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La vicina amica della mamma

Non c’è niente da fare. Era proprio una gran bella donna! Vedova da qualche anno, madre di due ragazze, quasi dirimpettaia e grande amica di mia madre. Per avere più di 50 anni se li portava proprio bene, sempre vestita bene, elegante e molto sobria: in questo consisteva anche una sua sensualità. Frequentava spesso casa nostra, specie la sera per stare un po’ in compagnia di mia madre: infatti una delle due figlie era già all’Università e l’altra, di poco più piccola di me, era spesso fuori per studiare con una amica ed il più delle volte rimaneva a cena da lei, per cui rincasava molto tardi. La Signora, sempre in gonna e collant velatissimi e sexy, si intratteneva molto in casa nostra, assumendo a volte pose molto disinvolte che attiravano la mia attenzione e mi facevano eccitare, per cui spesso dovevo ricorrere alla pratica della masturbazione solitaria, realizzando mille fantasie. Non sapevo ancora che la realtà avrebbe superato di molto tutte le fantasie di un giovanotto ancora sbarbatello quale io ero. La Signora, non di rado rimaneva sola a casa, perché anche la seconda figlia rimaneva dalla amica presso cui studiava, ed in questo caso, poiché aveva paura della solitudine notturna, chiedeva a mia madre di far dormire da lei mia sorella, cosa che veniva accordata. Quella volta anche mia sorella era fuori per una gita scolastica, allora lei chiese se potevo essere io a dormire da lei. Mia madre era un po’ titubante, perché sapeva che a me non andava molto questa cosa. Per cui me lo chiese con una certa esitazione, e non trascurando di raccomandarmi di accettare, altrimenti si sarebbe dovuta sacrificare lei. Sia pure a malincuore, accettai, ed all’ora stabilita (circa le 22, 00) mi recai a casa alla signora, che mi accolse molto sollevata e cordialmente. Mi disse che avrei dormito nel letto della figlia, anche se non aveva fatto ancora in tempo a cambiarlo, e fece di tutto per mettermi a mio agio. Io ero stanco e mi chiusi in camera pronto per andare a dormire. Ero rimasto in mutande quando la porta si aprì, e comparve lei ancora vestita con la scusa di dover prendere un paio di ciabatte. Io arrossii violentemente, e lei rimase ferma qualche istante a guardarmi, indirizzando i suoi occhi sul mio inguine, che cominciava ad animarsi. Poi decisamente si avvicinò a me e si piegò sotto il letto per trovare le ciabatte. Con la scusa di allontanarmi dal letto mi mise delicatamente la mano sul culo, ed io ebbi la sensazione che indugiasse più del dovuto. Poi, prese le ciabatte, uscì dalla stanza e si diresse nel bagno. Rimasto solo misi il pigiama e andai a letto. Poco dopo la Signora fece ancora capolino nella stanza, chiese se tutto andava bene e si avvicinò per rimboccarmi le coperte. Indossava una camicia da notte apparentemente innocente, ma molto trasparente per cui in controluce potei ammirare le sue forme ancora perfette. Quando poi si chinò sul letto non potei fare a meno di sbirciare nella sua scollatura e notai che aveva tolto il reggiseno. Le tette, piccole ma ancora sode, evidenziavano due capezzoli che a me sembrarono induriti e tesi. Inspirai il suo profumo (si era profumata per la notte! ) ed ebbi una tremenda erezione. Si ritirò nella sua stanza ed io spensi la luce. Non riuscivo a dormire, e dopo mezz’ora mi rigiravo ancora nel letto in preda a una forte eccitazione. Fui costretto a scendere per andare in bagno. Notai che la sua stanza da letto era ancora accesa, neanche lei dormiva. Mentre avanzavo cominciai a sentire sempre più nitidamente dei sospiri, quasi dei gorgoglii, provenire da quella stanza. Cautamente mi avvicinai e guardai da una posizione defilata: lo spettacolo che vidi mi lasciò senza fiato. La Signora era stesa supina, coperta fino al torace. Aveva le gambe aperte e si vedeva che in mezzo, all’altezza della sua fica, la sua mano si muoveva aritmicamente, ma molto lentamente, in un movimento lascivo e sensuale che mi fece rimanere senza fiato. Si stava masturbando! Aveva gli occhi chiusi e l’altra mano sulle tette, che si strizzava con altrettanta lentezza e molto vigore. Che spettacolo! Rimasi impietrito per alcuni minuti, mentre il mio cazzo si tese allo spasimo. Sembrava volesse esplodere, ed io evitati anche di sfiorarlo: ero sicuro di sborrare subito, ed invece volevo prolungare lo spettacolo. Dopo un po’ la Signora cominciò ad ansimare più forte ed il ritmo aumentò, ed alla fine, pronunciando il mio nome “Andrea, sììììììììììììììì, godo in tuo onore! ” Al sentire il mio nome non riuscii a trattenermi, e corsi nel bagno per rinfrescarmi. La Signora doveva avermi sentito, perché spense subito la luce. Io ritornai a letto, spensi la luce e mi girai a pancia in sotto, premendo il cazzo contro il materasso per avere un po’ di refrigerio. Dopo qualche minuto, mentre mi strusciavo in preda ad una grande eccitazione, mi parve di sentire ancora il suo profumo vicino a me: mi girai e la vidi ritta nella penombra. Mi stava guardando in quella strana masturbazione e la cosa la aveva ancora di più eccitata. Anche lei si stava toccando: mi rizzai sul letto, la guardai poi lei prese la mia testa, l’avvicinò alla sua e mi diede un bacio bagnato, con la lingua in bocca, che mi fece rabbrividire di piacere. Mi alzai in piedi davanti a lei, la abbracciai mettendole le mani sul culo e spingendola verso la mia protuberanza, dalla bocca passai a succhiarli le tette e fu allora che lei esplose in un orgasmo copioso e singhiozzando continuava a dire

“Andrea mio! Fammi godere ancora! Sìììììììììììììììììììììììììììì, è da tanto che sogno questo momento, dai scopami! ” Mise la sua mano sul mio cazzo e fece per farmi una sega: al secondo colpo la inondai tutta ormai non ce la facevo più. La portai sul suo letto e cominciai a leccargli la fica. Ebbe due altri orgasmi consecutivi e poi mi pregò di metterglielo dentro. Mi fece stendere sul letto, si stese sopra di me, e dopo essersi strofinata su tutto il mio corpo, si impalò e cominciò a cavalcarmi! Mi sentivo in paradiso, le abbrancai le chiappe e succhiandole quelle meravigliose tette godetti insieme a lei, inondandole la fica e ficcandole un dito in culo. Che notte ho passato. L’alba mi trovò ancora nel suo letto, e prima di salutarci ci lanciammo nell’ultimo 69 che si concluse con un godimento pazzesco per entrambi. Giurammo che avremmo riprovato l’esperienza. FINE

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