Il cuore a duemila, adrenalina in tutti i muscoli che quasi non sento più le gambe.
Sto¹ guidando in un tunnel nel vuoto, intorno c¹è il traffico ma non lo vedo: ho fretta di arrivare.
Maledetti semafori!
Cerco di ingannare il tempo, che sembra diventare infinito, ricostruendo i fatti che ci hanno portato a questo punto.
Tutto è cominciato qualche mese fa.
Sono in chat, una chat come tante e, come spesso accade, con tante chiacchiere inutili.
Molti ragazzi a caccia di chi sa cosa, alcuni si spacciano per donne, i nickname più disparati: “hotman”; “bella_troia”; “strafica”; “bello_e_tosto”.
Poi quello strano nick, “segretario2000”: la mia esperienza data da lunghe ore passate su Internet mi fa sorgere un dubbio e una curiosità.
“Un segretario? ” mi chiedo. Invio la richiesta di passare in privato e pian piano, senza molta difficoltà, scopro che dietro lo pseudonimo si nasconde invece una “segretaria”.
Si dimostra subito disponibile al dialogo ma soprattutto dolcissima. chi l¹avrebbe detto!
Con l¹andare dei giorni dalla chat siamo passati alle e-mail: messaggi prima tiepidi poi sempre più infuocati poi del porno più spinto.
Ricordo quando mi raccontasti di esserti masturbata sotto la doccia con un flacone di shampoo, davanti al tuo ragazzo. Lui non aveva apprezzato.
Io ti risposi che avrei voluto essere li con una telecamera e fantasticai su cosa ti avrei fatto, entrando nei minimi particolari.
Ci siamo raccontati le nostre più grandi fantasie, insieme le abbiamo sognate fino ai limiti dell¹imaginazione, abbiamo parlato dei nostri rispettivi partner, dei loro limiti.
Poi le telefonate: anche quelle un continuo passare tra il romanticismo più acceso e il porno più sconvolgente: una volta mi incoraggiasti addirittura a masturbarmi mentre mi dicevi le frasi più oscene.
Alle parole, scritte e parlate, seguirono le foto: le mie “hard”, le tue normali: “non mi sento pronta per andare oltre “scrivevi.
Ti ho rispettata, “ognuno offre quello che si sente, cosi tutto è più bello, più spontaneo” risposi sinceramente, ma dentro di me sognavo di vederti in autoscatto nelle pose più impensabili!!
Il rapporto è andato avanti così per mesi. Siamo diventati due perfetti “Cyber-amanti”.
Poi ieri un¹e-mail; poche parole, da infarto:
“Ti ricordi quando mi dicesti che ti sarebbe piaciuto farmi un filmino porno? Appuntamento domani nel mio ufficio, ore 16: 00.. arò sola, vieni pronto a tutto! Ti aspetto. ”
La scorsa notte non ho dormito.
“Non ci vado” mi ripetevo, “perché dovrei rovinare la vita tranquilla che mi sono creato per dare sfogo a una fantasia? Una cosa è il cyberspazio, un¹altra è la realtà”.
“Perché non capiterà più. Ogni lasciata è persa” ribatteva la parte più scaltra di me.
Mi rodo dentro e alla fine. eccomi in macchina, con il cuore che non ne vuole sapere di rallentare, la piccola telecamera digitale in tasca. il vuoto intorno.
“Torna indietro. “. La coscienza si fa sentire
“Torna indietro, lei ha 15 anni meno di te; hai già rovinato il tuo matrimonio, non rovinare anche il tuo nuovo rapporto. Hai penato per trovare una donna che ti stia vicino, che ti aiuti nei tuoi mille problemi, che sia dolce e, all¹occorrenza, abbastanza troia da permetterti tutto. Torna indietro. Una fantasia non vale una vita. ”
Ma intanto il piede preme sull¹acceleratore!
“Vai! . e ti aspetta quello che pensi, non te ne pentirai”
Maledetti semafori!
Maledetto traffico!
Maledetta città!
Ci sono! Ore 15: 55, come mio solito sono in anticipo.
Aspetto fuori: “Se venerdì, facciamo la giornata corta, ho detto al mio capo che resto per completare delle pratiche. ”
Il tempo sembra non passare mai!
Ore 16: 00. ore 16: 05 alcune persone escono. Aspetto.
