Il sole cominciava a sorgere all’orizzonte. Il cielo assumeva tutte le colorazioni dal blu all’azzurro al rosa, lì dove la palla incandescente sfiorava le acque dell’Oceano Pacifico.
Benedetta non aveva mai visto uno spettacolo così bello. Col viso appoggiato all’oblò dell’aereo guardava il mare, con le piccole isolette dell’arcipelago, grandi come briciole in lontananza. Accanto a lei Francesca sorrideva, guardando anche lei fuori dall’oblò.
– Che figata… – commentò l’amica, con lo sguardo sognante – Solo una svampita come Alessia può addormentarsi con uno spettacolo simile davanti agli occhi- Le due ragazze si misero a ridere, guardando la loro amica che, dal lato opposto del piccolo aereo, dormiva con la testa appoggiata all’oblò. Benedetta si mise a osservare l’amica che dormiva placidamente… le sue origini finlandesi erano evidentissime: i capelli biondissimi che incorniciavano il bel viso, gli occhi azzurri, il naso quasi francese, i seni grandi e sodi, la pelle chiarissima le lunghe gambe… Era proprio l’opposto di lei, anche come origini… i nonni paterni spagnoli le avevano lasciato la pelle scura e il fisico mediterraneo, con i seni ancora più grandi di quelli dell’amica. Era meno alta di Alessia, ma il suo viso dagli occhi e dai capelli castani raccolti in una treccia era altrettanto attraente.
Francesca aveva un anno in meno rispetto ai 22 delle sue due amiche… i capelli neri e ricci incorniciavano il viso, ed il suo corpo era più da bambina… i seni erano piccoli, ma spingevano impertinenti contro la maglietta aderente, e le gambe sottili attiravano spesso lo sguardo dei ragazzi della sua università…
Benedetta aveva vinto qualche mese prima il viaggio con un concorso di una bibita: il viaggio era per due, ma le tre ragazze si erano messe d’accordo per pagare assieme il viaggio e il soggiorno per la terza, in modo da passare le vacanze assieme. La ragazza sospirò… le aspettavano due settimane in un villaggio in una delle più belle isole del Pacifico…
– Sole, mare stupendo… cosa possiamo volere di più? – chiese a Francesca
– Bè… magari tre bagnini attraenti e muscolosi… – Rispose la riccia.
Le risate delle due ragazze scatenarono gli sguardi curiosi dell’hostess che passava di fianco a loro.
L’isola dell’aeroporto era separata da quelle dove sorgevano i villaggi e gli alberghi, così le tre ragazze dovettero sfruttare un traghetto per arrivare sul luogo della promessa vacanza.
Alla reception del villaggio, però, le attendeva una brutta sorpresa:
– Che nome avete detto? – Chiese la donna, guardando attentamente il registro
– Benedetta Mendez… per tre –
La donna ripercorse con lo sguardo tutto il registro, poi guardò le tre ragazze scuotendo il capo
– Mi dispiace… ma qui non c’è nessuna prenotazione a vostro nome… avete detto che avete vinto un concorso con la bibita XXX?
– Esattamente…
– Aspettate che controllo…
La donna prese il telefono, chiamando il direttore. Le tre ragazze si guardarono sconsolate e si sedettero sui bagagli.
– Lo sapevo che doveva esserci la fregatura… – commentò Alessia, scocciata – Era troppo bello per essere vero.
– Scusate, ragazze… – Benedetta si sentì in dovere di scusarsi, sentiva che l’inconveniente era colpa sua
– Benny… sei stata fregata anche tu come noi, non è colpa tua! – La interruppe Francesca, rassicurandola
– Già… e poi siamo venute di nostra volontà, non ci hai obbligate…
-Signorine… – Le interruppe la donna della reception – Si è chiarito l’equivoco… la prenotazione è stata fatta per sbaglio dalla prossima settimana.
– Bè… allora non è un problema, vero? – Chiese Alessia
– Purtroppo sì… guardando il registro tutti i bungalow risultano occupati…
– E noi… cosa facciamo adesso? – Benedetta stava cominciando a perdere la pazienza
– Purtroppo non vi possiamo aiutare…
– Come sarebbe a dire! Avete fatto un errore, ora è vostro preciso compito…
– C’è qualche problema? – Le ragazze si girarono verso la direzione da cui proveniva la voce: era un bell’uomo, elegante, sui trentacinque anni, alto, con i capelli e gli occhi neri.
