Il sapore del proibito

Il caldo era soffocante, mi alzai dal letto per andare a prendere un bicchiere d’acqua, mezzo insonnolito mi avventurai per il corridoio, passai davanti alla camera di mia sorella Carla, anche la sua porta era aperta, non disponendo di un impianto d’aria condizionata lasciavamo porte e finestre delle stanze aperte in estate, in modo che l’aria circolasse e l’afa fosse meno fastidiosa. Mi affacciai per osservare, dormiva, era veramente stupenda, indossava un completino da notte bianco, canottiera e pantaloncini, mi feci più audace e mi avvicinai, il leggero tessuto morbido e trasparante le accarezzava le mammelle mature, i seni gonfi leggermente divaricati si poggiavano sul petto, in trasparenza si potevano vedere le aureole dei capezzoli piccole e scure, il mio sguardo scivolò più in basso, a trentatre anni aveva ancora la pancia piatta come quella di una teenager, avidi i miei occhi scesero ancora di più il tessuto trasparante faceva intravedere il monte di venere e il suo triangolo di ricciolini castani, qualche ciuffetto ribelle usciva dai lati del pantaloncino. La desideravo da quando avevo quattordici anni, ora a ventisette il suo corpo riusciva ad eccitarmi come allora se non di più, fortunatamente la mamma non era in casa quella sera, copriva il turno notturno in ospedale, iniziai a sentire il membro gonfiarsi, la parte superiore era uscita di un bel pezzo, indossavo solo le mutande e non riuscivano più contenere il mio fallo, se avrebbe aperto gli occhi avrebbe visto suo fratello guardarla, a godere di quella eccitante visione, eccitato come un animale, si, è questo che avrebbe pensato se si fosse accorta che la spiavo, solo un animale si ecciterebbe guardando il corpo della sorella, intanto il mio cuore batteva a mille, me ne andai avevo paura si svegliasse, in cucina dal frigorifero presi una bottiglia di minerale ghiacciata, senza prendere il bicchiere mi attaccai direttamente alla bottiglia, acqua gelata, questo mi calmerà. Tornai al letto la mia erezione non accennava a diminuire, chiusi gli occhi e le mie mani scivolarono sul mio cazzo ormai duro come il granito iniziai a lavorare di fantasia e di mano sempre con quel magnifico corpo stampato nel cervello…
-“Franco.. ” Diavolo era mia sorella la porta spalancata e la televisione accesa le avevano permesso di vedere tutto. Provai a coprirmi il sesso duro con il lenzuolo
-“Scusami.. ma sai” Era imbarazzata almeno quanto lo ero io, continuò
-“La porta era aperta pensavo guardassi la televisione”
Non era la prima volta che mia sorella mi sorprendesse in ‘fallò questo era già successo un paio di volte quando avevo tredici o quattordici anni.
-“Cosa c’è” Le domandai io prendendo in tono quasi sgarbato
-“Sei entrato tu nella mia camera prima? Sai da quando anno rubato alla signora Luciana non dormo molto bene”
Fanculo la signora Luciana, una pensionata che abitava al piano di sotto, non erano passati neanche due giorni da quando aveva sorpreso i ladri in piena notte nella sua stanza, fortunatamente i ladri accortisi che la vecchia si era svegliata si erano squagliati come neve al sole, ma ora nella palazzina non si dormiva più tranquilli.
-“Si” Risposi quasi infastidito.
-“Ero io, la temperatura si è un po’ abbassata volevo solo abbassarti un po’ la tapparella”
-“Si ? , ma non lo hai fatto”
-“Ho visto che dormivi beata, avevo paura che il rumore della tapparella ti svegliasse”
-“Franco ? ”
-“Sì che c’e ancora? ”
-“La mamma non tornerà fino a domattina, e io… io”
-“Su avanti tu cosa ? ”

-“Ho paura a dormire nella camera grande da sola”