Ore 16: 10 il cellulare squilla: sul display il tuo numero. E¹ il segnale; come concordato ricambio lo squillo. Il tempo si ferma!
Ore 16: 15 il cellulare squilla di nuovo, la conferma.
Mi avvicino al portone. Entro. Primo piano, ecco la targa “Sede di Roma. Rapporti con il Vaticano”.
Non scherzavi quando mi dicevi che avevi a che fare tutto il giorno con vescovi e cardinali.
Il cuore non rallenta, “Calmati! Alla tua età si rischia l¹infarto! ”
Il dito trema mentre si avvicina al campanello “Non farlo. “. Suono.
Qualche secondo e la porta si apre con il classico scatto elettrico.
“Non entrare. “.
La reception è vuota, mi guardo intorno e vedo una stanza con la luce accesa.
“Torna indietro. “.
Mi avvicino con passi tremolanti, le gambe le sento di piombo.
“Non farlo. “.
Guardo dentro.
ECCOTI!
Le gambe mi tremano, il cuore accelera ancora, mi appoggio alla porta per non cadere.
Il mondo si ferma per un attimo infinito!
Sei bellissima
Il corpo chiuso in un tailleur blu: scarpe classiche con tacchi larghi, calze nere, la gonna a tubino appena sopra il ginocchio, la camicetta di seta bianca, i capelli raccolti, un velo appena accennato di trucco.
L¹avevi detto: “Il capo ci vuole sempre vestite come hostess, impeccabili; nessuno spazio a fronzoli e malizia”.
Ma il vestito non nasconde le tue forme, la giacchina non riesce a mascherare il tuo seno prorompente.
“Torna indietro. “.
“Ciao”.
Cerco di riprendermi. “Ciao”.
La parola esce a stento. Ingoio la saliva.
E¹ la prima volta che ci vediamo eppure mi sembra di conoscerti da una vita.
Ti avvicini, mi dai un tenero bacio sulla guancia.
Ti guardo negli occhi. “Coraggio” mi dico.
Ti stringo e cerco di baciarti.
“No! ” dici sbarrandomi la bocca con l¹indice “Oggi comando io. ” e ti allontani.
Sulla scrivania un CD Walkman con le piccole casse collegate suona una musica rilassante: Classica rielaborata NewAge.
“Hai portato la telecamera? ”
“. i! ” rispondo cercando di respirare lentamente per rallentare il cuore, “Eccola”.
La mano estrae dalla tasca il minuscolo gioiellino Sony.
“Bellissima. ” mi incoraggi “. e discreta”.
Mi guardi con due occhi da gatta e un¹espressione che non lascia dubbi.
“Accendila. ma non guardare dal monitor, guarda dall¹ottica”
Porto l¹apparecchio all¹occhio. Lo accendo. REC.
Hai visto la piccola lucina rossa accendersi, mi fai l¹occhiolino e inizi a muoverti.
Lentamente ti accarezzi tutto il corpo, mi mandi dei baci, ti passi la lingua sulle labbra.
I tuoi fianchi si muovono al ritmo della lenta musica.
Com¹è strano vedere una donna vestita cosi sobriamente muoversi in modo così erotico.
Cominci a sbottonare la giacca, lentamente. Con movimenti sensuali la fai cadere.
La camicetta, della quale prima si vedeva soltanto il colletto, è semitrasparente e lascia intravedere un reggiseno di pizzo che a malapena riesce a contenere il seno.
Te lo stringi un po¹. Lo massaggi. Ancheggi e ti muovi con malizia.
Ancora baci, la lingua sulle labbra. Lo sguardo da spogliarellista navigata. Mi sento svenire.
Allenti la lampo della gonna.
Le mani tornano a sfiorare il seno, con l¹indice e il pollice stringi la dove immagino ci siano due capezzoli durissimi, le fai scorrere lungo il viso fino a poggiarle tra i capelli.
Ancheggi ancora: la gonna scivola ai tuoi piedi.
Il cuore ha un sussulto.
La camicetta bianca ti arriva più giù dei fianchi ma lascia intravedere le calze tenute dal reggicalze nero.
Ti muovi sinuosa, cerchi di star dietro alla musica.
Ancora baci. La lingua a lambire la lunghezza del tuo dito medio.
Ti volti e ancheggiando poggi le mani sulla scrivania. Ti chini.
Ancheggi.
