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Anna e Paco

Alcuni anni fa avevo una storia con Anna una bella infermiera ventenne che abitava in Toscana, data la lontananza, io abitavo a Roma, ci vedevamo solo nei fine settimana.
Potete immaginare cosa succedeva il sabato pomeriggio quando ci rincontravamo dopo una settimana di astinenza, i suoi erano spesso via nella loro casa in campagna, e noi potevamo darci dentro senza temere sorprese.

Dopo un paio d’anni che stavano insieme, sua zia le regalò un cucciolo di pastore belga che si affezionò talmente a lei che non riuscivamo mai a togliercelo di torno, anche quando facevamo l’amore se ne stava accucciolato accanto al letto.

Quando il cane, che si chiamava Paco, raggiunse i due anni cominciò ad avere i primi stimoli sessuali e spesso se ne andava in giro con l’uccello rosso a strofinarsi sulle gambe che trovava disponibili.
Io dissi più volte ad Anna di trovargli una cagnetta per farlo divertire un po’ ma lei rispondeva che non conosceva nessuno e poi non gli andava che il suo cane scopasse con la prima cagna incontrata in giro.

Una volta mentre facevamo questo discorso e io gli facevo notare che i cani non potendo farsi delle seghe soffrono parecchio, lei mi rispose che se proprio necessario, una sega al suo cane gliela avrebbe fatta lei.
Lì per lì la cosa mi sorprese e m’intrigò ma poi non ci feci molto caso.

Un pomeriggio, mentre sua madre dormiva, Anna mi si avvicinò e mi disse che moriva dalla voglia di farmi un pompino, senza dir niente la presi per mano, la porti in camera sua e cominciammo a spogliarci.
Paco che avevamo lasciato in sala da pranzo, vistosi solo, iniziò a guaire e a raspare fuori della porta, per evitare che svegliasse la madre lo facemmo entrare con noi e chiudemmo la porta.
Si accucciò vicino al letto e noi iniziammo a darci dentro.
Ad un certo punto mentre io ero sdraiato sulla schiena e Anna accovacciata su di me mi stava facendo quel pompino di cui avevamo tanta voglia, Paco, eccitato dall’odore, salì sul letto coll’uccello in tiro e inizio ad annusare fra le gambe di Anna.
Lei cercava di scansarlo con la mano senza interrompere il pompino ma Paco non desisteva anzi si faceva più insistente.

A me venne in mente il discorso di qualche giorno prima e senza sapere neanche io il perché le dissi di lasciarlo fare tanto non c’era niente di male, Anna alzo gli occhi, cercò il mio sguardo per un attimo stupita ma poi inarcò la schiena e si lasciò leccare la figa da Paco.
Fu una scena talmente arrapante che ebbi uno degli orgasmi più dirompenti della mia vita.

Ripresomi da quell’orgasmo guardai Anna e le chiesi se le era piaciuto.
Lei mi rispose in modo scontroso come se si fosse pentita di quanto accaduto.
Questo era un lato del suo carattere che non comprendevo e che spesso ci faceva discutere, a volte, sull’eccitazione del momento, Anna faceva cose piuttosto insolite ma poi se ne vergognava e, anche se sapeva benissimo che queste cose mi eccitavano da matti, si rifiutava di parlarne, perciò lasciai cadere la cosa e non ne parlammo più.

Passò un po’ di tempo.
Un giorno, eravamo nella sua casa di campagna, ci annoiavamo parecchio, suo padre era andato in paese, la madre era in casa che sfaccendava così non sapendo che fare mettemmo il guinzaglio al cane e lo portammo a fare una passeggiata.
La sua casa era in un posto abbastanza isolato, circondata da boschi di castagno con poche case vicino abitate solo d’estate.

Mentre camminavamo, parlando del più e del meno, Paco iniziò ad agitarsi e ci accorgemmo che aveva un’erezione gigantesca.
A differenza delle altre volte, ora aveva un uccello di dimensioni spropositate che doveva dargli parecchio fastidio, poiché si strofinava a tutto quello che trovava e guaiva da far pena.
Io e Anna ci guardammo divertiti, io inizia a fare commenti sulle dimensioni ragguardevoli dell’uccello e notai che Anna sogghignava in maniera nervosa, la cosa m’insospettì così cambiai tono e cominciai a dire che il cane in quelle condizioni soffriva se non trovava uno sfogo e che bisognava fare qualcosa.
Anna cercava di calmare Paco ma non c’era verso, così preso io il guinzaglio, mi diressi verso una casa abbandonata lì vicino che usavamo per farci delle sveltine, quando i suoi erano impegnati in altre faccende.

Una volta dentro dissi ad Anna di far venire Paco; lei che seduta per terra stava carezzando il cane sulla schiena mi rispose ridacchiando che non sapeva come fare, non l’aveva mai fatto.
– non sarà molto diverso da un altro cazzo – dissi io.
Lei ci pensò un po’ poi piano piano cominciò a sfiorare l’uccello di Paco che mostrava di gradire parecchio la cosa.
A vedere Anna che ormai stava facendo una sega vera e propria al cane mentre gli canticchiava una nenia per tenerlo buono, la mia eccitazione arrivò alle stelle.
Tenendo d’occhio la porta, perché non si avvicinasse nessuno, mi tirai fuori l’uccello e iniziai a masturbarmi furiosamente venendo quasi subito addosso ai due.

Una volta finito con Paco, Anna si alzò e mi accorsi che anche lei era eccitata da morire.
Così mi avvicinai, l’appoggiai al muro, le tolsi le mutandine, le aprii le gambe e iniziai a leccarle la figa.
Ma evidentemente era troppo eccitata, perché dopo un po’ mi scostò la testa, si mise una mano fra le gambe, le serrò e venne quasi immediatamente.

