Mi piace ascoltare la sua voce al telefono. Non so niente di lui, forse mi ha detto il suo nome, ma l’ho rimosso dalla memoria, non lo ricordo e ne sono contenta… lui, per me, è la Voce! Ci siamo conosciuti per caso un pomeriggio in una chat telefonica di incontri; bisognava lasciare un annuncio, ed è così che ho sentito per la prima volta la sua voce… un misto di pacato, profondo senza essere impostato, il suo era un tono da osservatore… sì, un raffinato voyeur in camicia bordeaux di seta, è così che l’ho immaginato!
Si è messo in contatto con me, sentivo la sua voce serpeggiarmi sulla pelle, scendere e salire lungo la schiena, aggrovigliarsi in un intrigo di brividi attorno al mio seno. Non stavo sentendo “cosa”, stavo solo assaporando “come”…Non volevo che mi facesse domande per non dovergli dare delle risposte e privarmi anche solo per un momento della sensazione che la sua voce continuava a darmi… silenzio, silenzio riempito dal suono delle sue parole… un unico fluido che mi rapiva la mente e iniziava a infiammare la mia pelle… caldo… freddo, brividi continui e insistenti… Iniziava a dolermi il seno, sentivo i capezzoli inturgiditi come non mai graffiati dal cotone della camicia; non mi era mai successo prima… non mi stavo toccando, eppure i miei capezzoli erano lambiti da mille lingue che li pungevano… Lui non lo sapeva, ma ero appena diventata dipendente dalla sua voce, una febbre di voglie mi stava assalendo… sentivo il mio sesso liquefarsi fra le parole che mi sussurrava, le mie gambe si stavano aprendo e mi assaliva piano l’odore delle mie secrezioni.. sentivo le mie labbra più nascoste ingrossarsi e dischiudersi… no, non mi sarei toccata, sapevo di desiderarlo, ma me lo impedivo… volevo un orgasmo da lui, volevo che mi penetrasse con le sue parole, mi lambisse piano e mi violentasse come una puttana… ero solo per lui, bocca spalancata e occhi velati di desiderio, aspettavo le stille del suo piacere… Ma non volle permettermi di godere… aspettò che il mio corpo diventasse un fascio di nervi tesi allo spasimo, attese in silenzio la mia preghiera, rimase dentro di me fino alle soglie dell’orgasmo e poi mi abbandonò… si allontanò sfumando nelle ombre del mio desiderio inappagato, dopo un illusorio “ti voglio sentire domani”… Non un ordine, non ce ne era bisogno… l’avrei aspettato, umile serva di un signore inesistente, non mi sarei toccata perché sapevo di doverlo aspettare…
E oggi sono qui, una ragazzina alla sua prima esperienza, guance arrossate e respiro roco… e non serve a niente continuare a ripetere a me stessa di uscire, di agganciare qualcuno con il fascino da 35enne e di togliermi quella voglia che mi devasta i nervi… sì, lo aspetto da una settimana, aspetto il suo permesso, aspetto si sentire la sua voce farmi godere… Squilla il telefono, paura-angoscia-desiderio, guardo le mie dita afferrare la cornetta, è come se guardassi il mio film al rallentatore… silenzio all’altro capo… è lui… è il suo modo di farmi capire che lo devo ascoltare. Parole, lente parole scivolano dalle sue labbra – saliva che scende nella mia bocca – si attorcigliano intorno al mio collo, vellicano piano la pelle dietro le mie orecchie, e si inabissano fra i miei seni… inizio a sentire l’aria satura dei miei odori… mi inebriano, e mi eccitano al tempo stesso… La sua voce si sta arrampicando sulla mia schiena, mi sta lambendo il ventre… mi sembra di sentire la sua lingua immersa nel mio ombelico, il suo fiato sul vello che mi ricopre il monte di Venere… no, continua la sua avanzata verso il centro delle mie emozioni… sento il clitoride tendersi, ne percepisco i lievi sussulti, voglio le sue labbra… no, scende sulle mie gambe, succhia piano i miei piedi, e improvvisamente…. ssssììììììììììììì… mi divora, lo sento aprirmi con forza le labbra della mia vagina ormai grondante, beve i miei succhi.. infila la sua lingua nella mia bocca, scende sui miei capezzoli, li tormenta con la barba ispida, gode nel sentire il mio piacere passare attraverso spasmi di dolore… e poi è di nuovo sul mio clitoride, lo stringe fra i denti, lo succhia come un poppante… e continuo a godere, un immenso e continuo orgasmo mi sta squassando… nel silenzio… se ne è andato.. e alle mie grida di piacere risponde beffardo il telefono muto. FINE