“Madonna . anta. ”
La camicetta si alza e mostra il tuo sedere: bellissimo, tondo, delineato da un ridottissimo perizoma.
Attivo lo zoom “Che bel primo piano. ” penso, “. le tante ore passate in palestra hanno dato un ottimo risultato”.
Ti passi la lingua sulle labbra.
Ingoio la saliva: la tranquilla e compita segretaria si sta trasformando in una magnifica porno-star.
Lentamente sbottoni la camicetta e, altrettanto lentamente, la fai scivolare a terra.
Eccoti nello splendore di uno stupendo completino intimo di pizzo nero.
Le mani carezzano i fianchi, il ventre, poi ancora su verso il seno.
Gli occhi socchiusi, Le labbra semi-aperte.
Continui a muoverti in un modo da far crepare di invidia. “Cazzo come si chiama l¹attrice di 9 settimane e 1/2. “.
Ma che mi frega! Tu sei li, dentro l¹obiettivo, e la telecamera questa volta ce l¹ho in mano io.
Di spalle, ancheggiando, ti sbottoni il reggiseno.
Ti volti con calma, tenendolo ancora al suo posto; gradualmente lo abbassi, lo lanci verso di me e ti copri con le mani.
Continui ad ancheggiare.
In secondi interminabili le dita scivolano lungo il collo fino ad unirsi sopra la testa.
Ora le tette più grosse e sode che io abbia mai visto dal vero si ergono su un corpo coperto soltanto da perizoma, calze e reggicalze.
. tacco l¹occhio dalla telecamera per gustarmi quella visione:
“Non ci provare! ” ordini “Continua a filmare. E¹ quello che volevi no? E non provare neanche ad avvicinarti e non spegnere mai la telecamera”
Continui a farmi impazzire.
Il pavimento dell¹ufficio é cosparso dei tuoi indumenti.
“Sei fantastica” riesco a dire.
Seguendo la musica fletti le ginocchia allargandole, passi una mano sul ventre e una sui glutei fino a congiungerle sul piccolo lembo di pizzo del perizoma. Ti carezzi.
Sento un forte dolore tra le gambe. L¹inguine è gonfio e i pantaloni mi fanno un male cane.
Ti tiri su e ti lasci cadere su una grossa poltrona con i braccioli, ti lisci le tette: sono tanto grosse che riesci a succhiarti i capezzoli da sola.
La mano destra corre sul ventre, poi risale, poi scende ancora fino a sfiorare di nuovo il perizoma li dov¹é il tuo sesso.
Fai correre l¹indice sulla tua pancia, nel solco del seno, sul collo fino a tuffarlo in bocca.
Ne esce abbondantemente insalivato per iniziare la strada a ritroso.
Infili la mano sotto il poco pizzo e hai un sussulto.
Ti accarezzi dolcemente, poi il medio, bagnatissimo, torna verso la bocca.
Assapori i tuoi umori mentre con l¹altra mano sposti il piccolo lembo semitrasparente ed eccolo il tuo sesso: sei rasata, ma non completamente, hai lasciato un vello corto, pettinato ad arte, nella parte alta, fino al Monte di Venere. Perfetta in tutto.
Affondi nella poltrona allargando le gambe, mentre le dita cominciano a giocare con il clitoride e con le piccole labbra.
Il tuo respiro si fa affannoso. Stai godendo. I tuoi occhi roteano. Sei in un vortice infinito.
Un attimo poi ti riprendi.
La mano scivola nella borsetta, messa furbescamente accanto alla poltrona, ne estrai un giocattolo di gomma semi-rigida.
Cominci a leccarlo. Te lo passi tra le tette. Poi lo lecchi ancora.
Lo fai scendere e te lo strofini sulla fica spalancata.
Gemi. Lo lecchi di nuovo e poi di nuovo giù. Lo accendi e dirigi il tremolio sul clitoride.
La sinistra strizza più forte un capezzolo, mentre il vibratore scompare tra le tue gambe per poi ricomparire e scomparire di nuovo.
La stretta dei pantaloni si fa insopportabile: mi apro la patta e senza staccare la telecamera dall¹occhio, comincio a masturbarmi
“Sto impazzendoS” mugoli.
“Anch¹io” ti rispondo.
Senza liberarti del fallo finto, ti volti e ti posizioni in ginocchio
sulla poltrona con la testa sullo schienale.
Da dietro lo spettacolo è sovrumano.