– Oh… signor White… – la donna della reception lo accolse come un salvatore – Sì… per errore è stata prenotata per le signorine la settimana sbagliata… e non abbiamo nemmeno posto per questa settimana, per alloggiarle in un altro bungalow…
– Capisco… – L’uomo cominciò a guardare le tre amiche con aria interessata
– Scusi, ma chi è lei? – Chiese Alessia, dubbiosa
Rispose la donna al posto suo
– è il collaboratore del signor Reynolds, il proprietario del villaggio… –
– Quindi è compito vostro risolvere questa situazione… – sbottò Benedetta con aria aggressiva.
– Certo… – rispose l’uomo sorridendo – Non vorrei mai che il signor Reynolds mi imputasse di aver fatto adirare tre così belle ragazze… specialmente lei, signorina? –
– Benedetta… – la brunetta arrossì per l’elegante complimento e invito alla calma.
– Credo proprio che ci sia una soluzione… potremmo offrirvi ospitalità nella villa del signor Reynolds… è su di un’isoletta qui vicino: mare e sole a volontà, e se vorrete vi metteremo a disposizione il motoscafo per venire sull’isola dei turisti… che ve ne pare?
Le tre ragazze si guardarono, incerte
– Il signor Reynolds sarà entusiasta di ospitare tre ragazze tanto avvenenti… –
Le amiche si consultarono per un poco, poi decisero di accettare l’invito.
L’uomo rimase per qualche tempo a colloquio con il direttore del villaggio turistico, l’incombenza che l’aveva condotto provvidenzialmente lì, poi condusse le ragazze verso il porticciolo dove offrì loro un pranzo (ormai era quasi l’una) e quindi le condusse al motoscafo.
Il viaggio durò una mezz’ora, durante l’uomo si presentò alle ragazze e si informò sulla loro vita. Aveva 36 anni ed era l’autista del signor Reynolds da più di dieci anni, e da quattro anni era il suo collaboratore più stretto. Si dimostrò essere un conversatore simpatico ed affascinante, e le ragazze si dimenticarono in fretta la disavventura del villaggio.
L’isola su cui sorgeva l’abitazione di Reynolds era una delle più splendide dell’intero arcipelago: non molto larga, era circondata da una bellissima barriera corallina. La spiaggia era di sabbia gialla finissima, e la villa era circondata da un parco con piscina.
Johnatan, così si chiamava, chiamò il maggiordomo, che condusse le ragazze al secondo piano, alle rispettive camere.
– Andate pure in spiaggia- disse loro prima di andarsene – la cena verrà servita alle otto, e il signor Reynolds gradirà un vestito un po’ elegante: apprezza molto la bellezza femminile.
La camera era in linea con il resto dell’isola: bellissima. Benedetta entrò e si trovò davanti una grande stanza, con un morbido letto a baldacchino e un bagno con vasca idromassaggio. Con calma disfece le proprie borse, si diede una rinfrescata e si spogliò dei suoi vestiti mettendosi un bikini abbastanza casto. Per scendere alla spiaggia indossò un solamente un pareo, prese l’asciugamano su cui stendersi e si avviò giù dalle scale.
Francesca e Alessia la stavano aspettando: la prima indossava un audace tanga, mentre la seconda aveva anche lei un semplice bikini. Scesero rapidamente la stradina che conduceva alla spiaggia e stesero subito gli asciugamano a terra.
Benedetta fu la prima a gettarsi in acqua: il mare era azzurro chiaro, limpido, e il fondale poco profondo si intravedeva chiaramente. Dopo poche bracciate la ragazza si girò e chiamò le amiche. Queste la raggiunsero, e in breve l’acqua fu tutto un urletto e uno spruzzo, mentre le tre amiche si lasciavano andare alla gioia di ritrovarsi in quel luogo desiderato.
Dopo avere nuotato e scherzato per un po’, le tre amiche ritornarono sulla spiaggia per prendere il sole.