Mia madre e mia sorella dividevano la stessa camera, questo anche perché Carla un po’ masochista e cacasotto non era proprio un cuor di leone, spesso dopo aver visto un film thriller aveva paura di dormire da sola, figuriamoci ora, sapeva che dei balordi avevano preso di mira la zona.
-“Avanti” Mi scostai e le feci spazio nel mio letto.
Entrò nel letto e si strinse a me cercai di tirarmi da parte il più possibile, anche perché la mia eccitazione non accennava a diminuire.
Entrata nel letto iniziò a guardarmi con una faccia da ebete, poi abbozzo un mezzo sorriso.
-“Cosa c’è ora”
-“Come pensi che ci rimarrebbe Monica se saprebbe… ”

Monica era la mia ragazza del momento, avevo capito il ‘saprebbè ma volevo vedere dove sarebbe arrivata, sapevo che mia sorella fidanzata da dieci anni o più, viveva il sesso più come un dovere che come un piacere, forse era proprio per questo che mi eccitava tanto, sarebbe stato stupendo, farle scoprire le gioie del sesso, il massimo della cosa sarebbe stato che a fargliele scoprire fosse stato suo fratello, incesto eccitante e peccaminoso per una su orina pudica come lei.
-“Se saprebbe cosa ? ” Risposi facendo finta di non capire
-“Se sapesse che la sera ti fai… insomma da solo avendo a disposizione una ragazza stupenda come lei”
-“Perché come dovrebbe prenderla, anche a lei sarà capitato di essere eccitata, a te non succede mai ? Quando sei sola cosa fai? ”
-“Niente, io almeno non farei niente, per rispetto, non so se Roberto sarebbe contento se sapesse che la notte mi tocco pensando chissà a che cosa”
-“Vuoi dire che tu non ti sei masturbata in dieci anni ? ”
-“Si voglio dire proprio questo” Lo disse quasi seccata
-“Sai una cosa, devi essere una pazza, o una bugiarda”
-“O forse sei tu che sei un porco, e pensi solo a una cosa! ”
Ci sdraiammo io da un fianco lei dall’altro, sentivo il suo sedere sodo strusciare e premere sul mio, poi prese il telecomando iniziò uno zeppelin che non finiva più.
-“Carla, perché non spegni la tv e non provi a dormire? ”
-“Non ci riesco sono tesa, impaurita e se.. ”

Di nuovo la interruppi desideravo farle o darle qualcosa per smaltire la sua tensione ma..
-“Perché non mi fai uno dei tuoi massaggi orientali rilassanti ? Per favore, ti preparerò la colazione par una settimana”
-“Va beh dai tanto ormai adios sonno, voltati a pancia in giù, e tenta di pensare a qualcosa di rilassante”

Avevo preso lezioni di kun fu per anni, e oltre alle arti marziali avevo imparato massaggi e tecniche di rilassamento orientali
Andai in bagno a prendere del talco, rientrai nella camera e mi fermai ad osservarla le sue natiche disegnavano due cerchi perfetti che si alzavano verso il soffitto, scossi la testa e tentai di non pensarci

-“Vuoi toglierlo questo? ” Gli dissi alzando leggermente la canottiera, ebbe un attimo d’ esitazione.
-“Avanti spengo la luce, e poi messa cosi cosa vuoi che veda ? ”

Se avrebbe saputo di tutte le volte che l’avevo spiata nel bagno per vederla nuda in passato non si sarebbe certo imbarazzata, conoscevo alla perfezione quel corpo.
Si mise a sedere dandomi le spalle, spense la televisione, poi con un movimento lento si abbassò, nascondendo la testa tenendola mezza affondata nel cuscino.
Iniziai a massaggiargli la schiena con movimenti circolari, poi scesi lentamente languidamente sui dorsali
-“Va bene così” Gli domandai
-“Si è, è bello, rilassante”
Continuai a massaggiare per una buona mezzora.
Scesi ancora più in basso, con i polpastrelli segui l’attaccatura dei suoi seni, prima che aprisse bocca dissi
-“Il segreto sta nel lasciarsi andare, avanti, rilassati e goditi il massaggio” Gli sussurrai
Continuai a massaggiarla sotto i seni, salii più in alto, massaggiai la parte bassa del petto con i polpastrelli, massaggiai, impastai, strusciai senza dargli tregua, senza però mai arrivare ai capezzoli.
I suoi muscoli ora erano rilassati, si stava veramente lasciando andare.

