( ma questo non l’avevo detto ad Omer), e di come facevano sesso chiesi ai miei genitori se potevo andare. La risposta fu si, e così in quattro e quattro otto partimmo.
Arrivammo all’aeroporto di Istanbul, una bella giornata primaverile, calda e tanta gente in giro. Un po’ sorpreso da tutta quella gente chiesi ad Omer cosa ci facesse lì tanta gente, se tutti dovevano partire oppure spiegarmi il perché.
Omer mi rispose che erano lì per cercare di avere qualcosa dai turisti oppure semplicemente per trascorrere del tempo. Bene uscimmo fuori ad attendere l’arrivo del padre di Omer. Dopo circa una decina di minuti arrivò. Salimmo in auto, ed iniziammo il viaggio verso la casa di Omer. Il babbo di Omer il signor Levent si presentò ed io feci altrettanto. Sapevo qualcosa di lui, che era un avvocato molto bravo e stimato, che aveva 48 anni, ma non sapevo che avesse un paio di occhi verdi, un bel paio di baffi folti, un sorriso così aperto ed una voce molto armoniosa. Un bell’uomo. Ci stringemmo la mano e ci fissammo per un lungo attimo. Levent era molto attraente. In macchina durante il viaggio i nostri sguardi si incontrarono complice ne era lo specchietto retrovisore.
Sentivo il suo sguardo penetrarmi, ma alla fine pensai che si trattava solo di coincidenza e decisi di smetterla di pensare a lui.
I genitori di Omer era divorziati, la madre aveva lasciato suo padre perché troppo preso dal suo lavoro, ed Omer aveva scelto di vivere con il padre.
Arrivammo a casa. Una bella casa situata nel cuore di Istanbul, ma la cosa che mi colpì maggiormente fu il panorama che si vedeva dal balcone di quella casa.
Una vista a tutto tondo sul ponte del Bosforo, la moschea di santa Sofia, ed i tetti di Istanbul. L’aria era fresca, frizzante e poi la casa sembrava molto comoda.
Il signor Levent mi mostrò la casa, molto grande per due persone solo, dei bei mobili ed arredata con cura. Chiesi a Levent chi aveva arredato la casa, e lui mi risposo con il più flessuoso tono di voce: Io, perché amo circondarmi le cose belle e di belle persone. Quant’era bello quel gentiluomo turco. Mi mostrò la mia camera da letto, ed infine mi condusse in un’altra ala della casa, un po’ in disparte. Mi disse ora stai per entrare nella stanza più famosa dei turchi il bagno Turco l'”HAMMAM”
Non avevo mai visto una stanza da bagno come quella. Marmo verde e bianco, tutto pulito, finestre sui tre lati della stanza una per ogni vasca, tovaglie in ordine sugli scaffali, fiori bianchi ed uno splendido pavimento di legno di abete scuro. La mia mente iniziò a galoppare vorticosamente immaginando di essere nudo in quella stanza con Levent e giocare in una vasca colma di acqua calda..
Pranzammo, poi subito uscimmo, ci immergemmo nella folla chiassosa di Istanbul baciati dal sole di quella bella giornata primaverile turca. Gradii molto la visita della città, i bar, i monumenti e chiaramente tutti quei bei turchi che mi camminavano affianco. raccolsi parecchi sguardi e la cosa mi gratificò
abbastanza.
Chissà quanta turgida virilità turca in quelle patte. Camminammo fino al tramonto e mi gustai la scomparsa dolce del sole sul ponte del Bosforo e dietro i tetti di Istanbul. ero molto felice. Mentre tornavamo a casa Omer mi disse che sarebbe dovuto andare dalla madre quasi sicuramente avrebbe dormito lì. Mi chiese se volevo andare con lui o restare con suo padre. Prima di rispondergli, ancora oggi mi domando perché, guardai suo padre, poi risposi che preferivo rimanere con suo padre per poter imparare altre cose della sua cultura e storia.
Levent socchiuse gli occhi dolcemente.
