Incontro sul bus

Era una mattina piovosa e tutti I milanesi si riversarono a prendere l’autobus. Era strappieno e mi trovai schiacciato tra quattro persone. “Iniziamo bene” pensai. In effetti tanto male poi non fu.
Il tragitto durava circa 45 minuti, con varie fermate. Stare in piedi richiede poi forza nelle braccie e stabilità. Tra I passeggeri ci sbattevamo a vicenda ogni qualvolta l’autobus frenava o accelerava.
Cercavo anche di leggere un libro! è vero, non è facile. Fu dopo pochi minuti che ciò che credevo fosse lo sbattere involontario dell’uomo davanti a me tra le mie gambe diventò “volontario”. Me ne accorsi perchè l’uccello cominciò a crescere tra le mie gambe, mostrando dopo pochi minuti tutta la sua esuberanza mattutina. Si, ce l’avevo duro. La persona davanti a me, che mi dava le spalle, aveva allungato la mano contro il mio pacco, accarezzando voluttuosamente il mio membro, che ormai era alla sua massima lunghezza e durezza. Inizialmente mi spaventai ma poi la cosa iniziò a piacermi.
Era la prima volta che permettevo ad un uomo di toccare, anche se attraverso I pantaloni, il mio uccello. Ed ero davvero eccittato. Sentivo addirittura che stavo per venire da un momento all’altro. Non riuscivo, e non volevo, vedere in faccia il visitatore. Era un ragazzo biondo, con i capelli lunghi, vestico con ua giacca in pelle nera.
Mi spaventai un po’ quando cercò di abbassare la cerniera. Ci avrebbero potuto vedere. Mi allontanai, per quanto potevo, un po’ all’indietro, schiacciando il piede di una signora. Lui perseverò, infilando le sue dita nella piccola fessura creatasi dall’apertura parziale della cerniera. Sentii le sue dita accarezzare la cappella attraverso lo slip, ormai bagnato.
Non riuscii più a resistere. L’autobus si fermò, l’uomo si avviò verso l’uscita, girandosi verso di me. Era un giovane di vent’anni, aspetto masculino, muscoloso, attraente. Capi che voleva lo seguissi. Così feci.
Scesi dietro di lui e lo seguii per alcuni vicoli. Entrò in un portone, quindi salì le scale. Ero alcuni metri dietro di lui. Aprì la porta di un bellissimo appartamento con vista sui navigli. Si girò verso di me, mi fissò negli occhi; quindi si inchinò, abbassò la cerniera e il mio uccello uscì finalmente vuori, lucido di sperma e odorante. La sua bocca lo avvolse. Gli tenni la testa e inizia a muovermi dolcemente. Mentre mi offriva un fantastico pompino mi tolsi il soprabito, la giacca, quindi mi sbottonai la camicia. Rimasi in cannottiera. Sbottonai I pantaloni completamente, scesi gli slip. Era avido di cazzo. Mi stringeva l’asta ora, leccandomi le palle.
“chiavami “…
“ho un profilattico” disse.
“Voglio farmi fare in culo da te… sei fantastico”.
“Sto quasi per venire” dissi parlando per la prima volta.
“Aspetta, voglio che mi sborri dentro…. “.
Si spogliò, un fisico perfetto, asciutto. Il suo cazzo era grossissimo, le sue palle e il suo petto rasati. Si sdraiò sul letto, prese un profilattico e lo srotolò. Ero eccittatissimo.
“No” dissi ” voglio farti in culo al naturale, voglio sborrati dentro”.
Lo afferrai, sollevai il suo culo sodo e rasato. Mi aiutò spalancandosi le chiappe. Il suo ano era rosa, davvero eccittante. Gli spalmai lo sperma che avevo sulla cappella al fine di favorire la penetrazione. Spinsi dolcemente. Sollevò la testa con espressione di godimento. Il calore del suo culo avvolse il uccello durissimo. Iniziai a pomparlo tenendolo per I fianchi; si muoveva benissimo, roteando il culo per prendersi dentro tutta la mia cappella. Ero ormai fuori di me. Pompai sempre più forte e quando lui sollevò la testa fino a sfiorare la mia urlai sborrando dentro il suo culo tutti I miei umori.
Si staccò da me; mi sdraiai esausto sul letto. Ora era sopra di me, con un cazzo durissimo. Lo avvicinò alla mia bocca, mise una mano sulla mia nuca, mi sollevò la testa e me lo fece succhiare. Aveva un sapore salato e un profumo maschio. Mi trovai a fargli un pompino. Il primo della mia vita.
Si mise al mio fianco per darmelo meglio. Dopo alcuni colpi mi sborrò in bocca. Succhiai ogni singola goccia del suo seme.
Mi rivestii, uscii e proseguii il mio viaggio verso l’ufficio.
La sera, mia moglie aveva voglia di fare l’amore. FINE

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