Una visita forzata (racconto lesbo)

Mi chiamo Francesca, sono la direttrice di uno studio di Pubblicità molto affermato, guadagno bene, ho una vita tranquilla senza problemi, un appartamento molto carino di proprietà in un elegante condominio, non molto grande, due camere e servizi, e un caro amico con una vena sentimentale, e ci vediamo mediamente due volte alla settimana, o da lui o in casa mia. Erano circa le 19, e me ne stavo tranquilla sul divano a vedere la televisione, in attesa di prepararmi la cena, improvvisamente sento suonare il campanello di casa, prima di aprire ho guardato dallo spioncino, era la signora del piano di sopra che con voce bassa e angosciata mi pregava di aprirle, come ho aperto la porta, è entrata e ha chiuso in fretta, scusandosi per l’improvvisa intrusione, e pregandomi di non riaprire la porta, il marito stava salendo, e senza chiederle nulla mi spiegava che ci aveva litigato, e non voleva farsi vedere per paura che lui la picchiasse, a questo punto le chiedevo delle spiegazioni, aggiungendo che non volevo assolutamente mettermi in mezzo a dei guai per cose che non mi appartenevano, ma lei mi spiegava che non c’erano dei problemi sentimentali nella sua vita, ma la colpa se così si poteva dire era solo del marito, e aggiungeva, ormai sono diversi mesi che non ho più rapporti con lui, purtroppo ha preso una infezione che lo sta rendendo impotente, e non c’è via di scampo, e proprio oggi le ho detto che voglio la separazione legale, ormai per lui non ci sono più speranze di guarigione, e io non ho assolutamente idea di continuare a vivere con un uomo malato e impotente, e inoltre in questi ultimi tempi è diventato cattivo e manesco, e io che ho 29 anni non mi sento di continuare a vivere così, per questo la prego, mi faccia un grosso favore, se può ospitarmi per questa notte io posso pagarla o mi dica lei come posso sdebitarmi, ma la prego non mi faccia uscire da qui, lo so che se chiamassi la Polizia potrei risolvere qualcosa, ma ho timore dello scandalo, e sinceramente non vorrei crearne affatto, la posso pagare non ho problemi, ma non mi faccia uscire, sinceramente questa signora mi aveva mosso a compassione, e poi era molto educata carina gentile, una di quelle che ci si può fidare insomma, e le ho accordato questa sua sospirata ospitalità, era elettrizzata, in un attimo si è tolta la pelliccia, mi si è avvicinata e mi ha baciato sulle guancie sciorinando una infinità di grazie sei veramente gentile, e poi aggiungeva, io mi chiamo Claudia, e tu? io Francesca le dicevo ridendo divertita per l’allegria che mi stava trasmettendo, e poi aggiungeva, tanto credo che siamo lì con l’età tu quanti ne ai? io trentuno le dicevo, e lei, dimmi dove si trova il bagno, mi lavo le mani e poi ti do una mano in cucina, se ti và io cucino abbastanza bene, che ne dici? E mentre mi dirigevo in cucina lei dal bagno mi diceva, ti piace la Carbonara, o la Matriciana? Le rispondevo che non era un problema, mi piacevano ambedue, e aperto il frigo iniziavo e trovare l’occorrente, poi da freezer prendevo due bistecche di vitella e le facevo scongelare, Claudia entrava in cucina e iniziava a tagliare il guanciale, poi cominciava a sbattere le uova, nella cucina era un ciclone, la vedevo che le stava passando la paura, e cercava di sdebitarsi dalla cortesia che le avevo fatto ospitandola, e mentre stavamo cucinando le solite domande, tu che cosa fai, come te la passi ecc. ecc. Mi ero soffermata a guardare questa donna, era una bella ragazza, solare, simpatica, e molto carina, aveva un bel personale, alta circa 1, 70 una quarta di seno, due belle gambe e un bel culetto, bionda occhi azzurri e dei denti bellissimi, sotto due labbra carnose, era veramente una bella donna, poi avevamo cenato con gusto, la pasta che aveva fatto era veramente buona, le due bistecche di vitella tenerissime, e un po’ di patate fritte, il tutto accompagnato da una bottiglia di Chianti che avevo in serbo, alla fine della cena ci sentivamo proprio bene, poi io le