Le gambe fasciate dalle calze, il nastro del perizoma spostato su un
gluteo, l¹oggetto che continua ad entrare ed uscire da te.
Io ti riprendo passando dalla tua faccia, ormai stravolta, alle tette,
alla fica infuocata e al tuo culo cosi spudoratamente proteso. Rimani
cosi, in mostra, per qualche secondo
Torni a sederti. Lasci cadere il vibratore e afferri una bottiglia di
spumante vuota dal tavolinetto-bar che è li accanto.
“Ma che ci faceva una bottiglia vuota su quel tavolo” penso; rifletto e
mi convinco che hai organizzato tutto perfettamente.
Ne lecchi l¹imboccatura, poi lentamente la fai scendereS e anche quella
si insinua dentro di te.
La muovi lateralmente, la fai roteare, la spingi finché tutto il collo
non è dentro.
“Cazzo quanto godo” dici
Mi guardi e con l¹indice mi fai segno di avvicinarmi.
“Non smettere di riprendere però” comandi.
Mi avvicino.
La bottiglia continua ad entrare ed uscire dalla tua fica.
Zoom. Primo piano.
Con la mano sinistra mi finisci di slacciare i pantaloni
“Dio che sollievo” penso
In un colpo solo mi abbassi tutto fino alle caviglie.
Eccolo il mio cazzo: bagnatissimo e duro come la pietra.
Con qualche difficoltà riesco a togliere le scarpe e sfilare pantaloni e boxer.
La bottiglia continua il suo va-e-vieni nella fica, con la mano sinistra mi stringi le palle e mi tiri a te fino a prendermelo in bocca.
Io continuo a filmare. Porca puttana come succhi. Si vede chiaramente che sei al culmine.
Il mio cazzo entra ed esce dalla tua bocca con un bellissimo gioco di risucchio, con la mano continui ad accarezzarmi le palle, poi la allunghi e mi stringi i glutei.
Mi accarezzi. Passi con un dito in mezzo sfiorandomi il posto inviolato.
Sussulto.
Stai per venire. Lo vedo attraverso l¹obiettivo e lo sento dal tuo risucchio sempre più potente.
Fremi tutta e mugoli mentre stringi la bocca intorno alla mia asta.
Hai il tuo primo orgasmo. Potente. Animalesco.
Non capisco più nulla, la mia mente è inebriata.
Il mio cazzo è completamente in bocca, sento sulla cappella le pareti della tua gola.
Attraverso l¹obiettivo vedo la tua pancia e il tuo stomaco sussultare sotto i colpi del vetro.
I muscoli dell¹inguine mi si contraggono, chiudo gli occhi: sto¹ per “E¹ no! ” dici due secondi prima dell¹esplosione.
Riapro gli occhi: hai di colpo posato la bottiglia e sei tornata in te.
“Dammi la telecamera. Senza spegnerla! “.
Ti passo l¹apparecchio e posso finalmente godermi dal vivo il tuo corpo meraviglioso.
Sei semi-sdraiata sulla grande poltrona di pelle, il perizoma è tornato al suo posto, le tue torri scure dei capezzoli si ergono turgidi sull¹imponente e sodo seno.
Finisco velocemente di spogliarmi.
Tu mi riprendi.
“Cos¹avrà ancora in mente” penso.
Inginocchiati”.
Eseguo.
Mi prendi per i capelli e mi avvicini a te: ecco il perizoma a pochi centimetri dalla mia faccia.
“Leccami” .
Non aspettavo altro. Sai benissimo che è la cosa che amo di più!
Mi avvicino, annuso gli acri odori provenire dalla tua fica, bacio il perizoma, poi pian piano te lo tolgo
“Furba a metterlo sopra il reggicalze” penso.
Mi tuffo tra le tue gambe ad assaporare i tuoi umori.
Le mani aprono quella carne cosi morbida.
Con la punta della lingua salgo e scendo sulle piccole labbra, faccio un giro intorno al clitoride poi scendo di nuovo affondando leggermente.
I due piccoli lembi si schiudono: li succhio delicatamente.
Torno a lambire il centro del tuo piacere: lo prendo tra le labbra stringendolo un po¹.
La lingua lo tintilla con veloci movimenti orizzontali, poi torna a scendere e ti penetra come un piccolo pene. Gemi, il tuo respiro torna affannoso.
