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Andrea

In quei giorni stavo lavorando in una azienda farmaceutica, io e il mio capo seguivamo l’installazione e configurazione di alcuni terminali videotel.
Avevamo quasi finito mancava solo l’ultimo terminale, lo presi e andai nell’ufficio dove collegarlo.
La porta era chiusa bussai una voce maschile mi disse di entrare, una volta dentro stavo come sempre cominciando con i saluti e spiegazioni di rito:
-“Buongiorno mi chiamo Lara, sono venuta per installare il terminale…. “-. Quando alzai lo sguardo restai per un attimo ammutolita… il tipo che avevo davanti mi sembrava uscito da una pubblicità della Gillet, biondo occhi azzurri, non era un ragazzino, doveva avere sui 35 anni, molto affascinante considerato che aveva 10 anni in più di me.
Per cercare di nascondere il mio imbarazzo, feci finta di niente e gli chiesi con aria molto professionale su quale delle due scrivanie che c’erano nella stanza volesse il terminale, mi chiese educatamente se volevo un aiuto, gli dissi che avevo bisogno di 10 minuti della sua attenzione per spiegargli il funzionamento dell’apparecchio.
Fu lieto di darmi retta, volle il terminale sulla sua scrivania, cominciai a spiegargli il funzionamento, lui seduto sulla poltrona e io in piedi al suo fianco, dopo qualche minuto mi chiese se potevamo darci del tu, fui ben contenta, infatti la conversazione prese un tono più amichevole, mi disse che si chiamava Andrea, che era laureato in biologia e che era un ricercatore.
Avevo notato che mentre parlavamo mi guardava dritto negli occhi e lo trovavo spesso distratto ad osservare le mie labbra, questo procurava una certa distrazione anche a me, lo stavo osservando bene aveva un bel fisico, indossava solo una camicia, attraverso la quale si vedevano i pettorali, i muscoli delle braccia, si bisognava proprio ammetterlo aveva un che di stimolante, molto provocante nella sua semplicità.
Finite le spiegazioni gli lasciai il numero a cui avrebbe potuto trovarmi se aveva dei problemi con l’uso del terminale, disse che sicuramente mi avrebbe chiamato, diceva che conoscendosi era sicuro che al momento di doverlo usare non si sarebbe ricordato più nulla.
Infatti nella settimana successiva ricevetti diverse sue telefonate, durante l’ultima telefonata, prima di salutarci mi chiese se volevo andare il giorno dopo a bere un aperitivo con lui dato che come mi aveva detto abitava nei dintorni della mia ditta, io accettai infondo era quello che volevo conoscerlo meglio.
Ci trovammo davanti al bar verso le 18, 30 come ci eravamo accordati il giorno prima.
Volevo essere carina per lui, solitamente vesto in modo abbastanza sportivo, ma quel giorno indossai una gonna e una maglia scollata, un paio di scarpe con il tacco e un cappotto, volevo sembrare più grande.
Anche lui stava particolarmente bene quel giorno, aveva un giaccone nero di panno lungo fino alle cosce e un maglione di lana pesante, era molto carino.
Mi diede un bacio sulla guancia, entrammo nel bar, ci accomodammo in un tavolino appartato il cameriere ci portò i nostri aperitivi.
Parlammo di un sacco di cose, ma c’era qualcosa in lui che mi colpiva era una certa luce nei suoi occhi, il suo modo di guardare di sfuggita la mia bocca la scollatura, era eccitante, soprattutto il fatto che non lo faceva in modo volgare ma quasi come se non potesse trattenersi e allo stesso tempo ne fosse imbarazzato, questo mi piaceva molto.
Per quanto mi riguarda mi ero resa conto da poco di quanto certe situazioni mi eccitassero, mi si stava aprendo un universo ancora inesplorato, il giocare il flirtare con qualcuno, farlo eccitare, desiderare ….
Eravamo seduti vicini, con noncuranza avvicinai la mia coscia alla sua gamba facendo finta di nulla, mi resi conto che per un attimo si irrigidì per la sorpresa, mi fissò negli occhi per qualche secondo, poi continuò a parlare senza spostare la gamba ma anzi quasi facendosi più vicino a me.
Ero eccitata dalla situazione ma era anche la prima volta che mi comportavo così con un quasi estraneo.
Ad un certo punto mentre stavamo parlando si allungò verso di me con il viso e si fermò all’altezza del mio collo annusando il profumo, la vicinanza del suo viso… della sua bocca al mio collo…. il suo respiro mi fecero girare la testa e
l’effetto collaterale fu quello di sentire un calore salirmi dalle cosce e concentrarsi nella mia passera, sapevo che stavo cominciando a bagnarmi….
Lui capì che aveva fatto effetto anche perché il tono della mia voce cambiò si fece un po’ più basso e profondo, mi resi conto che questo eccitava anche lui, si vedeva che era soddisfatto di avere provocato una reazione in me.
Bè pensai:
-l’ha voluto lui ha cominciato lui… adesso sono cavoli suoi-.
Sul vetro del suo bicchiere c’era una goccia che scendeva lungo la parete esterna, allungai la mano e la raccolsi con il dito e me la passai sulle labbra, poi infilai il dito in bocca, guardandolo negli occhi…
Devo ammettere che la sua reazione fu appropriata, restò zitto per qualche secondo bagnandosi le labbra e mordendosele per un attimo. Quando cominciò a parlare anche il suo tono di voce si era fatto più basso, sì aveva funzionato…..
Capivo che non sarebbe andato più in là aveva paura di fare qualcosa di troppo.
