Era una notte strana.
Ero sulla via di casa mia e provenivo da una visita ad alcuni amici, pioveva a dirotto, così forte che dovevo guidare a soli 50 all’ora anche dove era permesso andare a 130.
Il lampo è balenato illuminando il cielo nero e lo scoppio del tuono si sentiva chiaramente sopra il rumore ronzante del motore della macchina.
Proseguendo lungo l’autostrada ho visto che non c’erano altre macchine in giro.
Ho pensato che la maggior parte della gente era rimasta saggiamente dove si trovava in attesa che il temporale finisse.
Oltre a ciò era l’una di notte.
Ho guidato per circa mezz’ora e improvvisamente davanti a me ho visto una figura a lato della strada, stava agitando freneticamente le braccia cercando di attirare la mia attenzione.
Ho anche notato una macchina parcheggiata sul bordo della strada, ho pensato che avesse problemi con la macchina.
Ho pensato che se fossi passato oltre probabilmente sarebbe rimasta tutta la notte fuori sotto la pioggia; ho rallentato e mi sono fermato.
Aperta la porta della macchina, sono uscito e ho visto una donna che correva verso di me sotto la pioggia.
Indossava una camicetta azzurro navy che con la pioggia e l’oscurità della notte sembrava quasi nera.
Era tanto bagnata che la forma del suo seno era facilmente individuabile e le mammelle sembravano grandi e sode, i capezzoli erano eretti, probabilmente perché la camicetta fredda e bagnata le strofinava.
I lunghi capelli castani erano inzuppati e gocciolanti ed aderivano al suo abbigliamento.
Indossa una gonna, anche quella bagnata, che aderiva alla pelle.
Quando si è avvicinata ho potuto vedere i suoi grandi occhi scuri e le sue labbra piene.
Era veramente uno spettacolo ed io ero contento di essermi fermato.
“Grazie a Dio si è fermato! ”
Mi ha gridato sopra il ruggito della pioggia.
“la mia macchina si è fermata, non vuole mettersi in moto, e non so cosa ci sia di rotto. ”
Mi sono avvicinando sorridendo leggermente.
“Bene, cercherò di metterla in moto anche se non sono un meccanico. ”
Mi ha sorriso, evidentemente grata che mi fossi fermato.
Ci siamo diretti verso la sua macchina ma avevo dei problemi a farla ripartire.
Il motore non voleva girare e dopo cinque minuti ho deciso che era una causa senza speranza.
“Cosa possiamo fare? ”
Mi ha domandato.
“Dunque, a quest’ora non ci sono garage aperti quindi non è possibile che esca un carro attrezzi. ”
Mi sono fermato un momento a pensare.
“La mia casa non è molto distante da qui, forse altri venti minuti con questo tempo. ”
I suoi occhi si sono stretti mentre mi guardava, sembrava che mi stesse soppesando.
“Potrebbe passare la notte a casa mia, ho un stanza non utilizzata dove potrebbe stare, e sarebbe più facile per me e più conveniente per lei, piuttosto di andare in un albergo. ”
Mi sono diretto verso la macchina per ripararmi dalla pioggia, anche se ero già bagnato e gocciolante.
Mi ha seguito fino all’auto e quando ho aperto la porta dalla parte del conducente e sono entrato, lei è entrata dalla porta del passeggero.
“OK, ma cosa succederà alla mia macchina? ”
Ha domandato, quando si è seduta.
è rabbrividita leggermente per il freddo e vedendo ciò ho aperto il riscaldamento.
“Beh, potrei portarla ad un garage domani mattina, e così potranno venirla a prelevare e portare via. ”
Ho risposto.
“Lo farebbe? ”
Ha detto un po’ sorpresa.
“Sicuro, perché no? ”
Ho risposto semplicemente.
“Dio, com’è gentile, le pagherò il disturbo se vuole. ”
E dicendo questo mi ha sorriso.
“No, no. Non voglio soldi, veramente non è un disturbo, ” ho detto, cercando di sembrare un gentleman.
Mi ha dato una certa occhiata, che sembrava voler dire, ‘Chi ha parlato di soldì e quindi si è girata sul sedile per guardare la strada.
“Okay, mille grazie. ”
Ho accennato col capo, mentre portavo la macchina di nuovo sulla strada.
L’ho osservata mentre guardava fuori dal finestrino, aveva spinto indietro con le dita i capelli e i vestiti gli aderivano alla pelle.
Aveva le braccia incrociate davanti al torace come se stesse cercando di scaldarsi.
“Mi chiamo Luca, ” le ho detto, rompendo il silenzio che c’era tra noi.
Si è girata verso di me ed ha sorriso,
“Sono Daniela” ha fatto una pausa un momento, come per decidere qualche cosa.
