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L’Eresiarca diciottenne

Introduzione (che può essere saltata di netto senza problemi) “Perché sto iniziando a scrivere ciò che sto iniziando a scrivere? Perché voglio far sì che la mia vita sia un’opera d’arte. Un’opera d’arte non è, e non può essere tale di per se, ma lo diventa nel momento stesso in cui produce una comunicazione, una trasmissione, cognitiva o emotiva che sia, con un soggetto che la esperisce….

E così la mia vita, per quanto possa essere maledetta e magnifica, ha bisogno di qualcuno, fossi anche io stesso, che la consideri, potendola guardare come si guarda un oggetto esterno……

O rimarrà solamente una vita; anzi per essere più preciso, come tutte le mere vite non rimarrà affatto, si dissolverà rapidamente nell’oblio del tempo, lasciandosi tutt’al più alle spalle qualche smunta traccia, che presto non le sarà più riconducibile. Per riuscire nel mio intento devo renderla esplicita, devo strapparla una volta per tutte dalle grinfie di una presunta realtà ontologica sfuggente che indistintamente la brucia e si brucia nel presente, nel momento stesso in cui viene ad esistere, per consegnarne una mia definitiva e definita interpretazione all’eternità. Ci tengo però a sottolineare la parola interpretazione. Sì, perché io tendo generalmente a sottintenderla, tanto m’è familiare e tanto la considero evidente e necessaria….

Dimenticando che la stessa cosa non vale per gli altri.” Questa che ho appena riportato è una sorta di premessa che Alessandro,un mio caro amico, aveva posto all’inizio di quello che si ostinava a chiamare “Il romanzo della sua vita”, un testo in prosa che si era messo a scrivere pochi mesi fa. Come sempre gli succede, il caro Alessandro, non ha portato a termine quello che aveva iniziato ed anzi si è stufato di avere tra i piedi questo centinaio di pagine tenute insieme da una spilletta in cui rievocava i fantasmi della sua adolescenza, raccontava, anche se in maniera molto frammentaria (e stranamente in terza persona, al contrario della premessa, che come avrete letto è in prima…… accorgimento formale che non sono mai riuscito bene a capire), la sua incipiente vita sessuale e sentimentale, analizzava e riviveva i suoi turbamenti e, come amava dire, metteva su carta la propria biografia del animo e del corpo. Ho salvato del secchio dell’immondizia questo testo, che lui è stato felicemente sorpreso di constatare fosse di qualche interesse per me, ed ora mi appresto a riportarne il primo capitolo, dove parla di un ragazzo, David, per il quale, tra parentesi, anche io ho provato qualcosa in passato, e forse provo tutt’ora. – Il racconto vero e proprio.

 

 