Omer scese dalla macchina all’altezza della casa di sua madre. Io e Levent proseguimmo il viaggio fino a casa. Durante la guida, Levent si mostrò molto confidenziale e cordiale più di prima, raccontandomi tante cose ed erudendomi circa la cultura e la società Turca. Era affascinante, ed era bello ascoltare la sua voce, osservarlo mentre guidava e parlava. Quante volte avrei voluto toccarlo, baciarlo, ma il buon senso mi fece desistere.
Arrivati a casa, Levent mi disse di mettermi comodo e fare ciò che volevo, lui avrebbe preparato una cena speciale per un amico speciale. Bene, mi spogliai, ed indossai un pigiama di seta, poi iniziai a girare per casa fermandomi davanti alla stanza del Bagno. Ero attratto da quella stanza, e sognando di essere nel bel mezzo di una bagno affollato di quei bei turchi che si rilassavano e di osservare i loro corpi lucidi di unguenti profumati muovendosi flessuosamente, ero così preso da quei pensieri che riuscivo ad immaginare anche i profumi. Il signor Levent era accanto a me e mi disse che quella era la stanza che preferiva di più, ci passava delle ore.
Cenammo, una bella cena leggera e saporita, bevemmo del vino bianco, e conversammo allegramente. Alla fine della cena Levent mi offrì da bere. Un liquore molto alcolico ma profumato l’ OUZO , assomigliava alla sambuca o all’anice, ma più forte ed aromatico. Mentre parlavamo, Levent venne più vicino a me e mi chiese se avessi voluto fare un bagno con lui, in modo da poter apprendere e conoscere altri aspetti della loro cultura. Lo guardai fissandogli gli occhi così verdi, il suo viso così attraente, ed i suoi bei baffoni e chiaramente e con forte emozione gli dissi di si. Levent si alzò e si recò verso la stanza del bagno, mi disse di aspettare un attimo e che mi avrebbe chiamato quando tutto sarebbe stato pronto.
Camminava molto sinuosamente un bel paio di spalle e due belle natiche maschie sode e robuste. la mia fantasia correva a dismisura e già mi immaginavo Levent nudo ad attendermi in una vasca. Avevo un’erezione che non riuscivo a nascondere, un po’ dovuto all’effetto dell’OUZO ma soprattutto grazie a quel bel maschio turco ..
Dopo un po’ Levent mi chiamò, mi recai nella stanza da bagno, ma non lo vedevo.
Era tutto pieno di vapore, ma la sua voce mi guidava verso di lui. Lo raggiunsi, era adagiato nella vasca centrale il suo viso era molto rilassato, e mi disse di togliermi il pigiama e di entrare nella vasca, ora sei nel Bagno Turco dopo tutto non era questo quello che cercavi?
Pochi secondi dopo ero nudo, ed entrando nella vasca provai una piacevole sensazione al contatto con quella acqua calda, e poi quel profumo che permeava l’aria mi inebriava, e quel vapore mi dava l’impressione di essere in mezzo alle nebbie (a me tanto care) del mio paese.
Ero molto eccitato dalla situazione, dal posto da quell’uomo. Levent mi disse, non aver fretta fai con comodo qui sei nel’ ” HAMMAM ” il bagno turco e devi saperlo apprezzare; poi mi venne vicino ed iniziò a toccarmi e respirarmi sul collo, il suo contatto mi fece rabbrividire di piacere. Le sue mani esperte sul mio corpo lo esploravano in ogni parte, massaggiandomi con esperienza. Mi dava un piacere mai conosciuto prima. Levent mi guardò e disse Tu sei attratto da me come Io lo sono da te. Il suo cazzo era duro come il marmo e splendido con un paio di coglioni grossi sodi e resistenti tanto da poter appenderti.
Ci toccammo esplorando i nostri corpi per un tempo lunghissimo, ci baciammo appassionatamente un gioco di lingua pieno di desiderio e libidine, e giocammo con in nostri sessi come due moschettieri.
Gli baciai il petto robusto e villoso, presi in bocca i suoi capezzoli eretti, li succhiai avidamente e lui fece lo stesso con me, mi morse dolcemente i capezzoli facendomi pronunciare frasi sconnesse e piene di desiderio. Tutto ad un tratto Levent mi chiese di uscire dalla vasca e stendermi sul pavimento di legno.