dicevo, senti Claudia, io ho solo una camera da letto, il letto è matrimoniale, possiamo starci in due, purtroppo non ho altro, io sono sola mi dispiace ma non trovo altre soluzioni, e lei ma non preoccuparti Francesca, io mi posso sistemare anche sul divano, non voglio crearti problemi ulteriori, già hai fatto tanto e non pensare a me, il divano era a due posti, e proseguivo, non se ne parla neppure, tu vieni nel mio letto, ma non lo vedi che ci dorme al massimo un bambino li? Adesso vieni che ti do una camicia da notte, e non parlare più di scuse che non ho voglia di sentirti, e così Claudia presa la camicia si spogliava per indossarla, era gia evidente dagli abiti che aveva un bel corpo, ma quando alla fine si è tolta anche il reggiseno, rimanendo con un minuscolo tanga, era solo che da guardare, il seno si reggeva da solo, aveva due rose per contorno ai capezzoli che erano una meraviglia, e i caporelli erano dritti non per l’eccitazione, ma solo per una differenza di temperatura nella camera, infatti Francesca aveva l’abitudine di tenere la finestra un po’ aperta fino a che non andava a letto, e poi il culo era uno spettacolo della natura, due chiappe bombate e sporgenti che facevano da traguardo alle gambe dritte e affusolate, il tanga non riusciva a nascondere il bozzo della fica castano chiara con una massa di peli biondi che uscivano dai lati, Francesca era rimasta affascinata da tanta bellezza e perfezione, e la guardava complimentandosi con lei, certo aveva iniziato a dire, che debbo sinceramente notare che sei proprio bella e benfatta, e credo che sia stata una grossa delusione per tuo marito ridursi a quel modo, e mentre parlava anche lei si stava spogliando per la notte, rimasta con le mutandine e il reggiseno Francesca notava che Claudia la stava guardando, e le diceva, io non posso assolutamente vantare le tue curve, ho il seno che è una seconda, si ho un bel culo a mandolino che piace, questo te lo dico perché il mio uomo ne va pazzo, ma sono nera in tutte le mie parti, non bionda come te, e Claudia dirigendosi al bagno le diceva, pensa che io ho sempre invidiato le more, forse perché sono bionda, e Francesca le ribadiva la stessa cosa, anche io avrei desiderato essere bionda, e invece eccomi qui nera come il carbone, appena Claudia era uscita dal bagno vi entrava Francesca, avevano entrambe l’abitudine di farsi il bidè prima di coricarsi, e Claudia si era messa a letto completamente nuda, al ritorno dal bagno Francesca aveva visto sulla poltrona la camicia da notte, ma Claudia l’anticipava dicendole, scusami ma io ho l’abitudine di dormire completamente nuda, anche Francesca faceva la stessa cosa, e dopo averci pensato su le diceva, anche io, e ti capisco perfettamente, dopo cinque minuti di chiacchere avevano spento la luce, ma poco dopo Claudia si era avvicinata a Francesca, e accostandosi con tutto il corpo alla schiena di lei le diceva, scusami ma ho veramente freddo, la tua abitudine di tenere la finestra aperta mi ha freddata tantissimo, Francesca aveva accettato quel corpo tremante dietro di lei come una coperta, l’aveva abbracciata tutta come una seconda pelle, ma la cosa strana per lei era che cominciava a piacerle quel contatto di donna dietro la schiena, sentiva che iniziava a bagnarsi, non riusciva a capire come le poteva accadere questo, a lei che era sempre stata innamorata di uomini più o meno brutti ma solo uomini, e alle donne non aveva mai pensato, poi sentiva che i capezzoli si stavano indurendo, lo stomaco le dava le sensazioni dell’eccitazione, e sotto si sentiva un lago che straripava, era eccitatissima e non sapeva il perché e ne il percome, e infine l’alito di Claudia che le andava sul collo gli stava procurando una seri di brividi, era in una condizione per lei disastrosa, e non sapeva come uscirne fuori, poi la mano che l’aveva abbracciata le stava scivolando sul seno, e con un dito le strusciava il capezzolo, ormai Francesca non reggeva più la situazione, accendeva il lume e si girava verso Claudia, due occhi azzurri e un risolino appena accennato era tutto quello che aveva visto, si avvicinava con il viso verso Claudia, che le diceva solo scusami, e poi la baciav