 “Alessandro viveva allora i suoi 18 anni tra depressioni malinconicamente piacevoli, il substrato psicologico caratteristico della sua esistenza, e rutilanti esaltazioni di breve durata, tra masturbazioni frequenti e versioni di latino copiate, tra letture pericolose e la decadenza della sua famiglia che da qualche tempo non godeva più dei fasti dei tempi che furono. Frequentava il quarto anno di un Liceo Classico di un anonimo paesino di campagna senza grandi risultati e mettendoci poco impegno, ancora non aveva deciso cosa fare della propria vita, l’unica cosa che gli sembrava chiara era che non sarebbe mai voluto diventare come i suoi genitori, non si sarebbe mai imborghesito (povero illuso)….. Era in costante conflitto con il suo tempo, ma non si considerava un ribelle, giudicava anzi volgari tutte le ribellioni esteticamente ostentate che ricadono nel peggiore dei conformismi. Non perché fosse un detrattore dell’estetica, che invece era una delle poche cose che gli pareva avrebbe potuto dare un senso a quello che faceva, ma perché si giudicava (probabilmente in maniera fin troppo arbitraria) troppo raffinato, superiore, alle persone che lo circondavano per confondersi con loro, per entrare a far parte del loro gruppo. Si diceva un amante del bello e del piacere, che ricercava indifferentemente nel giovane corpo sia maschile che femminile….. In verità le sua esperienze sessuali non erano così ricche, si limitavano a qualche preliminare di poco conto, più che altro baci e masturbazioni reciproche, fatto con amici ed amiche, dettato sostanzialmente dalla curiosità. Alessandro era un bel ragazzo, di statura poco inferiore al metro ed ottanta e fisico molto magro, ma non emaciato, castano scuro, con i capelli lisci (a volte leggermente unti, nel periodi in cui si trascurava), lineamenti delicati, ma mascolini, pelle chiara, particolarmente fragile, ed occhi verdi. Piaceva, ma non era troppo appariscente ne’ popolare… In classe con lui c’era David, il rappresentante d’istituto. un maschietto mediterraneo, che aveva fatto la primina, ed andava a scuola con gente più grande di un anno. Questa differenza cronologica era però assolutamente non rilevabile nei fatti: David aveva una personalità molto forte, che spesso gli permetteva di soggiogare i compagni e talvolta anche i professori, un carattere socievole ed accomodante (mai aggressivo), che gli dava la possibilità di instaurare rapporti con chiunque, una corporatura simile a quella di Alessandro, ma più dura, più forte, più sana….. Ecco, era la sanità l’elemento ricorrente in David, una sanità che luccicava nei sui lisci capelli neri, che trasudava dalla sua pelle olivastra, che traspariva dalle espressioni del suo viso virile ma immaturo; una sanità che lo faceva sentire sempre adeguato, che lo teneva lontano, almeno all’apparenza, da perversioni e nevrosi; che si ripercuoteva nella sua vita sociale, sentimentale e sessuale dominata dall’imponente figura della sua ragazza, Margherita, Miss Liceo. Alessandro non era un grande sportivo, ma gli capitava saltuariamente di giocare a calcetto con i compagni di classe. Aveva fatto calcio per qualche anno, quando era più piccolo, e se la cavava abbastanza con il pallone tra i piedi…. Ma cos’era che lo portava a decidere di andare al campo con gli amici? Cos’era, visto che non gli piaceva fare movimento, che non lo interessava il gioco, che non era entusiasta di passare un serata con quei ragazzi? Era l’immagine di David, dopo la partita, nudo, che si lavava sotto la doccia….. La più appetibile delle visioni, fruibile senza sforzi particolari, ne’ possibilità di compromissioni…. Sì, Alessandro andava a giocare a calcetto solo per contemplare il corpo sensuale di David sotto la doccia, le sue carni sudate e fumanti, le sue mani sicure che si massaggiavano i genitali. Alessandro aveva sempre creduto che mente e corpo appartenessero a sfere diverse, distanti, distinte…. Aveva sempre creduto che l’attrazione sessuale fosse propria della dimensione corporale, e che fosse indipendente dalla personalità e dall’intelligenza dell’individuo, pensava che a sostenere il contrario fossero solo i semplici e stereotipati sentimentali che popolavano in gran numero la società contemporanea. Ma dovette ricredersi: David non era male, ma nel loro istituto c’erano persone oggettivamente più belle, e che comunque gli piacevano di più. Eppure la creatura divina e demoniaca che infestava da mesi le sue più lascive fantasie era David, eppure lui era infatuato da David, eppure l’oggetto del suo desiderio era David……. Non che fosse innamorato, ma molto attratto sì. La sua fervida immaginazione si produceva in annebbiate visioni oniriche, in cui a temi erotici si mescolavano concezioni ideologiche e filosofiche, il tutto personificato in David, L’Iconoclasta, L’Eresiarca, colui che sceglie, colui che, facendo proseliti nelle schiere dei più giovani e raffinati, distrugge il mondo con violenza per riedificarlo ad un livello più complesso, più autentico, più desiderabile, dominato dalla sessualità vissuta con naturalezza, senza costrizioni morali ed idioti orpelli teologici, da un’etica che affonda le sue radici dell’edonismo e nell’estetica. David vestiva a volte i panni succinti di Dioniso, che ubriaco ed infoiato incendiava città, sbranava sacerdoti e faceva orge disumane; altre volte era il Macedone, che si lasciava trastullare dai suoi amanti, sdraiato nella sua comoda tenda, mentre mangiava enormi chicchi d’uva, dopo una dura giornata di battaglie ed sangue ed uccisioni; altre prendeva le forme di un giovane Alcibiade che si gode il! suo potere e la sua bellezza mentre qualche efebico adolescente ateniese gli succhia i capezzoli ed il pene…..

