Era notte tarda e Monica stava ancora lavorando alla programmazione del software per il progetto di intelligenza artificiale assegnato al suo dipartimento.
Lanciò di nuovo il programma attorno alla mezzanotte e si accorse che da qualche parte c’era ancora un maledettissimo baco.
– Dannato – pensò – Ti scoverò prima o poi – e si abbandonò sulla sedia, stiracchiandosi nel tentativo di non sentire il dolore che le attanagliava le spalle, dopo quattro ore filate davanti a quel monitor.
Alla fine si rilassò pensando che lei in fondo era fortunata trovandosi a lavorare a casa, mentre in quello stesso momento i suoi colleghi tecnici si trovavano in azienda, rinunciando al sonno e senza saper sbloccare quello stramaledetto programma.
Compiacendosi di questo crudele pensiero, non si accorse che entrò nello studio Veronica, sua sorella gemella.
– Ciao sorellina, finito il progetto? –
– Quasi – replicò Monica, – ma la mia schiena è a pezzi -.
– Beh, se sarai gentile con me potrei anche massaggiarti le spalle -.
– So in che modo essere buona con te: vuoi che ti lasci dormire nel letto di sopra del nostro castello, non è vero? – azzardò Monica.
– Ottimo, così non ti sentirò russare – rispose Veronica.
– Io non russo – gridò Monica lanciando una matita contro la sorella.
– Sì, sì, … come vuoi sorellina … –
Veronica si avvicinò alla schiena della sorella, le sbottonò la camicetta arrotolandogliela ai fianchi e cominciò a massaggiarle le spalle.
Monica ne sentiva proprio il bisogno ed iniziò a rilassarsi.
– Slaccialo pure – disse a Veronica dopo cinque minuti di quel massaggio e così la sorella slacciò il reggiseno di Monica facendo rotolare le spalline lungo le braccia.
Veronica strofinò e carezzò i muscoli irrigiditi della gemella finchè non li sentì più morbidi e distesi.
– Ahh, … sì è veramente delizioso – disse Monica, accorgendosi dalla sveglia che mancava un quarto all’una e che perciò Veronica la stava massaggiando da tre quarti d’ora.
– è ora di andare a dormire – aggiunse.
– Meno male, pensavo che avrei passato tutta la notte a smanacciarti il collo e la schiena – ironizzò Veronica.
– Mi sento veramente meglio, grazie Vero… – abbracciò la sorella dicendole:
– Sei la migliore -.
Veronica si piegò, invece, in avanti appiccicandosi con un bacio alle labbra di Monica.
La reazione immediata fu come quella di una sorpresa schioccante, poi focalizzò
che stava provando piacevoli sensazioni e istintivamente contraccambiò il bacio con sensualità, socchiudendo le labbra e permettendo alla lingua di sua sorella di scivolarle in bocca, lasciandole esplorare il palato ed intrecciarsi alla sua lingua con giochi e movimenti guizzanti.
Scambiarono questa lussuriosa esperienza per quasi dieci minuti.
Alla fine fu Monica a divincolarsi dall’abbraccio per prima; respirava con affanno.
Non lo avrebbe mai confessato ma era eccitata, sentiva i suoi capezzoli eretti e infuocati e si vergognava che Veronica li potesse vedere in quella condizione.
Ma anche i capezzoli di Veronica non erano meno impudenti, seppure al riparo della maglietta si protendevano oltraggiosi e sfrontati a denunciare il desiderio sessuale della ragazza.
– è proprio ora di andare a dormire – disse Monica e si avviò verso il bagno per cambiarsi per la notte.
Monica si chiuse in bagno, si lavò il viso con acqua ghiacciata, si lavò i denti, sedette a spazzolare i lunghissimi capelli biondi.
Si spogliò e si accorse con rabbia e stupore che le sue mutandine si erano inzuppate di miele per il piacere provato, le gettò stravolta nel cesto degli indumenti sporchi.
Svestita com’era, si guardò allo specchio, incontrò lo sguardo perplesso di una giovane ventenne dal volto arrossato, nuda, con le tette tese e i capezzoli ancora ostinatamente eretti. Che stava succedendo? è normale che due gemelle siano più affiatate di comuni sorelle, ma non è giusto che si
diano anche piacere sessuale, ma perchè allora quell’eccitazione, e confessiamolo, quella voglia di farlo ancora? Pensava al suo ragazzo, Dio com’era bravo a farla godere, e allora cosa cercava? No! Quel che è successo non è ammissibile non è una cosa naturale, e non deve ripetersi!!
