Lo avevo aspettato, l’amore mio, il mio desiderato.
E veniva vestito di blu tra le luci del bagno.
Mi si avvicina, il mio tesoro.
Mani sottili mi slacciano le scarpe e tirano giù le calze.
Qualcosa mi pulsa tra le gambe – sempre più duro.
Lo sento che sbottona la mia camicia e lento mi lecca il petto.
Oh anch’io lo denudo il mio caro.
Veloce gli tolgo la camicia e lo bacio sul collo.
E lui – oh – mi toglie la cintura e sbottona i pantaloni e -si alza – li tira via.
Anche lui si toglie pantaloni e calze e scarpe.
Io e lui mutande tese.
Ci guardiamo negli occhi.
E non resisto … gli abbasso gli slip.
Esce il cazzo suo bagnato e grosso.
Coperto ancora il glande che scopro io, tesoro infuocato.
Lo lecco piano e lui geme e mi si getta addosso.
Io gioco con i suoi testicoli mentre ho in bocca il cazzo … e lui che cerca il mio.
Lo sento che una mano penetra negli slip e agguanta la preda desiderata. Quasi vengo.
E urlo … di piacere.
Si è girato e lo ha preso in bocca il mio cazzo.
Veniamo insieme con un gemito comune.
E poi ci baciamo le bocche piene del seme le lingue l’una dell’altro.
Solo un attimo è il riposo e poi è lui che comincia.
Lo sento che mi slingua nel culo e mi tiene i coglioni.
Io sono già dritto il cazzo infuocato.
Un dito nel culo e poi due e poi – oh no – tre e gli guido il cazzo dentro mentre su e giù lui va con il mio.
Ma non regge; ha voglia di leccarmi le palle e poi tutta la mazza fino al glande. Il mio cazzo bianco e rosso che fa scintille e fino al soffitto arrivo.
E lui non viene che ci penso io con le mani e la lingua che lenta lo lecca tutto fino al culo e ora voglio scoparmelo io e quando lui viene io glielo ficco dentro che il suo urlo è di gioia e di dolore.
Lo chiavo violento e lui si eccita di nuovo e mi giuda le mani per una sega a quattro. Incredibile ma … veniamo insieme.
Esausti restiamo dieci minuti a guardare il soffitto.
“Giacomo, culo fantastico, ma cazzo sformato, senza grazia.
Non lo pensi anche tu? ” – mi fa di botto
“E tu culo sformato, ma cazzo fantastico” e me la rido.
“Quello che mi piace di te è che non ci metti tempo a venire” mi carezza il cazzo moscio.
E me lo bacia.
Ci mette su la testa. Anch’io.
“Non pensi mai alla figa? ” gli dico
“Come no! L’altro giorno ho scopato con Louise. Grandi tette e figa, beh, troppo usata. ”
“è raro che ci penso io. ”
E me la rivedo Louise bocca aperta contro il muro e Genny che la tocca.
“A volte sogno di entrarci tutto, dico dentro a una figa”
“Però” – e comincia a mordicchiarmi il sesso “il cazzo è il cazzo”
Lo sento che gli viene duro.
Dico “Non mi va”.
Mi giro per dormire.
E anche lui. FINE