Quindi pensai che dovevo fare io la prima mossa …. seria.
Portai la mano sotto il tavolo e l’appoggia sulla sua coscia, lui si azzittì e mi guardò con due occhi di fuoco, respirava con la bocca aperta quasi come a voler fermare il tempo.. intanto gli stavo accarezzando una coscia e con la mano mi spingevo sempre più vicino all’interno della coscia e al bozzo che avevo visto prima con una fugace occhiata, finché mi decisi a passargli una mano sopra, era duro, ed era anche piuttosto grosso lui sospirò e mi disse con una voce roca
-“mi stai facendo impazzire” -.
Allora gli presi una mano e me la appoggia sulla gamba, lui non si fece pregare e cominciò ad esplorare lo spazio tra le cosce, quando arrivò lì dove si concentrava tutto il calore fece un lungo mugolio, si perché aveva scoperto che tra le sue dita e la mia fica c’era solo un sottilisimo velo di collant, si insomma non portavo gli slip.
Passò le dita sopra come a voler raccogliere un po’ del liquido che sgorgava dal mio lago, si portò le dita alla bocca e cominciò a succhiarle ad annusarle, disse che voleva assaggiarmi non poteva aspettare voleva leccarmi adesso, lo guardai con un sorriso malizioso e feci cadere il tovagliolo sotto il tavolino, che per fortuna era dotato di una lunga tovaglia.
Ci mise un attimo a piegarsi per raccoglierlo, con un movimento acrobatico fu velocemente con la sua bocca in mezzo alla mie gambe mi leccò e succhio per qualche minuto poi si tirò su, era troppo pericoloso il bar era troppo pieno di gente, ma era eccitante anche per quello.
Mi chiese se mi andava di andare a casa sua, voleva proseguire il discorso in un luogo più comodo, così ci avviamo a piedi.
Entrammo nell’ascensore abitava al 7° piano, il calore non si era abbassato nonostante la temperatura, appena le porte dell’ascensore si chiusero mi abbraccio ci baciammo, lui mi aprì il cappotto alzò il maglione quasi mi strappò il reggiseno e cominciò a succhiarmi un capezzolo mentre con l’altra mano già mi stava alzando la gonna e strofinando le dita sulla fica bagnata, io avevo allungato la mano e gli massaggiavo il cazzo tramite i pantaloni, era davvero duro e di dimensioni considerevoli, questo mi fece venire una certa golosità, una voglia di leccarlo tutto per bene e vedere quanto riuscivo a farmene entrare in bocca.
Ci fermammo quando l’ascensore raggiunse il piano, aprì la porta di casa sua entrammo mi spinse sul divano, mi fece sdraiare di schiena e si avventò tra le mie gambe mi tolse i collant e cominciò a leccarmi la fica con una voracità che mi faceva sussultare ogni volta che mi prendeva in bocca il clito e lo succhiava, poi vedere quel suo viso tra le gambe… Dioooo mi faceva impazzire…
Anche io volevo assaggiarlo, gli presi la testa tra le mani e lo feci salire con il viso fino alla mia bocca lo baciai e intanto lo feci sdraiare sulla schiena al mio posto, gli slacciai i pantaloni e abbassai i boxer aderenti, mi si presentò davanti un cazzo stupendo grosso duro e con una cappella succulenta, non lo toccai con le mani, era troppo bello e dritto volevo subito sentirlo in bocca, avvicinai le labbra alla punta e prima di metterlo in bocca lo leccai poi cominciai a succhiarlo, e a passare la lingua su tutta la lunghezza, lui mi guardava, ansimava e sussultava con il bacino ogni volta che me lo infilavo quasi tutto in bocca e lo stringevo tra le labbra succhiandolo e passandoci la lingua.
La voglia di mettermelo dentro era irresistibile sia per me che per lui, mi fece tornare sdraiata di schiena, si mise in ginocchio davanti a me, mi prese le gambe le mise sopra le sue spalle, prese in mano il suo cazzo e me lo passo sulla passera, bagnò la punta e poi lo infilò piano, era davvero grosso, doveva fare piano perché la fica si modellasse sulle sue dimensioni, continuò a spingerlo dentro piano finché lei fu pronta per un ritmo più veloce, cominciò a fare su è giù con ritmi irregolari prima piano poi veloce mi faceva impazzire, allungai una mano e cominciai a massaggiarmi il clito.
Lui mi guardò mentre lo facevo, fece un verso profondo e cominciò a sbattermi con una forza da farmi impazzire, venni come una matta prima con una sensazione di godimento lenta ma che si propagò per tutti i sensi fino quasi ad essere trasportata con la mente in paradiso, poi seguendo il movimento del suo cazzo dentro di me con delle piccole scosse di piacere che mi facevano sussultare tutto il corpo.
Vedendomi così lui non resistette più disse:
-“Sto venendo… ” – lo tolse dalla fica, io con un movimento veloce mi tirai su e riuscii a prendere in bocca la punta solo in parte tanto che tutta la sborra mi colpì per metà in viso e in parte direttamente in gola, lo presi in bocca seguendo il ritmo dei suoi ultimi colpi.
Si sedette mi guardò mi prese la testa tra le mani e mi diede un bacio lungo profondo…… sembrava proprio che volesse ricominciare subito tutto…..
e infatti……. : ) FINE

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Luce bassa, notte fonda, qualche rumore in strada, sono davanti al pc pronto a scrivere il mio racconto erotico. L'immaginazione parte e così anche le dita sulla tastiera. Digita, digita e così viene fuori il racconto, erotico, sexy e colorato dalla tua mente.

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