Non capivo perché, l’unica cosa che avrei voluto in quel momento era fottere e farmi fottere da quel maschio.
Levent mi guardò, quasi come se avesse capito e mi disse aspetta c’è tempo, rilassati ed impara ad apprezzare l’attesa prima di ricevere un regalo!!! .
Ritornò con due piccoli vasetti di vetro che contenevano dell’olio profumato, si sedette affianco a me.
Si umidì le mani con quell’olio ed iniziò a massaggiarmi il petto, poi piano piano la pancia e giù fino alle gambe. Mi massaggiava e mi parlava in italiano
ed in turco con quella sua bella voce. Il suo massaggio, le sue belle mani calde, la profondità del tono della sua voce, il silenzio del luogo e l’atmosfera mi stordivano.
Chiesi a Levent di poterlo massaggiare anch’io, ed iniziai a toccare quel corpo vellutato, sentivo la consistenza dei suoi muscoli e ne apprezzavo il contatto.
Arrivato all’altezza del pube, un bellissimo cazzo svettava orgoglioso, persi il controllo totale della situazione, e mi ingoiai quel arnese di carne pulsante così bello caldo e profumato.
Levent mi carezzava la testa e me la spingeva verso il suo pube e continuava a parlarmi. Il sapore della sua virilità era splendido, Levent mi chiese di non fermare quel gioco prezioso (e chi avrebbe mai smesso !!! ). Il gioco continuava in un crescendo sempre maggiore, le sue mani sul mio corpo, le mie a giocare con la sacca ricca e gonfia dei coglioni, la mia lingua impazzita alla ricerca del suo sapore. Ad un tratto il suo respiro divenne corto, ansimante, le sue mani mi spinsero con forza verso il suo pube, il cazzo mi scivolò in gola, e lui venne copiosamente dentro di me. Non avevo mai ricevuto dello sperma in bocca fino ad allora, ma la situazione, e la sensazione che provai furono così forti che ingoiai tutto fino all’ultima goccia traendone un piacere unico. Levent sfilò il cazzo dalla mia bocca, era ancora umido, lucido e bello più che mai, e mi baciò profondamente. La sua lingua esplorava la mia bocca, la mia gola.
Io non capivo. Mi disse: non c’è nulla di più bello che baciare la bocca di un uomo che ha ricevuto il succo dell’anima di un altro uomo. Ero fuori di testa, sconvolto, Levent mi guardò e mi disse cosa aspetti ora, fammi vedere cosa vuoi fare. Si girò e mi offrì il suo culo, bello maschio muscoloso. Glielo leccai succhiandolo avidamente, umettandolo copiosamente e lo inculai. Il suo bel buchetto era peloso, umido, morbido, capiente. Il calore del suo interno intorno alla mia cappella mi faceva impazzire e così lo chiavai come un toro. Forti colpi di schiena quasi a voler passarlo da parte a parte, i suoi gridolini di
piacere, i baci che gli davo e le carezze maschie sui capezzoli mi portarono quasi alla fine del gioco, ma Levent ancora una volta mi fermò dicendomi aspetta Tu devi capire e conoscere ancora molte cose sul Bagno Turco.
Si recò verso la porta del bagno e chiamò un nome ” Osman “, sulla porta apparve un altro uomo che non avevo mai visto prima. Molto bello, attraente, stessa età di Levent , ma con cazzo di 20/22 cm, peloso come una scimmia con una bella barba e due occhi neri neri come il petrolio, muscoloso e molto maschile.
Levent gli disse di far vedere al suo ospite italiano come fottono due turchi.
Osman si mosse dolcemente ed iniziò ad allargare il buco del culo di Levent umettandoglio con l’olio profumato, dopodichè gli fece scivolare dentro quel bel pezzo di carne enorme. Levent gridando tutta la sua libidine mi chiese di fottergli la bocca. Ero sconvolto al punto tale da non capire più niente, volevo solo sesso, fottere ed essere fottuto.
Mentre chiavavo quella bocca affamata, baciavo avidamente la bocca di Osman.
