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Rossa da favola

Eterea. Capelli rossi. Due tettine, una seconda abbondante!! Un culetto che ti veniva voglia di abbrancare, schiacciare contro un muro e trapanarlo. Un visino che chiedeva solo di ricoprirlo di sborra in modo che lei con la sua lingua rossa potesse leccarsi tutti i rivoli della bianca bevanda che le scorrevano tra i suoi riccoli e le sue gote.
Lucia era il suo nome.
Era la sorella di Giulia, di cui lentamente mi stavo innamorando, ma frequentando la sua casa la voglia della sorellina più piccola cresceva, cresceva. Fomentata anche dai suoi racconti di ciò che faceva con i suoi ragazzi. Esposti sempre con la punta della lingua fuori dalla boccuccia con quella malizia che lo fa indurire anche ad un vecchio.
Era una piacevole tortura, quando tornavo a casa avevo il cazzo duro da ore pensando a Lucia e Giulia invece non so che pensasse o cosa provasse ma fatto sta che non ci eravamo detti ancora niente, ne fatti soprattutto.
Un pomeriggio arrivai a casa delle due sorelle verso le due e un quarto. Giulia era dovuta scappare all’improvviso per partecipare a delle selezioni per un musical, suo grande sogno, e io rimasi in casa solo con Lucia. Lei mi comunicò che eravamo soli in casa prendendomi la mano e portandomi in camera sua, in teoria per farmi vedere alcuni cd.
Era vestita con una gonnellina grigia che le arrivava a metà ginocchio, con una cintura rosa e gli stivali bianchi, non era volgare anzi molto fine. E una maglietta nera che le fasciava le tettine e i riccioli rossi raccolti a chinion sulla testa. Mi fece sedere sul letto e mi porse alcuni cd di reggae e blues. Ne scelsi uno dei Blues Brothers e le dissi perché non lo metti su?
Lei accettò e partirono le musiche dei blues brothers. Ci mettemmo a ballare indiavolati sfiorandoci e guardandoci negli occhi. Aveva la pelle candida. Poi lei mi mise le mani sulla barba e la accarezzò dolcemente. Partì un lento dal mangianastri. Le abbrancai il culetto e la condussi in un appassionato ballo in cui i nostri organi sessuali si strusciarono. Il mio era ormai marmo, la sua una fontana.
La baciai e la spinsi sul letto. Con una mano le tiravo su la gamba allargandole il culetto, con l’altra le toglievo la maglietta baciandola. Mi staccai un attimo e lei tirò fuori la lingua inseguendo la mia. Era una battaglia e le nostre lingue le spade.
Le tolsi la maglietta e le bacia le tettine. Prima una martoriandoli il capezzolo che si eresse in un attimo, poi l’altra non scordando il solco tra le due poppe. Poi risalii a leccarle l’orecchio, lei gridò eccitata anche dalla mia mano che le attorcigliava i peli fradici della fichetta da sotto la gonna.
La tirai a me e le sciolsi la cintura. Lei slacciò la mia prendendo in mano il mio pene da sopra i jeans. Le feci risalire la gonna e le scostai l’intimo nero che aveva una vistosa macchia umida. Lei fece scendere i boxer grigini e mi prese in mano il cazzo iniziando a segarlo con la mano destra. Poi si sporse cercando di toccarlo con la lingua, io lo spinsi in avanti e affondai in quelle labbra turgide. Piacere! Piacere immenso! Era bravissima. Fece fuoriuscire la lingua e leccò affannosamente la cappella, e poi l’asta fino allo scroto quando mi prese in bocca una palla continuando a segarmi la mazza. Stavo per venire. La spostai in su e riaffondai in quella fucina di piacere. Lei lo faceva uscire un pochetto sempre slinguandolo per tutta la sua lunghezza e poi riaffondava fino all’ugola mentre accarezzava le palle. Io le accarezzai la testa rossa e le dissi “Sto per venire” e lei mi sorprese fermandosi un attimo per dirmi con voce quasi supplicante “Vienimi in bocca! ” Io non ci pensai un secondo, le presi la testa e affondai il cazzo fino alla gola mentre le martoriavo i capezzoli. Lei mi guardava con aria indifesa ma contenta. Le inondai la bocca e lei ingoiò la sborra che per giorni era rimasta nelle palle. Ebbe un conato ma lo trattenne e mandò giù il tutto. Poi si staccò e si passò la lingua sulle labbra sussurrando un “mmm” di compiacimento e piacere. Me lo riprese in bocca asciugando gli ultimi rivoli di sborra. La baciai e le dissi “Sei Fantastica!! ” la spinsi verso il centro del letto e le baciai cosce e vulva già bagnata. Lei apprezzò e cominciò a contrarre ritmicamente la pancia in preda all’eccitazione. Mi dedicai al clitoride mordicchiandolo nel mentre che le infilavo due dita dentro roteandole e facendole uscire per poi riaffondare profondamente. Poi mi misi a leccarle in buco del culo, lei mugolò. Allora le spinsi le gambe in alto e leccai solo il buchetto anale infilandoci di tanto in tanto il medio. Lei era eccitatissima, mi prese la testa e me la sposto sulla clyto implorandomi di farla venire. Io ripresi a succhiare la clyto infilandole indice e medio in fica e il pollice nel culetto. Lei venne sgorgando ciprigna dolce che io assaporai con gusto. Mi alzai e la baciai nuovamente.
Ci baciammo per alcuni minuti per dare tempo ai nostri sessi di riprendersi, poi lei mi fece stendere sul letto e si mise a cavalcioni infilandosi il membro in fica. Iniziò una furiosa cavalcata. Urla mie e sue! Poi la ribaltai e presi a fiocinarla in posizione tradizionale, le alzai le gambe e le misi dietro le sue orecchie e la stantuffavo violentemente. Lei mi incitava a sfondarla brancandomi con le unghia taglienti il culo.
Dopo quasi venti minuti che mi parevano ore la misi a pancia sotto infilzandogli la fica nel mentre che col pollice martoriavo il culetto. Lei venne gridando il suo piacere!
Mi stesi di fianco a lei e la trapanai da dietro toccandole la clyto e succhiandole le tette. Lei mi baciò e mi chiese se volevo incularla. Lei non l’aveva mai fatto ma voleva.
Non me lo feci ripetere, la girai e presi a leccarle il buco allargando con un dito e dopo qualche minuto con due. Poi le avvicinai il mio cazzo, le dissi di spingere indietro. Io infilai la cappella, lei spinse e urlò. Ma ormai ero dentro. Presi pian pianino ad andare su e giù. Lei dopo un po’, anche grazie al titillamento della clitoride, prese a godere e io iniziai a velocizzare il movimento. Lei venne nuovamente, io poco dopo le sborrai nel culo.
Dopo qualche attimo di attesa in cui il mio cazzo un poco si afflosciò dentro il suo culo, mi tolsi, i rivoli di sborra fuoriuscivano dal buchetto sulle chiappette sode. Lei si girò e prese a succhiarmelo per ripulirmelo, il mio cazzo era stanco e mi fece quasi male la sua slinguata.
Ci baciammo e ridemmo entrambi. Ci coricammo esausti e ci addormentammo abbracciati io pensando a Giulia e lei al suo ganzo di turno. FINE

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