Dopo l’amore, come al solito ci addormentiamo. Lui dorme supino, russando lievemente, io prendo sonno tenendo stretto con la mano il suo pene.
Capita così che, durante la notte, lo sento rialzarsi, riprendere forza anche in virtù di qualche suo sogno di cui ho timore a domandare.
In quei casi provo a masturbarlo lentamente, con delicatezza. Se si sveglia, si volta verso di me, mi spinge su un fianco e appoggia il suo pene alle mie natiche.
Per un po’ ci gioca, facendolo scorrere sulla pelle e realizzando delle furtive intrusioni nel solco. Poi, quando ritiene di essere pronto, prende un tubetto di lubrificante dal cassetto del comodino e prepara per bene sia il suo membro che il mio ano.
Solo allora lo punta e comincia a spingere. Lentamente lo sento entrare in me e la sensazione mi fa impazzire.
Ha un metodo eccezionale grazie al quale non provo mai dolore ma solo piacere, tanto.
Accompagno le sue spinte con movimenti del bacino, so che a lui piace.
Ogni tanto stringo i muscoli dello sfintere e allora lo sento gemere dal piacere.
Poi, d’improvviso, aumenta l’intensità dei colpi mentre con una mano mi trattiene il fianco. Quando viene sento il suo seme dentro di me e so di amarlo.
Lentamente il pene perde consistenza e lui ritorna supino ed ansima.
Io attendo che si riprenda perché so che non si riaddormenterà senza darmi altro piacere.
Infatti, appena è in grado di farlo, si inginocchia tra le mie gambe, prende il mio pene tra le labbra e succhia finché non mi libero nella sua bocca.
Solo allora, dopo un bacio, si riaddormenta. FINE
