Finalmente ero riuscito a convincerla.
Erano passate molte notti prima di trovare il coraggio di chiederle di uscire, ma finalmente ero riuscito nel mio intento.
Quel giorno lei arrivò in negozio, tranquilla e solare come sempre, e come al solito riusciva ad incantarmi immediatamente.
Seppur titubante incominciai ad attacar bottone, sparlando del più o del meno, insomma le solite cazzate…
Finalmente le lancio l’idea di uscire insieme per un concerto che si doveva svolgere durante la serata, lei accetta, e per giunta mi dice di conoscere un ottimo ristorantino per trascorrere la prima serata.
Ottimo, è fatta!
Sono le 20, 00 ed io tutto eccitato arrivo a prenderla a casa sua, ed eccola lì scendere le scale bella come non mai.
Era estate e la minigonna in tela militare le stava da Dio.
Immaginatela, lunghi e ricci capelli neri, un aderentissima magliettina rossa e quella minigonna di tela militare che le circondava le curve, una favola!
Arriviamo al ristorante e le battutine non si sprecano.
Mi racconta che è da molto che è in astinenza di sesso e continua a parlarmi del suo precedente ragazzo, di come continuava ad usarla solo per fare sesso.
Io continuavo ad eccitarmi sempre di più.
Improvvisamente sento il suo piede, scalzo, farsi largo tra le mie gambe, risalendo sempre più lentamente verso le mie zone genitali. Non sapevo se essere più imbarazzato o divertito.
Lei nota il mio rossore, ed inesorabilmente preme il suo piedino con più insistenza ed incomincia a strofinarmi lungo la patta dei miei pantaloni, rischiando di farmi venire in pochi secondi.
Mi affretto a chiamare il cameriere ed ancora rosso in viso lancio qualche banconota sul tavolo per saldare il conto ed andarmene più in fretta possibile.
Arriviamo finalmente in negozio, l’idea del concerto è saltata, chi se ne fregava oramai.
Eccitati entrambi voliamo sulla moquette e cominciamo a rotolarci come bambini.
Lei non resiste più, infila subito la sua mano sotto la maglia e cerca in tutti i modi di slacciarmi la cintura, io l’aiuto.
Lo prende così in mano, delicatamente come solo lei sa fare, ed incomincia ad agitarlo convulsamente.
Lo vedo crescere a vista d’occhio, non ero mai stato così eccitato prima d’ora.
Anche lei se ne accorge e si china senza indugi ad inghiottire il mio povero uccello come in gabbia.
Su e giù, prima molto lentamente poi sempre più agitata, sembrava quasi impazzita, mentre continuava a leccare, ciucciare ed infine ingoiare il mio sperma che sopraggiungeva.
Esausto, ecco come mi sentivo.
Ora si spoglia, scaraventa i suoi abiti in aria e mostra tutte le sue rotondità ai miei occhi.
Un corpo favoloso, piccolino ma ben fatto, sodo quanto basta per procurare piacere al tatto.
Infatti comincio a stringerle i già duri capezzoli, baciandola avidamente in bocca.
Le nostre salive fuoriuscivano dall’eccitazione.
Ma non bastava, ecco allora che la mia mano cerca posto tra le sue mutandine di pizzo bianco, così in contrasto con la sua carnagione scura, e cercano tra una pelosissima e nera folta vagina il piccolo clitoride.
Ansima, l’ho trovato.
Pochi secondi e raggiunge un forte orgasmo.
Dio come urla la cagna.
Si, la cagna, incomincio ad insultarla, mi piace e mi fa eccitare, e a quanto pare anche a lei piace tantissimo.
Arriva un secondo orgasmo ancora più forte tra una
“Puttana” e
“… te la voglio leccare”.
Non se lo fa ripetere due volte e gettandomi per terra, mi monta sopra con la sua passerina in corrispondenza del mio viso ed incomincia ad ordinarmi di leccargliela tutta.
La mia lingua sembra impazzita, sembra quasi si sia distaccata dal mio corpo da come inizia a roteare freneticamente, si tì voglio, ti voglio ora.
Non resisto più ora la prendo e la rigiro.
Non mi rendo neanche conto di essermi spogliato e incomincio a penetrarla deciso e forse anche troppo violentemente.
Ma a lei piace, lo sento da come si è bagnata completamente ai primi due colpi di fianchi.
Urla, si dimena, sembra un indemoniata e gode per la terza volta insieme al mio fluido caldo che le scorre nel corpo.
Ci riposiamo qualche minuto ci rivestiamo ed incominciamo a coccolarci.
L’Amo. FINE