a sulla bocca, in un attimo erano cadute tutte le barriere che Francesca si era creata con gli anni, rispondeva a quel bacio saffico con una passione e un desiderio che mai aveva provato, le loro lingue si erano aggrovigliate e non smettevano di cercarsi, le mani correvano libere sui loro corpi alla ricerca del desiderio da tanto sopito, ed infine si erano ritrovate a masturbarsi una con l’altra, prima con molta cautela quasi riverenza, e poi sempre più decise, le dita vagavano sui clitoridi infiammati alla ricerca di un po’ di pace da donarsi a vicenda, ed infatti quasi insieme esplodevano in un orgasmo liberatorio, avevano le mani fradice degli umori una dell’altra, ma come se fosse stato loro letto un copione, se le portavano alla bocca leccandole avidamente, poi senza parlare quasi ad ascoltare una voce interiore, si erano girate e Claudia si era messa sopra a Francesca, con le dita le aveva allargato le labbra della fica nerissima, e aveva iniziato a carezzarle il clitoride con la lingua, subito seguita da Francesca che le aveva fatto le stesse cose, ma la lingua aveva iniziato a metterla dentro la fica, e iniziava a farle un ditalino con la stessa, ma Claudia non si fermava, le aveva messo prima due dita nella fica, e poi bagnate dai tanti umori che Francesca emetteva le aveva infilate nel culo della stessa, iniziando a pomparle il culo con due dita, e ripagata quasi immediatamente da una copiosa sborrata di lei, Francesca però da sotto non era rimasta inoperosa, si stava affogando con il viso completamente immerso nel folto di quei peli biondi, e leccava la fica di Claudia come se fosse l’ultima cosa da fare, e Claudia era diventata una fontana, Francesca beveva in continuazione gli umori che la fica dell’amica le regalava senza risparmiarsi, e poi seguendo il percorso dell’amica, aveva fatto la stessa cosa con le dita nel culo, e adesso si stavano masturbando il culo con le dita continuando a leccarsi la fica, infine erano crollate ansanti e sudate, si guardavano e sorridevano soddisfatte, e poi quasi all’unisono avevano detto, tutto potevo pensare, meno che un giorno avessi leccato una fica e con tanta soddisfazione, infine si erano alzate per andare in bagno, ma stando in ginocchio sul letto si erano guardate e trovate assolutamente belle e desiderabili, ed era la prima Claudia che baciando sulla bocca Francesca le aveva sussurrato, aspetta un attimo, se vuoi ti faccio un ditalino come ti trovi, e cominciava a masturbare e baciare Francesca che si trovava in ginocchio sul letto con la fica aperta, subito seguita da Francesca che le faceva le stesse cose, si stavano facendo un ditalino in quella posizione che era una cosa meravigliosa, continuando ad attorcigliarsi le lingue nella ricerca spasmodica del piacere, e con l’altra mano si pompavano il culo con due dita, infine all’unisono, come guidate da un direttore di orchestra, facevano una sborrata colossale bagnandosi le cosce e il letto come colata finale, poi di nuovo sdraiate Francesca diceva a Claudia, io non lo so se tu già sapevi dove andare domani, ma se non hai ancora una casa, per quanto vuoi questa la puoi considerare anche casa tua, vorrà dire che qui la pigione non si paga, però mi potresti ripagare quando vuoi facendomi assaggiare questa meraviglia bionda che hai in mezzo alle gambe, e Claudia rispondeva, facciamo in questo modo, tu mi paghi per leccarmi la fica, ed io pago te per leccare la tua, vorrà dire che il pareggio lo troveremo rimettendoci di nuovo le dita nel culo, ma lo sai che come me le hai messe tu non ci avevo mai goduto così? E mentre Claudia andava in bagno diceva a Francesca, adesso a nanna che domani si lavora, ma domani pomeriggio come ritorno a casa tua ti farò provare una cosa che, ma….. ma questa è un’altra storia. FINE

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