Benedetta si sedette e si slacciò il reggiseno, lasciando all’aria i due globi dei suoi seni pieni e rotondi.
– Cosa fai… – Le chiese Alessia con tono malizioso e slacciandosi anche lei il costume -Non hai pudore? Il signor Reynolds potrebbe vedere le tue poppe da quella finestra là… –
La casa infatti era distante poco più di una ventina di metri.
– Assolutamente no… e poi… ho proprio voglia di prendere il sole nuda, oggi- rispose slacciandosi i laccetti che tenevano su il pezzo sotto del costume e rimanendo completamente nuda, con la vagina all’aria.
Aveva una vaga idea di come avrebbe potuto finire lo scherzo, e ciò non le dispiaceva affatto… ora aspettava solo di vedere se le cose si sarebbero evolute come immaginava.
Le mani di Francesca che, da dietro, le si posavano sulle mammelle, le diedero una risposta affermativa.
– Bè… allora potremmo divertirci un po’… – Suggerì la riccia, facendo aderire il suo corpo nudo a quello di Benedetta e strizzandole i seni.
– Mi sembra un’ottima idea… – ribadì Alessia, portando le sue mani sulla nuca della brunetta e baciandola sensualmente.
Benedetta portò subito le sue mani sui capezzoli della bionda, scendendo rapidamente con la destra a sfiorarle la striscetta di peli biondi sotto il costume, mentre Alessia continuava a roteare la lingua nella sua bocca e cominciava a masturbarla.
In breve le tre ragazze si ritrovarono appoggiate ad una roccia intrecciate in una masturbazione reciproca.
Benedetta sentiva le dita dell’una e dell’altra accarezzandole le grandi labbra, il clitoride, l’ano , penetrarle nella vagina, mentre la sua bocca passava dalla bocca di Francesca ai capezzoli della bionda. Le tre ragazze erano troppo impegnate nella ricerca del piacere per notare le due paia di occhi che si sporgevano dalla finestra e le bocche che sorridevano soddisfatte per quello che vedevano.
Dopo un primo orgasmo, che scosse le tre ragazze a breve distanza l’una dall’altra, Benedetta sentì le mani di Alessia che la invitavano a sdraiarsi. Si lasciò subito adagiare con la schiena a terra, allargando le gambe per consentire alla bionda di masturbarla meglio. Il medio che penetrava nella sua vagina la mandò in visibilio, e accolse con gioia l’avvicinarsi della vagina di Francesca, che si era accovacciata sul suo viso per farsi leccare.
Cominciò subito a passare la lingua sull’intimità della riccia, assaporandone il gusto ed eccitandosi all’udire i suoi gemiti. Si lasciò sfuggire un gemito di disappunto quando Alessia le sfilò il dito dalla vagina, ma appena sentì che era stato sostituito dalla lingua dell’amica schiacciò il viso contro la vagina di Francesca per non urlare.
L’orgasmo la colse violentemente. Cominciò a inarcare la schiena e ad affondare la lingua nella vulva di Francesca strappandole gemiti di piacere e innaffiando con i suoi succhi la bocca della bionda.
Si rimise subito a leccare la vagina che aveva davanti, portando una mano a titillarle il clitoride. La masturbazione, associata al lavoro dell’abile lingua di Benedetta, portò rapidamente la riccia all’orgasmo.
Benedetta si rialzò e vide che la bionda si era portata davanti a Francesca, facendosi leccare per giungere anche lei al secondo orgasmo della giornata. Si avvicinò ad Alessia e la baciò, passandole i sapori di Francesca e accarezzandole i capezzoli e le natiche, portando un dito a sfiorarle lo sfintere, forzandolo delicatamente senza penetrarlo.
La bionda arrivò all’orgasmo affondando la lingua nella bocca dell’amica, mentre Francesca la leccava e assaporava i suoi succhi…
Le tre ragazze rientrarono in casa accaldate per il sole preso dopo il loro gioco saffico. Benedetta si rifugiò subito sotto la doccia… Ogni volta questi incontri a tre con le due amiche, iniziati all’ultimo anno di liceo, le procuravano un piacere indescrivibile. La ragazze godette dell’acqua fresca che le scorreva sui seni e sul resto del corpo poi, dopo essersi lavata, uscì dalla doccia e cominciò a vestirsi per la serata.