Ma mentre concludeva in questo senso si accorse anche del profumo di sesso che la sua vagina spandeva in quel locale.
Si toccò e si spaventò, trovando il suo folto pelo irto ma tutto inzuppato e la sua fessura oscenamente dilatata come, anzi di più, di quanto succeda quando il cazzo del suo ragazzo comincia a penetrarla.
Bevve un bicchiere d’acqua gelata, si infilò nella camicia da notte ed andò in camera.
Divideva ancora la camera con Veronica, dormivano in un letto a castello con
Veronica da sempre costretta nel letto inferiore.
La camera era già immersa nell’oscurità, le luci spente e il solo luccichio delle cifre digitali della sveglia sul comodino.
Mentre scostava le lenzuola del letto inferiore Monica disse: – Non ti ci abituare ‘chè domani me lo riprendo quel posto – e fece per infilarsi nel letto quando si ritrovò al fianco di Veronica.
– Ma che diavv… , non volevi dormire nel letto di sopra? –
Veronica rispose semplicemente infilandole la lingua nel lobo dell’orecchio e quindi di nuovo in bocca.
Al diavolo quel che aveva deciso in bagno.
Monica non aveva e non voleva opporre difese, afferrò saldamente il corpo di Veronica, condividendo quel bacio profondo, insinuando anche la sua lingua nella gola della gemella.
Monica si fece trascinare dall’eccitazione, cercò ed afferrò il seno sinistro di Veronica, trovandolo soffice e bollente.
Veronica sollevò la camicia da notte di Monica e gliela sfilò, passando poi a strofinarle e rollarle i due capezzoli con le sue dita.
Veronica non indossava che una maglietta, fu altrettanto facile a Monica sfilarla e passare a succhiare i capezzoli.
Monica leccava e succhiava le tette della sorella con avidità, come se volesse nutrirsi e riempirsi di un piacere irreale, innaturale e mai provato.
Veronica cominciò a gemere ed a contorcersi, con le mani spingeva la testa della sorella sui suoi seni impedendole di staccarsi e costringendola ancora a
succhiare e ancora a leccare e ancora a mordere. Fu sempre Veronica a decidere di staccare quella faccia dalle sue tette ed a sollevarla verso i suoi occhi.
Monica disse: – Ricordati che voglio sempre per prima il posto migliore – e si rigirò scivolando per intero sul corpo di Veronica, andando ad incastrare la sua testa tra le cosce della sorella.
Veronica non indossava biancheria intima, Monica raggelò trovando una fessura depilata, glabra, liscia ed innocente come quella di una bimba.
– Vero … che cazzo hai combinato? Te la sei completamente rasata? –
– Penso sia stata la cosa migliore da fare -.
– Cos’è te l’ha chiesto quel porco di Vanni? –
– No, Vanni non c’entra, anzi con lui è finita … –
– Come mai? –
– Non funzionava … Monica … poi ho scoperto questa nuova condizione … –
– Condizione? … Che condizione? –
– Monica sono lesbica … –
– Ehh? … Ma … correvi dietro ai ragazzi come una forsennata … sei passata alla storia come la sgualdrina del Liceo McKinley –
– Apparenza Monica … , guarda bene lì in mezzo … dai … –
Veronica allargò istintivamente le gambe, offrendo oscenamente i suoi genitali ai sensi di Monica.
Monica vi affondò la testa ed una mano, si lasciò guidare dall’olfatto e con curiosità scientifica ispezionò la vulva della sorella. Eccolo lì, un imene intatto proteggeva il profondo canale della passione.