Ormai, conoscendo Anna, non le parlai di quanto successo.

Qualche tempo dopo mentre spulciavo fra le bancarelle dei libri usati alla ricerca di qualche rivista erotica, mi capitò fra le mani una pubblicazione tedesca con in copertina una ragazza bionda e filiforme che si trastullava con enorme cane nero, la rivista si chiamava “Animal” nome che era tutto un programma, così l’acquistai non vedendo l’ora di essere solo a casa per leggerla.

A dire il vero da leggere c’era ben poco e quel poco era in tedesco, ma le foto erano tante e davvero eloquenti.
I servizi erano solo tre: il primo su due lesbiche che mentre facevano l’amore su un prato venivano raggiunte da un pastore tedesco che si univa al banchetto, l’ultimo su una ragazzona che si trastullava col cazzone di un cavallo, insomma piacevole ma niente d’eccezionale.
Il servizio centrale invece era sulla ragazza di copertina ed il suo cane ed era veramente una figata.
Si capiva che fra la ragazza ed il cane c’era un’intesa che andava molto più in là della finzione del servizio fotografico.
Dopo averla guardata ben bene misi la rivista da parte e decisi di portarla ad Anna.

Anna non era particolarmente interessata alle riviste pornografiche, però se ci capitava di trovarne qualcuna nascosta nella libreria del fratello non disdegnava di guardarla con me facendo commenti sulle situazione raffigurate.
Il sabato successivo arrivai a casa sua portando con me un certo numero di riviste porno per mimetizzare quella che m’interessava che Anna leggesse.
Appena fummo un po’ tranquilli le dissi che mi avevano regalato alcune riviste e che mi andava di sfogliarle con lei.
Ci chiudemmo in camera sua, io tirai fuori dal borsone il pacco di riviste e ci mettemmo sul letto a sfogliarle.

Ci furono i soliti commenti, le solite considerazioni, poi le capitò in mano quella.
Io la spiavo per vedere le sue reazioni, lei sfogliava in silenzio, capivo che era molto presa da quello che vedeva ma non fece commenti, anzi quand’ebbe finito di sfogliarla se ne uscì con una frase tipo – … ma guarda che si vanno ad inventare -.
Io però sapevo che non era rimasta indifferente a quanto aveva visto, ma non dissi niente e attesi gli eventi.

Poche settimane dopo i suoi genitori decisero di andare nella casa campagna e come sempre dissero che avrebbero portato anche Paco perché tenesse compagnia alla madre.
-Oggi no- disse Anna – ho preso appuntamento dal veterinario per una visita di controllo. Lo porteremo su noi domani -.

I suoi partirono e noi rimasti soli a casa, cominciammo subito a baciarci e a toglierci i vestiti, io pregustavo già la scopata che ci saremmo fatta ma ad un certo punto Anna mi fermò dicendo che era tardi e che dovevamo fare il bagno al cane.
Io la presi male, mi lamentai dell’astinenza forzata, ma non ci fu verso così di malumore la seguii in bagno, mettemmo Paco nella vasca e iniziammo a lavarlo.

Mentre lo stavamo asciugando Anna mi guardò dritto negli occhi e mi disse:
-Lo sai che sei un bel porco-
-Perché che cosa ho fatto questa volta? –
-Lo sai benissimo cosa hai fatto. Quella rivista non l’hai portata per caso, so bene cosa vorresti –
Ammisi che la cosa mi intrigava parecchio.
-Seguimi in camera mia allora e vediamo se la cosa ti piacerà davvero-.

La seguii con il cuore in gola; lei si fece aiutare a stendere una coperta a fianco del letto, poi si spogliò completamente e chiamò il cane.
Paco arrivò scodinzolando vide Anna nuda in piedi al centro della coperta e iniziò a girargli intorno annusandola fra le gambe.
Lei le aprì un po’ e cominciò ad accarezzarlo sulla testa e sulla schiena, io intanto mi ero tolto gli ultimi indumenti e mi ero seduto su uno sgabello in fondo alla stanza.

Ad un certo punto Anna si inginocchiò e cominciò a farsi leccare sul seno e sulla faccia, poi tirò fuori la lingua e si fece baciare da Paco che non capiva più niente, era in piena erezione e si muoveva in maniera agitata non sapendo bene cosa fare.
Dolcemente Anna lo tirò giù, lo mise con schiena per terra e iniziò a sfiorarli delicatamente l’uccello poi iniziò a dargli leccatine tutt’intorno e infine lo prese in bocca e iniziò a fargli un pompino con i fiocchi.

Io, seduto sullo sgabello, avevo l’uccello in mano e non sapevo che fare, non riuscivo a togliere lo sguardo dalla scena.
Intanto Anna si era appoggiata con la spalle sul bordo del letto e con le gambe aperte chiamava Paco perché gli montasse sopra, la cosa risultò meno facile del previsto così mi alzai e aiutai Paco a salire con le zampe anteriori sul letto mentre lei con la mano si aiutava per farsi penetrare.
Una volta dentro il cane cominciò a dimenarsi in maniera furiosa mentre Anna con il viso stravolto si contorceva in preda al piacere.

Appena finito Paco uscì e dalla figa di Anna uscì un fiotto di sperma bianco; a quel punto non mi trattenni più mi avventai su Anna la girai sul letto, le lubrificai il buco del culo con lo sperma di Paco e la sodomizzai. FINE

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