Per il mio lavoro, in passato ho soggiornato a lungo in Thailandia, e mi sono tanto affezionato a quello splendido Paese che, anche ora che sono ormai in pensione, ci vado a trascorrere dei lunghi periodi di vacanza. Mi piace soprattutto andare in una delle località di mare, ma anche nella capitale mi trovo bene.
Una delle cose che non manco mai di fare sono i famosi massaggi tradizionali. I migliori li fanno in certi templi specializzati, dove il massaggio viene anche insegnato. Esistono però numerosi locali di massaggi che, a volte, sono quasi dei bordelli ma, anche volendo trascurare questi ultimi, in quasi tutti gli altri, con un piccolo extra, la massaggiatrice completa il massaggio con una masturbazione.
Conosco un albergo che, essendo adiacente ad uno di questi locali, ed avendo una porta che lo collega direttamente (credo che albergo e locale massaggi siano della stessa proprietà), è possibile chiedere alla direttrice di avere una massaggiatrice in camera. Ciò richiede il pagamento di un extra, ma è possibile anche avere un rapporto sessuale con la massaggiatrice, cosa proibitissima nel locale dei massaggi.
Di solito vado in inverno, quando l’afflusso dei turisti è minore, e mi fermo fin quasi a primavera, quando comincia a fare troppo caldo.
Anche l’anno scorso, verso dicembre, mi accingevo a partire, quando un mio carissimo amico intimo mi invitò a casa sua perché voleva parlarmi di un argomento importante.
A tavola eravamo in quattro: il mio amico, la moglie, il figlio diciottenne ed io. L’argomento di cui mi si voleva parlare era proprio il figlio.
Aveva appena terminato il liceo e s’era iscritto all’università, ma era caduto in una profonda depressione e ne stava allora uscendo con fatica. I genitori pensavano che un lungo viaggio gli avrebbe fatto bene e, poiché sapevano della mia passione per la Thailandia, avevano pensato di mandarlo con me. Il ragazzo, Alfredo, aveva accettato, perché mi conosceva sin da quando era bambino ed aveva per me un grande affetto. Io accettai: il ragazzo mi piaceva, ed un po’ di compagnia avrebbe reso la vacanza diversa dalle solite.
Dopo una settimana eravamo in volo per Bangkok.
Arrivammo al mattino tardi e prendemmo un taxi a cui diedi l’indirizzo dell’albergo di cui ho parlato. L’avevo scelto perché non avevo prenotato e lì mi conoscevano, perciò mi avrebbero sicuramente trovato una sistemazione. Infatti mi assegnarono una camera a due letti molto confortevole.
Riposammo tutto il giorno ed uscimmo solo per la cena. Poi tornammo in camera per dormire.
Eravamo sei ore in anticipo sull’ora italiana, perciò non avevamo sonno, pur essendo stanchi, e rimanemmo sdraiati a chiacchierare. Facemmo un programma per il giorno dopo e per quelli successivi; solo dopo cinque giorni saremmo andati al mare. Gli dissi dei massaggi e, vista la grande confidenza che c’era fra noi, non omisi i particolari erotici; se avesse voluto lo avrei accompagnato nel locale adiacente l’albergo. Lui si mostrò molto interessato e non esitò a dirmi che avrebbe voluto provare a fare il massaggio completo.
-Molto bene, – dissi, – Andremo domani pomeriggio, dopo la visita al palazzo reale. –
Dopo poco ci addormentammo e ci risvegliammo il mattino perfettamente riposati.
Il pomeriggio rientrammo in albergo, facemmo una doccia ed uscimmo per andare a fare il massaggio.
Si usciva dall’albergo e si entrava nella porta accanto, che era sovrastata da un’insegna con scritto “MASSAGGI TRADIZIONALI THAI”. Fummo accolti dalla direttrice, che mi riconobbe e mi fece un gran sorriso. Dopo i convenevoli, mi chiese se volevamo fare il massaggio lì o se preferivamo che venissero le massaggiatrici in camera. Risposi che per quella volta saremmo rimasti lì.
Chiamò due massaggiatrici, e fummo avviati in una stanza quasi interamente occupata da un grande letto. Le due ragazze, giovani ed abbastanza carine, senza essere belle, si assentarono dopo averci detto di spogliarci e di infilare degli amplissimi pigiami di seta. Alfredo era un po’ titubante a spogliarsi davanti a me, ma presto vinse la timidezza, e per un momento, prima di infilare il pigiama, rimase nudo. Era molto bello: snello senza essere magro, con un corpo che avrei definito femmineo, senza peli, eccetto che per un triangolo sul pube, e con un bel sedere tondo: visto da dietro sembrava proprio una bella ragazza. Le massaggiatrici tornarono dopo pochi minuti recando due catini con acqua calda. Ci lavarono i piedi, quindi ci fecero stendere sul grande letto. Cominciarono subito a massaggiarci i piedi, intanto chiacchieravano ridacchiando fra di loro. Io conosco il tailandese e capivo quello che dicevano; una disse all’altra:
– Sono belli tutti e due; credi che siano padre e figlio? –
– Potrebbero anche essere amanti. – Rispose l’altra. Poiché io risi, quelle si accorsero che le capivo e me lo chiesero direttamente.