Ti bacio l¹ombellico; salgo su fino, alla perfezione delle tue tette.
Le stringo roteando la lingua intorno ai due enormi bottoni. Vedo che ti piace. Tu stai filmando.
Continuo a mordere dolcemente e a succhiare.
Riesci a malapena a tenere la telecamera in mano. Stai godendo di nuovo.
Succhio più forte. Stringo, mordo facendo attenzione a non farti male.
Unisco i due capezzoli e passo la lingua velocemente da uno all¹altro.
Ecco l¹orgasmo, ti infilo un dito nella fica, è bagnatissima, provo con un secondo poi un terzo.
Stai impazzendo.
La fica si allarga sempre più. Dentro è ormai una caverna infuocata.
Urli tutto il tuo orgasmo mentre la mia mano è dentro fino alle nocche delle dita, sento che non posso andare oltre, mi fermo continuando a succhiarti il seno.
Le dita dentro ti esplorano tutta: roteano intorno all¹imboccatura dell¹utero, spingono li dove dovrebbe essere il “Punto G”.
Salti sulla poltrona. Il tuo ventre si contrae ritmicamente. Urli.
Con una mano nei capelli mi spingi la testa sul seno fino quasi a soffocarmi.
Sei super anche negli orgasmi.
Attimi interminabili poi tue braccia cadono lungo i braccioli della poltrona, mi ripassi la telecamera: “Chissa cosa avrà ripreso”, senza spegnerla la metto a terra.
Sono in ginocchio davanti a te: tu adagiata sulla poltrona, io che dolcemente ti bacio sulla pancia.
Ti rilassi.
“Sei fantastica” riesco a dirti.
Scivoliamo sul tappeto sottostante, uno accanto all¹altra. Ci baciamo dolcemente.
A pensarci bene è il primo bacio che ci diamo.
Ci coccoliamo. Ci baciamo ancora. Mi mordi il collo e le orecchie.
Mi baci il petto poi la pancia poi ancora il petto.
Succhi i miei piccoli capezzoli.
“Così mi fai impazzire”
Scendi e la tua lingua comincia a guizzare intorno al glande, a scendere e salire lungo l¹asta.
Mi torna alla mente una fantasia che mi avevi confessato e allora cerco di distrarmi.
Guardo la stanza, penso ad altro.
Allungo una mano fino a prendere un giornale su uno scaffale li vicino.
Sfoglio la rivista mentre tu continui a leccarmi.
Il pene ricomincia l¹andirivieni nella tua bocca. Io leggo.
“Il Giubileo porterà a Roma milioni di pellegrini”
Come previsto il giochino ti piace e poi distrarmi mi fa resistere un po’ di più a quel risucchio infernale.
“Il lavoro che aspetta gli operatori del settore sarà”. Leggo.
Dopo un po¹ poso il giornale, ti prendo e ti giro fino ad avere il tuo sesso sulla mia faccia.
Nella nuova posizione posso leccarti la fica e contemporaneamente gustarmi con gli occhi le rotondità dei tuoi glutei aperti a mostrare il fiore del tuo sedere.
Salgo e lo lecco, poi scendo di nuovo. Tu spompini e io lecco.
Chissà se la telecamera, poggiata accesa li vicino, riesce a riprendere qualcosa.
Continuo a leccarti e tu cominci di nuovo ad ansimare, succhio le piccole labbra, poi il clitoride, piccolo ma duro come il mio cazzo.
Non smetto di leccarti, le mascelle mi fanno male ma lecco, bacio, succhio, ti penetreo con la lingua.
I tuoi odori/sapori mi inebriano, ti strofini sulla mia faccia.
Ti stacchi dal mio cazzo, alzi il bacino e mi guardi da quel tunnel che si è creato tra i nostri corpi, anche se le tette ne coprono gran parte.
“Scopami” dici
Ti sposti verso le mie gambe, il tuo ventre è sul mio; ti alzi un po’ sulle ginocchia e così, senza voltarti, ti impali.
“Cazzo come è calda la tua fica”
Cominci a salire e scendere, poi ti allunghi con il busto fino a sdraiarti sulle mie gambe e continui a muovere il bacino.
Da dietro vedo perfettamente il mio cazzo che affonda nella tua carne.
Il tuo culo è li che mi guarda, non resisto, mi insalivo un dito e ti penetro.
Hai un sussulto ma continui a cavalcarmi.
