Le vedove nere

Quel giorno stavo camminando tranquillamente lungo la strada bianca che costeggiava la pineta; Avevo percorso quella via centinaia di volte, ma quel giorno avrei fatto bene a passare da un’altra parte. Mentre camminavo ho sentito ad un certo punto il rumore di un’auto dietro di me; Mi accostai istintivamente sulla destra e l’auto mi sorpasso, per fermarsi circa dieci metri dopo di me. Si aprì lo sportello di destra e scese una bellissima donna vestita con un attillato abitino scuro. Venne verso di me con un grazioso sorriso e mi disse:
“Scusi, io e le mie due amiche abbiamo paure di esserci smarrite, può darci una mano? ” – “Certamente! ” –Risposi io- “Senta, le diamo volentieri un passaggio, così nel frattempo ci indica la strada” – Di solito non accetto passaggi da sconosciuti, ma in quel caso, beh, erano tre belle donne ed il mio istinto di maschio ebbe il sopravvento: salii in auto sedendomi dietro, accanto ad una delle tre belle figliole. “Molto piacere, io sono Giovanni, dove dovete andare? ” – “Piacere, io sono Romina, la ragazza seduta accanto a te è Jessica e la guidatrice è Sofia. Andiamo verso la superstrada per Nuoro” – “Beh, allora avete proprio sbagliato direzione” –dissi- Romina prese una cartina stradale e disse:
“è impossibile, guarda, secondo la cartina la direzione è giusta! ” – Intanto l’auto aveva preso a muoversi e la cartina mi fù passata sul sedile posteriore. La guardai appena in tempo per notare che Jessica, quella seduta accanto a me, aveva tirato fuori una piccola bomboletta spray: con un gesto rapido sentii una nuvola di spray investire il mio volto. Rimasi dapprima quasi paralizzato, poi mi addormentai all’istante. Mi risvegliai non so quanto tempo dopo: ero legato mani e piedi con le gambe leggermente divaricate e le braccia tese dietro, su un letto: la stanza sembrava quella di una tipica villetta. Accanto al letto un carrellino con un telo verdognolo sembrava un oggetto da sala operatoria ed infatti mi accorsi che sopra al carrellino c’erano diversi attrezzi chirurgici, iniezioni, fiale, pillole ed altre cose del genere. Fui assalito dalla paura: mi ricordai dell’accaduto e presi coscienza del fatto che, in breve, ero stato rapito dalle tre donne. Si aprì la porta ed entrarono le tre, ma stavolta erano vestite con completini sadomaso in pelle luccicante. “Non aver paura” – esordì una di loro- “Vogliamo solo godere e farti godere”. “Dai ragazze” –replicai io- “non scherziamo, slegatemi, non vi sembra di esagerare? ” –”Esagerare? Zitto! Noi siamo le vedove nere e tu sei il nostro attuale trastullo! “. Detto questo mi cacciarono in bocca una pillola e subito dopo un abbondante bicchiere d’acqua: io mi divincolavo e gridavo: non riuscirono a farmi ingoiare non saprei cosa. Fù così che capii che non c’era niente da scherzare:
“Se non collabori con le buone, lo farai con le cattive” – sentenziò una di loro mentre mi mostrava una siringa: si accostò al letto e mi fece l’iniezione. Io ero terrorizzato: non sapevo cosa volessero farmi, ne cosa mi stessero iniettando. Pochi minuti dopo ero leggermente euforico, tanto che non feci storie ad ingoiare la pillola prima rifiutata. Ora una ragazza mi aveva privato delle mutande e massaggiava delicatamente il mio pene: si girò verso le altre e disse: “Vorrei iniziare io” – le altre annuirono. Io mi stavo eccitando sempre più. Vidi la donna che stava mettendomi un preservativo, poi salì sul letto ed iniziò a “cavalcarmi” con staffilate decise e profonde. Io ero incredulo: anche se euforizante capivo che, in pratica, mi stavano violentando! – Dopo essere venuto ero ancora parzialmente “in tiro” ed una seconda donna mi pulì per bene dallo sperma per infilarmi un altro preservativo: adesso era il suo turno e anche lei mi spompinò alla grande. Fù così anche per la terza donna. Io ero stremato, il battito cardiaco esageratamente accelerato. Mi ficcarono in bocca un’altra pillola ed io la mandai giù: che potevo fare? – Mi resi conto solo allora che mi stavano imbottendo di viagra! – Continuarono a spompinarmi: il sogno segreto di qualunque uomo si era tramutato per me in un assurdo incubo. Penso che ero sul punto di svenire quando decisero di farla finita. “Ti sei divertito, vero amore? ” – non ebbi neppure la forza si sillabare una parola – “Adesso ci divertiremo diversamente” – Sentii un senso di umidità sulle tempie e poco dopo mi appoggiarono qualcosa … Subii un vero e proprio elettroshock e svenni. Quando ripresi conoscenza mi accorsi che mi avevano messo un catetere, una fleboclisi accanto al letto, l’ago già infilato nel braccio. Le tre erano dinanzi a me. “Allora, caro maschio, come va? Ti stai divertendo vero? ” – “Ma voi siete pazze! ” –risposi io ormai stremato con un filo di voce –”Cosa volete da me? ” – “Spompinarti amore, spompinarti al massimo livello possibile ed umiliarti. Voi uomini dovete imparare il rispetto per noi! “. Ormai ero praticamente un oggetto nelle loro mani, non reagivo più. Mi misero un oggetto, doveva essere un masturbatore o qualcosa di simile: ricordo solo che prese a succhiarmi sperma sino a farmi sentire un acuto dolore al glande. Non riuscivo neppure a controllare l’erezione: mi avevano drogato per bene e lo avevo sempre “in tiro”. Svenni un’altra volta. Al risveglio ero nuovamente sulla strada bianca dove avevo incontrato le tre donne per la prima volta. Mi avevano denudato mettendomi soltanto un paio di mutande di lattice. “Ora andrai a cercare aiuto così, umiliandoti e potrai raccontare ciò che vuoi ma nessuno crederà mai a noi, all’esistenza delle vedove nere! ” – Sentii una fragorosa risata mentre l’auto si allontanava tra la polvere. Io ero distrutto, sia fisicamente che psicologicamente. Fui raggiunto solo per un caso da un’auto dei carabinieri che mi presero per un pervertito. Comunque andai in ospedale e ci dovetti restare una settimana. Nessuno ha mai creduto alla mia storia ed oggi ho voluto raccontarvela. Forse neppure voi mi crederete, ma se volete un consiglio: belle o no, non accettate passaggi da tre donne; Potrebbero essere le vedove nere! FINE

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