-“Passiamo alle gambe” La sua risposta fu un flebile si
Nel momento che mi abbassai per arrivare alle gambe il mio membro eretto strusciò e spinse leggermente sulle sue natiche, ebbe un mezzo sussulto. Mi abbassai e iniziai a massaggiarli l’esterno delle ginocchia.
Poi la sua voce ruppe l’incanto
-“Fra.. Franco, cos’è che ti ha eccitato così tanto ? ” Disse quasi tutto d’un fiato come se avesse paura di chiedermelo
Naturalmente mi guardai bene dal rispondergli, ma lei tallonò ancora
-“Avanti, non ti vergognerai mica o di qualcosa ti vergogni finalmente”
-“Sicura di volerlo sapere? ”
Segui un breve silenzio, le mie mani continuavano a muoversi sicure sulle sue gambe
-“Ti ho eccitato io? Per questo sei stato a guardarmi per venti minuti mentre dormivo, sono tua sorella ti faccio davvero quest’effetto”
Se ne era accorta, e se mi aveva visto non gli era sfuggito il mio modo di guardarla
Risposi ancora
-“Sei sicura di volerlo sapere? ”
Comunque l’aveva capito. Continuai a massaggiare le ginocchia salii sulle cosce, rimasi più di un’ora a massaggiare in quei punti, poi lentamente infilai i pantaloncini tra l’apertura dei suoi glutei, non disse nulla quel gioco iniziava a piacere anche a lei, o forse voleva solo vedere dove sarei arrivato? Il mio dubbio era quello. Massaggiai i glutei lentamente con movimenti circolari, poi iniziai con movimenti continui che scendevano dalle sue natiche fino nell’interno coscia
-“Dovresti aprire un po’ le gambe, l’interno coscia e un punto cruciale, è lì che si annida la cellulite”.

Sapeva che sui massaggi sapevo il fatto mio, apri leggermente le cosce quel tanto che bastava per permettermi di massaggiarle le cosce, lo fece in silenzio le mie mani ora osavano sentivo il calore umido che veniva dalla sua fica, mi feci più audace con il dorso della mano toccai le sue labbra vaginali attraverso il tessuto, ora solo quella soffice stoffa separava la mia carne dalla sua.
Ero riuscito nel mio intento, l’insieme di cose, l’essere osservata, l’avermi scoperto mentre mi masturbavo, ora il massaggio era eccitata, bagnata, la stoffa dei pantaloncini era umida bollente il calore che emanava mi inebriò il cervello, sempre con il dorso della mano iniziai a sfiorarle le grandi labbra si lasciò sfuggire un gemito, lentamente salii fino al solco del sedere.

-“Così sei ancora più bella, ti piace”
Non rispose, si vergognava troppo per farlo si era eccitata sotto le carezze del fratello, e questo la faceva sentire sporca
Scostai la stoffa, le mie dita si poggiarono delicatamente sul suo spacco, era bagnata, la ragazzetta pudica, era finalmente eccitata.
Passai le dita nella fessura senza penetrarla, le mie dita si invischiarono completamente dei suoi umori, avevo avuto molte donne, ma poche si erano bagnate cosi tanto solo alle mie carezze, iniziai a muovere le mani più velocemente, il suo respiro si fece affannoso.
-“No, Dio… fermati, siamo pazzi” Ci sono dei no che sono i più forti dei si
-“Sei completamente fradicia”
Sapevo che questo l’avrebbe imbarazzata ma avevo capito, era quel gioco che le piaceva, quello che da sempre immaginavo era vero, era una di quelle donne che aveva bisogno di vergognarsi per eccitarsi, aveva bisogno di sentirsi sporca per provare piacere, cosa c’è di più sporco delle mani di tuo fratello che ti frugano in pancia? All’inizio era solo un sospetto ma poi avevo capito dai nostri discorsi da certi suoi atteggiamenti passati, era così che le piaceva, aveva bisogno di sentirsi sporca? Io l’avrei accontentata, le piaceva e io desideravo dargli piacere.
-“Apri di più le cosce, avanti, ti voglio leccare ”
Mi abbassai e arrivai con le mie labbra fino a sfiorare la sua fica bagnata.
Iniziai a baciare le sue grandi labbra le leccai per molto tempo, i suoi gemiti si erano fatti più forti, con il pollice iniziai a masturbarle il clitoride ormai gonfio e lucido di umori, infilai la mia lingua nella sua fica in profondità, rimasi immobile per qualche secondo ad assaporarne gli umori, poi iniziai a leccare con passione, la mia lingua iniziava la sua corsa dal clitoride e finiva nell’ano, aveva aperto ancora di più le cosce e ogni volta che la mia lingua toccava il suo bottoncino soffocava un urlo.
-“Ti piace essere leccata” Gli chiesi alzando il capo per un secondo
-“Si è Stupendo, non ho mai … la prima volta che permetto a qualcuno di leccarmi, mi hai fatto perdere la testa tu mi.. ”
La zitti posandogli due dita sulla bocca
-“Erano anni che desideravo bere i tuoi umori, voltati voglio arrivarti con la lingua fino in pancia”
Era una bambola di carne nelle mie mani, il suo aumentava i battiti a ogni tocco della lingua
L’aiutai a girarsi affondai di nuovo la lingua nella sua ferita aperta, notai che con un braccio si copriva il volto, iniziai a muovere la lingua in senso orario attorno al suo clitoride.