“Dov¹è la telecamera”. Eccola.
Riprendo il mio cazzo che di penetra e il dito nel culo.
Ti tiri su e ti giri su te stessa, ti impali di nuovo e cominci a cavalcarmi da amazzone esperta.
Le tue tette sbattono da tutte le parti, le afferro e le stringo.
Ansimiamo sempre più forte. Stringo di più.
Ti abbassi, porti le tette all¹altezza della mia bocca, le afferro e le succhio con avidità, ti strizzo i capezzoli, li unisco e li succhio insieme.
Ti dimeni impazzita.
Ti abbassi ancora. Mi baci: le nostre lingue si tuffano in un vortice pazzesco, ti mordo dolcemente sul collo, ti infilo di nuovo la lingua in bocca.
Sento la mia cappella sbattere contro l¹utero, un vortice mi assale.
“Alzati ! Sto¹ per venire”
“Non ti preoccupare! Inondami! ”
Esplodo riempiendoti con la mia sborra.
Appena senti il getto caldo aumenti il ritmo.
Godiamo insieme come due forsennati l¹orgasmo più lungo della mia vita.
Rimaniamo cosi, io sul tappeto, tu sdraiata su di me, a recuperare le forze.
Ci baciamo. Ci riposiamo.
Non saprei dire quanto tempo stiamo in silenzio. Mi scuoto da questo torpore e ti prendo in braccio per adagiarti, seduta, sulla tua scrivania.
Recupero la telecamera.
Colgo l¹occasione per farti un primo piano e scendere lentamente lungo tutto il corpo fino al tuo sesso così ben pettinato.
Allungando un braccio prendi tra le mani il mio membro rimpicciolito dal fantastico orgasmo, ne spingi indietro dolcemente il prepuzio fino a far comparire tutto il glande, amorevolmente lo masturbi, lui reagisce e, pian piano, comincia a rialzarsi, lo succhi finché non ottieni una buona consistenza.
Ti butti all¹indietro tra le carte, poggi i talloni sul bordo lasciando la tua vulva a pochi centimetri dalla mia verga.
“Scopami ancora ti prego”
Pensandoti troppo asciutta, mi abbasso e ti bagno un po¹ con la saliva.
Mi sposto in avanti, mi guidi dentro di te.
Non sei ancora molto eccitata, l¹apertura è più stretta, la sensazione che provo nell¹allargarti è sublime.
La Sony riprende il mio cazzo che entra ed esce dalla tua fica.
Torni a stringerti le tette e i capezzoli.
Vorresti godere ancora ma sono troppo eccitato: bastano pochi colpi ed eccomi di nuovo in orbita.
Te ne accorgi e ti ritrai e mi fai uscire da te. Ti fermi
Capisco che non vuoi che io venga e quindi cerco di controllami.
Ci riesco. Il seme torna indietro lungo il condotto.
Qualche secondo e ci riprovi. Cazzo come sei calda.
Stavolta resisto un po¹ di più, armeggiare con la telecamera mi aiuta.
Stop di nuovo. E poi ancora dentro.
Sei consapevole che non posso resistere a lungo ma non vuoi che il gioco finisca.
Allora mi sposti, ti volti e ti metti in ginocchio sulla scrivania mostrandomi tutto lo splendore del tuo fondoschiena.
“Ti ricordi quando ti ho raccontato del il mio ragazzo che mi ha inculato sotto la doccia? ”
Mi concentro.
“Si” rispondo.
“Ricordi che ti dissi che non mi era piaciuto e che mi aveva fatto male? ”
“Si” Finalmente capisco dove vuoi arrivare.
“Tu affermasti che era solo questione di metodi e di delicatezza”
“Si è cosi”
“Beh! DimostrameloS”
Posiziono la telecamera su uno scaffale in modo che possa continuare a riprenderci.
Mi avvicino al tuo sedere e comincio ad accarezzarlo. Ti massaggio le spalle poi i glutei.
Mi abbasso e comincio a passarti la lingua lungo il solco della spina dorsale, ti bacio il collo e poi torno a dirigermi verso il basso.
Il reggicalze interrompe la corsa: lo salto, scendo lentamente.
Quando senti la punta della lingua sullo sfintere hai un sussulto.
Indugio lo riempio di saliva.
Continuo la discesa fino all¹altra apertura.
E¹ sempre piena dei tuoi umori. Li assaporo. Torno su: ancora saliva.
