La matematica proprio non l’ho mai digerita. Stava a me come il bianco sul nero : due opposti.
All’ennesimo quattro rifilatomi mia madre decisa che , se non volevo passare tutta l’estate a sfogliare i libri invece che sfogliare ragazzi al mare, dovevo prendere lezioni.
Anche questo mi toccava…. oltre che quattro ore settimanali dovevo subirne altrettante fuori orario. Obbedii anche se a malincuore ma , d’altra parte, non avevo scelta.
Andai da una professoressa che gli aveva consigliato una amica di mia madre che , a detta sua, aveva fatto miracoli con il suo pargolo anche lui non proprio un mezzo Einstein.
Mi aveva detto che era un signora sola di quelle che hanno sposato la causa invece che dirigersi su altri fronti. Già la mia immaginazione vagava a realizzare il tipo di personaggio con il quale avrei dovuto imbattermi. La classica vecchia zitellona che prova un orgasmo quando vede un integrale di linea o uno sviluppo in serie di Taylor e sul muro invece che poster di Leo di Caprio ha quello di Gauss.
Fui invece felicemente smentita alla vista di una bella donna sui 40 anni circa curata con qualche ruga appena percettibile , ben vestita che con modi affabili mi mise subito a mio agio.
Meno male pensai che non c come avevo pensato.
Comunque era lo stesso veramente tosta e mi obnubilava di carichi di lavoro che mai avrei pensato di poter reggere.
I risultati a scuola cominciavano ad ingranare verso la direzione giusta con più viva felicitazione di mia madre che non mia .
Forse la mia estate si poteva salvare.
Continuai lo stesso a seguire le lezioni di Vanessa non piu spinta dalla coercizione di mia mamma ma perché cominciavo a prendere gusto per la matematica che non vedevo piu come un insieme di nebbie multiformi e indecifrabili codici.
Merito vuoi della prospettiva di un’estate in bianco ma anche dello stile di Vanessa la quale era si molto severa ma alternava momenti di intenso lavoro con battute che sdrammatizzavano il lavoro.
Andai come al solito il Martedì alle 16.00 per sorbirmi la due ore di lezioni. Vanessa mi accolse all’entrata e con mio stupore , che non feci trapelare con alcuna espressione del mio viso, era vestita con uno di quei mini abiti ascellari che se porti in disco rischi di trovarti addosso una mandria di maschi sbavanti e assatanati pronti a saltarti addosso. Infatti l’avevo vista al massimo con una gonna a metà ginocchio e non avrei immaginato che avesse questo capo nel suo guardaroba.
Stava bene e mi accorsi che era proprio una bella donna con dei bei seni sodi che spuntavano dritti e gambe dritte sottili.
Chissà, pensai, se sarò cose bella alla sua età io che adesso ne ho venti meno di lei. Ci farei la firma.
Stavo risolvendo , o meglio cercavo di risolvere, una equazione trigonometrica sotto il suo egido controllo. Si c spostata da dietro la mie spalle sedendosi sopra il tavolo con una gamba che toccava il pavimento e l’altra a penzoloni con la coscia appoggiata al tavolo. Non potevo non notare le sue mutandine bianche che coprivano il suo pelo pubico nero e riccioluto.
Cercai di contenere lo stupore come se non avessi visto niente ma avvertii del calore invadere il mio corpo e pensai di essere diventata rossa. Vanessa non fece trapelare nessuna emozione cose pensai di aver celato bene la mia reazione.
-Hai sete Katia-
-Se grazie , un bicchiere d’acqua –
Ero prona sul mio problema quando Vanessa tornò con il bicchiere d’acqua e……. era nuda!!!!
Il primo istinto fu quello di gridare , di scappare a gambe levate ma il mio stupore mi impedì di realizzare qualsiasi movimento.
Era come se gli arti fossero incapaci di rispondere agli stimoli inviati dal sistema nervoso.
Vedevo i suo seni che sfidavano la forza di gravità sodi e grossi quel tanto che basta con i capezzoli già duri, il suo sesso nascosto da una leggera peluria nera e riccia.
Mi precedette Vanessa. Incominciò accarezzandomi i capelli spingendo con delicatezza la testa vicino la suo monte di Venere.
Sentivo il profumo del suo sesso che a poco a poco fece scemare le mie già tenue resistenze.
Mi alzai e ci stringemmo in un tenero abbraccio come due sposini alla loro luna di miele scambiandoci profonde effusioni.
Non pensavo fosse cose bello baciare una persona dello stesso sesso .Mi erano venuti a volte pensieri strani ma poi tornando in me pensavo : che schifo , io baciare una donna.
Mai dire mai.
Mi aiutò a spogliarmi e ci dirigemmo in camera da letto continuando le nostre dolci effusioni.
Toccavo i suoi seni e succhiavo i suoi capezzoli che sparavano dritti come missili andando col le mani giu fino a palpare il suo bel sedere a mandolino .Si distaccò dalla nostra effusione e con sapiente perizia iniziò a scendere giu con la testa senza staccare la lingua dal mio corpo ormai in balia sua.
Mi allargò dolcemente le gambe a apre le labbra della vagina iniziando un sensuale cunnilingus. La lingua saettava su tutto il clitoride provocandomi fitte di piacere indescrivibili. Ogni leccata era uno spasmo che i miei recettori registravano. Il mio livello di dopamina doveva essere ai massimi storici , piu grande del debito pubblico pensai.
Toccava a me però pensai.
Ci posizionammo a 69 ognuno che leccava la fica dell’altra.
Potrei restare cose per delle ore pensai.
-Vane devo andare via purtroppo-
-OK Katy-
-Tanto ci vediamo Venerdì e non perderemo minuti preziosi-
Ci rivestimmo e mi accompagnò all’uscio di casa e indi all’ascensore e ci congedammo con un bacio in bocca.
Durante il tragitto che mi portava a casa non riuscii a pensare a niente se non a lei.
-Come è andata la lezione- mi chiede mamma
-Ma niente ho fatto delle prove orali ……..- ridacchiai io
Quella notte non pensai che a Vanni e alle sue leccate .Ero bagnata al solo pensiero …figurati quando mi aprirà la porta che cosa succederà mai….
FINE