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Sapevo cosa avrei fatto quella sera

Erano due settimane che mi ero trasferita in quel condominio, avevo da poco finito di svuotare tutti gli scatoloni e sistemare l’appartamento, ancora un paio di giorni e le mie ferie sarebbero finite.
Agosto quell’anno era stato parecchio caldo e l’afa era insopportabile non vedevo l’ora di farmi una bella doccia. Quando sono andata in bagno ho controllato che tutto fosse a posto, ma mi sono ricordata di un piccolo particolare : era la fine del mese e le mestruazioni sarebbero arrivate puntuali il giorno seguente e nel mio bagno non c’erano assorbenti.
Così in fuseaux azzurri e magliettina bianca, stanca e sudata sono scesa al mini-market che c’era all’angolo.
Il negozio era piccolo e non molto ben rifornito così mi sono accontentata di quello che c’era, una confezione di tampax maxi, e dei lines notte.
Ed è stato mentre aprivo il portone del condominio che ho incontrato la mia vicina di casa, una tipa sui trentacinque anni, carina, alta , castana capelli lunghi e formosa. Indossava un paio di pantaloni bianchi di lino, un perizoma nero di pizzo che chiaramente si vedeva sotto i pantaloni, e una camicia credo di seta bianca un po’ scollata, scarpe con il tacco e portava una borsa della spesa. Ci siamo salutate e mentre aspettavamo l’ascensore mi sono accorta che mi fissava.
Il suo sguardo oscillava dai miei seni che spingevano la magliettina orgogliosi della loro quarta misura abbondante, e le confezioni di assorbenti che avevo in mano.
-Abbiamo fatto scorta ? – chiese lei.
-Si, sai com’è nei traslochi si dimentica sempre qualcosa -.
L’ascensore si è aperto e siamo uscite sul pianerottolo e mentre stavo entrando in casa
-Non è che me ne presti un paio ? –
-…. Certo, …. accomodati . – risposi io un po’ stupita.
Ho appoggiato il tutto sul tavolo in cucina e ho aperto il frigor, mentre lei faceva lo stesso con la sua spesa .
-Vuoi qualcosa da bere, un succo ? –
Ne ho versati due bicchieri e li ho appoggiati davanti a noi. Ci siamo sedute e mentre lei si guardava intorno e mi faceva i complimenti per
la casa, piccola ma carina- io aprivo le confezioni di assorbenti e ne sfilai due di una e due dell’altra e glieli porsi .
Quel semplice gesto di uno scambio di intimità, mi ha fatto bagnare tutta, ero eccitatissima e credo che se ne sia accorta anche lei.
-Posso avere ancora un po’ di succo per favore ? –
Mi sono alzata e mi sono diretta al frigor che si trovava dietro di lei e mi sono abbassata a prendere la bottiglia, è stato in quel momento che la
sua mano si è appoggiata in mezzo alle mie gambe e il suo medio si è spinto tramite le mie mutandine e i fuseaux, su per la vagina.
Ho avuto un fremito e la bottiglia del succo mi era caduta rovesciandosi per terra.
Mi sono appoggiata al frigor mentre lei strusciava la sua mano avanti e indietro, poi l’altra mano si è portata su pei i fianchi fino a infilarsi
sotto la mia maglietta, far fuoriuscire le mie tette dal reggiseno e mettersi a giocare coi miei capezzoli.
Mi fece girare rimanendo sempre dietro di me e mi fece appoggiare la pancia sul tavolo, i miei pantaloni scesero fino a metà gamba, mi scostò le
mutandine bagnate e disse
– Vediamo come stai con un tampax-.
Sentii la strappo della carta, e la punta dell’assorbente entrare un pelino nella vagina -Ma non qui… – disse e lo alzò fino ad arrivare
all’ano, lo inumidì con i miei umori inserì l’applicatore fino a metà e con un sussulto pensai che era la prima volta che qualcuno mi toccava lì e soprattutto era la prima volta con una donna. Il Tampax entrò velocemente, lei sfilò l’applicatore e ne leccò la punta.
Poi la sua lingua proseguì su per la mia schiena, le sue mani accarezzavano freneticamente i mie seni, poi una di esse si avviò verso la sua borsa delle spese e ne estrasse un cetriolo di grandi dimensioni, – La prossima volta, porto un vibratore- mi sussurrò all’orecchio mentre me lo faceva leccare, lo tolse dalla mia bocca e mentre io ansimavo sentii le mutandine che erano tornate al loro posto spinte dal vegetale all’interno del mio corpo, le sentii uscire e abbassare al ginocchio
-Che buon’odore che hanno le tue mutandine, me le regali così stasera mi masturbo pensando a te, e io ti regalo le mie così tu farai un bel massaggino alla tua passerina bagnata. – e dicendo così il cetriolo entrò tutto nella mia vagina.
Entrò e uscì. Entro e uscì. Entrò e uscì… e venni. Ho raggiunto l’orgasmo più lungo e intenso della mia vita.
Stavo ancora ansimando mentre lei continuava a far entrare e uscire il cetriolo quando togliendolo del tutto mi disse – Piscia !!! – .
Non ho resistito e ho scaricato al vescica, mentre lei continuava a infilare e togliere il medio dal mio buco, la sua mano si allagò, le mie mutandine con i fuseaux anche, il suo dolce visino fece forza per entrare tra le mie gambe e ricevere quella pioggia dorata e berne un po’.
Adesso ansimava anche lei.
– Sdraiati sul pavimento pancia all’aria… – Eseguii quello che sembrava un’ordine, lei si accucciò sopra di me, con la faccia e i capelli tutti bagnati dalla mia urina, si abbassò pantaloni e perizoma
visibilmente bagnato, alle caviglie, e cioè sopra la mia faccia, e urinò anche lei, sul mio corpo, alzandosi e abbassandosi, avanti e indietro, sulla mia vagina, sulla mia pancia sulla mia maglietta e i miei seni, in bocca… e mentre era lì sopra la mia faccia prima il mio indice destro, poi due dita, poi tre, poi cinque, tutta la mano destra fino al polso entrò nella sua vagina grondante.
Venne . E per l’ora successiva ci alternammo in quei giochi lesbici.
Quando uscì dalla porta sfilai il tampax dall’ano e lo buttai, mi alzai da terra e sul tavolo vidi il suo perizoma bagnato accanto al cetriolo.
Sapevo cosa avrei fatto quella sera. FINE

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