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Annarita

Quando arrivai nell’azienda in cui lavoro attualmente, già pregustavo l’idea di potermi scopare qualche bella ragazza.
Tuttavia le mie aspettative furono deluse in quanto le poche ragazze carine (e anche quelle che non lo erano per niente) erano o sposate o fidanzate e quindi la stagione di caccia era chiusa ancor prima di essere iniziata.
In quel periodo c’era una ragazza che mi intrigava parecchio, anche lei sposata ed addirittura con una bambina di 4 anni.
Quello che mi faceva impazzire di Annarita erano le sue belle gambe non magrissime ma sode ed il suo bel seno a coppa di champagne.
Con lei parlavamo sempre di tutto e soprattutto dei tradimenti nelle coppie: ma lei diceva che non avrebbe mai tradito il marito che adorava; indossava sempre gonne ed io mi impressionavo in quanto ogni volta che andavo a trovarla nel suo ufficio lei scavallava ed accavallava le gambe in continuazione ed addirittura una volta sono riuscito ad intravedere il suo slip di pizzo nero.
Un giorno A. stava cercando un documento molto importante che pensava di aver perso, al ché io trovai un foglio e le chiesi se fosse quello che cercava.
Lei avvicinandosi mi disse di sì e accarezzandomi i capelli mi diede un bacio all’estremità della bocca dicendomi: ”
Sei un tesoro”.
Una volta la sentii parlare con una collega che per qualche giorno non avrebbe avuto la macchina e non sapeva proprio come venire al lavoro.
Lo stesso pomeriggio andai a salutarla all’ora di uscita e lei mi disse:
“Tu passi per casa mia quando vieni al lavoro, vero? “.
“Sì, perché? – Hai bisogno di qualcosa? “.
“No, è che per qualche giorno non ho la macchina, che è dal meccanico e mi serve un passaggio”.
“Non ti preoccupare, per me è un piacere. Allora ci vediamo domattina alle 08. 00”
“Ok, grazie” e mi dà un bacio sempre all’estremità della bocca.
Lei non è proprio di strada, ma sarei andato a prenderla anche se avessi dovuto allungare di 100 Km.
L’indomani mattina dopo essermi fatto una bella doccia ristoratrice ed essermi improfumato per bene, mi diressi a casa sua.
Mi aspettava sotto casa ed indossava un vestitino appena sopra il ginocchio che dava mostra delle sue splendide gambe.
Mi saluta in macchina con una calda stretta di mano.
Nel traffico cittadino la sua gonna si era sollevata incredibilmente, ed io non credevo ai miei occhi, addirittura riuscivo a vederle il bianco colore delle mutandine.
“Attenzione, guarda la strada e non farti distrarre dalle mie gambe che ho una sorpresa per te” mi dice lei.
Estrae il cellulare e telefona in azienda affermando che lei oggi non può andare a lavorare perché si è verificato un imprevisto.
Ripete lo stesso numero e mi porge il telefonino invitandomi con gli occhi a fare la stessa cosa.
E così faccio anch’io.
Dopo la telefonata, sostiene che vuole andare fuori, è parecchio che non si concede una piccola vacanza e così dicendo prende la mia mano e se la poggia sulle gambe.
“In ufficio mi sono accorta di come mi osservi soprattutto le gambe.
Ti piacciono? ” – mi fa infilandosi la mia mano tra le mutandine.
è già madida di umori ed io comincio a sditalinarla con la destra, mentre con l’altra guido l’auto.
Durante il percorso lei già raggiunge un primo orgasmo.
Dopo si ricompone e si assopisce nel caldo tepore dell’aria climatizzata.
La conduco in montagna più in fretta che posso desideroso di montarla senza pietà. Arrivati sul posto, ci troviamo vicino ad un ruscello con un’acqua invitante, lei si sveglia ed ha un oh di meraviglia per quel posto stupendo.
“Adesso, meriti un premio per questo e per quell’orgasmo che mi hai fatto provare in macchina” e dicendomi questo mi toglie i pantaloni ed i boxer, ed incomincia a spompinarmi in un modo meraviglioso: se lo infila parte in bocca, poi con la lingua e con i denti lo lecca e lo mordicchia, ad un certo punto se lo infila tra le belle tette e mi fa una mega-spagnola continuando anche con la bocca.
Non resisto più e le sborro parte sul viso e parte sul vestito che non aveva ancora tolto.
“Adesso siamo pari”- mi fa lei.
Le sfilo il vestitino e le mutandine, le tolgo il reggiseno e la lascio oscenamente nuda.