– Ma tu … tu non hai mai combinato niente con i ragazzi ? ! ? … –
– Non che non ci abbia provato Monica, ma non appena la cappella di un cazzo stuzzica la mia passerina mi infrigidisco, mi metto ad urlare e piangere dal dolore, certe volte fino alle convulsioni …. capisci bene che qualsiasi ragazzo si defila alla velocità della luce, per poi andare a vantarsi di aver fatto chissà cosa con me per non passare lui per un frocetto imbranato –
– Anche con Vanni? … sembravate una coppia perfetta? –
– Sì anche con Vanni, anche se lui è quello che ci ha messo più sentimento ha cercato di capire … di guarirmi … di essermi nonostante tutto fedele e vicino … Ma come posso pretendere di legarlo a me senza poter essere una donna completa, capace di soddisfarlo nei suoi desideri … mi capisci … è stato meglio così…. Poi è arrivata Rebecca ed ho capito –
– Rebecca? ? –
– Sì l’allenatrice, giù in palestra, siamo diventate amiche, molto amiche e mi ha spiegato … che devo convincermi della mia identità … che sono una donna a cui piace toccare un’altra donna ed essere amata da un’altra donna … è difficile credi … e ti chiedo aiuto … comprensione … –
– Oddio … Vero… non lo so … sto qui e con i miei occhi fissi sulla tua fica il naso mi fa gustare il profumo del tuo sesso … vorrei toccarti … ma sei mia sorella … e … e poi … sei ancora vergine … e … e … hai appena confessato di essere lesbica … oddio … –
– Monica … ti prego … –
– Non lo chiedere ancora … sei bellissima … non insistere … voglio … voglio … SSIII … voglio aiutarti –
Veronica fu colta di sorpresa, sentì immediatamente la lingua calda della sorella tra le pieghe di carne della fica; allargò ancora di più le sue gambe per far star comoda Monica. E Monica fece la stessa cosa, allargò la sua intimità consentendo a Veronica di cibarsi di quella stessa qualità di carne.
Si erano fuse nel 69, ognuna masticava la clitoride dell’altra e beveva lo stesso nettare che le profonde sorgenti uterine facevano sgorgare.
– Monica ti prego … ora … di più … liberami … te ne prego … –
Monica titubava, godeva al pulsare della fica della gemella e provò a verificare con le dita se la penetrazione di Veronica fosse dolorosa. Ma la sorella gemeva ed implorava: – SIII Monica … fammi tua … liberami dalle inibizioni … –
L’imene non sembrava una barriera resistentissima, affondando le dita sembrava elastico, poi era solcato già da una naturale fessura. Monica lappò la clitoride di Veronica e quando la sorella gemette per l’orgasmo, affondò quattro dita in profondo nella vagina. Quella tenera barriera di carne si frammentò e la mano sprofondò verso la cervice uterina.
Nient’altro che un soffice lamento si udì da Veronica seguito dall’esplosione di gioia per il suo primo orgasmo vaginale.
Veronica si ritrovò deflorata donna completa ma pronta per soddisfare un’altra donna.
Monica si cibò anche di quelle poche gocce di sangue che la fica della sorella avevano pagato a quell’occasione, subito sostituite da un fiume di nettare uterino; bevve, Monica, bevve con passione ed orgoglio.
– Grazie Monica … sei stata fantastica –
Monica si rigirò nuovamente, riallineando le sue membra al corpo di Veronica e le riversò in bocca fiumi di saliva mista a quanto la sua vagina aveva secreto durante il secondo orgasmo seguito alla deflorazione..
– Ho proprio un buon sapore – commentò Veronica.
Fu Veronica poi a scendere verso la selvaggia fica della gemella. Un monte di Venere biondo e lussureggiante di lunghissimi peli accolse la lingua di Veronica.
La stessa peluria ornava a festa la via verso i petali della passione.
Le fogliette interne della fica di Monica vibravano, Veronica le succhiò e baciò a lungo e voluttuosamente, stuzzicò stuzzicò e si nutrì della peluria quasi fosse biada ed affondò infine la lingua nel largo canale della sorella.
Per la prima volta non un cazzo, ma una lingua di femmina eccitava quelle pareti.
Veronica affondò in profondità generando nuovi piaceri e paradisiache estasi.
Anche Monica si lubrificava copiosamente e Veronica aveva di che dissetarsi.
– Ohh Cristo che mi succede … come godo … godoooo … GODOOOOOO …. –
– Vero … Veroooo … bastaaaaaaa … bastaaaaaaaaaa … –
Veronica fu capace con la sola lingua di squassare con una raffica di tre orgasmi l’utero e il ventre della gemella, fino a quando la stessa Monica implorò quiete e riposo.
Veronica risalì strusciando il suo corpo alla pelle di Monica fino ad arrivare a baciarle la fronte.
– Grazie Monica, per tutto quello che hai fatto in questa magica notte … ora so chi sono e cosa mi piace … –
– Vero … però ora sono io a non sapere più cosa mi piace ……… – FINE