Comincio ad ansimare più forte poggiai una mano sul suo ventre e sentii gli addominali contrarsi, stava per godere.
-“Fammi sentire che godi, ti voglio sentire”
Riaffondai la mia lingua nella sua fica iniziai a martellare il suo clitoride con colpi di lingua veloci.
-“Avanti voglio sentirti godere”
-“No.. no” Mi disse con la voce roca
-“Non fermarti co.. così è bello mi fai venire ”
Le parole gli uscivano dalla bocca soffocate, con entrambe le mani aveva afferrato la mia nuca e la teneva stretta tra le sue cosce. Aspettai che il suo respiro si facesse più regolare
Mi liberai delle mutande e mi affiancai a lei, non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi.
-“Dio cosa abbiamo fatto” Disse in tono grave
-“Nulla di male” Risposi io
-“Cosa ci trovi di male nel dare piacere, e, nel riceverne? Stiamo facendo del male a qualcuno ? Tu hai bisogno di questo, sei una donna bellissima meravigliosa, devi vivere appieno la tua sessualità e io… io non sai da quanto tempo ti desidero”
-“Sei riuscito a farmi perdere completamente la testa, io non so cosa mi e successo ma le tue mani, Diosanto dovrei vergognarmi, adoro le tue mani che mi penetrano”
-“Si dovresti vergognarti, è per questo che ti piace tanto”
Era da tempo che avrei voluto fargli questo tipo di discorso, certo è, che mai avrei sperato di farglielo in una situazione del genere.
Mi guardava negli occhi, la troia di prima che spingeva la mia testa tra le sue cosce era scomparsa, sembrava una bimba sorpresa a rubare la marmellata, due lacrime scesero lungo le sue guance, mi avvicinai e le leccai seguendo il percorso all’inverso.
-“Quanto ho aspettato questo momento, da ragazzo ogni volta che ti chiudevi in bagno ti spiavo per poi masturbarmi, ti desidero, non ho mai desiderato una donna quanto desidero te”
-“Sei, sei mio fratello e io.. è sbagliato, io ti voglio bene e … ”
Si fermò e abbasso la testa
-“Sono una puttana perché mi e piaciuto di più proprio per questo, mi sento.. è vero mi piace sentirmi …. ”
-“Sporca, ti piace di più quando ti vergogni” Fini io il suo discorso
-“Si, ma Roberto, Monica se sapranno di quello che è successo oggi”
-“Lo sapranno se sarai tu a dirglielo, so che con lui .. ? ” Stavolta fu lei a interrompermi
-“Lui è un bravo ragazzo è un ragazzo all’antica e, non riesce a farmi eccitare, con lui non riesco a lasciarmi andare, non gli ho mai permesso di leccarmi, e neanche ho mai avuto desiderio che lo facesse”
Mi parlò del rapporto con il suo ragazzo, mentre continuava a parlare mi sdraiai di fianco, iniziai a masturbarla, sotto le sue cosce le lenzuola erano completamente bagnate del suo orgasmo.
-“Guarda” Con indicai la macchia
-“Non ho mai conosciuta una che si bagni così tanto. ”
Le presi la mano e la portai sul mio cazzo sempre tenendole la mano iniziai un lento su e giu.

