Sapevo ormai da anni che la mia amica Silvia, che conoscevo fin da bambino, ora diciannovenne, aveva un debole per me.
Ma a me non piaceva e nonostante ciò non volevo che la nostra amicizia terminasse.
Conoscevo i suoi genitori bene e capitò che un giorno di giugno le dovessi riportare la giacchetta dimenticata in macchina la sera prima.
Salii e Silvia non c’era ma la madre insistette per farmi accomodare e bere una tazzina di caffè.
Era vestita in modo splendido. Una minigonna mozzafiato e una camicetta celeste dalla quale si intravedeva qualcosina, poco però.
Quando tuttavia ritornò in salotto con il caffè bollente notai che qualche bottoncino della camicetta era ora aperto..
Parlammo del più e del meno mentre lei fumava sensuale e mentre a me cresceva.
Decisi allora di rischiare, anche l’amicizia di Silvia, ma ero troppo eccitato, me la volevo scopare ma non ero certo che anche lei lo volesse anche se qualche dubbio lo avevo…
Allora mi avvicinai e mentre parlava la baciai e tutta la mia lingua entrò nella sua,
e con mio grande piacere le baciò me.
Incominciammo a pomiciare, e con una donna che va per i quaranta vi assicuro che è molto eccitante.
Poi tiravo la sua minigonna sempre più su e mi accorsi che non aveva le mutandine.
La palpavo dappertutto, i capezzoli erano ormai durissimi e la sua figa, poco aperta per la verità, calda e stranamente troppo bagnata.
Lei mi voleva e finalmente riuscii a togliermi i pantaloni e a trapanarla mentre lei si mordeva il labbro inferiore.
Forse dai racconti di Silvia anche a lei era venuta una certa curiosità nell'”assaggiarmi” ma una scopata così sembrava non l’avesse mai fatta, gridava e godeva e questo mi eccitava sempre più.
Alla fine arrivò, sembrava non arrivasse da anni, forse che quel marito tanto spavaldo fosse incapace?
Poi continun a baciarmi finché non decidemmo di smetterla anche per paura che Silvia potesse tornare.
Da quel giorno anche la madre divenne mia intima amica, anzi ricevevo piu telefonate da lei in settimana. FINE