– Nessuna delle due cose, siamo amici e basta, anche se lui è molto più giovane di me. – Risposi io.
Dai piedi il massaggio risalì ai polpacci, alle cosce ed all’inguine.
Di tanto in tanto le mani sfioravano lievemente il pene, come per caso, ma in realtà per saggiarne la reazione. Il pigiama di seta era tanto sottile, che il massaggio sembrava fatto sulla pelle nuda. La mia reazione a quei toccamenti fu quasi immediata, ed il pene si erse spingendo sul tessuto. Lei se n’accorse subito (era quello che voleva), me lo prese decisamente in mano da sopra il tessuto e mi guardò, sorridendo con aria interrogativa; feci un cenno di assenso e lei, allora, infilò la mano sotto i larghi pantaloni del pigiama, toccandomi con delicatezza il pene. Mi voltai a guardare Alfredo, e vidi che il massaggio non procedeva come per me; allora gli chiesi se andasse tutto bene, e lui, con una punta di imbarazzo, mi disse che lei lo voleva masturbare, ma lui era titubante a farlo davanti a me. Gli dissi di non preoccuparsi, se gli piaceva poteva farlo tranquillamente come facevo io. Solo allora egli notò quello che la massaggiatrice mi stava facendo. Quando alla ragazza fu chiaro che egli gradiva il massaggio completo, gli abbassò i pantaloni del pigiama ed iniziò a masturbarlo. Il suo pene, piuttosto piccolo, non era eretto, ma ben presto, sotto il tocco sapiente della mano, si rizzò. Egli teneva gli occhi chiusi e si godeva la carezza della ragazza. Non gli ci volle molto a raggiungere l’orgasmo, cosa che fece con un lieve gemito. Io godetti poco dopo di lui.
Il massaggio continuò per un bel po’ e, quando furono passate due ore, ci rivestimmo. Detti la mancia pattuita alle ragazze ed uscimmo dalla stanza.
La direttrice ci chiese se eravamo soddisfatti.
-Molto, – risposi io, – forse domani faremo il massaggio in camera, ma verrò io a confermare.
Quando fummo soli in camera, chiesi ad Alfredo se gli fosse piaciuto,
– Moltissimo! – Rispose;
– Che ne dici, allora, se domani le facciamo venire qui da noi? Saremo più liberi e, se la ragazza ti piacerà, potrai anche fare l’amore con lei, naturalmente prendendo le dovute precauzioni. –
– Si! Si! Era proprio quello che volevo, ma tu, però, non racconterai niente a mio padre, vero? –
– Stai tranquillo! Non sono così stupido. Rimarrà tutto fra noi. –
L’indomani, di ritorno dall’escursione, passammo dal locale massaggi; parlai con la direttrice, e concordammo che avrebbe mandato due belle ragazze nella nostra camera di lì a mezz’ora, il tempo per una doccia.
Il tempo di metterci in pigiama e bussarono alla porta; erano le due ragazze: sui vent’anni, piccole, come quasi tutte le tailandesi, ma molto graziose. Senza mai smettere di sorridere, si spogliarono, rimanendo nude. Erano veramente belle, quasi uguali, tanto che pensai che fossero gemelle. Snelle, senza un filo di adipe, con dei bellissimi sederi tondi che avrebbero tentato un eremita.
Senza esitare si diressero verso di noi, che ci eravamo sdraiati ognuno sul suo letto.
Cominciarono subito il massaggio! La mia cominciò subito ad occuparsi del mio pene che si indurì immediatamente; lei mi guardò e disse, simulando un finto spavento:
– Com’è grosso! Vuoi davvero mettermelo dentro? –
– Certo! – Risposi, – Sei così bella, che non rinuncerei per nessun motivo. –
Lei sorrise, lusingata, mi diede un bacio e disse:
– Divertiamoci un po’ prima, altrimenti finisci subito. –
Non chiedevo di meglio, perché avevo voglia di baciare quel meraviglioso culetto, e di leccare la piccola conchiglia. Cominciai a leccarla dappertutto facendola rabbrividire di piacere; soprattutto mi faceva impazzire quel suo culetto tondo, che non mi stancavo di accarezzare e leccare. Infine lei, al colmo della foia, venne su di me e s’impalò sulla verga, dimenandosi come un’ossessa. Dopo aver goduto rimanemmo per alcuni minuti così, lei su di me con il membro ancora dentro, completamente esausta. Mi voltai a guardare Alfredo e vidi che stava sopra la sua ragazza, scopandola con foga. Dopo poco ebbe un orgasmo e si accasciò su di lei.
Le due ragazze tornarono anche i due giorni che rimanemmo ancora a Bangkok, e ci divertimmo un mondo. A me piaceva soprattutto vedere Alfredo, che ora si scatenava veramente: era bello vederlo all’opera con quella ragazza, tanto che avrei quasi desiderato unirmi a loro. Non c’era più traccia di depressione in Alfredo: sembrava trasformato!