“Cosa stavi facendo stasera per tornare a casa a quest’ora? ”
Le ho spiegato che ero stato da amici dove c’era stata una piccola festa ed essendomi annoiato avevo deciso di tornare a casa.
“è stata la mia fortuna che tu l ‘abbia fatto, ” ha sogghignato.
“La fortuna è stata anche mia, ” ho detto senza pensarci.
“Oh? Cosa te lo fa pensare? ”
Ha detto con uno sdegnato tono sarcastico.
“Niente, niente, ” ho risposto.
L’interno della macchina si era riscaldato e ora sembrava più rilassata, si è appoggiata allo schienale e si è stiracchiata.
“A casa tua non avresti un cambio di vestiti da darmi? ”
Ha domandato con voce quasi supplichevole.
“Sono sicuro che troverò qualcosa per te, ” ho risposto.
“Buono, non ne posso più di togliermi questi vestiti. ”
Ha detto quasi seducentemente, come se volesse togliersi i vestiti in quel momento.
Abbiamo fatto un po’ di conversazione e ho scoperto che anche lei stava tornando a casa dopo aver fatto visita a un amico.
Comunque viveva duecento chilometri più lontano.
Finalmente siamo entrati nel viale d’ingresso della mia casa che è una villetta di dimensioni superiori alle mie necessità.
“è tuo questo posto? ” Ha domandato con curiosità.
“No, davvero, sono in affitto. Non sono abbastanza ricco per possedere una casa, ” ho detto onestamente.
A queste parole ha sogghignato verso di me.
Sembrava avere circa 25 anni, cioè circa 4 anni più di me.
Ci siamo precipitati fuori dalla macchina ed abbiamo fatto una corsa fino alla porta.
Dopo averla aperta sono entrato.
Gli ho mostrato la camera da letto degli ospiti e quindi sono sceso rapidamente nella mia stanza.
Mi sono cambiato velocemente, mi sono messo una T-shirt e pantaloni da jogging e ho preso un altro paio di pantaloni da jogging ed un’altra T-shirt per Daniela.
Sono tornato alla stanza degli ospiti e ho aperto la porta.
Non potevo credere ai miei occhi, Daniela era distesa sul letto svergognatamente nuda.
Come mi ha visto sulla porta le sue labbra si sono atteggiate ad un sorriso.
Sono rimasto fermo un momento domandandomi se fosse sogno o realtà.
Osservandola ho visto le sue cremose mammelle bianche che erano grandi e sode come mi ero aspettato vedendole attraverso la camicetta, il mio sguardo si è avventurato verso il basso ed ho osservato il suo perfetto cespuglio di peli marrone chiaro, le sue lunghe gambe lisce e muscolose.
Mi sono sentito il cazzo crescere nei pantaloni.
“Come ti sembra quello che vedi? ”
Ha detto in un tono seducente.
Sono rimasto ancora fermo, troppo scioccato per rispondere.
Non potevo credere a ciò che stava accadendo.
Sapevo che mi era grata, ma questo era perfino troppo.
Si, quasi troppo.
“Pensi di restare lì fermo? O vuoi fartene qualche cosa di quel coso che ti sta crescendo nei calzoni? ”
Ha sogghignato verso di me.
Mi sono persuaso velocemente.
Ho lasciato cadere l’abbigliamento che avevo in mano e mi sono diretto verso di lei.
Era ancora sdraiata in attesa e poi il suo braccio mi ha circondato il collo, si è alzata e mi ha baciato con grande desiderio, come se lo avesse voluto più di qualsiasi altra cosa.
Prima che me ne accorgessi i miei vestiti se ne erano andati ed ero sdraiato sul letto.
Daniela mi sovrastava ai piedi del letto e guardava giù verso di me.
Ha arcuato la schiena, le sue mammelle spingevano in avanti e muoveva le mani sul suo corpo, sulle mammelle, stuzzicando i capezzoli con le dita.
Mi sono alzato e ho guardato con stupore, rallegrandomi per lo spettacolo.
Le mani si sono mosse giù per il corpo lentamente e si sono poste tra le gambe.
Poi ho visto che un dito era scomparso nella sua profondità, poi un secondo dito.
Con l’altra mano ha cominciato a strofinare il clitoride.
Si è lamentata per il piacere che si stava dando ed io mi sono lamentato a quella vista meravigliosa.
Ha continuato a muovere le sue dita dentro e fuori di lei, poi ha cominciato ad agitarsi e si avvicinava l’orgasmo, poi si è fermata.
Ha sorriso verso di me, si è abbassata, le sue mani hanno percorso le mie gambe.
Le sue dita erano bagnate del suo succo e poi ho sentito la sua mano chiudersi intorno al mio cazzo duro ed eretto.
Ho chiuso gli occhi e mi sono lamentato ad alta voce.
Ho sentito la sua lingua scivolare sulle mie gambe, poi le mammelle contro le mie gambe, quindi la punta della sua lingua sulla testa del mio cazzo.