Spingo con la punta della lingua. Il fiore cede lentamente. Riesco a penetrarti un po¹.
Ancora saliva. Continuo a baciarti la schiena, le spalle, il collo, mentre con un dito inizio a violarti.
Sei morbida. La saliva è tanta ed entro facilmente.
Muovo progressivamente il dito. Lo tolgo lo rinfilo. Altra saliva.
Il medio entra ormai senza difficolta. I muscoli dello sfintere si sono abituati.
Senza fretta cerco di far entrare anche l¹indice. Altra saliva.
Pian piano ti allarghi. GemiS ma di piacere.
Ti dico di masturbarti mentre mi occupo del tuo culo. Esegui.
Le tue dita tornano a giocare con la tua fica. Il piacere cominci a sentirlo.
Anche l¹altro dito è dentro: indice e medio entrano e escono ormai agevolmente. Non ti faccio male.
Altra saliva. Continuo il massaggio e quando sento che non sforzo più ripeto l¹operazione aggiungendo l¹anulare. E¹ Fatta!
Prendo la tua mano e la sposto dalla fica al culo, guido le tue dita, ormai la strada e fatta ed entri facilmente.
“Vedi che non fa male” ti dico.
Annuisci ansimando.
Mi allontano a recuperare il giocattolo vibrante: te lo passo.
“Continua a masturbarti”
Tu lo lecchi per un attimo, lo riempi di saliva e lo fai scomparire dentro di te.
Prendo la telecamera: lo spettacolo che dai da dietro, inginocchiata sulla scrivania, é memorabile.
La faccia è su un libro fiscale. Le tette adagiate sull¹agenda del capo.
Il culo, contornato ancora dal reggicalze, rivolto verso l¹alto.
Il vibratore entra ed esce dalla fica spalancata.
Non resisto. Ti faccio scendere.
Ora sei perfettamente a 90 gradi con la scrivania: le gambe a terra e tutto il busto sulle carte.
I miei pantaloni sono li a pochi passi, li raccolgo, metto la mano in tasca ed estraggo un minuscolo tubetto.
“Cos¹è” dici.
“Lubrificante” rispondo.
“Stronzo! Lo avevi previsto è? ”
“Previsto no, ma ci speravo”.
Il cazzo finto sprofonda sempre più della fica.
Lubrifico abbondantemente la cappella, mi avvicino, allargo i tuoi glutei, ti prendo per i fianchi e comincio a spingere, molto lentamente.
La lunga preparazione ha giovato, entro quasi senza problemi.
Ti senti riempire tutta, la mano con il vibratore accelera i movimenti, avverto ancora una volta il tuo orgasmo arrivare.
Il mio cazzo è tutto dentro il tuo culo. Lo muovo in senso rotatorio poi comincio a stantuffarti.
Dalle pareti interne sento il vibratore che sbatte contro la mia cappella.
Ho voglia di sborrare ma resisto: mi hai regalato una giornata stupenda e voglio darti un altro orgasmo.
Resisto. Resisto. Cerco di pensare ad altro mentre il mio cazzo entra ed esce dal tuo culo. Resisto.
Ci sei. Urli. Godi.
” Ti chiedevi cosa si provava a stare in mezzo a due uomini? Ecco più o meno si prova questo! Sei la vera troia che ogni uomo vorrebbe incontrare. ”
“Si sono la tua troia. Sfondami. Sfondami tutta. ”
L¹orgasmo arriva a sconquassarti, ti spingi il giocattolo gommoso fino in fondo, con la mano libera stringi il bordo della scrivania.
Ti dimeni, ansimi, urli parole oscene, hai delle contrazioni che sembrano convulsioni.
Rimani in questo stato per tanti secondi che sembrano un¹eternità, poi pian piano ti calmi.
“Non avevo mai provato una cosa del genere” dici.
Lentamente mi tolgo da dentro di te.
Ti tiro su e cosi, in piedi, comincio a baciarti ed ad accarezzarti il viso.
La tua faccia ha ora un¹espressione rilassata, le braccia pendono flosce.
Ti abbraccio, ti stringo. Mi piace coccolare la mia donna dopo il sesso.
Ti bacio.
“Non avevo mai provato una cosa del genere” ripeti.
“Sei unica”
Ti stringi sul mio petto. Ci baciamo ancora. Ti carezzo il viso.