Arrivammo nell’isola, dove avevo prenotato una camera doppia in un bell’albergo.
Ci sistemammo, poi andammo subito a fare un bel bagno. Tornati in albergo, ci facemmo una doccia, poi andammo a cena, ed infine tornammo nella nostra camera.
Era presto e, dopo esserci spogliati, rimanemmo svegli un’oretta a chiacchierare prima di spegnere la luce. Prima di addormentarci Alfredo mi chiese se lì non avremmo trovato delle massaggiatrici come quelle di Bangkok.
– Penso di si! – Risposi, – Anche se non so se saranno altrettanto brave. Hai voglia di un massaggio? –
– Mi piacerebbe proprio; ormai m’ero abituato. –
– Ora è un po’ tardi. Se vuoi, il massaggio te lo posso fare io! –
– Davvero? Ma sei capace? –
– Certo! Ho fatto un breve corso presso il tempio dove c’è una scuola. –
-Allora dai, fammelo! –
Detto, fatto! Andai sul suo letto e cominciai a massaggiargli i piedi. Aveva un pigiama leggero, con i calzoncini corti, ed io massaggiai piedi e gambe per un quarto d’ora; poi passai alle cosce ed all’inguine, ma i calzoncini davano un po’ fastidio e gli suggerii di toglierli e di togliere anche la parte sopra. Lui non fece obbiezioni e si spogliò.
Ripresi il massaggio e, mentre gli massaggiavo l’inguine ed il basso ventre, a volte sfioravo il sesso. Come se il pene mi impedisse di massaggiare liberamente la parte vicina allo scroto, ogni tanto lo prendevo con due dita e lo spostavo dall’altra parte; poi passavo di là, e prendevo di nuovo il pene e lo spostavo. Dopo alcune di queste manovre, il pene diede segni di vita e si indurì un po’. Né io né lui parlavamo, ma era evidente che la mia manovra era di suo gradimento. Lo spostai ancora, ma questa volta lo afferrai bene con tutta la mano: diventò durissimo. Alfredo teneva gli occhi chiusi, come se dormisse. Allora gli chiesi, sussurrando:
– Vuoi il massaggio completo? – Lui, senza aprire gli occhi, rispose, in un soffio, un timido – Si -.
Ripresi il massaggio, ma ora gli accarezzavo apertamente il pene eretto; poi non riuscii a resistere: mi abbassai, e glielo presi in bocca. Godette quasi subito ed il suo sperma acre mi scese direttamente in gola, con suo grande piacere. Rimase un po’ con gli occhi chiusi, poi li aprì e mi sussurrò:
– Grazie -.
– Ti è piaciuto molto? –
– Moltissimo! Ma tu non hai voglia? –
– Certo che ho voglia. Non me lo faresti tu, come io l’ho fatto a te? –
Intanto continuavo ad accarezzare il suo bel corpo snello.
– Non credo di essere capace di massaggiare, ma mi ci proverò! – Disse; e venne su di me cominciando ad accarezzarmi.
Io ero eccitatissimo e, mentre lui mi massaggiava maldestramente, gli accarezzavo il sedere tondo e sodo. Notai subito che gli piaceva perché il suo pene si rizzò di nuovo A quel punto non era più necessaria la scusa del massaggio, lo feci sdraiare bocconi, gli allargai le gambe e presi a leccarlo sul forellino. Fremeva di piacere! Lo feci voltare e gli chiesi:
– Vorrei mettertelo dentro! Vuoi? –
In un soffio rispose:
– Si! –
Lo lubrificai bene, lo allargai un po’ con le dita; mentre lui, che evidentemente gradiva il trattamento, emetteva dei piccoli gemiti di piacere, poi, alzandogli le gambe e mettendomele sulle spalle, iniziai la penetrazione. Solo per un momento mi pregò di uscire perché gli faceva male, ma, quando lo ebbi lubrificato ancora un po’ con la lingua, e lui si fu rilassato, potei entrare agevolmente. Mi sentivo in paradiso! Dopo un po’ lo feci voltare su un fianco, andai dietro di lui, lo penetrai di nuovo, mentre lo masturbavo. Era stupendo; da dietro pareva proprio una ragazza.
Pompai un po’, poi non potei resistere più a lungo e godetti dentro di lui. Anche lui godette quasi subito. Rimanemmo così allacciati per un bel po’, finché ci addormentammo. Mi svegliai nel cuore della notte con il pene, ormai floscio, ancora dentro di lui. Mi mossi lievemente ed ebbi un’altra erezione. Anche lui si svegliò e – Si, si, ancora – Sussurrò. Solo dopo che avemmo goduto ancora, ci addormentammo definitivamente.
Fu una vacanza meravigliosa. Entrambi scoprimmo di essere bisex, ed io non saprei dire se godetti di più con le ragazze o con lui. FINE