Era una di quelle serate afose ed umide come solo Firenze sa permettersi il lusso di avere.
Elisa era uscita prima dall’ospedale dove lavorava e non aveva nessuna voglia di tornare a casa ove, peraltro, era sola essendo suo marito fuori città.
Fu così che passò dallo studio ove io lavoravo e decise di attendere le 19 quando io avrei finito e sarei uscita.
Si sedette su una poltrona a leggere una rivista.
Io la sbirciavo di tanto in tanto e notavo che allargava le gambe sempre più a causa del caldo che le rendeva sudate ed appiccicose.
Alle 19 uscimmo insieme ed andammo verso Ponte Vecchio per prendere un gelato.
Era un cono gigantesco e lo leccavamo con ingordigia e con … una buona dose di malizia.
Accorteci di questo, scoppiammo in una sonora risata.
Decidemmo di andare in un cinema in periferia verso Rifredi per vedere cosa si “raccattasse”, ma nessuna delle due aveva progetti precisi.
Lunga la strada in macchina mi propose di tentare di abbordare qualche maschietto arrapato nella sala e soddisfare la nostra mania di esibizionismo.
Non l’avevamo mai fatto prima e la cosa era oltremodo eccitante.
In sala poca gente, noi ci sedemmo nella stessa fila ma distanti una dall’altra.
Non passò molto che un macho si venisse a sedere vicino a me che continuavo a far finta di essere particolarmente interessata al film (che peraltro era una rottura di coglioni che non vi dico! ).
Pochi minuti ed anche la sedia accanto ad Elisa fu occupata da un aitante giovane.
Il primo a passare all’azione fu il mio vicino che fingendo di sbuffare e sbivaccandosi sulla poltroncina strusciò ripetutamente la mano sulle mie ginocchia.
Io mi scostai leggermente fingendomi infastidita.
Dopo poco l’azione si ripete e questa volta lo lascio fare.
La sua mano si insinuò sfacciata fra le mie cosce che serravo … pronta ad allargarle se lui si fosse ritirato!
Le sue dita arrivarono ai miei mini-slip, li scansarono ed iniziò a titillarmi il clitoride con un dito mentre le altre dita tentavano una penetrazione delle grande labbra.
Io sott’occhi sbirciavo Elisa che assieme al suo occasionale accompagnatore guardavano la scena e commentavano ridacchiando.
Sono convinta che i due ragazzi si conoscessero.
Noi fingevamo di non conoscerci.
Improvvisamente Elisa ed il suo maschietto si avvicinarono a noi.
Il mio “lui” continuava imperterrito a farmi un ditale mentre io ero scivolata lentamente sulla poltroncina e me ne stavo a cosce larghe per facilitare la sua azione.
Intanto stavo cominciando a godere veramente ed allungai istintivamente una mano verso la patta del ragazzo che prese la mossa come un messaggio e, sbottonatosi i pantaloni, tirò fuori un uccello di dimensioni più che ragguardevoli.
Lo afferrai immediatamente e cominciai un su e giù lento e delicato
scappellandolo tanto da far emergere una cappella bellissima ed invitante.
Io ardevo dal desiderio di prenderglielo in bocca, ma lui era concentrato sul ditale che mi stava facendo.
Improvvisamente mi passò una mano sulla spalla e mi spinse la testa verso il suo magnifico cazzo.
Fu un attimo, lo accolsi in bocca con avidità ed iniziai a spompinarlo come una ossessa.
Passavo la lingua lungo l’asta , gli leccavo i coglioni che aveva tirato fuori affondando il viso fra quelle palle morbide all’esterno ma di cui sentivo la consistenza all’interno, stringevo le mie labbra carnose intorno alla sua cappella offrendo una certa resistenza per farlo poi entrare di botto nella bocca avvolto dalle mie labbra e dalla lingua che solleticava il frenulo.
Sentivo un odore acre di inguine, di cazzo che mi faceva impazzire.
Lui dimenticò il ditalino che mi stava facendo preso com’era dal gran godimento che gli procuravo.