Mi levo anch’io quel poco che mi è rimasto: camicia, cravatta e giacca, e le propongo di bagnarci in quello splendido ruscello.
Lei non se lo fa ripetere e cingendomi l’uccello con la mano mi trascina con sé nel rio.
L’acqua è fresca e lei rabbrividisce, allora comincio a carezzarle la pelle lentamente.
Il mio cazzo è ben saldo sul suo culo e già incomincia a dare nuovi segni di eccitazione. Le mie mani le accarezzano il viso, la bocca, il seno, i capezzoli turgidi, la fica, il culo.
Lei geme ed urla:
“Adesso sfondami, ti voglio dentro di me”.
Il mio uccello non se lo fa ripetere ed è già dentro la sua fica calda ed accogliente, mentre il rio ci rinfresca i piedi.
La stantuffo violentemente e dolcemente al tempo stesso e lei raggiunge un nuovo orgasmo.
Io per durare ancora di più però mi siedo nell’acqua fresca e le dico che adesso è lei a comandare le danze.
Non se lo fa ripetere due volte che già il mio cazzo sale e scende dalla sua fica ospitale.
I suoi movimenti si fanno più veloci e violenti sta per raggiungere un nuovo orgasmo, allora anch’io non mi trattengo più e veniamo contemporaneamente.
Le sborro tutto il mio sperma nella fica senza che lei faccia nulla per evitarlo, anzi addirittura mi massaggia le palle per svuotare tutto la mia sacca scrotale.
Ora dolcemente mi bacia con la lingua appassionatamente continuandomi ad accarezzare le palle ed il cazzo ormai senza più forze.
Ci sdraiamo sull’erba e ci appisoliamo esausti ed estasiati.
Ci svegliamo verso le 16. 00 affamati come non mai.
Lei prepara i panini che aveva portato e li mangiamo con appetito.
Ci accingiamo a rivestirci ed a prepararci per avviarci a casa, quando lei mi fa:
“Mi vuoi fottere anche in culo, amore mio? Con mio marito non l’ho mai voluto fare, ma con te è diverso, sento che mi farai sognare”.
Allora, le chiedo:
“Ma hai sempre affermato che non avresti mai tradito tuo marito? Cosa ti è successo oggi? ”
“Niente, questo desiderio l’ho dal primo giorno che ti ho visto, e ricordi quando quella volta mi hai aiutato a trovare quel documento e ti accarezzai i capelli, c’è mancato poco che ti saltassi addosso e mi facessi scopare da te davanti a tutti, ed in questi giorni per fortuna che si è rotta la macchina.
Il passaggio avrei potuto averlo da altre colleghe, ma non gliel’ho fatta a resistere alla tentazione ed ero sicura che anche tu avevi le mie stesse voglie. ”
“Allora cosa aspettiamo? ” faccio io.
“Prendimi in culo e fammi godere, selvaggiamente” mi dice lei.
Allora la faccio posizionare alla pecorina, con le braccia si appoggia ad un albero, e mi offre il suo culo indifeso.
Le allargo le natiche e per lubrificarle lo sfintere prendo la maionese che lei ha utilizzato per condire i panini.
Con le dita gliela cospargo sul buchetto, mentre lei già bagnata gode e geme, poi me la cospargo sul tronco dell’uccello per renderlo più scivoloso.
Lei non resiste più:
“Fottimi, forza. Voglio il tuo torello tutto dentro di me. Sfondami il culo. Sono la tua puttana”
Allora senza più remore ed in un colpo solo glielo infilo violentemente tanto da farla urlare dal dolore
“Non voglio più. Basta mi fai troppo male. Per pietà lasciami. “.
Quando sono sul punto di smettere, lei mi trattiene e m’incita ad aumentare il ritmo della penetrazione
“Più forte, vai, ancora”, mentre io con una mano le sgrilletto il clitoride e con l’altra le carezzo un seno con il capezzolo indurito all’inverosimile.
Ormai sfiniti per i continui amplessi non ce la facciamo più a trattenerci.
Lei ha un orgasmo favoloso:
“Ohhhhhh, godooooooo”.
Anch’io non da meno non ce la faccio più a trattenermi e le riverso tutto il mio piacere nel suo caldo culo che sembra non aver fatto altro da sempre.
Ci rivestiamo ed arrivata l’ora la riaccompagno a casa. In macchina non ancora contenta, addirittura ha un altro orgasmo sditalinandosi con le mie dita.
Prima di scendere dall’auto mi fa promettere che quella non sarebbe stata l’unica volta in cui le avrei dato un passaggio. FINE

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