Dopo poco venni copiosamente nella bocca di Levent che ingoiò tutto il mio sperma, fino all’ultima goccia, e quei suoi occhi verdi erano stravolti dal piacere dalla libidine dal desiderio di sesso più sfrenato.
Sfilai il mio cazzo ancora duro e umido dalla bocca calda di Levent, mentre Osman gliela riempiva di nuovo con quel grosso arnese che faceva fatica ad essere ingoiato interamente. Osman mi disse fottilo nel culo ora che è bello largo e capiente, ed in effetti il buco del culo di Levent assomigliava ad un cratere. Chiavai quel corpo fortemente, eccitato da quella scena che mi elettrizzava (il cazzo di Osman entrava ed usciva dalla bocca di Levent come un boa), venni di nuovo in quel buco così ospitale. Osman venne anche lui contemporaneamente con me, e Levent fu inondato di sperma . Cademmo a terra tutti e tre stanchi e svuotati ma molto soddisfatti ed appagati. Poi ci spostammo nella vasca centrale, Osman mi lavava la schiena soffermandosi sui glutei e giocando con il mio buchetto voglioso, mentre Levent mi lavava il petto e giocava con i capezzoli, il cazzo ed i coglioni.
Dopo un po’ che giocavamo e ci rilassavamo i nostri cazzi erano di nuovi duri, turgidi gonfi, tre spade rosa e rosse. Osman mi baciò il culo mentre io succhiavo il bel cazzo di Levent, credevo volesse incularmi con quel grosso cazzone e non sapevo se sarei riuscito a riceverlo interamente. Osman proseguì nella sua opera, allargandomi il culo con le sue dita, ed infilandomi la lingua dentro l’orifizio infuocato e voglioso. Mi stava scoppiando il cervello sia per la situazione che per un po’ di paura pensando a quel grosso arnese. Gentilmente Osman iniziò ad infilare la sua bestia nel mio nido carnoso ed iniziò a pompare piano piano, ma il dolore che provai fu enorme, rimasi senza fiato. Levent guardandomi e intuendo il desiderio di sentire quel cazzo in me, ma anche la paura che mi provocava, mi disse non aver paura ora ti aiuto a prenderlo tutto.
Si umidi le mani con un unguento preso da una piccola ampollina, poi inizio a massaggiarmi ed ungermi il buchetto, era un unguento fresco e mi dava un a sensazione molto piacevole e di sollievo. Mentre mi ungeva lentamente e sapientemente con quelle belle mani esperte, e la sua voce ipnotica faceva il resto, il dolore scomparse e un forte desiderio di essere posseduto si impadronì di me.
Il buco del culo era largo come mai prima, umido, affamato e senza dolore. Osman poggiò di nuovo il suo animale sulla porta della mia accogliente caverna, Levent reggendoglielo e guidandolo mi sussurrava parole in italiano e turco, Osman mi penetrò con un solo colpo e quel bel pezzo di cane turgida scomparve completamente dentro la mia anima. Mi penetrava come un martello pneumatico. Mi scoppiava la mente, Levent mi lavorava i coglioni stringendoli, succhiandoli, baciandoli e parlandomi in turco sempre con quella voce calda e suadente; in quel momento volevo solo essere chiavato e sbocchinato. Gridai il nome di Levent ordinandogli di succhiarmi. Aprì la bocca carnosa ed ingoiò il mio cazzo duro e pazzo per il piacere.
Osman mi lavorava il culo come un toro infuriato mentre con le mani giocava con i miei capezzoli eretti.
Dopo un po’ venni copiosamente nella bocca calda di Levent, che ingoiò tutto il mio seme, mentre Osman mi inondava con il suo seme come un fiume in piena, e Levent schizzava il suo seme caldo sui nostri corpi.
Osman mi sfilò quel cazzo di 22 cm dalla mia caverna, ne fuoriuscì un po’ di sperma. Levent col cazzo ancora duro chiese ad Osman di succhiarglielo e di pulirglielo. Osman obbedì e Levent girandosi verso la mia schiena, si chinò ed iniziò a succhiare il nettare rimasto nel mio culo.
Che notte quella notte in quel Bagno Turco privato… FINE