Erano ormai almeno sei o sette anni che non passavo più per l’ufficio di Gianna, facevo un altro mestiere ed avevo altri interessi.
Oggi però come consulente non potevo ignorarne l’esistenza.
Oggi Gianna dovrebbe avere 47 o 48 anni: chissà come se li porta!
Certo che otto anni fa, da sana quarantenne, era uno schianto di femmina: alta, mora, con due tette alte e sode, un culo da sballo su due gambe lunghe un chilometro e un viso da vera porcella.
Era anche sposata, e questo allora mi pose qualche problema.
Trovandomi praticamente davanti al suo ufficio, decido di andarla a trovare: svolto con l’auto e parcheggio, salgo le scale e, come otto anni prima, busso alla porta: “Avanti”; la voce è sempre quella, calda e profonda.
Apro la porta e quasi mi viene un colpo: se l’avessi lasciata dieci minuti prima, anziché otto anni, non mi avrebbe fatto lo stesso effetto: forse è ancora meglio di allora!!!
Ci salutiamo e parlando del più e del meno scopro che è da tre anni che è separata e, da come la racconta, da almeno altrettanti che non prova l’ebbrezza del cazzo.
Siamo uno di fronte all’altra e mentre parlo allungo gli occhi nella sua scollatura: lei se ne accorge e invece di ritrarsi si abbassa ancora di più.
Ormai i nostri visi sono a pochi centimetri e in quel momento decido di buttarmi: o adesso o mai più.
Avvicino la bocca e con la punta della lingua le sfioro le labbra carnose e lei, invece di ritirarsi, le apre e comincia a succhiarmi quella lingua che ora si insinua con forza dentro di lei.
Contemporaneamente le mie mani corrono a quelle stupende tette che da tanto aspettavo di palpare mentre le sue cercano con impazienza in mezzo alle mie gambe.
Abbasso una mano sopra una coscia e comincio a salire verso gli slip sotto il vestito leggero e cortissimo: quando li raggiungo li trovo già zuppi di umori.
Li scosto e sento finalmente, dopo averla sognata per anni, la sua figa gonfia e bagnata, calda e accogliente.
Lei emette un gemito e comincia a spogliarmi mentre il fiato le si fa corto per l’eccitazione.
A mia volta le tolgo tutto scoprendo il suo corpo ancora perfetto, da fare invidia ad una ventenne, e la stendo sul tavolo dell’ufficio.
Il mio cazzo ora è di marmo, ma ho una voglia pazza di affondare la lingua nella sua figa che, scopro solo ora, ha le labbra completamente depilate.
La apro e i suoi sughi cominciano a scorrere giù nello spacco del culo.
Affondo la lingua tra i labbroni gonfi di godimento e lei si inarca e si tende sul tavolo.
Lecco lentamente e intanto intrufolo un dito fra le chiappe fino a trovare il buchino posteriore: è fradicio di umori e lentamente lo penetro con l’indice.
Gianna si apre ancora di più mentre la mia lingua la rovista sempre più a fondo nella figa.
Ormai il cazzo mi fa male per quanto è duro ma voglio farla venire così, perciò continuo al leccare mentre infilo anche il dito medio nel suo buco del culo.
A quel punto lei comincia a vibrare di un orgasmo potente che la scuote tutta:
“Non ti fermare ora, vengo, vengooooo!!! “.
Ora però è il mio cazzo che reclama la sua parte.
Lei mi dice:
“è da quando ci siamo persi di vista otto anni fa che sognavo di scopare con te, e adesso non ti mollo”.
Ancora stesa sul tavolo apre oscenamente le cosce, con le mani si apre la figa completamente fradicia e mi dice:
“Mettimelo dentro, fottimi tutta”.
Non me lo faccio ripetere e punto la mia cappella ormai viola per l’erezione sulle sue grandi labbra, che per quanto sono bagnate non fanno la minima resistenza.
Scivolo dentro docilmente e una volta assestato il cazzo comincio un va e vieni dapprima lento, poi sempre più svelto e profondo:
“Dai, più forte, sfondami! “.
Continuo sempre più forte ma ad un certo punto un pensiero si fa prepotente nella mia testa: voglio il suo buco del culo!
Rallento la scopata ormai incalzante fino a fermarmi, lei mi guarda con un’aria implorante senza capire, poi lentamente sfilo il cazzo che cola dei suoi umori.
“Rimettilo dentro, ti prego, fottimi ancora! ” mi implora, ma un attimo dopo capisce: le allargo ancora di più le cosce e con due dita le penetro il buchino ormai fradicio.
“Porco, sei un porco, mi vuoi inculare! L’ho fatto sempre e solo con le dita per masturbarmi. Fottimi il culo, si, ma fai piano! “.
Finalmente sfilo le due dita e appunto la cappella, lei si allarga le chiappe con le mani e comincia a spingere verso il cazzo.
Lentamente e con difficoltà la cappella entra, si assesta e poi tutto il cazzo comincia ad entrare fino in fondo.
Gianna ha un sussulto:
“Mettilo dentro piano, ti prego”, ed io di rimando
“guarda che ce l’hai nel culo per tre quarti, troia” e di colpo affondo tutto fino a far sbattere le palle contro le sue chiappe.
è stretta, ma anche caldissima e lubrificata dai sughi di figa colati in abbondanza.
Comincio a pompare con forza e lei riprende a godere come e più di prima, mentre con tre dita si penetra la figa ormai ridotta ad una fontana.
Io ormai sono sull’orlo di una sborrata colossale, lei se ne accorge e, con un rumore di bottiglia stappata, si sfila il mio cazzo dal culo, si gira di colpo e se lo infila in fino in gola.
Pompa forte e con decisione mentre con le dita accarezza le palle: è un trattamento al quale si resiste per poco.
Dopo meno di un minuto sento una scossa che colpisce tutta la spina dorsale, mi inarco e sento la sborra che monta lungo il cazzo.
Gianna se ne accorge e, sempre col cazzo in bocca, smette di pompare e succhia aiutandosi con la lingua sulla base della cappella.
La sborrata che segue è colossale, sembra non finire mai e con la sborra che esce sento uscire tutte le mie energie residue.
Lei ingoia tutto diligentemente, senza sprecare niente e alla fine si alza felice abbracciandomi in un lungo bacio:
“Adesso però non facciamo passare altri otto anni, non è detto che ce la faremo ancora! “. FINE