-“Con me puoi essere te stessa, sai come vivo il sesso io nulla di quello che faremo supererà queste quattro mura, avanti lasciati andare, fratello e sorella, si forse mi eccita ancora di più, come eccita te, senti me lo stai facendo scoppiare, sai quante volte mi hai ridotto in questo stato senza neanche essertene accorta”
_”Dio com’è duro, è stupendo ti ho visto prima mentre mi guardavi, ti eri eccitato sei riuscito ad eccitare anche me”
Intanto avevo iniziato a penetrarla con due dita muovevo la mano sempre più velocemente, favorite dai suoi umori le mie dita entravano sempre più in profondità, da due le mie dita dentro di lei diventarono tre, iniziò a singhiozzare
“Hai un gran cazzo, mi piace stringerlo in mano, anche io… credi che io non ti abbia mai desiderato, tutte le volte che ti portavi una delle tue puttanelle, mi fermavo ad ascoltare i gemiti di quelle troie, mille volte avrei voluto trovarmi al loro posto, ma.. oh continua si vengo di nuovo si si godo”
Era venuta ancora, si poggio su un fianco, iniziò ad accarezzarmi il cazzo come una neo mamma accarezza il suo bambino, poi lo strinse forte e lo scappellò un paio di volte fino quasi a farmi male.
-“Ci fermeremo qui” Mi disse, spossata dall’orgasmo passato
-“Cosa vuoi dire? ”
-“Abbiamo già sbagliato è stato stupendo, sei stupendo, ma non voglio andare oltre, ti prego cerca di capire”
La capivo aveva una gran voglia di farsi scopare, ma ne aveva anche una gran paura, incesto, cosa sarebbe successo poi?
-“Va bene ti prometto che non andrò oltre fino a che non sarai tu a chiedermelo”
La sua bocca sul mio collo mi dava sensazioni stupende, la sua piccola mano scivolava veloce sul mio cazzo ormai sul punto di scoppiare.
-“Aspetta, prima di godere voglio farti godere di nuovo”
Mi sdraiai e la feci sdraiare sopra di me a sessantanove, spinsi la sua nuca avvicinando la sua bocca alla mia cappella
-“Non l’ho mai fatto, mi, mi da fastidio prenderlo in bocca”
-“Va bene continua con la mano”
Averla in quel modo era ancora più eccitante potevo infilare la mia lingua e parte del mio mento in profondità, aveva iniziato a farmi una sega stupenda, con una mano me lo menava mentre con l’altra mi accarezzava le palle e le cosce.
Con le mani gli aprii le natiche e iniziai a leccarle l’ano infilavo la lingua più in fondo che potevo, poi dopo averlo ammorbidito infilai due dita in culo, si contrasse per un secondo ma la mia lingua aveva ripreso a penetrarla in fica.
“Attento, fai piano mi fai male”
Non era mai stata presa dietro
-“Il tuo ragazzo… ” Aveva capito quello che volevo dire
-” Non glie lo ho permesso”
Ero convinto era stato lui a far si che lei non glie lo permettesse, ma io ora sapevo come prenderla
-” Già, ha il culo e la bocca vergine la santarellina ma ora e qui che si fa sfottere il culo dalle dita del fratello, mentre la sua fica mi sgocciola il viso”
Sputai sul suo culo, infilavo la mie dita in profondità nel suo antro, tormentai il grilletto con colpi di lingua sempre più veloci, per lei stava arrivando un altro orgasmo