Scelse come intimo un perizoma nero con un reggiseno coordinato, con sopra un vestito unico, senza maniche, che arrivava poco sopra il ginocchio con un profondo spacco che le scopriva la coscia ad ogni passo. Il collo dell’abito arrivava fino sotto al mento ed il seno si intuiva abbondantemente nonostante la mancanza della scollatura. Dopo essersi spruzzata il profumo sensuale che si era portata si mise le scarpe, con poco tacco, e si diresse verso la sala da pranzo.
Alessia era già arrivata, mentre Francesca si stava ancora vestendo. La bionda aveva una gonna lunga ed un top attillato con una scollatura che le metteva in evidenza il bel seno. Dopo un paio di minuti arrivò anche la riccia, con una gonna al ginocchio ed una maglietta attillata. Le tre ragazze si diressero subito verso la sala da pranzo. Johnatan ed il signor Reynolds le stavano aspettando.
Il signor Reynolds colpì profondamente Benedetta. Non era bello, anzi. Era sui cinquantacinque anni, alto, con un fisico che vent’anni prima doveva essere possente ma che con l’età si era inflaccidito. Gli occhi neri erano penetranti, e lo sguardo la fece sentire nuda… era eccitata ed imbarazzata allo stesso tempo.
Johnatan si avvicinò salutando allegramente le ragazze e le presentò all’uomo… questi volle fare il baciamano a tutte e tre le amiche, ma il suo sguardo indugiò sulla scollatura di Alessia e sulle gambe delle altre due.
La cena fu squisita… Benedetta si trovò seduta davanti al signor Reynolds. Per tutta la cena Johnatan cercò di tenere la conversazione allegra, ed anche il padrone di casa si dimostrò essere colto e divertente, anche se decisamente cinico. Il suo sguardo cadeva spesso sul petto abbondante di Benedetta, che si sentiva ancora una volta imbarazzata ma eccitata.
Alla fine della cena, dopo il caffè, il signor Reynolds prese la parola
– Devo dire che sono proprio contento di avere tre ragazze carine come voi qui… – Iniziò a dire seriamente – E dovreste sapere che, viste le mie attività di bellezza me ne intendo… –
– Veramente… non so quale sia la sua attività… – Rispose Alessia, perplessa
– Ah… credevo… bè, ve lo dirò… io sono il Reynolds editore e fondatore della famosa rivista per uomini… e sulle pagine della mia rivista e nelle mie ville sono passate fior fiore di belle ragazze, quindi i miei complimenti dovrebbero avere valore…
– Sì… mi era venuto il dubbio che potesse essere lei… – Rispose Benedetta
– Quello che non si sa è che attraverso un prestanome svolgo anche un’altra attività…
– E quale sarebbe? – Chiese Francesca
L’uomo tossì, schiarendosi la voce, poi proseguì
– Dovete sapere che non tutti si accontentano di vedere su di una rivista una modella spogliata… per quanto bella sia… c’è chi vuole di più… ecco: per questo produco anche film… diciamo…
– Porno – Lo interruppe Benedetta
– Esattamente… devo dire che ho conosciuto molte attrici, ma la maggior parte sono solo ochette che lo fanno per soldi, senza trasporto… mentre io apprezzo molto di più chi lo fa per piacere…
– Scusi, ma questo che cosa ha a che fare con noi? – Chiese Francesca, un po’ irritata
Benedetta cominciava a sentirsi intrigata dal discorso, e quando incrociò lo sguardo di Alessia capì che anche lei lo era. L’uomo le guardò bene, prima di rispondere.
– Ho avuto modo di apprezzare la vostra performance… giù alla spiaggia… e devo dire che approvo decisamente l’atteggiamento di lasciarsi andare ai propri istinti, dedicandosi solo alla ricerca del piacere proprio e del, o dei, partner…
– Ci ha spiate… – Lo accusò Francesca
– Andiamo… sapevate benissimo che avreste potuto essere viste… e probabilmente questo vi eccitava ancora di più… non è forse vero? – chiese, rivolto a Benedetta. La ragazza si sentì balzare il cuore in gola, ma non poté che annuire arrossendo.