Ma se gli aspetti, o meglio le contestualizzazioni, che David poteva assumete durante le masturbazioni di Alessandro erano molteplici (per citare solo le più ricorrenti: Clodio, Dorian Gray, Caligola, il Valentino, Fra’ Dolcino, Rimbaud), l’essenza era sempre e solamente la stessa, quella del Superuomo. Il rapporto tra Alessandro e David era buono, ma non particolarmente caldo; gli capitava di scherzare, di scambiarsi qualche parola…..

Ma poco di più. Un paio d’anni prima Alessandro aveva dormito a casa di David, dopo una festa….Ma quella notte non era successo niente di ciò che Alessandro aveva fantasticato che potesse succedere. A volte era capitato che giocando negli spogliatoi, dopo la lezione di educazione fisica, i due ragazzi, per la gioia di Alessandro, avessero simulato un orgasmo tra di loro, ridendo…..Pratica questa molto in voga tra i giovani di quelle parti e che di per se non aveva alcun significato particolare. Il 7 Febbraio di quello stesso anno la classe parti per una gita d’istruzione, una settimana bianca per essere precisi. Il secondo giorno era stato particolarmente faticoso, i ragazzi avevano sciato fino a sera, mangiando poco e riscaldandosi con abbondanti bicchieri di grappa sorbiti nelle molte baite sulle piste. Dopo una cena decisamente scadente, i professori li avevano accompagnati per qualche ora al palazzetto del ghiaccio. Ora ,all’una passata, si trovavano, Alessandro, David ed altri 3 loro compagni, in una delle spoglie stanze da letto dell’albergo. Alessandro non sapeva nemmeno bene perché fosse lì; lui che si considerava quasi un asociale, ma si sa che durante le gite gli schemi di vita abituali vengono a crollare. I ragazzi avevano scolato varie bottiglie di alcolici ed ora ridacchiavano collassati e stravaccati sui letti staffi. Era decisamente l’ora di andare a dormire, ed i tre non meglio precisati compagni uscirono dalla camera. Anche Alessandro sarebbe dovuto uscire, visto che la sua stanza non era quella ma al contrario si trovava al piano di sopra; il suo fatalismo ottimistico però gli fece addurre qualche scusa insensata, che per altro gli altri non stettero nemmeno ad ascoltare, per rimanere lì con David….. I due ragazzi si trovavano quindi brilli ed appoggiati ad un letto, non lontani l’uno dall’altro. David domandò:

– Te la sei fatta poi Giulia?- Riferendosi ad una loro comune amica, che si diceva c’avesse provato con Alessandro. Questi rispose di no, e David gli diede uno schiaffetto in faccia, chiamandolo bugiardo. La reazione stanca e scomposta di Alessandro fece sì che si innescasse una sorta di lotta, ben poco violenta…. Finite queste scaramucce, i due erano sdraiati di fianco, con le gambe incrociate, rilassati…. David aveva un braccio sul corpo del compagno… Un braccio che ad un certo punto iniziò a muoversi, fino a portare la mano ad accarezzare la pancia di Alessandro….. Fin qui nulla di strano, il nostro eroe aveva visto un sacco di volte due ragazzi massaggiarsi tra di loro senza farsi problemi. Anche Alessandro inizio a toccare David, ed in particolare il suo petto, mentre lo guardava negli occhi. Quest’ultimo, con espressione compiaciuta, si alzò sulle ginocchia e fece entrare entrambe le mani sotto la maglietta dall’altro, si mise quindi a strusciare i polpastrelli sull’ombelico, poi a farli scorrere fino allo sterno, su capezzoli ed infine sul collo…..

Sul suo viso s’era stampato un sorriso malizioso ed ormai forse qualcosa era scattato…… Alessandro aveva paura a prendere l’iniziativa, temeva di rovinare tutto, quindi si limitò passare le dita tra i capelli dell’amico. David gli tolse la felpa ed anche la canottiera, lo lascio a petto nudo e gli disse, con voce suadente:

– Mi piacerebbe avere un corpo come il tuo.- Poi iniziò a sfiorargli il viso, Alessandro chiuse gli occhi ed a sua volta cominciò a lasciarsi andare a soluzioni più decise, più temerare…. C’era un atmosfera eccitante, afosamente sensuale. Dopo qualche secondo le labbra di David si schiusero delicatamente sul collo di un Alessandro estasiato, che ora guidava la testa dell’amico ad indugiare il quello stupendo bacio. Il bacio divenne quasi un morso, un succhiotto; poi continuò sul mento, e sul lobo dell’orecchio. Ormai i ragazzi erano uno sopra l’altro, decisi a scoprire i propri corpi e le loro potenzialità. Alessandro sentiva il membro duro del rappresentate d’istituto che gli premeva sulla coscia, e fu allora che prese lui il volto tra le mani e gli appoggiò le labbra sulla fronte. David si spogliò dal maglione ed i due si strinsero finalmente in un lungo abbraccio, durante il quale movendo il bacino si strusciavano le erezioni una conto l’altra. Dopo poco i contatti divennero più audaci, ed il tenero erotismo che li aveva animati fino a quel punto, lasciò spazio ad un più fredda sessualità….. Le avvolgenti percezioni cariche di tensione fino all’eccesso furono corroborate da più fisiche ed intense sensazioni orgiastiche. I ragazzi si privarono dei pantaloni…. L’ultima barriera prima della perdizione più completa era costituita dagli slip, un guscio che rendeva più piacevoli il palpeggiamenti. Alessandro sentiva nella mano il membro di David, un membro di discrete dimensioni, che probabilmente, al pari del suo, rasentava i 18 cm di lunghezza… Che splendida situazione s’era venuta a creare… Massaggiava testicoli e l’asta del ragazzo dei suoi sogni, come chi mettendo in bocca la prima ciliegia della stagione la succhia per qualche minuto prima di morderla, assapora l’idea di gustarla leccando solamente la buccia, ben sapendo con non ne resterà che il ricordo quando l’avrà mangiata… Intanto i madidi petti si sfregavano, e le bocche finalmente s’erano trovate….. Il primo fu un contatto solo di labbra, breve, sfuggente, forma senza materia… Poi anche le lingue fecero la loro comparsa. Quella di David si muoveva come per risucchiare e richiamare a se l’altra… Ma non durò molto. Ora Alessandro vedeva il compagno che, toltogli le mutande, lo iniziava a masturbare, prima lentamente limitandosi a scoprire il glande dal prepuzio, poi sempre con più decisione, ma senza trasformale la sua prima polluzione omoerotica in un mero ritmo meccanico.

-E’ la prima volta che tocco così un ragazzo, fallo anche te a me.

– Disse. Naturalmente Alessandro lo accontentò subito, dopo averlo completamente denudato ed avergli esplorato la serica pelle tesa in lungo ed in largo… Passato che fu qualche minuto i due cambiarono posizione, la pratica rimaneva la stessa, ma questa volta a stare sopra era Alessandro. David gli lascio il pene per accarezzarlo, e le sue carezze dal ventre passarono alla natiche, soffermandosi sul solco che le divide. La carezza divenne una frizione, la frizione divenne una penetrazione….. Sì una della dita era entrata nell’ano e lo stava stuzzicando dal di dentro…. Che strana sensazione provava il nostro eroe…Un piacevole fastidio invasivo, forse vorrebbe farlo terminare, ma non lo fece. David gli si accostò all’orecchio e dopo averlo morso gli sussurra:

– Rallenta o mi fai venire…- Poi uscendogli dal sedere gli guida la testa verso il basso…… Lo forza quasi. Alessandro da principio si sofferma sui capezzoli, poi arriva al pube… Dopo averci sfregato il naso inizia a spompinare l’amico… La cosa lo eccita, ma le sensazioni che prova non altrettanto. Intanto cerca di fare con un dito ciò che David ha appena fatto al suo ano… Ma il compagno lo ferma, gli dice di no…. Intanto esce una goccia di liquido prespermatico, aspra e nauseabonda che lo disgusta. Lascia andare il membro e si mette seduto sul letto, fermo. David allora gli bacia lungamente il collo da dietro, e dopo poco i due sono nuovamente avvinghiati l’uno sull’altro a segarsi. Il nostro eroe viene per primo, David lo segue un paio di minuti dopo….. Se dovesse essere completamente sincero Alessandro ammetterebbe che continuare a masturbare l’amico dopo l’orgasmo gli dava noia…. Con il parossismo dell’amplesso si erano dissolte la maggior arte delle sue voglie. La mattina dopo David gli disse:

– M’è piaciuto quello che abbiamo fatto, e forse deciderò di rifarlo, tu comunque non farne parola con nessuno.- Mentre lo toccava sul viso. La sera precedente era finita senza un parola…

I due s’erano puliti dello sperma ognuno per conto proprio, ed erano andati in due letti diversi, a dormire in silenzio.”

FINE

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