Avevo diciannove anni quando, giovane ragazzo di campagna di un piccolo paese della Sicilia orientale, fui chiamato alle armi per assolvere ai miei doveri verso la Patria.
Terminato il periodo di addestramento ad Albenga fui inviato a Roma per terminare il periodo di leva.
Le giornate passavano piuttosto monotone.
Nessuna ragazza, solo qualche film a luci rosse.
Una sera, decisi di cambiare cinema.
Non più la solita sala piena di soldati che facevano un traffico infernale, ma una piccola sala in un quartiere più calmo.
Entrai e mi misi in una delle ultime file.
Pochissimi spettatori guardavano come me quel film.
Le immagini che si susseguivano erano veramente mozzafiato.
La protagonista era stata sequestrata da una banda di rapitori che adesso la stavano prendendo in tutti i modi.
Io ero eccitatissimo e cominciavo ad accarezzare il mio cazzo che nel frattempo era
diventato durissimo quando accanto a me prese posto un uomo di mezza età di circa 50 anni.
Ero tentato di spostarmi per trovare una maggiore tranquillità e riprendere l’operazione che tanto bruscamente avevo interrotto ma preferii attendere fino alla fine del primo tempo.
Le immagini sullo schermo si susseguivano in un crescendo di scene sempre più erotiche che mi eccitavano sempre di più.
Per nascondere la mia eccitazione, sempre più evidente, appoggiai sulle mie gambe un maglione che tenevo in mano.
Improvvisamente il mio vicino di posto appoggiò la sua gamba alla mia.
Sembrava un contatto casuale.
Scostai la mia gamba di qualche centimetro cercando di evitare il contatto ma dopo qualche minuto il mio vicino ritornò alla carica accostando ancora la sua gamba alla mia.
Ero impietrito.
Non sapevo se quel contatto era solo fortuito o se, al contrario, era cercato.
Non mi mossi e continuai a guardare il film con il pensiero rivolto alla persona che stava seduta accanto a me.
La pressione sulla mia gamba aumentò poco alla volta fino a quando sentii una mano appoggiarsi leggermente sul mio ginocchio.
Ormai era chiaro che quel contatto era voluto.
Io ero impietrito, terrorizzato per quanto stava accadendo ma in preda ad un’eccitazione sempre maggiore.
Avrei voluto alzarmi e andare via ma quella mano che un po alla volta risaliva lungo la mia coscia mi eccitava sempre più.
Il mio vicino, vista la mancanza di reazione da parte mia aumentò le sue avanches e, appoggiata la sua mano sul rigonfiamento dei miei pantaloni, soppesando quello che c’era sotto, senza dire una parola abbassò la lampo dei miei jeans e tirò fuori il mio cazzo iniziando a masturbarmi lentamente.
Sborrai in poco tempo nelle sue mani.
Lo vidi allora leccare tutta la sua mano fino a pulirla completamente.
Nella mia mente si affollavano una serie di pensieri.
Ero forse un omosessuale senza essermene mai reso conto?
No, non era possibile.
A me piacevano le donne, tutte le donne, magre, grasse, belle, brutte… Allora?
Mentre rimurginavo nei miei pensieri, il mio vicino di posto mi fece segno di seguirlo.
Titubante, come un automa, mi alzai e lo seguii nella toilette del cinema.
Appena dentro mi si avvicinò e mi appoggiò nuovamente una mano sulla patta dei pantaloni.
Al solo contatto il mio cazzo si gonfiò nuovamente.
Lui lo strinse fra le mani senza distogliere lo sguardo da me. Voleva vedere la mia reazione al suo movimento.
Non sapevo cosa fare, chiudevo gli occhi per sfuggire il suo sguardo ma mi disse di non preoccuparmi, di rilassarmi.
Mi lasciai andare.
Le sensazioni che provavo, quella esperienza nuova erano il massimo che mi era mai capitato.
Lui tirò fuori il suo cazzo e condusse la mia mano verso quel membro nè grosso ne particolarmente duro.
Lo strinsi nella mano e lo sentii gonfiarsi sempre di più.
Carlo, questo il nome di quella persona, si chinò verso di me e prese in bocca il mio cazzo ormai violaceo e duro a tal punto da farmi male.
Cominciò a leccarlo con maestria dalla base alla punta per poi farlo sparire tutto nella sua bocca.
Succhiava, come succhiava bene.
Venni un’altra volta e il mio fiotto di sperma gli riempì la bocca.
Pensavo che si sarebbe scostato ma lui bevve tutto, fino all’ultima goccia.
Poi Mi disse di chinarmi e di fare la stessa cosa.
Feci segno di no con la testa ma lui, con decisione mi fece inginocchiare. Avevo il suo cazzo ormai enorme davanti alla bocca.
Quasi senza accorgermene socchiusi le labbra e lui mi infilò il membro in gola.
Mi sembrava di soffocare ma poi iniziai leccarlo e a succhiarlo mentre con la mano andavo su e giù sulla sua verga.
Ora volevo che sborrasse anche lui.
Aumentavo i miei movimenti e succhiavo con maggiore vigore.
Dopo un po sentii il suo pene pulsare sempre più, stava per venire.
Tentai di togliere la bocca ma Carlo me lo impedì.
Senttii il caldo fiotto di sborra riempirmi la bocca e arrivarmi in gola.
Aveva un sapore per me nuovo ma mi piacque.
Sfinito per la grande sborrata mi ricomposi.
Ero rosso e non avevo il coraggio di guardare Carlo e di guardarmi allo specchio.
Lui vide il mioo imbarazzo e mi chiese se era la prima volta.
Risposi di si, fino ad allora avevo cercato solo donne con le quali, peraltro, non avevo avuto eccessiva fortuna.
Mi disse che era sposato e che, se avessi voluto, mi avrebbe fatto conoscere la moglie.
Con un sorrisino mi disse che l’incontro sarebbe stato piuttosto piacevole ed accettai.
Ci saremmo rivisti il giorno dopo davanti al cinema alla stessa ora. FINE