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La prima volta che mi sono sentita bella (racconto lesbo)

“Ciao Chiara, sono Silvia, aprimi!” La voce della mia amica arriva attraverso il citofono allegra e squillante come sempre. “Sali, ti aspetto!” Premo il pulsante e apro la porta di casa, la mia valigia è pronta a terra accanto al letto, sento Silvia che sale le scale trascinando rumorosamente la sua grossa borsa sportiva, domani si parte per le vacanze e sono felice come una bambina.

“Diavolo Chiara, spero di non aver scordato nulla…” A giudicare dalle dimensioni del bagaglio non si direbbe ma Silvia è così, sempre precisa, puntuale e forse un pò maniacale in certi suoi atteggiamenti ma a me piace così, la conosco da un anno ed è già la mia più cara amica.

Molla a terra il borsone e sbuffa facendo gli occhi storti, come se fosse esausta dopo una scalata. Silvia è una ragazza un pò speciale, così intelligente, originale e soprattutto incredibilmente allegra, mi ha sempre stupito la sua capacità di trasmettere calore e positività, persino a me che di indole sono piuttosto musona. Poi è bella e questa è l’unica cosa che mi turba, forse vorrei solo essere anch’io carina come lei, con quel fisico ben proporzionato, i capelli biondissimi tagliati corti che porta spettinati e il suo viso da angelo furbetto con quegli occhi blu di taglio quasi orientale che brillano di pensieri innocentemente dispettosi…

Io non sono così purtroppo, sono scura di capelli, li porto lunghi con la riga in mezzo, banale eh? Non sono tanto alta, ho il seno troppo grosso e i miei occhi non brillano di nulla, sono solo così, marroni.

Non ho un ragazzo, anche perché sono troppo timida e questo mi fa apparire scostante, anche Silvia non ha nessuno ora, ha scoperto il suo fidanzato con un’altra il mese scorso e lo ha steso con una mossa di judo, ha pianto solo dopo. Da quella sera ho il terribile presentimento di essere sul punto di innamorarmi di lei.

Ceniamo in pigiama, io indosso un pigiama lungo di cotone marrone (come i miei occhi, come la mia vita… ma stasera è diverso, sono felice…) troppo pesante per una serata tiepida come questa, ma voglio nascondere le mie tette troppo grandi per un corpo magro e minuto.

Silvia risucchia rumorosamente l’ultimo spaghetto e strizza gli occhi sorridendo: “Allora siamo pronte? Io ho tutto, tu ti sarai scordata qualcosa che tanto ti presterò io, i tuoi sono chiappe al sole e non romperanno le scatole per un mese, domani sveglia presto e via! Sarà una bella vacanza, ci scommetto!”

“Ci guardiamo un film?”

“Mah, Chiara, io sono stanca e domani ci dobbiamo alzare, abbiamo fatto le undici e mezza… io vado a letto, se tu vuoi guardare la TV non mi offendo sai?” E sorride nel suo pigiama leggero rosa a righe azzurre, abbiamo entrambe ventun anni ma a volte lei sembra una bambina.

Provo a guardare un pò di tele ma non danno nulla di interessante, mi rassegno e raggiungo Silvia che già dorme nel lettone dei miei. Abbiamo già diviso un letto altre volte ma stasera è diverso, penso più a lei che alla partenza di domani e mi sento molto turbata… mi stendo e cerco di prendere sonno, è inutile, la sento respirare vicino a me, il suo profumo che pure conosco non mi è mai sembrato tanto buono. All’improvviso penso a come sarebbe dormire abbracciata a lei e mi accorgo di essere completamente bagnata, tanto che il mio  brutto pigiama è umido tra le gambe. Mi alzo e vado in bagno, sono confusa, penso di asciugarmi, poi mi verso sulle mani per nessun motivo dell’olio per il corpo che comprai alle terme di chissà dove e non ho mai usato, torno in camera da letto in una specie di trance, non mi sono asciugata, anzi i pantaloni del pigiama sono rimasti in bagno e ho le mani unte di olio. Silvia dorme sulla pancia col viso affondato nel cuscino, io guidata da una forza che non riesco a contrastare afferro delicatamente tra le dita l’elastico dei suoi calzoncini corti da notte, piano piano li abbasso, tentando di scoprirle il sedere senza svegliarla.

Fa solo un respiro appena più profondo e le sue natiche perfette, rosee e tiepide mi si mostrano in tutta la loro bellezza. Ormai ho perso il controllo, sono fradicia tra le gambe e sto bagnando il lenzuolo, prendo ad accarezzarle il culo con infinita delicatezza, sono pazza d’amore per lei.

Facendo scorrere il dito nel solco tra le sue chiappe incontro il buchino del sedere, con l’indice ancora unto lo accarezzo, poi decisamente infilo il dito dentro.

Silvia si sveglia: “Aaah! Chiara mi fai male!” Come sa che sono io? La sento stringere il suo buco attorno al mio dito, penso che ora mi picchierà e invece la sento contrarsi ritmicamente, Silvia ha un orgasmo.

Tolgo il dito mentre lei finisce di soffocare il gemito nel cuscino, nel farlo riesco a sentire che si è bagnata anche lei, resto con le lacrime agli occhi ad attendere la sua reazione.

“Chiara io non sapevo…” Non è arrabbiata, mi guarda con stupore mettendosi seduta, si porta una mano dove poco prima ho messo il mio dito.

“Silvia scusa…” Ora sono di nuovo in me “Mi dispiace ma io credo che, insomma io ti, io… neanch’io pensavo di…” Balbetto come una rimbambita, lei mi appoggia due dita sulle labbra:

”Shhh! Non dire nulla.” Si avvicina a me, si sfila del tutto i calzoncini che le ho abbassato, poi mi prende la gamba e la tira a se, la fa passare attorno alla sua vita finché sento il suo sesso caldo e umido appoggiarsi sul mio. Mi abbraccia dolcemente e comincia a muovere il bacino accarezzando così la mia vagina con la sua, intanto mi da dei piccoli baci sul collo.

“Chiara volevi fare l’amore con me?” Sento il piacere montare, farsi largo nel mio corpo incredulo “Chiara non l’avevo capito, puoi farlo sai? Facciamo l’amore.” sento di stare per venire ma voglio farlo insieme a lei, il respiro di Silvia sul mio collo si fa più pesante, anche lei è molto bagnata ora, vorrei spogliala e averla nuda tra le mie braccia ma non posso e non voglio sciogliere questo abbraccio.

Quando sento esplodere il suo piacere mi abbandono al mio, godiamo abbracciate, mentre la sento venire tra le mie gambe per la prima volta nella mia vita mi sento bella.

La spingo delicatamente facendola sdraiare e la stringo a me, dopo questa esplosione di passione voglio solo stare così, Silvia mi sorride con un sorriso che non fa promesse, se non quella di starmi vicina questa notte… e per questa notte lascio che sia abbastanza.

FINE

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