– Bene… John, vai… – Il suo collaboratore, che fino ad ora era rimasto in silenzio, sorridendo di tanto in tanto alle ammissioni delle ragazze, si alzò e si allontanò di qualche metro dal tavolo, quindi si slacciò i pantaloni ed estrasse un membro non ancora eretto, ma di dimensioni rispettabili, e cominciò a masturbarlo lentamente.
– Quello che vi consiglio e che vi chiedo- continuò l’uomo – è che in queste due settimane vi lasciate andare ai vostri istinti… che vi fidiate della mia esperienza… per esempio, ora so che desiderate andare da Johnatan e sostituire alla sua mano la vostra bocca… ma nel vostro ambiente non osereste mai farlo. Qui avete la possibilità di lasciarvi andare…
L’uomo guardò lentamente negli occhi, una dopo l’altra, le tre ragazze. Benedetta aveva il respiro affannoso: sapeva benissimo che Reynolds aveva ragione, e questo la eccitava, ma era bloccata sulla sedia.
Fu Alessia la prima a riuscire ad uscire da quella immobilità… lentamente si alzò e si diresse verso Johnatan, sculettando volutamente.
Arrivata davanti all’uomo avvicinò la mano al suo membro, accarezzandolo. Subito si inginocchiò ai piedi dell’uomo e prese a masturbarlo lentamente.
– Andiamo a guardare dai divani- suggerì Reynolds alle due ragazze che guardavano la loro amica con un misto tra l’ammirazione e la disapprovazione.
Benedetta si alzò subito e si diresse verso il divano, sedendosi di fianco al padrone di casa. Con sua grande sorpresa si accorse che Francesca era ancora lì…
Alessia, intanto, aveva preso in bocca il membro di Johnatan, che con una mano sulla nuca della ragazza le dettava il tempo del pompino. La bionda seguiva diligentemente il ritmo impostole dall’uomo, fermandosi ogni tanto per dare una leccata al glande o all’asta. Benedetta osservava l’amica quasi ipnotizzata. Sentiva i seni che si inturgidivano e la vagina bagnarsi per l’eccitazione.
Fu richiamata alla realtà dalla mano di Reynolds che si infilava nello spacco ed andava ad accarezzarle la coscia. Era una mano grande, rude, che la accarezzava non con l’incertezza dei suoi coetanei o degli adolescenti, ma come se sapesse di stare toccando una cosa sua di diritto. Lentamente la mano risalì fino alla sua vulva. Sempre guardando Alessia che spompinava Johnatan, Reynolds le scostò il filo del perizoma e le infilò il medio nella vagina bagnata, strappandole un gemito di piacere.
L’uomo la masturbò per qualche secondo, poi le tirò fuori il dito portandoselo alle labbra per assaggiare il gusto della ragazza.
Appena il dito dell’uomo le fu uscito dalla vagina, Benedetta si girò verso di lui e si mise a slacciargli i pantaloni. Ne uscì un membro non grande, di circa quindici centimetri, visibilmente eccitato. La ragazza, eccitata al massimo, si chinò e lo prese in bocca, succhiandolo con foga.
Il pompino, dopo le prime esperienze negative, era diventato la sua pratica preferita: la eccitava moltissimo sentire un uomo godere della sua lingua, la eccitava sentire un membro gonfiarsi tra le sue labbra e poi scaricarsi nella sua gola.
Una porta che sbatteva le fece alzare la testa: si girò verso il tavolo e vide, con grande sorpresa, che Francesca se ne era andata. Anche Alessia si era accorta dell’allontanamento dell’amica, ma si limitò ad alzare le spalle e ricominciò a succhiare Johnatan.
– Fammi una sega! – Le ordinò Reynolds.
Benedetta obbedì e cominciò a masturbare velocemente l’asta dell’uomo, tenendo il glande tra le labbra e leccandolo mentre con le mani lo conduceva rapidamente verso l’orgasmo.
L’uomo cominciò a farle scorrere la mano sulla schiena, quindi a palparle le natiche e a tirarle su il vestito, fino a scoprirle lo splendido culo.