-“Godi puttana, infilati il cazzo di tuo fratello in bocca, godi con il cazzo in bocca”
Parlavo cosi per eccitarla, ma desideravo ardentemente che lo prendesse in bocca il primo grido mi avvertì del suo orgasmo, poi abbassò la testa, la sua bocca fece sparire per meta il mio cazzo, il resto dei gemiti uscirono soffocati, dopo qualche secondo tirò su la testa
-“Hai un sapore stupendo, avanti ora tocca a te, voglio farti godere”
Di nuovo si era infilata il cazzo in bocca
-“No” Gli dissi affannato
-“Non così voltati e apri la gambe”
Si voltò, mi guardava dritto negli occhi
-“Voglio guardarti, voglio sborrarti addosso”
Poggiò le spalle al muro e allargo le gambe, mi sistemai tra le sue cosce, il mio cazzo era dieci centimetri sopra la sua fica inizio a masturbarmi, io mi attaccai con la bocca ai suoi capezzoli, mi feci spazio con la mano in verticale infilai quattro dita nella sua fica e iniziai a masturbarla
-“No mi fai male”
-“Non dire cazzate, sei così larga e fradicia che entrerebbe un elefante”
Le mie dita affondavano in profondità apri la bocca inizio a singhiozzare mentre aveva preso il cazzo con due mani, mi masturbava stringendolo esageratamente come se temesse che gli scappasse, d’un tratto si bloccò
-“Ti voglio dentro, voglio sentire il tuo cazzo dentro di me, ti prego riempimi”
Sapevo o forse speravo che non avrebbe resistito a lungo a quel trattamento, mi abbassai un poco, la cappella trovò subito il varco
-“Mettitelo dentro da sola”
Lo fece lentamente, con un colpo di reni glie lo cacciai tutto dentro e rimasi immobile cosi dentro di lei, spalancò la bocca senza far uscire una parola
_”è meraviglioso, mi riempie completamente”
Poggio le sue labbra su le mie, io risposi al bacio
Strinse la mia testa nelle mani come si stringe un amore
-“Aprimi, desidero essere tua”
-“Vuoi che ti sbatta”
-“Si”
La guardai senza muovermi
-“Scopami, ti prego ti voglio”
Iniziai a scoparla a colpi lenti infilandolo tutto dentro e sfilandolo lentamente, accompagnava col bacino i miei colpi, i miei movimenti si fecero più veloci, inizio a singhiozzare
-“Si, si cosi”
Il suo motivo era sempre quello aprì ancora di più le gambe
-“Così mi fai godere”
Le sue parole erano un lamento, un pianto meraviglioso, poggio il peso sulle braccia per accompagnare meglio i miei colpi, era stupenda mentre godeva dai suoi occhi lucidi iniziarono a scendere lacrime salate che io leccai avidamente
-“Godo godo, vieni anche tu riempimi di sborra”
Iniziai a sbatterla nel vero senso della parola spingevo e mi ritiravo con violenza, l’aria odorava di sesso il rumore osceno della scopata aveva quasi coperto i suoi gemiti”

-“No non venire aspetta stò venendo di nuovo, Dio si.. ”
Poggiò le spalle sui cuscini, era multiorgasmica lo scoprivamo ora insieme
-“Fermo aspetta, aspetta”
Il suo respiro era affannoso mi aveva fermato un secondo prima di venire, avevo quasi paura che si sentisse male
-“Voglio farti godere io”
Mi sdraiai spalle a terra lei mi fù subito sopra senza neanche farselo uscire, inizio a pompare lentamente
-“Lo sento fino in petto, Dio così lo sento ancora di più… lo voglio… sempre, ogni giorno, avanti sborrami dentro, voglio che tu mi riempia di sperma”
-“Puttana vorresti un figlio da tuo fratello? Sei una Troia”
-“Si sono la tua puttana, e lo sarò ogni volta che vorrai, dai stò per venire ancora dai godi con me sborraaa! ”
Stavolta i suoi gemiti si confusero con i miei, il mio seme si mescolò al suo
-“Non ho mai goduto cosi tanto” Gli dissi, ed ero sincero
-“Io neanche immaginavo che si potesse godere così, sei stupendo, ora e peggio per te, non credo ne saprò fare a meno, sei contento della tua puttana”
-“Si avresti potuto”
Mi tappo la bocca con due dita
-“La prossima volta”
Disse….. FINE

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