Girai gli occhi per guardare Elisa e vidi che anche lei aveva un bel cazzo in mano che faceva entrare ed uscire dalla sua boccuccia.
Ci sorridemmo con gli occhi.
Stavo molto attenta a non fare sborrare il mio uomo volendo prolungare quanto più possibile la magnifica sensazione di avere la bocca invasa da un cazzo ormai maestoso.
Pregustavo il momento della sborrata e godevo come una gran troia bagnandomi le cosce e la poltroncina.
Sentivo Elisa che gemeva spompinando il suo maschio e si faceva pastrugnare la figa da lui.
Non dovremmo essere stati molto discreti e silenziosi nessuno dei quattro dal momento che da una rapida occhiata in giro notai che qualcuno si era spostato vicino a noi e guardava estasiato ed eccitato.
Questo mi eccitò ancora maggiormente e mi esibii in una assolo di pompino come mai in vita mia.
Non riuscii più a frenare il ragazzo che sborrò una cascata di sperma nella mia bocca. Il suo cazzo che continuava a muoversi avanti ed indietro nella bocca ormai produceva uno sciacquettio, mi stava letteralmente chiavando in bocca come fosse un’altra figa.
Lo sperma mi uscì dalle labbra e scivolò lungo il collo, lui sborrava sempre più e sembrava non dovesse finire mai.
Fui inondata da quel suo liquido caldo e denso sul viso, sui capelli, sulle mammelle.
Ho ingoiato quanto più ho potuto, ma era impossibile inghiottire quel fiume di sborra.
Quando lui finì mi passò un dito nella fica ormai inondata e me lo passò delicatamente sulle labbra, io allungai la lingua e leccai.
Poi mi baciò ficcandomi la sua lingua fino in gola e risucchiando la mia … ove prima era il suo cazzo adesso sentivo la sua lingua.
Anche il ragazzo di Elisa aveva sborrato abbondantemente, ma aveva voluto sborrarle sul viso, sugli occhi, sul collo per poi raccattare con la lingua il suo stesso sperma che portava disciplinatamente alla bocca di lei che gliela leccava come aveva fatto prima con il suo randello.
Sembrava proprio che facesse un bocchino anche alla lingua del ragazzo.
Era ormai passato troppo tempo dall’inizio del film per cui ci preoccupammo che si accendesse la luce e non volevamo farci vedere in viso.
Firenze è piccola e prima o poi ci si rincontra tutti.
Ci alzammo di scatto e ciascuna dalla sua parte uscimmo frettolosamente.
Io per uscire dovetti chiedere permesso a coloro che erano seduti nella stessa fila, scivolai lentamente strisciando sui cazzi duri di quanti si alzarono per farmi passare.
Improvvisamente sentii una mano infilarsi sotto la gonna e palparmi il culo, mi fermai per un attimo sorpresa, lui mi allargò le natiche con due dita e con un terzo mi toccò il buco del culo; io volendo fermarlo allungai la mano, ma incontrai un cazzo durissimo ben eretto che svettava.
Feci un sorrisino al mio occasionale interlocutore, gli strinsi l’uccello nella mano, gli feci un accenno rapidissimo di sega … sorrisi ed andai per la mia strada.
Fu questa la mia prima volta che mi esibii in pubblico provandone però un piacere intensissimo.
Sapevo di essere molto esibizionista per averlo fatto a Fiesole ove mostrai le mie … grazie (ricordate? ), avevo fottuto e mi ero fatta fottere in casa mia mentre qualcuno mi guardava dalla sua finestra, ma mai avevo fatto un bocchino in un cinema, con gente che mi guardava eccitata e per di più prendendo in bocca un magnifico cazzo di uno sconosciuto, mai mi ero fatta sborrare in faccia in pubblico, mai avevo leccato sperma alla presenza di gente mai vista, mai mi ero fatta allargare le natiche e toccare il buco del culo da un dito di un tale a cui avevo chiesto il permesso di passare!
Mi sentivo una vera puttana, ma una puttana felice di esserlo e che si avviava a divenire una magnifica troia. FINE