Temendo che il tutto finisse troppo presto, smise di masturbare l’uomo e si affondò la sua verga in gola, riuscendo ad arrivare con le labbra fino all’attaccatura del pene. Quando si sfilò momentaneamente il membro dell’uomo dalle labbra, questi lo sostituì con un dito. Benedetta lo succhiò voluttuosamente, quindi riprese a leccare e succhiare quell’uomo più vecchio di lei di più di trent’anni.
Reynolds sospirò per il piacere e, con il dito che aveva fatto leccare alla brunetta, cominciò a forzarle l’ano. Il dito entrò abbastanza facilmente, a dimostrazione del fatto che Benedetta aveva già sperimentato la presenza di un membro nel suo buco più stretto.
– Ricomincia a segarmi! – Le intimò con voce roca, muovendo il dito all’interno del suo ano.
La ragazza, ormai eccitatissima, non se lo fece ripetere. Rialzò la testa fino ad avere in bocca solo il glande e cominciò a masturbarlo velocemente.
Dopo qualche secondo l’uomo le schiacciò la mano sulla testa, costringendola a togliere la mano e ad affondarsi il membro in gola. Benedetta accolse i quattro densi getti di sperma nella sua bocca ingoiandoli subito, mentre Reynolds sospirava per l’orgasmo.
Dopo avere ripulito completamente il membro dell’uomo, Benedetta rialzò la testa giusto in tempo per vedere Johnatan che scaricava il suo seme sul volto di Alessia, che lo accolse a bocca aperta masturbandosi.
– Brave… siete state bravissime… – commentò l’uomo, soddisfatto – Sarete stanche per il viaggio, potete anche andare in camera… e cercate di capire cosa è successo alla vostra amica.
Alessia e Benedetta si alzarono e si diressero verso la camera di Francesca. La ragazza le aspettava sdraiata sul letto, guardando il soffitto.
– Allora? Come mai te ne sei andata così? – Chiese Benedetta entrando
– E me lo chiedi? Dovresti chiederti cosa è successo a voi… comportarvi così, come due troie… –
– Non esagerare… ti ricordo che questo pomeriggio, in spiaggia, ci stavi eccome! – Ribadì Alessia
– Sì… ma lì era tra noi… non stavamo mica spompinando il primo sconosciuto che ce lo chiedeva… –
– Forse hai ragione, ma… – le rispose Benedetta, arrossendo – Quell’uomo è riuscito a mettermi addosso un’eccitazione spaventosa… non potevo fare a meno di prenderglielo in bocca. Credo che se non mi avesse anticipata Alessia sarei andata io a succhiarlo a Jhonatan.
– Credo che quello che ha detto Reynolds sia vero… – Ribadì Alessia guardando in basso, imbarazzata – Oggi siamo riuscite ad abbandonarci, in misura minima, alle nostre fantasie e ai nostri desideri.
– Dio mio… vabbè, Alessia, te ti posso anche capire, perché in questo periodo sei single… ma tu, Benny, non pensi al tuo ragazzo?
– Fra… sai benissimo che ormai andiamo avanti per inerzia… e poi… credo proprio che vorrò provare a dare retta a Reynolds… a seguire per una volta i miei istinti…
– Anche io… voglio provare a vedere fin dove mi vuole portare… – ribadì Alessia
Francesca guardò le due amiche sconcertata, poi scosse la testa
– Se è così… io non ci sto. Domani mi farò accompagnare a comprare il biglietto per il ritorno a casa… non sono arrabbiata con voi… anzi. Solo non voglio tradire il mio uomo, capite?
Le due ragazze annuirono.
Dieci minuti dopo, a letto nella sua stanza, Benedetta ripensava agli eventi della serata. Era ancora eccitata per quello che era successo, e pensava con timore e ansia a quello che le avrebbero riservato i giorni seguenti. La sua mano destra scivolò tra le sue gambe e, quasi senza rendersene conto, cominciò a masturbarsi. L’orgasmo la scosse quasi subito, tanto era eccitata.
Si addormentò con davanti agli occhi il volto di Reynolds che la guardava eccitato… FINE