Mi guardi e ti rendi conto che io non sono venuto: sono stato troppo preso da te.
Allora torni a scendere, ti inginocchi: il mio pene è ancora semi-eretto.
Per un attimo esiti pensando al rapporto di pochi minuti prima, mi guardi, chiudi gli occhi molto dolcemente, cominci a baciarmi e leccarmi il glande.
Sono in piedi, allungo un braccio e prendo la telecamera: so che è l¹atto finale e non posso non riprenderlo.
Dall¹alto ti filmo mentre, inginocchiata, cominci a spompinarmi, ti fai arrivare la verga fino in gola.
“Madonna che bello” riesco a dire
Fletto un po¹ le gambe e poggio i reni sul bordo della scrivania e mi lascio andare all¹indietro.
La tua lingua rotea su tutta l¹asta, gioca per un momento sulla punta.
Io riprendo
Ti tiri un po¹ su, lo fai scivolare tra le tette; con le mani le stringi a morsa fino a bloccarlo, ti muovi su e giù; chini la testa, fai sì che la cappella, uscendo da quell¹abbraccio, ti entri direttamente in bocca.
Ho le vertigini.
Lunghi movimenti poi torni a saggiare con la lingua tutta la lunghezza del mio cazzo, prendi l¹intero scroto in bocca: succhi.
Mi costringi ad allargare le gambe e con maestria riesci ad arrivare al mio sfintere inviolato.
Lo lecchi e ci lasci un po¹ di saliva.
Torni a succhiare il cazzo, tutto di nuovo fino in gola.
Con la mano destra lo comandi, lo masturbi, te lo fai uscire ed entrare dalla bocca, con la sinistra cominci ad esplorarmi tra natiche: un dito passa sul buco pieno di saliva.
La bocca succhia inesorabilmente.
“Eccomi! Eccomiiii”
Mi alzo in piedi, tu torni in ginocchio: “mi piacerebbe guardarti dall¹alto mentre ti vengo sul viso” ti avevo scritto una volta.
Il tuo dito medio mi profana irreparabilmente. Cazzo non me l¹aspettavo.
L¹orgasmo si accentua.
“Vengo! Vengooo”. Urlo
Il primo spruzzo ti arriva direttamente in gola.
“Dio Santo godooo!
Ti tiri indietro fino a rimanere con la cappella sulla lingua. Il liquido uscendo ci si adagia sopra, un po¹ cola ai lati delle labbra.
La mano destra continua a tenerlo muovendosi lentamente avanti e indietro.
Uno schizzo più potente ti arriva sugli occhi e sui capelli.
Spingi il dito in fondo, continuo ad urlare il mio orgasmo.
Una manciata di secondi: le gambe mi cedono ma il tuo dito non mi permette di muovermi.
Il contenuto dei miei testicoli è sparso sul tuo viso e sul tuo corpo.
Aspetti ancora un attimo, poi lentamente mi liberi dal dito e assapori il seme che ti è rimasto in bocca.
Lo inghiotti.
La lingua, bevendo le ultime stille, mi pulisce tutta l¹asta.
Lecchi dolcemente e con un sorriso soddisfatto guardi l¹obiettivo.
La tua faccia è piena dei miei spruzzi, mi fai l¹occhiolino e mi mandi un bacio.
Ho ripreso tutto.
Sfiniti ci abbandoniamo a terra. Abbracciati.
Ti carezzo i capelli, ti accoccoli come un piccolo cucciolo.
Il tempo passa, fuori comincia il tramonto.
“E¹ ora di andare”
“OK”
Raccogli le tue cose, vai in bagno.
Mi rivesto.
Quando mi raggiungi sei tornata la seria e impeccabile segretaria:
chiusa nel suo tailleur blu, i capelli raccolti e un filo di trucco.
Ci guardiamo negli occhi.
“Addio”
“Mi hai regalato momenti indimenticabili” ti rispondo seguendo con l¹indice il contorno del tuo viso.
“Mandami una copia della cassetta e fa che resti il nostro segreto”
Un bacio appena sfiorato sulle labbra e la porta che scatta dietro le spalle.
Fuori il solito traffico: ora lo vedo e posso affrontarlo con calma.
Mi volto. Sei sulla finestra. Ci scambiamo l¹ultimo sguardo.
Sai benissimo che non ci vedremo ne ci sentiremo mai più forse! FINE