Ho boccheggiato.
Ha leccato tutta la lunghezza del mio cazzo e poi è tornata indietro.
La sua lingua mi circondava.
Poi la sua bocca, calda e bagnata, si è chiusa di sopra la testa del cazzo.
La suo lingua turbinava leccando la cima sensibile.
Quindi la sua bocca è scesa sul mio cazzo e ha preso la testa profondamente in gola.
L’ha succhiato facendolo entrare ed uscire dalla bocca.
Poi l’ha ripreso dentro.
La sua bocca mi stava masturbando.
Gli ho passato le dita nei capelli umidi, spingendola con più forza verso di me.
Ho guardato in basso per vedere la sua testa muoversi su e giù sul cazzo.
Proprio quando ho pensato di essere lì lì per esplodere il mio carico nella sua bocca, si è fermata.
Ha guardato in su e mi ha sorriso.
Lentamente è scivolata sul mio corpo, le mammelle strisciavano sopra il mio torace.
Si è posizionata in modo che le labbra della sua fica fossero pigiate contro la testa del mio cazzo.
Con un movimento delicato la testa del cazzo è scivolata dentro di lei.
Si è chinata su me così che le sue mammelle fossero proprio davanti alla mia faccia, e accettando il suggerimento, le ho afferrate tutt’e due con le mani e con la lingua gli ho leccato il capezzolo sinistro.
Ho sentito il suo lamento.
Gli ho roteato intorno la lingua poi l’ho preso dolcemente coi denti.
Allora gli ho chiuso sopra la bocca e l’ho succhiato mentre gli colpivo leggermente la punta con la lingua.
Ho sentito il suo anelito e le sue anche si sono mosse leggermente, così il mio glande ha pigiato nella sua fica, ma poi è scivolato fuori.
Ho volto la mia attenzione all’altro capezzolo, gli ho chiuso intorno la bocca e l’ho morso facendolo poi scivolare tra i denti.
Volevo disperatamente essere stretto dalla sua fica bagnata e calda, ma ho deciso di lasciare a lei il controllo del ritmo a cui fare andare le cose.
Ho sentito la sua mano afferrare il cazzo e strofinarsi la punta sul clitoride.
Ho emesso un gemito, sentivo i suoi peli pubici fare il solletico alla testa del mio cazzo.
Rapidamente ho succhiato il suo capezzolo appoggiato alla mia bocca.
Poi ho cercato di succhiare tutta la tetta nella bocca, ho preso in bocca quanto potevo graffiando con i denti quando sono retrocesso.
Ha boccheggiato e poi improvvisamente… si è spinta giù su me, impalandosi sul mio cazzo.
Io ho quasi gridato il mio piacere.
Era così calda, così stretta intorno a me.
Mi si è seduta sopra, rimanendo così a gambe divaricate sopra di me.
E lentamente in un primo tempo, ha cominciato a muoversi su e giù lungo la mia asta, prima il cazzo quasi scivolava fuori, poi, i nostri inguini si incastrato insieme.
Ho spinto le anche verso l’alto, ho guidato il mio cazzo profondamente nella sua fica, lei ha boccheggiato la sua approvazione e ha aumentato il ritmo con cui mi agitava il cazzo con la fica.
Ho preso le sue tette a mani piene, spremendole e impastandole.
Potevo sentire mio orgasmo che cominciava a venire e da come Daniela si muoveva su di me ero sicuro che anche il suo orgasmo stava iniziando.
Ho sgroppato sotto di lei, il mio cazzo pistonava dentro e fuori della sua fica velocemente.
Non potevo resistere più a lungo, ho sborrato con passione e gli ho allagato la fica col mio seme.
Questo l’ha portata all’orgasmo ed ho sentito la sua fica stringersi e pulsare intorno a me, mentre lei sobbalzava su e giù.
Il suo succo gocciolava fuori sulle sue cosce e su di me mescolandosi con la mia eiaculazione.
Ed alla fine, esausta, è crollata su di me.
L’ho circondata con un braccio, ho emesso un sospiro profondo, mentre il mio orgasmo diminuiva e il mio tremito finiva.
Che notte, ho pensato.
E abbracciati insieme ci siamo addormentati.
Durante la notte ci siamo svegliati tre volte facendo ogni volta del sesso selvaggio ed appassionato.
Una volta l’ho presa di dietro, un’altra volta ci siamo esauriti in un sessantanove e finalmente, lentamente, in maniera quasi sognante, l’ho presa mentre era sdraiata sulla schiena.
La mattina ho mantenuto la promessa e l’ho portata al garage più vicino.
Le ho dato il mio numero di telefono ed il bacio dell’addio.
Un lungo bacio dell’addio con la lingua in bocca, dopo di che se n’è andata. FINE
